Il messaggio misterioso

La sveglia suonò troppo presto e io infilai la testa sotto il cuscino, senza ovviamente ottenere il risultato sperato. Sbuffai e schioccai le dita nella speranza di usare la telecinesi per spegnerla. Niente da fare, o meglio la sveglia si sollevò in aria e mi finì addosso. Sobbalzai, presa di sorpresa e mi tirai su. Oh, quanto avrei voluto dormire ancora, ma sapevo bene di non potere, mi aspettava una lunghissima giornata. Mi alzai e mi diressi verso il bagno, caracollando. Non sapevo neppure cosa indossare. Guardai tra le cose che avevo portato e dopo un attimo d'indecisione scelsi un abito rosa, un po' corto forse, ma molto carino. Perché avessi scelto proprio quello? Forse il ricordo della sera prima e soprattutto del bel Paul. Mi mordicchiai le labbra e mi ritrovai a sorridere. Ma no, dovevo pensare alle cose serie, per esempio mandare le prove al laboratorio. Ed era meglio farlo subito, prima che me ne dimenticassi. Andai a prendere gli oggetti incriminati, li appoggiai sul tavolino, poi afferrai un gessetto, uno di quello che portavo dietro proprio per le emergenze, rapida disegnai un cerchio ed altri piccoli simboli. Misi quindi gli oggetti al centro di esso e mormorai una formula magica, quelli sparirono e sperai che avessero raggiunto la giusta destinazione. Era capitato che un paio di volte qualcosa non arrivasse dove era destinato. Era rarissimo ma succedeva e non volevo proprio che fosse quello il caso. Fatto ciò mi preparai per quella che sarebbe stata una giornata intensa. Tutto sommato ero di buon umore. Mi tirai indietro i capelli e scesi con la mia pochette dentro cui tenevo cellulare e pistola. Appena giunsi in sala da pranzo vidi che c'erano proprio tutti seduti intorno al tavolo, sembrava quasi una riunione.

-Buongiorno a tutti!- esclamai, forse con un po' troppo entusiasmo.

John mi fulminò con lo sguardo.

Balzai in avanti e stampai un bacio sulla guancia di Jenny, poi mi spostai e strinsi la mano a Steven, quindi mi accomodai su una sedia ed ordinai da mangiare una crostata ed un caffè con panna.

-Per stare leggera- borbottò John.

-Non sono io che mi devo preoccupare dei chili- dissi, lanciando uno sguardo fin troppo chiaro alla sua vicina che per tutta risposta mi fece la linguaccia. Davvero una donna di classe!

-No, ma fossi in te mi preoccuperei di lasciare le finestre aperte la notte, non vorrei che prendessi freddo- disse sarcastico.

-Grazie per il consiglio, ma bisogna cambiare aria ogni tanto-

-Ho visto- borbottò lui per tutta risposta.

Mi sfuggì un sorriso. Era gelosia quella? Certo, vera e propria gelosia. Autentica. Mi ritrovai a sorridere. Sapere di piacere è sempre una bellissima sensazione. Buttai indietro i capelli e spostai l'attenzione su Jenny che stava divorando un croissant enorme. Ecco una che ben presto avrebbe messo su dei chili. Un posto più in là Steven beveva il suo caffè leggendo il giornale. Ecco un uomo di classe.

-Qualche notizia interessante?- gli chiesi.

-Certo- ed inizio a parlarmi di politica, cosa di cui non capivo assolutamente nulla. Annuivo e mangiavo da circa mezz'ora quando finalmente terminò il sproloquio.

-Se ci fossi io al governo cambierei tutto- disse per concludere. A stento mi trattenni d'applaudirlo, se fosse stato all'epoca dei romani sarebbe stato sicuramente considerato un buon oratore ... oppure avrebbe organizzato una congiura plagiando un po' di persone, questo non potevo proprio saperlo.

-Non ho capito perché non si parla mai di tennis- intervenne John.

Oh, la grande passione di John per il tennis, l'unica cosa in cui fosse vagamente bravo.

-Il tennis non è così interessante- fu la mia risposta.

-A me piace- intervenne la sua brutta, convinta che qualcuno avesse chiesto il suo parere oche interessasse il suo insignificante pensiero.

La fulminai con lo sguardo e ricevetti uno sguardo infuocato in cambio. Si preparava la guerra, me lo sentivo ed io ero pronta a combatterla, su questo non si dovevano avere dubbi.

Proprio in quel momento arrivò la cameriera e sopra il vassoio la mia colazione. Lasciai che me la posasse davanti. Ringraziai con un bel sorriso, quindi feci per mangiare il mio delizioso croissant, se non fosse stato per il fatto che c'era un biglietto attaccato ad esso. Lo presi in mano, chiedendomi chi avesse potuto farlo finire lì. Era scritto a mano e dovetti aguzzare la vista per capire cosa ci fosse scritto.

Incontriamoci alle cinque di questo pomeriggio, alla vecchia torre. Ho bisogno di aiuto, vieni da sola.

Aggrottai la fronte. Un incontro misterioso? Ed osava anche dare ordini? Beh, non mi conosceva bene se credeva di poter comandare me.

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