ATTO IV - Informazioni - Elena è viva?

Firenze 1548, Volta Stellata nove mesi prima

Ludovico

Dopo essermi accertato che la ragazza stesse bene mi diressi alle stalle, dove Roberto stava strigliando il cavallo del granduca.

-Buongiorno Roberto - lo salutai con un sorriso.

-Buongiorno a voi mio signore, questo cavallo è straordinario, peccato che non lo trattano bene come meriterebbe - rispose lui.

-Cosa vuoi dire?

-Che sarà anche il cavallo migliore del granduca, ma sembra triste

Lo guardai senza comprendere, Roberto era un stalliere dal talento straordinario se diceva che un cavallo stava male doveva essere così.

-Purtroppo per lui devo riportarlo al granduca.

-Peccato, sembrava stare meglio qui.

-Lo so, mi puoi sellare Bella?

-Già fatto signore, Bella vi aspetta.

-Grazie.

Mi avvicinai alla cavalla che nitrì appena mi vide.

-Si, sono felice di vederti anche io- le accarezzai il muso per poi montare in sella.

-Ecco le redini del cavallo del duca, siete sicuro di riuscire ad arrivare a Firenze con due cavalli?

-Certo, non preoccuparti.

Partii di nuovo al galoppo tenendo le redini anche del cavallo del granduca Cosimo. Ero più o meno a metà strada quando mi venne incontro un soldato della guardia che prestava servizio al palazzo Vecchio.

-Messer Ludovico Eynard Liliun? - Mi chiese appena fu abbastanza vicino da poter farsi sentire.

-In persona.

-Vi porto un messaggio del granduca -

Quelle parole mi fecero rabbrividire.
Cosa voleva ancora da me il granduca, a parte le informazioni che possedevo sull'eremita delle montagne?

-Vi ascolto.

-Desidera di nuovo conferire con voi.

-E per quale motivo?

-Questo non mi è dato saperlo, ve lo dirà il granduca in persona - rispose l'uomo per poi indicarmi di seguirlo.

Stavano succedendo troppe cose strane in pochi giorni, iniziavo davvero a stancarmi. La guardia mi fece passare per una strada secondaria e entrammo dall'ingresso sul retro del palazzo. Consegnai i cavalli allo stalliere e seguii la guardia fino allo studio del granduca.

-Signore? Ludovico Eynard Liliun è qui -

-Bene Giovanni lasciaci soli -

La guardia uscì silenziosa come era entrata. Rimasi in piedi osservando la schiena massiccia del granduca, i capelli scuri ben pettinati, le mani incrociate dietro la schiena. Sembrava teso.

-Cosa posso fare per voi?

Il granduca non mi rispose, non subito. Questo mi fece preoccupare, strinsi i pugni.

-Vostra Signoria? -

-Cosa sapete di vostra madre Ludovico? - domandò a bruciapelo.

Mi venne un mancamento. Non sapevo niente di mia madre, la bella Elena.

-Niente mio signore.

-Sedetevi, perché ho delle novità che potrebbero interessarvi - mi indicò la sedia e io compresi che non avrei potuto ascoltare restando in piedi.

-Prima che lei morisse venne da me affidandomi questo. - Mi tese un piccolo quaderno dalla copertina illustrata a colori vivaci.

-Cos'è questo quaderno?

-Il diario di vostra madre quando ancora viveva a Venezia.

-Venezia? Mia madre era veneziana? -

Il granduca annuì serio.

-Prima di sposare vostro padre si. Questo lo so perché me lo ha raccontato lei, e ho anche questo - mi allungó un foglio scritto con una calligrafia elegante con lo stemma di Lorenzo il Magnifico.

-È un mandato d'arresto per vostro nonno, il padre di vostro padre. Per aver attentato alla vita di Lorenzo il Magnifico. Solo che le cronache non spiegano se sia stato ucciso oppure esiliato, fatto sta che prima di allearsi con i Pazzi, Angelo Eynard Lullin riuscì a combinare le nozze di vostro padre con Elena. Ma quello che mi sorprende di più di questo documento è la data. Se notate è quella del 26 aprile 1478, la data in cui Giuliano de Medici è morto e in cui Lorenzo è stato ferito. - Spiegò il granduca.

-E questo cosa c'entra con me?- domandai senza capire.

-C'entra con voi perché vostro nonno morì decapitato per alto tradimento e questo vuol dire che potrei farvi cacciare da Volta Stellata quando voglio.

Il mondo mi cadde addosso in quel momento.

-Vostra Signoria, non potete togliermi Volta Stellata- e di questo ne ero certo.

-Posso eccome. Dimostratemi che siete diverso da vostro padre e potrei ripensaci-

Era una minaccia con ricatto. Non potevo dargliela vinta.

Vi erano troppe coincidenze. I bauli che avevo trovato nello studio di mio padre, il diario di Elena che, casualmente era in mano al granduca e ora la minaccia di Cosimo.

-Sapevo che mio nonno aveva partecipato alla congiura ma non sapevo che fosse stato giustiziato.

-Già, e poi c'è un altro fatto strano Ludovico e vi riguarda da vicino...

-Cosa intendete?

-Voi sostenete che vostra madre sia morta quando siete nato, ma non vi sembrerà strano che nessun medico ha firmato il certificato del decesso -

Quell'affermazione mi fece mancare la terra sotto i piedi. Per mia fortuna ero ancora seduto, sennò temo che sarei svenuto.

-State insinuando che mia madre potrebbe essere ancora viva? -

Lui sorrise, ma il suo sorriso aveva un che di perfido. Iniziavo davvero a pensare che tutto quello che mi aveva detto fino a quel momento fossero menzogne.

Oppure no?

-Non vi ho fatto venire qui solo per parlare di vostra madre.

-E allora per cos'altro? Siate chiaro per una volta! - Strinsi i pugni nervoso mordendomi il labbro fino a farlo sanguinare.

-Voglio proporvi un patto.

-Un patto?

-Si, voi mi direte dove si trova l'eremita e io vi assolverei da tutti i vostri debiti.

Quello era un ricatto! Della peggior specie!

-Allora Vostra Signoria mi vedo costretto a rifiutare.

-Prendetevi del tempo per pensarci, poi verrete da me a comunicarmi la vostra risposta.

Era un congedo l'avevo capito. Uscii in fretta con il diario di mia madre sottobraccio. Volevo scoprire i segreti che mio padre aveva voluto tenermi nascosti.

Dafne

Carlotta mi aveva spiegato che mi trovavo a Volta Stellata la tenuta dei conti Eynard Liliun situata fuori Firenze. La casa brulicava di vita, ognuno era affaccendato in ogni genere di attività.

-Dimmi Dafne dove vivevi prima che Ludovico ti trovasse?

-Abitavo e lavoravo nella sartoria di madonna Laura De Luca. - Risposi.

-I tuoi genitori non sono di Firenze?

-Non lo so, non li ho mai conosciuti.

-Oh cielo scusami non volevo.

Presi le mani della governante e le sorrisi. Non volevo che si preoccupasse o si rattristarsi.

-Sarà preoccupata non vedendovi tornare - intervenne una voce maschile che Carlotta riconobbe come quella Roberto lo stalliere.

-Immagino di si, ma non so come arrivare in città.

-Se vuoi vi accompagno io- dall'angolo della cucina comparve una bambina sugli otto anni dai capelli biondi mossi e gli occhi castani sorridenti.

-Buona idea Teresa, tanto tu devi andare a prendere il pane - Carlotta le fece l'occhiolino e io sorrisi. Di sicuro mi sarei divertita.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top