Non Sono Lui

Il tocco di Carl è stato un errore.

Lo so.

Lo sa anche lui.

Ma il mio corpo non lo capisce.

Il mio corpo ha paura.

Perché nella mia testa, non è più Carl.

È mio padre.

Il petto mi si stringe, il respiro diventa più corto.

Non riesco a fermarlo.

Il ricordo arriva da solo.

Le sue mani.

La sua voce.

Il modo in cui mi ordinava di fare quello che voleva.

Il modo in cui se dicevo di no, mi colpiva.

Se non lo facevo, mi costringeva comunque.

E adesso, Carl è troppo vicino.

Troppo forte.

Troppo… maschio.

Non so neanche di preciso cosa sto facendo, ma le parole mi escono da sole.

«Cosa vuoi che faccia?»

Carl si blocca.

Mi fissa, le pupille si restringono.

«Zaira…»

Ma io non lo sento.

Perché la paura è già salita.

Il cuore batte forte, le mani mi tremano.

Mi stringo le braccia, cerco di controllarmi, ma non ci riesco.

E poi lo supplico.

«Ti prego, non picchiarmi.»

Silenzio.

Lunghissimo.

Pesante.

Poi Carl fa un passo indietro.

Come se avesse sentito uno sparo.

«Che cazzo hai detto?»

La sua voce non è arrabbiata.

Non ancora.

È… rotta.

Sconvolta.

Come se non riuscisse a credere a quello che ha appena sentito.

Mi guarda, ma io non riesco a guardarlo.

Abbasso la testa, il respiro ancora instabile.

Carl si passa una mano sulla faccia, come se volesse svegliarsi da un incubo.

«Pensi che…»

Si interrompe, come se non riuscisse nemmeno a finire la frase.

Poi capisce.

Lo vedo nei suoi occhi quando tutto si collega.

Quando finalmente si rende conto di cosa mi ha fatto passare mio padre.

E per la prima volta Carl Grimes è senza parole.

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