𝙻'𝙴𝚕𝚏𝚘
«Dai Harry! Raccontarlo!» stava esclamando Andromeda Potter, pur di far raccontare al fratello, Harry Potter, della storia della Pietra Filosofale.
I zii dei due ragazzi avevano evitato di scrivere la ragazzina a scuola a Settembre, ormai si erano rassegnati all'idea del fatto che anche lei fosse una strega.
«Sto leggendo Andromeda!» sbuffò lui, affondando la testa, mentre leggeva un libro, anche se in realtà non gli interessasse tanto.
Andromeda sbuffò e si stese sul suo letto.
«Posso almeno dare da mangiare ad Edvige?» chiese infine, facendo andare la testa indietro per osservare il fratello.
Per risposta Harry mugognò soltanto.
La ragazza sorrise, cominciando a scendere le scale.
Appena arrivata nel salito, collegato alla cucina, vide lo zio Vernon, sistemato sul divano a guardare la televisione, per poi passare alla cucina, dove Andromeda vide la zia Petunia, cucinare un dolce.
Si avvicinò al cassetto dove si trovavano i biscotti e lo aprì, per poi guarda la zia.
«Posso?» chiese, indicando la busta con alcuni biscotti.
«Cosa?» chiese Petunia, rivolgendo per un attimo lo sguardo alla nipote. «Fai come ti pare.»disse infine, tornando al suo dolce.
La corvina ringraziò e si diresse verso le scale, ma appena passò davanti al piccolo stanzino sotto le scale dove, poco prima di un anno prima, lei e suo fratello dormiva.
Si guardò intorno, sperando che nessuno la vedesse.
La TV dello zio era troppo alta per sentirla, e poi in quel momento dai vicini c'erano lavori in corso.
Iniziò a cercare nelle tasche qualcosa per scassinare la porta, e appena senti una forcina per capelli nella manica dei pantaloni la prese e la infilò nella serratura.
Appena la corvina senti uno scatto, aprì immediatamente la porticina, per poi affermare da dentor il baule più libri possibili, per.poi sgattaiolare nella propria stanza.
«Guarda cosa ho portato!» esclamò Andromeda, spaziando i libri sul letto, che rimbalzarono.
Harry abbassò lo sguardo dal libro, ma appena vide tutte quelle cose di scuola gettò immediatamente il libro all'aria e ne afferrò 2 o 3.
«Come hai fatto?» esclamò Harry, alzando lo sgaurdo verso la sorella.
«Segreti del mestiere.» rispose Andromeda, sedendosi sul letto.
«E tieniteli stretti.» ridacchiò Harry.
I due rimasero un attimo in silenzio.
«Edvige può mangiare i biscotti, vero?»
«Può mangiarli, si»rispose immediatamente il Potter, prendendo un altro libro.
Ma appena Andromeda finì di dar da mangiare al gufo, i suoi occhi si posarono sulla cicatrice.
Quella semplice cicatrice, che aveva cambiato la vita di Harry, ma in parte anche di Andromeda.
Si ricordava ancora che, a detta dei suoi zii le avevano sempre detto che i loro genitori fossero morti in un incidente stradale, e che era così che il fratello si era fatto quella cicatrice.
Ma doveva dire la verità, aveva sempre dubitato di questa cosa, le sembrava così irreale che in un incidente stradale il fratello si fosse solo fatto una cicatrice, e che lei non si era fatta propio niente.
E poi la loro vita fù stravolta.
Il mezzogigante Hagrid era entrato nella casa sull'isola presa dagli zii, dicendogli che erano dei maghi.
Li aveva portati in un mondo magico, ed Andromeda si era innamorata di tutte quelle cose ce il mezzogigante aveva mostrato a lei e il fratello.
Le aveva parlato do Hogwarts, e infine, avevano comprato le cose del fratello, e Andromeda non vedeva l'ora di andarci anche lei.
Non vedeva l'ora che arrivasse la sua lettera, la sua adorata lettera, ma, quel 12 Giugno, la sua lettera non era arrivata.
Attendeva quella lettera che avrebbe deciso, almeno per lei, il suo destino, una semplice lettera.
«Posso aprire la gabbia di Edvige?» chiese Andromeda, girandosi verso Harry.
«Cerca solo di non farla fuggire» le dice Harry, alzando un attimo lo sguardo.
Per poco la civetta non era volata adosso alla ragazzina, ma alla fine i due fratelli sorriseroa vedere la civetta voleggiare felice della stanza.
«Posso?» chiese Andromeda, sedendosi sul letto, prendendo un libro che pareva essere fi incantesimi.
«Certo» disse solo Harry, tenendo gli occhi fissi sul libro.
«A che serve questi incantesimo» chiese dopo un po' Andromeda, indicando il nome.
Harry si sporse un po', per vedere il nome.
«Wingardium Leviosa?» chiese.«-Serve per far levitare gli oggetti».
Andromeda si mise a ridacchiare.
«Ora ricordo! Quello del "Non è Leviòsa! È Leviosà!"» esclamò, cercando di imitare la voce della migliore amica del fratello.
Il Potter sorrise.
«Esatto!» rise.
Andromeda fissò il fratello, mentre rideva.
Era sicura che gli mancava la sua vita ad Hogwarts.
Gli aveva raccontato tante cose, e, sinceramente, lo invidiava.
Aveva un tale desiderio di andare pure lei al magico castello.
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«Mangiate svelti! I Mason saranno qui tra poco!» esclamò la zia Petunia qui due fratelli.
Andromeda guardò miseramente quei due, miseri, toast al formaggio, uno a vicenda.
Andromeda prese il suo tost e iniziò a salire le scale.
Erano passati tre giorni da quando Andromeda ancora aveva preso alcune delle cose del fratello.
Alla fine quella torta era per gli ospiti, i signori Mason, completamente entranei ai Potter.
Spalancò la porta della camera, ma appena vide cosa si trovava dentro si fermò, con il tost a mezz'aria.
«Andromeda?» la Potter sentì sussurrare al fratello, dietro di lei.
«Che suc-»
Ma appena vide cosa c'era dentro la porta si bloccò.
«Entra. Ora.»
Harry spinse Andromeda dentro e fissarono al creatura.
Aveva delle orecchie da pipistrello, con gli occhi verdi giganti, e ne mentre saltava sul letto.
«Ehm... Salve?»- disse, nervosamente Harry.
«Harry Potter!» esclamò la creatura, facendo saltare in aria la Potter. «È un vero onore conoscerla» nel mentre, scivolo dal letto e si avvicinò ad Harry.
«Ehm...» Andromeda indietreggiò. «Sento che non dovrei essere qui» la ragazza apri velocemente la porta, afferando il mantello dell'invisibilità.
Appena uscì si chiuse immediatamente la porta alle spalle, gettandosi il mantello addosso, per poi sedersi sule scale, aspettando.
"Chissà che cosa vorrà quella creatura da mio fratello" pensò, mentre osservava il tost.
Era dà anto ormai che pensava a come sarebbe stata la sua vita ad Hogwarts.
Per quanto belli sia, per la popolarità del fratelli pensava che tutti sarebbero voluti essere suoi amici solo per lui.
Sapeva che una cosa simile era successo allo stesso fratello con un certo Draco Malfoy, un ragazzo della sua età conosciuto sul treno.
Stava iniziando ad avere freddo. Non sapeva da quanto stava li ormai.
"Sarà mezz'ora?" pensò.
Ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla porta dietro di lei che si spalacava, e con il fratello che cominciava a correre al piano di sotto.
«Harry!» bisbigliò la Potter, togliendosi il mantello e cominciando a seguirlo.
«Har-» stava per dire, ma si bloccò dietor di lui.
Harry stava guardando qualcosa davanti a lui.
Si alzò sulla punta dei piedi, vedendo la creatura di prima, ma vedeva chiaramente che non era la cosa che il fratello stava guardando.
Alzò lo sguardo, e il suo cuore mancò un battito.
La torta di zia Petunia volava in aria, am non era il fratello.
«Dobby...» sentì sussurrare dal fratello.
«Ti prego... mi ammazzeranno»
«Harry Potter deve dire che non tornerà ad Hogwarts» disse l'essere, che a quanto pare si chiamava Dobby.
«Dobby... per favore...»
«Lo dica signore» ripeté Dobby.
«Non posso!» sussurrò Harry, mentre Andromeda si avvicinava meno rumorosamente possibile.
«Dobby allora deve farli signore, per il bene di Harry Potter.»
Il cuore dei due fratelli si fermò, alla vista della torta che cadeva a terra, spappolandosi, allo schioccare delle dita della creatura.
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𝙻𝚊𝚝𝚘 𝙻𝚞𝚗𝚊𝚝𝚒𝚌☽︎
Hola :)
Come state gente bella?
Spero (ovviamente) che vi dia piaciuto come primo capitolo.
E boh-
𝙱𝚢𝚎 𝙻𝚞𝚗𝚊𝚝𝚒𝚌𝚊☾︎
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