2 - Cambiamenti
Rimasto solo, John s'incammina verso la stanza di Rodney dove, nel frattempo, l'uomo prende il telefono tra le mani e lo guarda come a ricercare in esso le parole giuste da dire a sua sorella per non farla preoccupare.
Dopo qualche attimo si fa coraggio e la chiama. Jean dall'altro capo del telefono risponde con tono di rimprovero.
«Hey, Meredith, ma che fine hai fatto? Sei sparito? Madison chiede sempre di te ed io non so cosa dirle.>>
«Beh, sto avendo problemi col lavoro e sono bloccato su Atlantide. Mi farebbe molto piacere se tu e Madison veniste a trovarci qui, c'è anche John che vuole salutarti. Dai venite appena potete.>>
L'uomo le risponde tutto d'un fiato temendo un'interruzione di sua sorella, senza fare neanche caso che la donna ha usato il suo primo nome per chiamarlo. Quello che non gli è mai piaciuto perché dice che è da donna.
Vista la sua mancanza di reazione e il fatto che il fratello, quando spara a raffica le sue risposte, è sintomo che qualcosa non va, viene colta da un'improvvisa agitazione.
«Hey, sicuro che non mi nascondi niente?>>
«Cosa dovrei nasconderti? Te l'ho detto, ho parecchio lavoro e non posso lasciare Atlantide.>>
Lo scienziato cerca di essere convincente e mentre si chiede se è riuscito a rassicurare la donna, si siede sul suo letto. Sente le gambe venirgli meno.
Intanto John è fuori la sua porta ad origliare.
«Va bene fratellone! Ci vediamo stasera allora.>>
«Ok a stasera. Mi siete... mi siete mancate!>>
Rodney se ne esce con queste parole pronunciate con voce tremante prima di chiudere la chiamata. Poggia il telefono sul comodino e si alza avviandosi alla porta per uscire.
Apre e si ritrova John fuori ad attenderlo, il quale indietreggia di qualche passo venendo colto sul fatto ad origliare.
Lo scienziato lo guarda seccato e gli chiede da quanto tempo si trova lì e perché non ha bussato per entrare invece di spiarlo.
«Tanto da sentire che hai mentito a tua sorella.>>
Gli risponde il militare con fare di rimprovero lo spinge di nuovo in stanza, entra anche lui e si chiude la porta alle spalle.
Dopo ciò, il torace dello scienziato si muove velocemente su e giù, la sua frequenza respiratoria aumenta provocandogli un lieve affanno.
Guarda colui che da sempre considera uno dei suoi più grandi amici aggrottando le sopracciglia; come se quel gesto avesse risvegliato in lui dei vecchi traumi mai confidati, ma soprattutto mai guariti del tutto.
L'amico se ne rende conto e fa per avvicinarsi, ma lui indietreggia fino ad arrivare a toccare la parete con le spalle.
Al che l'uomo lo guarda con fare rassicurante, gli cinge le spalle col braccio lo invita a sedersi sul letto e a calmarsi, nel farlo lo accompagna e si limita a chiedergli scusa.
Nella sua mente continua a chiedersi cosa abbia spinto il suo amico a reagire in quel modo.
«Comunque non ho mentito a mia sorella, ho solo omesso qualche particolare. Non voglio che si preoccupi inutilmente. È da poco che con grande sforzo sono riuscito a farla riprendere un po' da che suo marito Kaleb è morto e di certo non voglio essere una causa di malessere per lei.>>
Rodney risponde e poi annuisce per le sue scuse. È scosso, ma nel profondo sa di potersi fidare del suo amico e che non gli farebbe mai del male. È pallido e la sua frequenza respiratoria è ancora alterata.
Al che John per farlo calmare comincia a scherzare per distrarlo.
«Ma sì, perché preoccuparsi per un fratello rompiscatole come te? Ah ricordami che domani chiamiamo il Comando per ordinare una statua d'oro a Jennifer. Certo che quella donna ti ha proprio cambiato. Tu che fai discorsi sentimentali su Jean.>>
«Sì scherza tu, in passato ho sbagliato con lei e non voglio ripetere gli stessi errori. Le voglio bene! È mia sorella e sto cercando di recuperare il tempo perso, soprattutto ora che è sola ed ha una figlia da crescere.>>
«Mi fa piacere vederti così cambiato, anche se a volte mi manca il vecchio Rodney con le sue manie di grandezza, quasi da Messia.>>
Dopo averlo detto, John ride per sdrammatizzare la situazione e calmare del tutto Rodney, al che lo scienziato accenna un sorriso e sente il bisogno di giustificarsi.
«Beh, quello lì è meglio se lo dimentichi. Non credo proprio torni più. È stato tirato fuori solo per la missione di Atlantide e aveva lo scopo di sublimare alle mie mancanze e ai miei sensi di inadeguatezza.>>
L'uomo lo guarda con aria di meraviglia per le parole da lui pronunciate.
Nota poi che il pallore dal viso del suo amico è sparito, così come la tensione muscolare e la frequenza respiratoria è ormai nella norma.
Non gli fa domande sull'accaduto, ma è convinto ad andare fino in fondo per aiutare l'uomo a superare i suoi traumi regressi, le sue ansie e le sue paure.
In fondo gli amici servono anche a questo no? E lui ha intenzione di comportarsi da buon amico come sempre.
Finite le sue riflessioni si guarda in giro e nota che il disordine regna sovrano nella stanza.
«Stasera arrivano tua sorella e tua nipote, non vorrai portarle in questo porcile spero.>>
Lo scienziato lo guarda aggrottando le sopracciglia e con una mano nei capelli, scuote la testa chiedendo aiuto al generale.
«Da solo non ce la farò mai a riordinare tutto. Ti va di aiutarmi?>>
«Certo come ci dividiamo i compiti?>>
«Tu ti occupi del lato destro e io del sinistro.>>
John annuisce e cominciano il loro arduo compito - la stanza è molto grande, si può paragonare ad un bilocale per l'ampiezza.
Le pareti sono state tinteggiate da lui stesso, sulla parete destra c'è dipinto il sistema solare, in pratica una cartina della Via Lattea in casa. Sulla parete sinistra c'è Tom Baker nei panni del Dottor Who con un Dalek di fronte. La parete destra laterale ha Luke Skywalker con la spada laser tra le mani con di fronte Dart Fener. Infine quella sinistra laterale c'è il grande Einstein.
Ha due finestre che affacciano sul mare, anche lui senza tende (dice che gli manca l'aria) e un balcone dove ha posizionato due sdraio e un tavolino.
Sulla destra appena poco prima della porta c'è uno scrittoio con sopra il PC, un tablet e un quaderno e polvere.
Più avanti c'è una libreria strapiena (non solo di libri anche di polvere).
Il letto matrimoniale, (non ne ha mai voluto uno singolo) è posto sulla sinistra insieme ad un comodino basso e un armadio entrambi in stile antico.
Sulla sedia vicino allo scrittoio ci sono avvolti una T-shirt e un pantalone.
A terra sul lato destro del letto c'è una busta di plastica con su scritto Pop-Corn - dopo mezz'ora di duro lavoro finalmente hanno finito di rimettere in ordine e ripulire la stanza.
L'angolo dell'autore:
Ecco il primo capitolo della storia a me è piaciuto scriverlo.
Se a voi è piaciuto leggerlo lasciate una ⭐ in segno di assenso.
Se volete lasciate un commento su come trovate la storia, se avete già un personaggio preferito, ecc ecc.
Spero di non essere troppo disastroso e il racconto vi piaccia.
Secondo voi Rodney ha subito dei traumi regressi o è solo pauroso di natura?
Il prossimo capitolo sarà più breve, tipo flashback o ricordi dal passato, sarà in prima persona e vi avverto ce ne saranno parecchi di capitoli così.
Spero siano apprezzati.
Con questo vi saluto al prossimo capitolo.
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