Capitolo 2
Dopo aver parlato, ci diriggemo verso casa sua. Arrivati davanti alla porta entrammo "Mammaa, siamo arrivate" urlò Federica "Si ok, ma non gridare, ci sento ancora" disse ridendo Michelle "Comunque la cena e pronta, quindi sedeti e mangiate" continuò poi dopo un pò. Dopo cena, ringraziai la madre di Federica e mi avvicinai alla porta d'ingresso "Grazie ancora di tutto Michelle" dissi salutandola "Non c'è di ché, torna a trovarci, mi raccomando" disse sorridendomi, così ricambiai il sorriso "Francesca, noi ci sentiamo domani" disse abbracciandomi "E mi raccomando, di tutto ai tuoi e ricordati che ci sono io con te, ti starò sempre accanto" mi sussurrò all'orecchio sorridendomi "Grazie amica mia" le dissi sorriso.
Dopo qualche minuto di camminata, arrivai a casa mia. Inserì la chiave ed aprii la porta "Mammaa, Papà sono a casa" urlai entrando in soggiorno "Mam..mamma, papà...che avete?" dissi sconvolta, vedendoli sul divano, con le lacrime agli occhi "Tes..tesoro..la..la nonna sta per morire" disse mia madre tra i singhiozzi, no non era vero, non poteva essere vero, ti prego no, io..io no..no questo no "Ma...mamma che stai dicendo" urlai in lacrime "Tesoro, la nonna 1 settimana fa a scoperto di.......di avere un tumore al cervello. Non c'è l'ho ha detto perché non voleva passare gli ultimi giorni della sua vita, facendo preoccupare i suoi cari, ha detto questo. Piccola, abbiamo parlato con i medici, piccola...il tumore è stato scoperta troppo tardi, ormai si è diffuso in una gran parte del cervello. Il dottore a detto....che neanche la chemioterapia....può...ecco...può salvarla. Piccola, mi dispiace tanto, so che ci tieni tantissimo a lei" disse mio padre con gli occhi lucidi "No, no nooo, papà no, no non è possibile, no....perché...perché a lei...perché" dissi accasciandomi piangendo, mentre i miei cercavano di abbracciarmi "Domani voglio andarla a trovare" dissi decisa "Ok, ma noi non possiamo venire, io e tua madre andremo a trovarla dopodomani" si alzò mio padre e mi prese una mano "Piccola, mi dispiace tanto" disse mortificato "Tranquillo, non è colpa tua" lo guardai con tristezza, mentre accanto a me, mia madre piangeva silenziosamente. Mia madre era distrutta, come lo eravamo tutti noi, ma ovviamente era sua madre, quindi immaginavo il dolore che provava in quel minuto, così mi avvicinai a lei "Mamma, mi dispiace tanto....anche a me mancherà tantissimo" dissi abbracciandola "Lo so" riuscì a dare tra lacrime in un sussurro.
La mattina dopo, mi alzai presto, per andare da mia nonna. Mi diressi in bagno, dove feci una doccia veloce, per poi dirigermi nel guardaroba. Mi misi una maglietta a maniche corte bianca, con dei jeans un pò strappati di colore nero, infine mi sistemai i capelli in una coda alta. Presi le chiavi, il telefono sopra il comodino e scesi le scale di casa "Mamma, sto andando in ospedale, dalla nonna" urlai "Ok, salutala da parte nostra e digli che domani andremo a trovarla" urlò lei a sua volta "Si, si lo farò" dissi uscendo di casa, sbattendo la porta.
Per avviare in ospedale, presi in prestito la macchina di mio padre, che avevo avvisato la sera prima. Mi diressi all'entrata, dové venni avvolta dal classico odore degli ospedali, se si poteva chiamare odore vista la puzza di disinfettante. Mi recai alla reception "Buongiorno, mi può dire dove si trova la stanza di Clara Brooke" chiesi alla signorina di fronte a me "Certo, mmh...." disse schiacciando dei tasti su un computer "Ecco qua, 4 piano, stanza 134" disse sorridendomi "Ok grazie mille" dissi sorridendole. Presi l'ascensore e schiacciai il 4 piano, quando arrivai, si aprirono le porte, e velocemente mi diressi nella stanza 134. Appena entrai, vidi mia nonna, sdraiata su quel lettino, con tanti tubi attaccati nel suo corpo, collegati con alcuni macchinari, una lacrima silenziosa mi scese lungo la guancia "Nonna" dissi buttandomi sopra di lei "Piccola mia, che gioia rivederti" disse con gli occhi lucidi "Oh nonna, mi dispiace tanto, per non essere passata a trovarti in questi giorni....nonna ti voglio tanto tanto tanto bene" dissi in lacrime mentre la abbracciavo forte "Tranquilla piccola" mi accarezzò la guancia "Oh nonna, andrà tutto bene" dissi più per convincere me che lei "Si, lo so, potrò rivedere tuo nonno, e potrò controllarvi dall'alto" mi disse prendendomi la mano per poi stringerla "No, nonna ti prego non dire cosi....nonna io non voglio...ancora non sono pronta per lasciarti andare...ti prego" la supplicai "Piccola mia, non decido io, e poi io sono felice, lo vissuta a pieno la mia vita, quindi è ora che io vada, è così per tutti, prima o poi succederà a tutti noi, quel giorno per me sta per arrivare" mi sorrise lievemente "....ti voglio bene" dissi tristemente abbracciandola "Anche io piccola, tanto. Non mi dimenticherò di te, ti starò sempre accanto" disse aprendo un cassettino dal comodino, estraendo un diario "Ecco, questo è per te, così potrai parlarmi" mi disse dandomi il diario "Grazie non..." mi interruppe prima che finissi la frase "Ti voglio dare anche un'altra cosa" prese una scatolina, sempre dal comodino "Ecco, tieni. Noi staremo sempre insieme, anche se fisicamente non sarò con te, io ci sarò sempre" mi diede la scatolina. Aprii la scatolina, trovando al suo interno una collana, tutta dorata, con un'aquila al centro, anch'essa dorata "Quando guarderai quest'aquila, ricordati che sono io, che volo sopra il cielo per sorvegliarti" disse con gli occhi lucidi "Grazie nonna...ti voglio tanto bene... così tanto che non lo puoi neanche immaginare" dissi in lacrime "Anche io piccola, anche io ti voglio voglio tanto bene" mi abbracciò. Dopo quella chiacchierata un'infermiera ci interruppe "L'orario di visite e finito" disse l'infermiera, per poi andarsene "Ok nonna, domani tornerò con la mamma e il papà....ah a proposito, quasi lo dimenticavo, ti salutano" dissi in fretta, camminando verso la porta "Ok salutameli, a domani" "A domani nonna" così dopo averla salutata uscii dalla stanza.
Ritornata a casa, salii le scale, ovviamente non prima di dirgli ai miei che la nonna stava bene e che ci aspettava domani. Mi stesi sul letto, iniziando a piangere, strinsi il cuscino e piansi ancora più forte. Passai un'ora stringendo il cuscino e piangendo, fino a quando un rumore mi distrasse, era una notifica del telefono. Aprii WhatsApp, e vidi che era Federica.
Messaggio da:
Da Federica: "Chiamami"
A Francesca: "Ok"
Chiamata
"Hey Fede, dimmi, qualche problema?"
"Fra, vieni a casa mia, subito, ti devo dire una cosa"
"Ok, arrivo subito".
Presi la mia borsa, le chiavi di casa e scesi le scale. Arrivai a casa di Federica dieci minuti dopo "Finalmente sei venuta, non stare lì in palata entra" un pò stranita entrai "Oggi sei strana, c'è qualcosa che non va?" le dissi mentre salivamo le scale, per poi andare in camera sua "No, ti devo dire una cosa importante" mi fece segno di sedermi con lei sul letto, così chiusi la porta e mi sedetti. Dopo qualche minuto di silenzio, scoppiò a piangere "Ei...ei, calmati tesoro, perché piangi?" lei alzò la testa e mi guardo con quegli occhi lucidi "Non voglio lasciarti.....ti voglio troppo bene" disse in lacrime abbracciandomi "Perché dici questo......Fede, cosa devi dirmi?" gli alzai il mento per guardarla negli occhi "....io...parto con i miei genitori.... Ma non voglio....però purtroppo la ditta dove lavorava mio padre a chiuso...quindi, ci trasferiamo a Los Angeles, dove ci sono alcuni nostri parenti. Fra, io non voglio, voglio restare qui" la abbraccia "Non piangere, tesoro tranquilla, ci sentiremo tutti i giorni, te lo prometto" dissi a malincuore, non volevo che partisse, ma non comandavo né io né le, anche perché lei non era maggiorenne, aveva un anno in meno di me, quindi doveva ascoltare i suoi genitori "No....no..io non voglio, io non voglio lasciarti" piangeva a dirotto "Tranquilla" le passai una mano sulla schiena per confortarla "È poi da Miami a Los Angeles, sono solo 3 giorni di macchina. Ti verrò a trovare, te lo prometto" le dissi abbracciandola "Ti voglio bene" mi strinse più forte a lei "Anche io".
Ritornai a casa, salii le scale e andai in camera mia. Chiusi la porta sbattendola, mi buttai nel letto e cominciai a piangere. Il mondo mi stava crollando addosso. Da poco aveva scoperto di essere incinta, poi la scoperta del tumore al cervello di mia nonna, che sarebbe morta tra qualche settimana, poi oggi avevo scoperto che la mia migliore amica, che per me era una sorella, sarebbe partita. Troppe cose da sostenere, troppe perdite, troppo dolore. Non c'è la facevo più, non volevo più vivere con questo dolore. Ma dovevo combattere, mi dovevo fare forza, per me, ma soprattutto per mia figlia.
Per di più facendo alcune ricerche, avevo scoperto che quando una persona si sente troppo triste, così tanto triste che vorrebbe morire, senza volerlo abortisce, quindi dove stare attenta, non volevo perderlo per nulla al mondo, era la cosa più bella che mi era rimasta.
Spazio autrice: Ciao a tutti, ecco a voi il 2 capitolo, mi scuso se non ho aggiornato in questi giorni, ma sono stata impegnata. Quindi, buona lettura, spero vi piaccia e se vi è piaciuto, lasciate un commento o mettete una stellina. ❤
Baci alla prossima.😘
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