Capitolo 25.
Eren's pov.
Venni svegliato dal suono di un messaggio sul mio cellulare illuminandone il display.
Allungai la mano tastando alla cieca sul comodino in cerca di una sagoma che assomigliasse al mio telefono.
Lo afferrai.
1 messaggio da mamma.
"Cazzo... oggi è il ventiquattro..."
Bisbigliai fra me e me levandomi una mano sul viso.
Lessi il messaggio.
"Tesoro, arrivo tra poco, ftt trovare prnt"
Rabbrividii
"Mamma, non scrivere abbreviato."
Spensi il telefono e mi alzai bruscamente svegliando anche Levi che era appoggiato al mio petto.
"Che cazzo fai?!"
Mi aggredì.
"Sono in ritardo! Dove sono i boxer?!"
Domandai impanicato.
Levi mi guardó divertito con la testa appoggiata sulla mano e il gomito puntato nel letto.
"Prova a guardare là dietro..."
Mi indicó con il capo, pienamente consapevole del fatto che non fossero là.
"Ho già guardato..."
Dissi, non potendo permettermi di fermarmi a controbattere.
Stavo girando per la stanza con parte della coperta avvolta al mio bacino dato non avessi di meglio con cui coprirmi.
"Allora davanti al letto."
Mi consigliò poi.
Li trovai, mi infilai i boxer, i pantaloni e successivamente la maglia che era nera.
"Tu pensi di presentarti così ai tuoi genitori?"
Mi chiese sempre più divertito alzando velocemente un sopracciglio.
"In... in che senso?"
Chiesi confuso e con un gran fiatone dovuto alle corse per prepararmi in tempo.
Mi puntò la maglia.
La guardai.
"Cazzo!"
Iniziai ad imprecare.
C'era una chiazza bianca che saltava all'occhio sull'indumento nero.
Il ragazzo mi guardò divertito.
"Ah ah ah, sei molto simpatico"
Aggiunsi.
"Aspetta dai.."
Il corvino si alzò dal letto stirandosi, e nel farlo vidi i suoi muscoli contrarsi.
Anche lui era in boxer e nonostante fosse ricoperto di lividi, i lineamenti della sua figura rimasero uno spettacolo da guardare.
Aprí l'armadio iniziando a frugare, notai come tutto fosse perfettamente in ordine, ma a dirla tutta non me lo sarei immaginato in modo diverso da quello che vidi.
Colsi l'attimo e mi avvicinai a lui da dietro avvolgendogli le braccia intorno al bacino e appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Tieni."
Mi lanciò una felpa.
La presi al volo costringendomi a staccarmi dal suo corpo.
Era una felpa larga, grigia, con il simbolo rimpicciolito dei Titans davanti, all'altezza del cuore e dietro stampato il numero 2
"C-cosa?"
Affermai incredulo.
"Mettila dai"
Mi guardò con impazienza.
"Ma... è la tua personalizzata..."
Iniziai poco convinto.
"Ho detto METTILA."
Scandì l'ultima parola.
"S-sì... d'accordo"
Mi tolsi l'altra indossando quella.
"Così non si dovranno preoccupare del perché tu avessi dello sperma sulla maglia."
Risi di gusto.
Quella felpa profumava della sua colonia.
Era un profumo particolare, mischiato al tabacco e al suo odore personale, qualcosa di pungente ed affascinante.
Mi squadró.
"Mh... ti sta bene."
Si passò una mano sulle labbra.
Arrossii.
"Ora vai o ti verranno a cercare, e dopo glielo spieghi tu il perchè sei nella stanza di un ragazzo più grande."
"Ricevuto."
Iniziai a ridere, presi le mie ultime cose e nel frattempo mi arrivó un messaggio.
"Eren, io e tuo padre siamo già qui fuori, siamo venuti a prndr la tua valigia, ci ha aperto un ragazzo davvero simpatico, cmq tu dv sei??"
Sospirai, non avrebbe mai imparato a scrivere i messaggi.
"Arrivo"
Spensi il cellulare e mi girai verso il corvino posto sul ciglio della porta con le braccia conserte.
Andai avanti, ma subito dopo tornai indietro dal ragazzo.
"Guarda che devi andare avanti non indietro"
Disse ironicamente.
"Lo so..."
Mi avvicinai a lui, gli alzai il volto e lo baciai con tanto di lingua.
Sentii le sue labbra secche, continuai a baciarlo inumidendole.
"Eren... vai."
Sussurrò.
Mi staccai dal corvino.
Se non mi avesse interrotto sono sicuro l'avrei portato di nuovo in camera.
Non sarei riuscito a resistergli.
Andai avanti di qualche metro rigirandomi quasi subito.
"EREN VAI."
Scoppiai a ridere e raggiunsi i miei.
"Tesoroo!"
Mi accolse aprendo le braccia.
"Mamma..."
Iniziai poco convinto soffocato dal suo abbraccio.
"Sali in macchina, andiamo in un paesino davvero carino e...-"
"Non mi interessa andiamo, andiamo e basta."
Non sarei voluto rimanere là ancora a lungo o sarei tornato dal corvino.
"Ciao papà"
Dissi fin troppo fra nuvole una volta entrato in macchina.
"Ciao Eren"
Salutai mio padre.
Io e lui non eravamo molto legati non essendoci quasi mai, era un medico che prestava servizio presso la marina militare.
"Di chi è quella felpa?"
A mia madre non sfuggiva proprio nulla.
"... me l'ha prestata un mio amico... "
Dissi tentando di apparire il più veritiero possibile.
Sè amico...
Ripensai alla sera prima.
"Perchè? Non ne avevi?"
Mi riportò alla realtà.
"N-no... è che stamattina ero di fretta e dato che avevo già fatto la valigia mi ha prestato una sua maglia..."
"Mh... sempre il solito"
Risi per nascondere la mia preoccupazione.
Durante il tragitto mi addormentai affondando il viso in quell'indumento.
Mi faceva stare meglio.
Mi sembrò d'addormentarmi assieme a lui e al suo profumo... non avrei mai pensato di affezionarmi tanto ad un ragazzo, era qualcosa di così nuovo e travolgente che mi spiazzò parecchio.
"Eren, raccontaci un po' di questa scuola, sei riuscito ad entrare in squadra?"
Mi chiese mio padre.
"Mh... mi trovo bene e sì, ci sono riuscito"
Dissi con un accenno di orgoglio.
"Questo è il mio Eren!"
Si allungò dal sedile davanti a quello posteriore per darmi varie pacche facendo sbandare l'auto.
"Eren. Cos'hai sul collo?"
Riprese poi mia madre.
"Uh?"
Me lo sfiorai confuso ricordando poco dopo.
"EREN"
Sbottò la donna vedendo silenzio da parte mia.
"Dai tesoro, è pur sempre un ragazzo, lascialo divertire"
Fortunatamente mio padre fu comprensivo e placó l'ira di mia madre.
Era infuriata e non so cosa avrebbe fatto se gli avessi confidato che a farli fu un ragazzo... e che ragazzo oltretutto...
Guardai fuori dal finestrino, ogni minuto che passava erano kilometri di distanza dalla scuola e di conseguenza dal corvino.
Sospirai un po' pensieroso, forse fin troppo.
"Eren... tutto apposto tesoro?"
Mi chiese mia madre guardandomi dallo specchietto.
"Mh? Sì, sì, nessun problema"
Mi affrettai a rispondere.
"Mi sembri un po' sovrappensiero..."
"È che stare via delle settimane..."
Tentai di optare per una mezza verità.
"Eren, è per passare del tempo con la tua famiglia, i tuoi amici li vedrai poi, ne avrai tutto il tempo."
Abbassai lo sguardo.
Mio padre aveva ragione, non passavo molto tempo con la famiglia, ma non sarei nemmeno riuscito a godermi le vacanze finchè avessi avuto in testa quel ragazzo basso e scontroso, ma con il viso più bello che avessi mai visto.
Levi's pov.
Okay. Sono stato proprio un coglione.
Non avrei dovuto stuzzicarlo in quel modo.
Pensai, ma fu più forte di me, non capii cosa mi successe.
Quel moccioso... no, non può essere.
Eppure finii contro ogni aspettativa per affezionarmi a lui.
Era il mio moccioso nonostante non fossi ancora del tutto sicuro di quello che feci.
Non lo ero per il semplice fatto che lui era ancora un ragazzino e non lo pensai solo per l'età, ma anche e sopratutto per i suoi modi di fare e di rispondere.
Eren's pov.
Passó già una settimana trascorrendola in un paesino noioso. Iniziarono a mancarmi tutti e la noia iniziò a sopraffarmi.
Ricevetti una chiamata.
"Armin?"
"Eren!!"
"Come vanno le vacanze?"
"Non posso lamentarmi, e tu?"
"Mi sto annoiando a morte."
Gli confidai.
Accennò una risata.
"Immagino, dai un'altra settimana e torniamo"
"Sì... alla fine con Annie com'è andata? Tra una cosa e l'altra non ti ho più chiesto"
Domandai aprendo il discorso.
"Abbiamo parlato nulla di che, tu con Levi?"
"Abbiamo dormito assieme... Armin non puoi capire, quel ragazzo mi manda in tilt, penso di essere su un punto di non ritorno"
"Oh sì, lo capisco bene"
"Chissà come sarà al rientro dalle vacanze..."
"Ora non pensarci troppo, sei comunque in vacanza, non scordartelo. Scusa Eren ma ora devo proprio andare, ci sentiamo"
"D'accordo"
Chiuse la chiamata e subito dopo entró in camera mia madre.
"Eren... sei sicuro di non avere nulla?"
"Sì mamma, te l'ho già detto."
Si sedette vicino al mio letto.
(Alloggiammo in un albergo.)
Mi appoggió una mano sulla spalla.
"Hai qualcuno in mente?"
Arrossii all'istante.
"C-cosa?!"
"Sì insomma... ti sei innamorato?"
Mi guardó con aria maliziosa.
"Mamma..."
Abbassai lo sguardo esasperato.
"Daii dimmi chi è!"
Era divertita.
Io un po' meno invece.
"Mamma... non c'è nessuno."
"Guarda che io ti conosco, dimmi chi è!"
La feci alzare e l'accompagnai alla porta chiudendola fuori.
Tirai un sospiro di sollievo mentre premetti la schiena contro la porta.
Sarebbe stato abbastanza strano dire ai miei che feci quasi sesso con un ragazzo.
Sì insomma, se ci fossimo solo baciati sarebbe stato diverso.
Mi avvicinai al letto dove appoggiata c'era la felpa di Levi.
La presi e la strinsi a me buttandomi fra le coperte disordinate.
Era strano come una persona del genere potesse attrarmi tanto.
Una volta tornato mi ripromisi di fargli gli auguri, avrei voluto anche regalargli qualcosa se solo l'avessi trovata...
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