Epilogo


10 Aprile

Erano passate più di quattro ore da quando l'ultimo cannone aveva fatto fuoco. Nessuno sulla Ladra di Anime aveva più visto il resto del convoglio, e nessuna delle navi era venuta a prestar loro soccorso. Erano stati lasciati indietro.

Il sole stava tramontando e la marea scendeva. Il brigantino-goletta si trovava in gran parte emerso dall'acqua, essendo rimasto saldamente ancorato ai coralli. Ora gran parte dell'opera viva superava il pelo dell'acqua, tanto che parte di essa iniziava a defluire da alcune delle falle.

I cadaveri dei defunti furono disposti stesi sul ponte di coperta, cuciti nelle loro brande con un paio di palle di cannone dentro di esse, in modo da lasciarli affondare, malgrado l'acqua fosse talmente bassa che i loro compagni sarebbero stati costretti a osservarli mentre i pesci avrebbero banchettato sui loro cadaveri. Un modo macabro di aggiungere la beffa al danno.

Gli ufficiali, indossate le loro uniformi migliori, seppur zuppe d'acqua, avevano tenuto un breve servizio funebre per le otto vittime dello scontro, che erano poi state adagiate sul fondo del mare. Ora, nella cabina grande, ancora con l'acqua alle caviglie, i quattro stavano discutendo sul da farsi.

-Dite che ci avranno dato per morti?- Luigi Razzetto, il Guardiamarina più giovane, tremava per il freddo: l'acqua gli aveva inzuppato tutti i vestiti, tanto che ora era rannicchiato sopra la sua sedia con una coperta indosso.

-Ne dubito molto.- anche Pietro era a disagio: spaesato più che altro. -Ma non riesco a capire. Perché ci hanno abbandonato? Che sarà successo?-

-E che cosa ha spinto i corsari a ritirarsi?- fu Lucia a parlare stavolta. -Hanno abbandonato il combattimento come se qualcosa li avesse spaventati, eppure avrebbero potuto fare molti altri danni al convoglio, non stavano battendosi male!-

Lorenzo, soffocando uno starnuto, scosse la testa e prese parola: -Poco importa al momento.- disse alzandosi dalla sua sedia per incamminarsi fino ad uno degli stipiti che non si erano danneggiati, da cui estrasse un rotolo di tela cerata, che conteneva delle mappe della zona.

Con qualche difficoltà, il Capitano trovò al suo interno quella che stava cercando e, srotolatala sul tavolo, indicò un punto con l'indice destro.

-Dovremmo trovarci all'incirca qui.- disse rabbrividendo. -Non so perché ci abbiano abbandonato, ma qualunque cosa li abbia spinti a farlo, non ci cambierà nulla il saperlo o meno.- prese fiato ed iniziò a muovere il dito sulla cartina -Al momento, siamo in una posizione abbastanza scomoda. La terra più vicina è Dagger, che al momento fa parte dei domini del Malice: la possiamo vedere all'orizzonte, ad ovest.- fissò Pietro negli occhi con aria malinconica. -Quanto dista dalla nostra posizione?-

Il primo ufficiale fece un rapido calcolo: considerando la geografia della penisola, che aveva un'unica altura degna di questo nome, non poteva distare troppo, visto che era chiaramente visibile all'orizzonte.

-Trenta...trentacinque miglia, non di più.- affermò tristemente, sospettando dove il suo comandante volesse andare a parare. -Ma, intendi davvero...-

-Non abbiamo molte alternative.- lo interruppe Lorenzo accigliandosi. -Detesto doverlo fare, ma le nostre provviste rimaste intonse sono poche, soprattutto quelle di acqua potabile. Non potremmo resistere a lungo qui. Domattina perciò ordinerò di preparare l'abbandono della nave.-

Nessuno degli ufficiali ribatté: sapevano che probabilmente era la sola cosa fattibile.

-So che vi spaventa andare lì, ma sono fiducioso di una cosa: Dagger ha pochi centri abitati, e su questa costa i più sono piccoli insediamenti di due o tre capanne. Non sarà difficile arrivare a terra inosservati.-

-E una volta lì, che faremo, signore?- Razzetto era preoccupato: l'idea di sbarcare in un paese che li vedeva come nemici, per un quattordicenne era decisamente tetra.

-Il Malice ci odia, ma sulla carta non è nostro nemico.- esclamò il Capitano. -Se riusciremo a passare inosservati, potremmo magari trovare un mercantile o una delle navi corsare ormeggiate in qualche molo nascosto. Potremmo cercare di prenderne possesso e usarla per tornarcene a casa. Fino ad allora però, dovremo starcene nascosti. Tutti d'accordo?-

I tre non ne erano entusiasti, ma alla fine convennero che era l'opzione migliore.

-Molto bene: allora andate a dormire, ragazzi!- ordinò rialzandosi dalla sedia. -Domani avremo molto lavoro da fare.-

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