capitolo ventinove - il gusto dell'oscurità

Morgana stava veramente proteggendo sua figlia?
Harry non se lo spiegava; come avrebbe potuto trovare la sua Lily, la creatura scomparsa.

Con la mente persa nei pensieri, l'uomo si recò al Ministero, dove occupava il posto di Capo degli Auror.

"Signor Potter! Joseph Killglass è stato avvistato a Horse's Street" disse tutto d'un fiato un'impegata
"Manda tre auror."
Harry non dava mai per scontato nessun attacco o nessun assassino, ma quel giorno era diverso: Morgana l'aveva riportato indietro nel tempo con un solo sguardo.

"Signor Potter!"
"Buongiorno Harry!"
"Un caffè capo?"
"Harry oggi riunione alle quattro, in orario stavolta!"

Tante voci entravano nella sua testa senza capirne il significato.

-Come aveva chiamato la bambina? Cosa mi aveva detto l'undici luglio? COSA?!-
Il tempo portava via tutto, anche le parole pronunciate a vanvera ma che avevano un certo significato.

Entrò nel suo ufficio e solo il rumore della porta lo riportò alla realtà.
Nascose il volto tra le mani e guardò le scartoffie sulla cattedra.
Il suo piccolo studio era molto semplice: le mura erano chiare con qualche quadro e foto di famiglia appese su di esse. Un paio di armadietti neri erano posti alle sue spalle e, come in un qualsiasi ufficio, dinnanzi alla scrivania cerano due sedie.

Mentre annalizzava il caso di Joseph Killglass, qualcuno bussò tre volte alla porta di legno.
"Avanti"
Harry si alzò e non poté credere ai suoi occhi: capelli biondi, recentemente tagliati, occhi grigi, viso pallido e due occhiaie evidenti.
"Draco Malfoy, che sorpresa" disse Harry un po' sorpreso
"Ciao. Dobbiamo parlare"
Harry annuì e invitò a sedere il suo ex compagno di scuola.
"Ehm, dimmi tutto"
Era un po' a disagio: Malfoy che voleva parlare con lui?
"Giurai a Morgana di non proferire parola, ma adesso che non ho più la sua protezione..."
"La sua protezione? Ora che Voldemort non c'è più, non credo che tu non sia un mago capace di difenderti"
"Ti ricordo che sono un ex Mangiamorte, so alcune cose che neanche la tua bella Morgana ti ha mai detto"
"Parla allora"
"Ritornerà. Lui ha rapito la tua seconda figlia."
"Cosa?!"
Harry non capiva: a cosa serviva sua figlia? Come merce di scambio?
"Perché ha preso Lily?"
Draco scosse la testa e disse lentamente:
"È lei la chiave per aprire il varco coi morti"
Morti? Che assurdità uscivano dalle labbra sottili di Malfoy!
"Harry, non sono qui per fare la spia. Voglio solo che tu protegga l'unica cosa che mi resti: Scorpius"
"Perché mai dovrei! È tuo figlio, è un tuo dovere!" esclamò Harry furioso. La rabbia dell'ignoto era più grande della compassione.
"Bene, allora lascerò che con il Torneo Tre Maghi qualcuno morirà. Sei anche tu padre, fa la cosa giusta, sfregiato."
Draco uscì prima che scoppiasse una lite.

Entrò nell'ascensore e vi trovò Hermione, Hugo e Rose.
Draco guardò intensamente la ragazza dirigersi nell'atrio del piano: i capelli mossi, il corpo magrolino, gli occhi intensi, proprio come sua madre.
Come potevano credere che fosse figlia di Ginny?
Questo Draco non riuscì mai a spiegarselo.

"Ragazzi, fate i bravi, vado da Harry"
Hermione baciò sulla fronte i due fanciulli e si diresse, nel suo completo blu elettrico, dal suo migliore amico.
"Rose, hai anche tu questa brutta sensazione?" le rivelò Hugo sedendosi su delle sedie vicino all'ascensore
"In realtà, stavo per dirlo io."

Harry si alzò nuovamente dalla scrivania dopo i numerosi colpetti alla porta: esattamente erano cinque, metodo di Hermione per farsi riconoscere.
"Harry! Ho portato qui i ragazzi, perciò sarò br-"
"Hermione, io devo dirti una cosa più importante del lavoro"
Hermione s'incupì; Harry non aveva mai assunto uno sguardo così serio e misterioso: dopo la Guerra non ne aveva motivo di essere così preoccupato.
Invitò l'amica a sedersi; guardò la foto che raffigurava la sua famiglia, fece un incantesimo per silenziare la stanza e disse:
"Si tratta di Morgana"
Hermione lo guardò severo ma non rispose: con quella donna poteva accadere di tutto.
"Oggi le ho parlato"
"Perché?"
"Hermione, prometti che non uscirà mai fuori ciò che sto per dirti"
La donna annuì.
"Morgana è la madre biologica di Lily"
"Impossibile! Non la vedi dalla Guerra a quell'arpia!"
Harry non rispose: Hermione capì che si sbagliava e gli occhi le si spalancarono dallo stupore.
"Tu hai tradito Ginny con quella bastarda! Con la sorella di colui che mi ha usata per i suoi giochetti! Harry, lei ti ha usato!"
"Hermione, è successo solo una volta! Io amavo Ginny, è stato solo un moment-"
"In quel momento avete dato vita a una povera creatura che per di più è cresciuta senza i suoi genitori! Adesso dimmi che cos'è successo alla gemella di Albus, subito!"
Harry provò a proferire parola, ma una dipendente entrò e urlò:
"CI STANNO ATTACCANDO!"
La donna rossiccia tremava e non riusciva a parlare.
"Ne parliamo dop-"
Hermione si bloccò: Mangiamorte ovunque...

"Hugo! Vai da quella parte, io attacco alle spalle quei due!" ordinò Rose sfoderando la bacchetta.
Gli Auror d'ufficio erano pochi rispetto alla centinaia di maghi oscuri che si aggiravano in quel momento.
Le scrivanie esplodevano, i fogli volavano e i dipendenti erano quasi tutti feriti: i mangiamorte erano brutali.

"Rose, dove sei?"
Una voce echeggiò nella stanza interrompendo tutti i suoi compagni.
Rose la riconobbe e le si gelò il sangue: da quella notte ogni singola nota di quella stridula voce le faceva male, quasi come la maledizione senza perdono che la colpì.
"Delphini! Se vuoi me, lascia gli altri!"
"Come vorrei che spegnessi i sentimenti, che fossi come un tempo"
"Smettila di tormentarmi!" urlò furiosa Rose
Questo scatenò i suoi poteri più oscuri: dalle mani uscì una piccola fiamma nera che diventava sempre più grande.
Non era neanche una fiamma: una nube, precisamente.
"Il dannato che amo di più!"

Hermione ed Harry osservavano tutto sotto un tavolo.
-lei è un dannato?- questo pensiero le offuscò la mente: solo l'idea che ella fosse un mago sovrannaturale lo fece sorridere. Così simile a Morgana...
"Harry"
Hermione lo riportò alla realtà: era spaventata, le mani tremavano e i capelli fuori posto le coprivano il viso.
"Hermione, lei è un dannato?"
"E non ho un dannato come gli altri: è il dannato alpha"
"Non mi dire che è colei che p-"
"Sì"
Harry osservò come Rose contrastava i colpi di quella Mangiamorte: le mani aperte dalle quali uscivano quelle tenebre. Gli occhi rossi erano puri, come il sangue che scorre nelle vene. Ma nel suo sguardo c'era odio, disprezzo e frustazione.
"Interveniamo, o la ucciderà"
Harry si alzò e pronunciò a gran voce:
"Bombarda Maxima!"
Era inevitabile che la fanciulla cadesse cogli altri: un urlo l'accompagnò a terra.

Ogni osso chiedeva aiuto e i misculi riuscivano a stento a muoversi.
Hugo arrivò per primo nella corsa per raggiungerla. Harry ed Hermione lo seguirono e aiutarono Rose ad alzarsi.
"Scusa Rose, ma era inevitabile"
Harry non disse nulla al riguardo della maledizione: aveva paura di quel potere.
"Come stai?" chiese subito dopo
"Bene. Signor Potter, h-"
"Solo Harry, perfavore"
"Harry, hanno devastato metà del Ministero e incendiato parte del reparto."
"Che incantesimo hai usato?" chiese Hermione curiosa
Rose in realtà non lo sapeva: l'era venuto spontaneo.
"Tenebris defensionis, incantesimo trovato per caso in libreria a Sutton" mentì spudoratamente Rose
Il dolce nome <Sutton> le ricordò il bacio con Jonn: un bacio che non riuscì a dimenticare.
"Dovresti insegnarlo a tutti i dipendenti"
Harry sapeva benissimo che non era un incantesimo: era magia oscura, quella che fa solo del male e mai del bene.
Si voltò verso Hermione: la premura che aveva per Rose, nonostante fosse una sconosciuta, lo fece sorridere.
Si avvicinò ad Hugo e gli curò il graffio profondo che aveva sul sopracciglio.
"

Harry cosa dobbiamo fare adesso?"
"Metti al sicuro i ragazzi. Solo questo"
Rose guardò attentamente le iridi del padre: così chiare, così innocenti.
"Ragazzi, prendete la metropolvere. Adesso non posso tornare a casa. Hugo, vedi se nonno è qui, vi accompagnerà lui."
Hugo annuì,prese per mano Rose e la portò via.
"Rose, hanno visto gli occhi"
"Oh, merda"

Harry ed Hermiome rimasero lì a sistemare il Ministero: con qualche sventolio di bacchetta misero apposto il pavimento bombardato, le pareti incendiate e tutto il resto.
"Hermione, non hai notato una certa somiglianza tra Rose e Morgana?"
Hermione pareva una bestia affamata e inferocita ogni volta che si nominava la regina cattiva.
"Leggera" limitò a rispondere.
"Non hai visto come ha mentito sull'incantesimo? È un dannato come sua madre!"
Harry non riuscì a resistere nel pronunciare quelle parole: ora più che mai, era convinto che la fanciulla che aveva contrastato la giovane mangiamorte fosse sua figlia.
Era troppo simile a Morgana per non esserlo.
"Harry! Se fosse la figlia di quella prostituta me ne sarei accorta!"
"Non chiamarla così!"
Non seppe nemmeno perchéa difese: in fondo, un tempo lontano l'aveva amata.
"Me ne vado"
Hermione prese la borsa e se ne andò amaramente.
-aggrapparsi alla speranza è l'unica salvezza- pensò guardando i tacchi dell'amica allontanarsi.

In un grande castello, isolato dal mondo, un giovane uomo piangeva: Draco Malfoy.
Piangeva per suo figlio.
Non voleva che diventasse un uomo vigliacco come lui.

Doveva tornare a combattere come Mangiamorte, anche se non voleva: ogni singola cellula del braccio sinistro, dove c'era il marchio, bruciava; chiedeva aiuto.

Tom Riddle stava per riavere un corpo: stava aspettando che Rose ritornasse ad Hogwarts.
Egli aveva bisogno del sangue della ragazza: il sangue macchiato dalla magia oscura.
Grazie ad esso, Voldemort poteva godere di un vantaggio che Harry non possedeva: nel corpo scorreva il sangue di un dannato alpha.
Come i vampiri, si voleva nutrire della specialità locale. Voleva nutrirsi di Rose Potter.

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