Chapter 32.

:«NO DAI VABBÈ, MI STAI DICENDO CHE L'AVETE FATTO?»

:«Haneul, si può sapere cosa cazzo gridi» dico poggiando i gomiti sul letto della mia amica.

:«Scusa, scusa ma è la tua prima volta quindi eri sicura di volerlo fare?»

:«Ma che domande sono, certo che ero sicura, ti sembro il tipo che fa le cose con incertezza?»

:«Lo so ma...insomma... Taehyung non lo sopportavi e poi sei qui con quel broncio in faccia...» si siede di fianco a me fissando il pavimento dubbiosa.

In realtà non so manco io cosa faccio, ultimamente.

Racconto a Haneul l'avvenimento di sta mattina aggiungendo anche ciò che ho scoperto all'orfanotrofio e lei rimane di sasso non sapendo neanche cosa dire.

:«Danbi é comunque suo fratello, forse si è sentito ferito a sentire quelle parole da te»

:«Certo, suo fratello che li dice "ho sempre saputo che non sei mio fratello e oggi me ne hai dato conferma"» dico imitando la voce di quel babbuino senza cervello chiamato Junseo.

:«Pensi che sia stato adottato?»

:«Non ne ho la minima idea, ho solo una gran confusione in testa, insomma non ho ancora capito se sua madre e mia madre siano sorelle»

:«Sono tutte e due Kang ma sai benissimo quanto i cognomi siano comuni qui» mi dice sdraiandosi sul letto.

Una striscia di luce, del sole che è  salito fino in cima, entra dentro la stanza accecandomi per un secondo.
Sarà quasi mezzogiorno.

:«Il mio problema è che tutte e tre le donne di quella foto si chiamano Kang e a quanto pare mia madre e la signora che non ho mai visto sono sorelle» dico sospirando e distendendomi di fianco a lei. Certo, é un bel dilemma anche per lei.

Con tanti dubbi in testa la mattinata passa velocemente. Per fortuna, come previsto Haneul era rimasta a casa perché troppo stanca dal ballo e scopro anche la relazione che ha intrapreso con Jimin su cui, nonostante io non sia molto d'accordo, la mia migliore amica mi tranquillizza promettendomi di stare attenta a qualsiasi passo falso. Mi sento quasi una sorella maggiore in preda a proteggere quella minore.

Insomma non ci si può fidare di nessuno, neppure dei propri genitori, a quanto pare. Ma il fatto che più mi preme é aver fatto l'amore col ragazzo che amo per poi litigare la mattina seguente. Il solo pensare alla notte scorsa mi provoca brividi su tutto il corpo.

Kim Taehyung mi ha posseduto come nessuno altro saprebbe fare.

[...]

Il sole lentamente sta calando e dentro al bar fa sempre meno caldo, rispetto all'inizio del mio turno. La signora Hae-Won ha fatto ridipingere le pareti di un colore marrone misto a bordeaux. Un po' triste, ma anche uno dei miei preferiti. Osservo il cielo, dalla vetrata, riempirsi sempre più di nuvole e mi accontento del fatto che il sole non possa più arrivare, dentro al mio posto di lavoro, causandoci sudore ed extra nervosismo. Inoltre essendo una giornata tranquilla con pochi clienti la mia anima si sente leggera.

:«Fanciulla mi aiuti con questo scatolone?» mi chiede Myung tentando di spostare qualcosa di veramente pesante.

Annuisco e lo raggiungo infretta spostando la cosa in questione nel ripostiglio.

:«Cosa sono, nuove macchina per il caffè?» chiedo col fiatone, appoggiata alla scatola.

Il ragazzo fa spallucce non riuscendo manco a parlare, a causa dello sforzo fatto. Mentre ci guardiamo divertiti e stanchi, la campanella che annuncia l'arrivo di un cliente suona più forte del solito. Lascio Myung a riposare e raggiungo il bancone.

:«Buongiorno, di cosa ha biso- Oh Suga» il menta é  proprio davanti a me con un sorriso stampato sulla faccia e qualcosa in mano dietro la schiena.

:«Ciao...io...sai... ti ho chiamato un paio di volte ma non rispondevi ed ho chiesto a Haneul e...»

:«Uh, scusami è che ho cambiato cellulare ma essendo abituata a sto catorcio me lo sono portata dietro...peccato che la sim é sul altro cellulare AISH! » dico imbarazzata.

Manca solo che lasci la testa da qualche parte, idiota.

:«Ah, hai comprato un cellulare nuovo?» mi chiede curioso.

:«No no me l'hanno regalato...c'è me l'ha regalato una persona» dico annuendo con la testa e sorridendoli.

:«Oh, si, immagino... quindi non ne hai bisogno di un altro...» sussurra a bassisima voce.

:«Scusami non ho capito» dico confusa.

:«Niente, niente volevo vedere come stavi dato che ero preoccupato» dice mettendosi le mani nelle tasche.

:«Oh grazie, allora ci vediamo»

:«Ci vediamo» dice con un tono freddo  per poi andarsene via più velocemente di quanto aspettassi.

:«Ai ai ai ai, qui mi sembra sia in corso un bel trangolo» spunta Myung da dietro.

:«Cosa? Perché lo pensi»

:«Quello che aveva in mano dietro la schiena era un regalo e scommetto che era un-»

:«Myung chiudi la tua boccaccia va» dico infilandoli un biscotto in bocca.

Impossibile che mi avesse comprato un cellulare anche lui...

Ovviamente i clienti poco a poco aumentano ed io e Myung ci comportiamo come se ultimamente le cose fossero andate molto bene. In realtà a volte lui sembra più preoccupato ed io sto iniziando a pensare che forse dovrei aiutarlo a ragionare riguardo al suo orientamento sessuale. Ha solo bisogno di fare coming out e per questo devo attivarmi per lui.

Finalmente l'ora della chiusura si avvicina e mi tolgo il grembiule per tornarmene a casa.

:«Tesoro, ci vediamo domani?»

:«Certo a domani Myung-ah, prenditi cura di te» dico sorridendoli.

Myung mi manda un bacii volante pe poi chiuedere il negozio ed andarsene.

Mi dirigo velocemente verso casa guardando tutti i negozi spegnere le luci uno ad uno. É buio pesto e fa un freddo cane. Il vento batte forte sulla mia faccia come inclina anche gli alberi derfomandoli e rendendoli spaventosi. Volendo tornare a casa di fretta per rilassarmi accelero il passo ma ciò che vedo davanti al cancello di casa mi spiazza per qualche secondo.

É Taehyung seduto, con la testa fra le ginocchia e le braccia avvolte attorno ad esse. che sta facendo?

:«Cosa vuoi ora?» chiedo a distanza non capendo ciò che sta succedendo.

Tossisce un po prima di parlare ma non mi guarda.

:«Una ragazza non dovrebbe andare in giro da sola a quest'ora» la sua voce é spezzata, roca e piena di dolore.

Mi abbasso alla sua altezza e incastro le mie dita con le sue. Mi guarda affranto, con gli occhi rossi e gonfi.

Ha pianto?

Mi fa male il cuore.

Si alza di colpo e mette le mani in tasca con gli occhi fissi su di me.

:«Cos'è successo?» chiedo tremolante e con la paura che mi percorre le vene. Il suo viso é pieno di lacrime e alla mia domanda i suoi occhi diventano ancora più lucidi.

:«S-Sono stato adottato»

Dopo quelle parole scoppia a piangere ed io d'istinto mi catapulto ad abbracciarlo. Vederlo piangere mi distrugge.

Sei al sicuro con me. O almeno credo.

Spazio scrittrice🍁
Buon pomeriggio❤
Non so quanto vi piaccia sta storia però vi racconto una cosa che mi ha fatto veramente perdere trent'anni di vita: stavo per sbaglio cancellando tutti i capitoli di REMIND ME.
Vi dico solo che stavo per morire di ansia.
Enniente, spero il capitolo sia gradevole😊
Love ya❤
-Kia ✨

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