4 - L'arrivo di Jean
Rodney viene riportato alla realtà dal suono del trasmettitore di John. Il militare risponde. È Walter - il tecnico del comando Stargate. Un uomo nella media, capelli corti. Gli occhi di colore marrone scuro/verde militare grandi.
Ha l'espressione di colui che riesce con poco a dare sicurezza. Il naso alla greca, la bocca con labbra carnose.
Ama vestire casual/militare e ha l'aspetto di colui che è sicuro di sé - che chiede se ha il permesso di tele trasportare due persone impazienti di andare a salutarli e lui dà l'ok.
Nel raggio di luce appaiono Jean - donna bionda con riflessi ramati, con capelli lunghi e arricciati.
La carnagione chiara (come quella di suo fratello).
Gli occhi azzurri come l'oceano grandi.
Ha l'espressione simpatica di quella che si diverte facilmente. Il suo naso è alla greca, la bocca con labbra sottili.
Ama vestire casual/sportivo. La sua struttura fisica è formosa. È un bel vedere insomma -
e Madison - una ragazza sui sedici anni, alta, coi capelli biondo chiaro, lunghi con tracce di capelli scuri.
Gli occhi verde scuro, come i prati di notte, grandi col taglio lievemente all'insù. Ha l'espressione di colei che sa che con un suo sorriso (identico a quello di suo padre Kaleb) riesce a fare avvicinare gli uomini. Il naso è piccolo, la bocca con labbra carnose. Ama vestire elegante. Ha l'aspetto di colei che è sicura di sé e che ama farsi vedere sempre perfettamente sistemata e truccata - sua figlia;
lo scienziato appena le vede corre ad abbracciare sua sorella e la nipote ormai cresciuta.
Con gli occhi ridenti e lucidi l'uomo chiede come abbiamo fatto ad arrivare così in fretta.
La ragazza rivela che quando suo zio le aveva chiamate, loro in realtà stavano recandosi all'SGC per chiedere se gli era successo qualcosa, visto che non lo vedevano da una settimana e gli chiede come sta e se va tutto bene?
Rodney abbassa lo sguardo e annuisce scusandosi, poi la guarda dritta negli occhi per farle capire che le sta dicendo la verità e promettendole che non sarebbe mai più sparito a quel modo.
Lei, dal suo modo di fare vede la sincerità dell'uomo, gli dà un bacio e annuisce, le sue labbra si aprono in un gran sorriso pieno di allegria.
Al che John li guarda sorridendo e spostando lo sguardo su Jean le fa una proposta.
«Stavo pensando che se non avete impegni, potreste trasferirvi qui per un po'. Così il nostro genio è più tranquillo e sta meglio!>>
«Sì dai Jeannie, non immagini il piacere che mi farebbe se restaste, almeno finché non posso muovermi di qua. Possiamo passare un po' di tempo insieme.>>
«Sì mamma restiamo.>>
Implora Madison con gli occhi che le brillano ridenti e le labbra aperte in un sorrisone e gioioso, al che la donna ricambia lo smile contagioso di sua figlia ed annuisce.
Una volta stabilito che restano, si dirigono insieme, attraversando il lungo corridoio tetro che dalla stanza dell'uomo li conduce in sala mensa - una grande stanza con le pareti bianche, quattro file di tavoli a quattro e a otto posti disposti sui laterali e al centro un grande bancone dove poter ordinare - dove già ci sono Carson (che è andato a trovare i suoi amici), Teyla - una donna con i capelli lunghi e mossi, carnagione dorata. Gli occhi castani scuri grandi, la bocca con labbra carnose. Ama vestire aderente elegante e da combattimento, Ronon - un uomo alto, muscoloso e sicuro di sé, bruno con i capelli lunghi, mossi e ricci. La sua carnagione è mulatta. Gli occhi castani piccoli.
Ama vestire casual/sportivo/militare -
(appena tornato da una missione con Teal'c) e Jennifer, che parlano del più e del meno; John e Jean entrano per primi, la dottoressa li vede e li saluta, lei ricambia e spiega come mai si trova sulla città. Il militare annuisce confermando la sua versione.
Dopo poco, Rodney fa il suo ingresso con sua nipote sotto braccio, ma a metà si blocca e la ragazza lo guarda con aria corrucciata chiedendogli se va tutto bene. L'uomo guarda i suoi amici senza rispondere, ha la vista offuscata, poggia la mano su un tavolo vuoto come per sorreggersi sentendo le gambe molli, il battito è accelerato e gli sta salendo uno strano mal di testa, che parte dalla cervice e si estende al centro del capo. Dopo qualche secondo i sintomi passano e tranquillizza la ragazza dicendogli che gli basta mangiare qualcosa per sentirsi meglio.
«Ah, quindi è vero? Mamma dice sempre che la tua è una scusa per mangiare.>>
«Ma che simpaticona la mamma quando dice queste cose, eppure lo sa che è vero.>>
Jean sorride sorniona, mentre la dottoressa si avvicina all'uomo prendendolo sotto braccio e portandolo a tavola si siedono vicini.
«Amore dopo andiamo in infermeria senza fare storie, ok?>>
Rodney annuisce e mangia. Dopo cena, posa piano la testa sulla della donna e l'abbraccia. Lei gli sorride con aria di meraviglia, visto che l'uomo di solito fa queste cose quando sono soli, in intimità, non ama farsi vedere in atteggiamenti teneri o romantici.
Il suo migliore amico, Carson - un uomo alto, bruno con i capelli corti e in gelatinati. Gli occhi verde militare grandi, naso alla greca. Ha la bocca con labbra sottili.
Ama vestire casual/sportivo, è molto curato e si vede, ha l'espressione simpatica di quello che si diverte facilmente -
lo guarda con aria di meraviglia. Non riconosce più l'imbranato dei tempi di Katy Brown (in quel caso fece una pessima figura).
Jennifer lo bacia e lui ricambia affettuoso, estrae poi una scatolina dalla tasca.
«Questo è per te, ce l'ho da una settimana, poi ho avuto dei problemi che ho ancora oggi e ho preferito rimandare, ma ora non resisto più ad aspettare. Prendilo e aprilo.>>
L'uomo la invita con la voce tremante e le mani sudaticce porgendogliela. Lei la apre rimanendo a bocca aperta. Lui le prende la mano nella sua e le fa una richiesta, anzi una dichiarazione in grande stile.
«Nei quasi tre anni della nostra storia ho immaginato questa scena non so quante volte, certo mai così. Davanti a tutti a dare spettacolo grazie al mio essere impacciato in queste situazioni, ma non importa, correrò il rischio di farmi prendere in giro per il resto della mia vita. Come ti dicevo non posso più aspettare, so bene di non essere perfetto e di sicuro non lo sarò mai, non so se riuscirò ad essere un buon marito, un buon padre... So solo che ti amo e che non riesco ad immaginare la mia vita senza di te, non so se mi ritieni l'uomo giusto per te, ma se è così allora ti prego di accettare questa proposta di matrimonio anche se improvvisata. Jennifer amore, vuoi diventare mia moglie?>>
La donna lo guarda a bocca aperta con aria di meraviglia, proprio non se l'aspettava.
Non risponde, ma lo bacia con le lacrime agli occhi e lo stringe forte a sé.
Indossa l'anello al dito e lo bacia ancora, dandogli poi la sua risposta.
«Certo che voglio sposarti, è vero che non sei perfetto e che hai i tuoi piccoli difetti, ma chi non li ha.
Anch'io ho le mie pecche, ma quando sono con te sto benissimo.
Tutti i miei problemi si dissolvono e te la dirò tutta la verità, io amo le tue imperfezioni anche perché conoscendoti so che in realtà sei una fantastica persona e non potrei mai rinunciare a te.>>
Dopo queste parole tutti si congratulano con loro e brindano felici per la coppia.
L'angolo dell'autore
Vi auguro una buona lettura.
Spero di non essere troppo pesante o disastroso e che il racconto possa piacervi.
Allora Ve l'aspettavate questa svolta iniziale?
Vi è piaciuta la proposta di matrimonio?
E secondo voi cosa succederà più avanti?
Se vi va fatemelo sapere con ⭐ e commenti.
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