Capitolo 38 - Rovina

La Gazzetta del Profeta

N° 102.215

12 Giugno 2022

Recente Sondaggio Mostra Approvazione del Ministero ai Minimi Storici

Un recente sondaggio indetto dalla Gazzetta del Profeta mostra che l'approvazione del pubblico per il Ministero è ai minimi storici. Che sia un disastro per i politici all'inizio di una guerra? Difficile a dirsi, ma se l'opinione pubblica non cambia presto, potrebbe essere necessario cambiare qualcosa nel Ministero...

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"Pensi che Marcus lo sapesse?" Albus chiese mentre lasciavamo Diagon Alley, passando per il muro del Paiolo Magico.

Feci spallucce. "Non ne sono sicura. Non so dire se ciò lo renderebbe più idiota o meno."

"Quasi quasi spero lo sappia," Albus disse lentamente. "Più facile odiarlo se non mi dispiace per lui, capisci che intendo?"

"Dubito che lo sapesse," Wren disse. "Mio zio non ama l'idea di reclutare famiglie."

"A meno che non sia la sua?"

"Colette, zitta." Lei alzò gli occhi al cielo verso di me, poi entrò nel Paiolo Magico.

Il Gruppo di uomini che accompagnava Magnus Caldwell era sparito quando tornammo al Paiolo Magico. Colette fu abbastanza coraggiosa da andare addirittura al bancone e chiedere alla barista di loro, ma sfortunatamente lui non aveva molto da dire. "Se ne sono andati una decina di minuti fa," ci disse. "Sono usciti dalla porta. Potrebbero essersi Materializzati ovunque."

"Davvero si sono Smaterializzati in mezzo alla strada?" Albus chiese a bassa voce. "E se qualche babbano li ha visti?"

"Immagino abbiano avuto il buonsenso di andarsene in un vicolo," Colette disse, alzando gli occhi al cielo. "Potrebbero anche non essersi Smaterializzati affatto. C'è un modo per entrare al Ministero dalla strada, giusto?"

A quel punto tutti ci fermammo. Insomma, ovvio, dovevano essere a Londra per un motivo, ma non avevo pensato che stessero andando al Ministero. Non ci stavamo infilando in qualcosa di orribilmente pericoloso. Non era possibile.

"Ovunque siano andati, dobbiamo sbrigarci," Wren disse, passando a tutti la Polvere Volante.

Quando inciampai fuori dal camino, quasi caddi addosso ad una strega. Albus mi prese il braccio e mi tirò di lato al sicuro. Eravamo arrivati dall'unico camino nell'enorme atrio che sembrava destinato al traffico in entrata; gli altri avevano file di dieci persone, tutti che aspettavano di andarsene. A momenti sarebbero scattate le cinque, mi accorsi. Chiunque fosse lì con un reclamo o un'udienza o per affari stava iniziando ad andarsene.

Ci eravamo già stati tutti in passato, e ci infilammo nella folla senza fermarci ad ammirare i camini, la fontana, le persone. A quest'ora c'erano pochissime persone che aspettavano gli ascensori. Nessuno ci prestò attenzione, e mi chiesi se fosse normale che gente comune si presentasse al Ministero.

Prendemmo un ascensore tutto per noi. Wren sapeva a quale piano fosse l'ufficio della Ministra, così come l'ufficio degli auror. Colette ed Albus corsero a cercare il signor Macmillan, lasciando Wren e me da sole quando le porte si chiusero di nuovo.

"Sta funzionando davvero," dissi, sentendomi all'improvviso un po' sollevata. Eravamo arrivati fin qui, e se Wren fosse riuscita ad incontrare la Carrow, non avremmo avuto altro di cui preoccuparci.

Wren mi rivolse un piccolo sorriso. "Eri preoccupata?"

"Beh..." Feci spallucce. "Quando sono coinvolta in qualcosa spesso e volentieri non finisce bene?"

"Suppongo sia vero." Picchiettò con le dita sul corrimano distrattamente. "Siamo via da un bel po'..."

"James sta bene," Le assicurai, indovinando a cosa pensasse. "Tra un'ora torneremo, lo prometto." Wren sorrise di nuovo mentre le porte si aprirono.

Uscimmo, ma prima che potessimo fare tre passi nel corridoio, venimmo fermati da due giovani auror. "Questo piano è chiuso al pubblico," disse uno, in tono molto ufficiale.

L'altro si accigliò verso di noi. "Hey, tu non sei-"

Il primo lo guardò male, rinunciando del tutto all'ufficialità del suo tono mentre si girava verso di lui. "Jeffrey, non dovremmo fare domande..."

"Stavo solo per dire che quella è la figlia dei Predatel, Wilson," Jeffrey disse sulla difensiva, indicando Wren con un gesto esagerato. "Ogni tanto il signor Potter la porta ad incontrare la Ministra, sai."

"Davvero?" Wilson chiese sarcastico. "È così? Beh, sono desolato, immagino di essermi scordato che il signor Potter è invisibile."

"Che cosa vorresti dire?"

"Beh, io qui non lo vedo, e tu?"

"No..." Jeffrey ammise.

"Non ti ha dato ordini di far passare una ragazzina, vero?" Wilson chiese.

"No, direi di no."

"Potrebbe essere una minaccia per la sicurezza!"

"Non vedo come potrebbe," Jeffrey disse, accigliandosi per la confusione. "È tipo, una bambina."

"Una bambina che... Beh, immagino che tecnicamente non sia davvero una criminale, ma più o meno lo è."

Jeffrey sospirò. "Va bene, va bene. Non mi importa." Brontolò qualcosa sul fatto che Wilson fosse un prepotente e si appoggiò contro il muro, mettendo su un broncio appositamente esagerato.

Wilson si girò verso di noi e all'improvviso riacquisì il tono ufficiale, come se non fosse successo niente. "Come ho detto, questo piano è chiuso al pubblico."

Wren sbatté gli occhi. "Io... Lo sa che abbiamo sentito tutto, vero?"

"Non ho idea di cosa stia parlando, signorina," Wilson disse, fissando dritto avanti a sé. Arrossì profondamente, però. "Devo chiedervi di andarvene subito.

Wren sorrise dolcemente, cercando di girargli intorno. "Abbiamo davvero bisogno di vedere la Ministra, in realtà. Se non le dispiace..."

"Temo di non poterlo permettere," Wilson disse, spostandosi per bloccarle la via.

"Ma-"

"Devo scortarvi fuori?" Wilson chiese, incrociando le braccia. Lui la guardò dall'alto in basso, e per un attimo, rimasero impegnati in una sorta di discussione silenziosa, limitandosi a guardarsi l'un l'altra.

Dopo un mezzo minuto, Wren chiuse gli occhi, ricomponendosi. "È urgente. Noi dobbiamo parlare con la Ministra."

Jeffrey smise di fare il broncio e alzò lo sguardo. "Non lo so, Wilson, sembra piuttosto seria."

"Zitto tu." Wilson stava cedendo, però. Guardò incerto Wren per un momento, poi sospirò. "Sai che c'è di nuovo, ecco cosa faremo, okay? Andrò a parlare con la Ministra e vedo se va bene. Se dice di no, però, ve ne dovrete andare."

"La ringrazio," Wren disse, sorridendo di nuovo. Di certo Carrow non avrebbe detto di no.

Wilson marciò via, facendo quasi la figura di un bimbo che gioca a fare il soldato. Jeffrey ci sorrise, poi si recompose subito e assunse uno sguardo ufficiale. Wren si limitò a fissare Wilson, lungo il corridoio. Quando girò un angolo, sentii un lontano bussare, poi un mormorio di voci. Pochi secondi dopo, Wilson tornò a farsi vedere, con la Ministra subito dietro.

Wilson ci guardò sorpreso mentre riprendeva la sua postazione. "Um, dice che potete andare," spiegò inutilmente; Carrow ci stava già facendo segno di seguirla.

In effetti era da un po' che non vedevo la Ministra, sin dai tempi dell'incidente di Radio Potter. Tra i suoi capelli si notavano chiare ciocche grigie che prima non c'erano. Il suo viso era segnato dalla stanchezza e dalla preoccupazione. Somigliava un po' a quelli del quinto a scuola: stressata e insonne. Sorprendentemente, non protestò minimamente quando mi vide. Ne rimasi quasi offesa: era mio vanto essere una delle persone che più detestava. Immaginai che la lista dovesse essersi allungata.

Altri due auror erano posizionati fuori dalla sua porta. Eccetto che per un'occhiata confusa, nessuno dei due reagì alla nostra presenza mentre Carrow ci portava nel suo ufficio.

Lei sprofondò nella sedia dietro la scrivania, guardando Wren preoccupata. Allarmata, addirittura. "Cosa succede?" Chiese. "Dov'è Harry?" Nessun'allusione al 'passato criminale' di Wren. Neanche l'ombra della sua vecchia spavalderia. Stavo guardando l'ombra della vecchia Ministra, che tentava disperatamente di tenere insieme il Ministero mentre questo si sgretolava attorno a lei, senza rimanerne schiacciata.

"Il signor Potter è... Beh, non ne sono del tutto sicura." Wren si lanciò nella spiegazione, dalla teoria di Colette a ciò che aveva origliato dai genitori a Welling e al legame tra Kyler Dillam e suo zio. Carrow non interruppe, non chiese prove. Ascoltò, ponendo ogni tanto una domanda chiarificatrice.

"Siamo venute da lei perché il signor Potter è sparito," Wren sussurrò. "Credo che stia seguendo la falsa pista di cui parlavano i miei. Il che vuol dire che non c'è molto tempo."

"Hai ragione," Carrow disse. "Sarà un attacco su larga scala al Ministero? Lo sai?"

Wren scosse la testa. "Ne dubito, ma non lo so. Secondo me mio zio cercherebbe di fare apparire il tutto legittimo."

"Ma un attacco che non è associato al suo nuovo governo potrebbe screditare il Ministero attuale," Carrow disse preoccupata, quasi tra sé e sé. "Dobbiamo parlare con Macmillan, allora." Guardò di nuovo Wren. "Dove sono gli altri due? Albus e Colette?"

"Si spera che stiano parlando col signor Macmillan proprio ora, se sono riusciti a trovarlo," Wren disse. "Albus voleva assicurarsi che qualcuno potesse mettersi in contatto col signor Corner ed avvertirlo."

"Ottimo," Carrow disse, alzandosi. "Vediamo se riusciamo a trovarli."

Ci condusse fuori dal suo ufficio, poi più in fondo al corridoio, lontano dagli ascensori. Quasi chiesi dove stavamo andando (e se fosse tutta una finta, e volesse condurci in una sala delle torture?), ma Wren non sembrava preoccupata. Carrow aprì una porticina sulla destra, che pareva aprirsi su un armadio delle scope. Invece, conteneva una stretta rampa di scale ben illuminata. Carrow scese per prima, poi Wren ed io la seguimmo. Wren sussurrò che si trattava di una scala antincendio, perché non era possibile Smaterializzarsi dal Ministero tranne che nell'atrio. Certo, normalmente veniva usata solo come accesso più diretto ai politici importanti o all'ufficio degli auror. E in effetti ci portò molto vicino all'ufficio degli auror.

Il corridoio non era vuoto quando apparimmo. Albus e Colette stavano appena arrivando dalla direzione opposta. "Perché ci avete messo tanto?" Chiesi, accigliandomi."

"Abbiamo incontrato qualcuno," Albus disse, guardando di sottecchi Colette; sembrava arrabbiata. "Ne parliamo dopo."

Carrow era già entrata nell'ufficio degli auror, quindi ci sbrigammo a seguirla.

L'ufficio degli auror era un grosso stanzone pieno di cubicoli. C'erano ancora un sacco di persone a lavorare, nonostante il fatto che fossero le cinque meno un quarto. Ritratti di maghi oscuri ricercati contornavano i muri, e pareva che fossero in corso parecchi briefing. Carrow marciò dritta, e le persone si spostavano dinanzi a lei. Nonostante quasi tutti dissero buon pomeriggio alla Ministra, solo uno ci prestò attenzione oltre ad un' occhiata curiosa. La persona che rappresentava quel 'solo uno' invece di 'nessuno', però, era l'unica persona che avevo dimenticato sarebbe stata presente.

"Astra?" Teddy apparve al mio fianco. "Che ci fai qui^" Sbatté gli occhi verso la Ministra. "Perché non sei a scuola?"

"Io..." Guardai la Ministra, che mi guardò male. Ecco la vecchia Carrow che conoscevo e amavo. "È una lunga storia."

Ernie Macmillan era appena uscito da una delle tante porte che contornavano il muro di fronte, e guardò confuso tutti noi. Carrow non disse nulla sul fatto che ora Teddy ci seguiva, ed Ernie non sembrò curarsi del fatto che ci seguì nel suo ufficio. Teddy era nell'Ordine, ricordai. Entrambi lo sapevano, ovviamente.

Carrow raccontò una versione brevissima di ciò che aveva detto Wren, enfatizzando gli aspetti di prepararsi a qualcosa di grosso, rovesciare il governo, Ferdinand Welling e Kyler Dillam sono agenti di Stillens. "E abbiamo bisogno che qualcuno scorti i ragazzi di nuovo ad Hogwarts, e arresti Welling." Si girò verso Teddy. "Tu sei quello che ha finito l'addestramento la scorsa settimana?"

Teddy annuì subito. "Um, sì, signora. Lo scorso mese." Sbattei gli occhi. Me lo aveva scritto in una lettera? Ero così in ansia che nemmeno me lo ricordavo.

"Bene." Carrow si girò di nuovo verso il signor Macmillan. "Magari manda con lui un altro paio di agenti non essenziali per occuparsi di Welling."

Il signor Macmillan annuì. "Non possiamo permetterci di impegnare nessun altro, ammesso che ci riusciamo. Dillam dovrà aspettare."

Carrow sembrava preoccupata. "Va bene. Tutto ciò che ritieni appropriato."

"Okay." Il signor Macmillan si prese un mezzo secondo per respirare, poi si alzò. "Teddy, vai a chiamare Donnelly, poi porta Wren e gli altri di nuovo ad Hogwarts. Se Harry è tornato, digli che abbiamo bisogno di lui. Arresta Welling, ma fai più in fretta possibile. Probabilmente avremo bisogno di voi qui il prima possibile."

Teddy annuì, sgranando gli occhi. "Andiamo, subito," disse, spingendoci tutti e quattro fuori dalla porta. Il signor Macmillan era proprio dietro di lui, e iniziò ad urlare qualcosa su un imminente attacco, e che non era un'esercitazione. Teddy ci tirò da parte, verso una giovane donna dai capelli color arancione acceso. "Lena, Macmillan ha detto che dobbiamo riportare questi ragazzi ad Hogwarts e arrestare Ferdinand Welling. È una spia di Stillens."

Le sopracciglia di Lena schizzarono in alto. "È terribile. È uno di quei presiti?" Si era già alzata, e rivolse un'occhiata al signor Macmillan. "Immagino dovremo fare in fretta?" Teddy annuì. "Okay, andiamo."

Gli auror stavano già correndo fuori dalla porta, quindi dovemmo attendere un paio di minuti per uscire. Nel frattempo, Teddy riuscì a presentarci tutti. Lena Donnelly aveva finito l'addestramento da auror l'anno in cui Teddy aveva iniziato il suo. Era una donna irlandese bassa ed esuberante che era stata una Grifondoro ad Hogwarts. Quando seppe che tutti e quattro eravamo Grifondoro, dichiarò subito che le stavamo simpaticissimi, e che eravamo automaticamente migliori del Tassorosso Teddy. Teddy si limitò ad alzare gli occhi al cielo, ridacchiando, ed ebbi l'impressione che fosse uno scherzo che andava avanti da tempo.

La stanza si era quasi svuotata (anche se il signor Macmillan e la Carrow stavano discutendo su se fosse il caso di far evacuare lei mentre uscivano; lei diceva che era segno di codardia, mentre lui affermava che fosse semplice cautela), quindi Teddy ci portò fuori la porta e di nuovo verso la scala antincendio.

Mentre scendevamo di corsa, ci fu all'improvviso un forte rumore, e l'intera scalinata tremò. Mi aggrappai al corrimano, riuscendo a malapena a restare in piedi. Il tremore durò solo un attimo, e mentre la polvere si posava rimanemmo tutti immobili per un secondo. Le luci avevano sfarfallato, ed ora erano molto più fioche di prima. "È saltata la corrente," Teddy disse piano. "Questo è il generatore."

"Sta accadendo," Wren sussurrò. Teddy e Lena si scambiarono uno sguardo, poi corsero giù per le scale, con noi dietro. La scalinata finì, e noi piombammo in un angolino nascosto dell'atrio principale.

Oh, che caos vi regnava.

Dove meno di un'ora prima si trovava la fontana, ora c'era un grosso cratere, colmo di pezzi di roccia e tessuto e altre cose più insanguinate che non riuscii a guardare a lungo. A sinistra, vidi i resti di almeno metà degli ascensori distrutti in un groviglio di metallo rotto e attorcigliato, con le porte annerite e sfondate. A destra, le persone venivano lanciate in ogni direzione, e tutto era coperto di sangue. Urla di agonia ed orrore si alzavano dappertutto.

E, in piedi in mezzo a tutto ciò, Isaac e Katreena Predatel ammiravano il loro lavoro con ovvia soddisfazione. Attorno a loro c'erano parecchie dozzine di altri maghi e streghe, bacchette estratte e pronti a combattere.

Teddy allungò un braccio per tenerci indietro. "State ai piedi della scalinata," sussurrò lui. "Schiantate chiunque cerchi di entrare, a men oche non sia Macmillan, o Carrow, o me, o chiunque altro nell'ES. Qualunque cosa facciate, state nascosti, okay?"

Prima che qualcuno di noi potesse rispondere, lui e Lena corsero ad affrontare i Predatel.

Altri auror correvano fuori da altre scale antincendio, o si rialzavano da dove erano stati sbattuti a terra. Le maledizioni volavano dappertutto, ormai.

"Non capisco," Colette disse. "In che modo dovrebbero aiutare? Sono in inferiorità numerica."

Wren raggelò. "So cosa stanno facendo."

"Cosa?"

"Chiunque mio zio abbia sotto Imperius, o lavora per lui, userà quest'attacco come modo per attaccare il Ministero." Wren indicò le persone ferite attorno ai camini. "Hanno attaccato quando sapevano che ci sarebbe stata più gente possibile: proprio quando tutti se ne stavano andando. Non stanno cercando di rovesciare il governo con la forza. Stanno solo cercando di scatenare un tale scandalo che il popolo stesso chiederà la deposizione."

"Oh no..." Albus fece un passo indietro, verso la scalinata. "Cosa facciamo?"

"Non possiamo fare niente," Wren disse, fissando i suoi genitori.

"No, non è vero," dissi, estraendo la mia bacchetta.

"Che cosa vuoi fare?"

"Combattere," dissi.

Tutti i miei amici mi fissarono. "Astra, è un suicidio," Albus disse dopo un po'.

Mi morsi il labbro. "Sentite, non posso costringervi a fare niente, e non ho intenzione di provarci. Ma non posso starmene qui a guardare e basta. Non posso nascondermi. Devo aiutare, se posso. Siamo Grifondoro, no?"

Si guardarono l'un l'altro. "Beh, sì," Albus disse lentamente. "Hai ragione."

"Però resta ai margini," Colette disse, sospirando. "Sarai meno visibile, e considerando che tutti sembrano volervi morte, e Wren non dovrebbe combattere per niente, mi sa che non ti conviene essere visibile."

"Resta al sicuro," Albus disse, stringendomi rapidamente la mano. Gli sorrisi, poi ci girammo tutti e ci lanciammo nella battaglia.

Persi di vista lui e Colette quasi subito. Sono certa che il motivo per cui io e Wren riuscimmo a restare insieme fu perché lei si impegnò a farlo. Se qualcuno si fosse accorto che stava combattendo contro il suo schieramento, avrebbe avuto una scusa.

C'erano urla dappertutto, e ogni pochi secondi qualche maledizione mi passava sopra la testa. Corsi verso i camini. Quasi tutti i combattenti dei Predatle sembravano concentrati dall'altra parte, ma qui c'erano innumerevoli persone ferite e spaventate, ed era solo questione di tempo prima che uno dei nostri nemici più sadici si concentrasse su di loro.

Inoltre, i genitori di Wren erano andati nella direzione opposta.

La prima persona che vidi fu Magnus Caldwell, piuttosto ironicamente. Ci dava le spalle, mentre affrontava un auror, quindi colsi l'opportunità per avvicinarmi e Schiantarlo. Sfortunatamente, lo bloccò appena in tempo, e si girò vedendo me e Wren dietro di lui. Ciò sembrò coglierlo di sorpresa per un attimo, e una delle maledizioni dell'auror lo colpì di striscio, procurandogli un taglio sul braccio. La sua confusione divenne uno sguardo rabbioso, e lanciò una maledizione non verbale all'auror, abbattendola, poi rivolse a noi tutta l'attenzione.

"Tu," disse lui, guardando truce Wren mentre ci lanciava una maledizione. La bloccai; Wren sembrava congelata sul posto. "Tu sei la puttanella" – altra maledizione – "Che mi ha spedito ad Azkaban" – un'altra ancora.

Tentai di Schiantarlo di nuovo, mettendo più potenza nell'incantesimo, e lui barcollò nel tentativo di bloccarlo. "Falle del male, e sei morto," dissi, puntando minacciosamente la bacchetta. Sperai per un attimo che apparissi minacciosa quanto volevo.

Magnus rise. "Non sei cambiata, vedo." Mi lanciò un incantesimo viola.

Mi buttai a terra per evitarla, poi lanciai una Maledizione Gambemolli. Lo centrò in pieno, e cadde a terra. Lo colse di sorpresa appena il tempo necessario perché lo Schiantassi. "È stato facile," dissi, sbattendo gli occhi, appena prima che Wren mi buttasse a terra. Una maledizione volò sopra di noi, mancando di poco la mia testa.

"E ora vedi perché Albus ha detto che era un suicidio."

I minuti successivi furono una lotta confusa. Io guardavo le spalle a Wren, e lei le guardava a me, e ogni volta che vedevo Isaac o Katreena, tiravo Wren nell'altra direzione. Certo, era difficile vedere in quel caos. Era difficile capire chi era amico e chi nemico (quasi tutti gli auror avevano distintivi ufficiali, ma quello era un dettaglio piccolissimo, facile da mancare). Finii per lanciare incantesimi a chiunque li lanciasse a me, mirando a Schiantare più persone potevo.

Wren non si immobilizzò di nuovo. Brevemente, in un attimo tranquillo dopo aver appena Schiantato uno, mi chiesi cosa rendesse Magnus Caldwell diverso da tutti gli altri. Forse mi sarei ricordata di chiederglielo dopo. Forse, intendevo, se fossimo riuscite a uscirne entrambe.

Nessuno degli incantesimi che ci lanciavano erano Schiantesimi. Anche subitavo seriamente che fossero maledizioni letali (Wren ed io eravamo due persone che Stillens avrebbe voluto vive e solo leggermente ferite), sapevo di non dovermi aspettare nulla di bello in caso mi avessero colpita.

Un incantesimo mi colpì il braccio sinistro, e quasi subito persi del tutto la sensibilità, e ricadde al mio fianco. Sbattei gli occhi mentre Wren bloccava un altro incantesimo. Almeno non mi aveva colpito il braccio della bacchetta.

"Giù," Wren disse all'improvviso, ed io mi abbassai. Sentii più che vedere una maledizione passarmi sopra la testa fischiando. Balzai di nuovo in piedi, girandomi per lanciare un incantesimo nella direzione da cui era venuto, oltre Wren. Non vidi cosa colpii, ma la forte imprecazione che ne seguì mi disse che avevo colpito qualcosa.

Wren era ancora seduta a terra, e fissava la battaglia. Le offrii la mano per tirarla su in modo da ricominciare (starsene seduti non era l'idea migliore al momento, ma lei non sembrò vederla. Accigliandomi, seguii il suo sguardo.

Dall'altro lato dell'atrio, in tutto quel caos, c'era un'altra persona immobile. Un'altra ragazza, con capelli biondi tagliati rabbiosamente all'altezza delle spalle, non più di quattro anni più grande di noi. Non l'avrei notata, non mi sarebbe rimasta impressa, ma fissava Wren con tutto lo shock e la rabbia di cui è capace l'odio.

"Oh, Merlino," Wren disse piano.

"Andiamo," dissi, afferrando la mano di Wren e tirandola in piedi. Mi girai per correre da dove eravamo venute. Sapevo chi era lei, ma non perché Wren fosse così preoccupata. "Possiamo tornare alla scala-"

Mi interruppi perché quasi sbattei contro qualcuno. Inciampai all'indietro, cercando di capire in fretta se fosse un nemico o no. Sfortunatamente, non fu necessario. Katreena Predatel si era avvicinata di soppiatto, in qualche modo, mentre non prestavo attenzione. Se la copertura di Wren fosse saltata per questo... Imprecai.

"Non c'è bisogno di usare certe parole," Katreena mi rimproverò. Alzai un sopracciglio, e le lanciai tutte le parolacce e le volgarità che mi venivano in mente, e nel frattempo spingevo Wren verso la scalinata, via dalla lotta. Saremmo riuscite a scappare se solo fossimo riuscite a toglierci da quello spazio aperto.

Katreena smise di ascoltarmi ad un certo punto, immaginai, perché mi interruppe e disse, "Sono sorpresa della tua compagnia, Wren. Pensavo di averti educata meglio di così."

"Tu non l'hai educata affatto," dissi, alzando gli occhi al cielo. "Sono stati i suoi nonni." Sbirciai rapidamente verso Wren; lei mi guardava attentamente, cercando di capire come me la sarei giocata. "E in ogni caso non vuole avere niente a che fare con te," Continuai. "Lo hai dimenticato? È scappata. È molto più felice di quanto tu sarai mai."

Katreena annuì lentamente. "Ah davvero?" Si stava avvicinando adesso, e mi accorsi che non aveva notato la porticina dietro di noi che dava sulle scale. Pensava di averci messe all'angolo.

"Sì," Wren disse con enfasi eccessiva. Annuii, cercando di sembrare compiaciuta, cercando di non rivelare tutto, cercando di comportarmi come se mi fossi persa l'inflessione particolare della sua voce. Perché dovevo essere una così pessima bugiarda?"

"Quando è avvenuta l'evasione?" Wren chiese, sorprendendomi.

Katreena strinse gli occhi. "Non so di cosa tu stia parlando."

"Astra c'era quando Magnus Caldwell è stato portato in prigione. Lo abbiamo visto entrambe," Wren disse. "Ora è fuori?"

"Ieri notte," Katreena disse, irritata. Mi morsi il labbro. Il Profeta avrebbe dovuto saperlo. Gli auror avrebbe dovuto saperlo. L'ES avrebbe dovuto saperlo. Non andava bene per niente.

"Perché Caldwell?" Wren chiese piano, e a quel punto mi sentivo come se davvero mi stesse sfuggendo qualcosa. Sbirciai di nuovo verso Wren, ma lei non mi guardava più.

Katreena strinse le labbra. "Ho provato a chiedergli di lasciarlo indietro, Wren. Ma ha più senso se sono tutti liberi. La gente si sarebbe chiesta come mai ne manca solo uno."

Ero tentata di chiedere di cosa stessero parlando (era una cosa che avrebbe fatto una persona che non sapeva niente?) Ma non volevo commettere errori. Strinsi la bacchetta un po' più forte e la puntai verso Katreena. "Nessuno di loro dovrebbe essere libero, e nemmeno tu."

Lei sorrise. "Ironico, detto da te. In più di un modo. Non temere, cara: quando avremo finito con te, implorerai la morte, ma non verrà. Non prima di tanto tempo."

"Mamma, no," Wren disse, e mi sentii un po' più tranquilla. Eravamo tornati in uno stato in cui capii che stava recitando, e cosa volesse dire.

Prima che potessi fare altro, però, sentii una bacchetta premuta contro il mio fianco, e tutto si fece nero.

~~~~

Ripresi i sensi forse cinque minuti dopo. Wren era sopra di me, con un Sortilegio Scudo attivo, ma Katreena non si vedeva da nessuna parte.

Mi alzai lentamente, sentendomi molto disorientata. "Mi hai... Mi hai Schiantata?"

Wren sussultò leggermente, e mi guardò. "Mi dispiace, Astra, davvero. Stai bene'" Annuii, cercando di superare le vertigini improvvise e il dolore alla testa. "Non mi è venuto in mente nient'altro," Wren spiegò. "Dovevo convincere mia madre a non ucciderti. O... qualunque altra cosa avesse in mente, immagino." Fece cadere lo scudo; chiunque stesse lanciando maledizioni si era fermato. Guardandomi intorno, vidi che la battaglia si era ridotta di molto, e rimanevano solo alcuni dei combattenti di Stillens. Il resto si erano Smaterializzati, immaginai. Katreena ed Isaac non si vedevano da nessuna parte.

"Come hai fatto a convincerla a non fare... Quello che voleva fare?" Chiesi, toccandomi con cautela il retro della testa. A quanto sembrava, ero caduta di peso a terra. Suppongo avesse senso; Wren non avrebbe potuto afferrarmi senza che la madre facesse domande.

"Le ho fatto notare che rapirti avrebbe fatto capire che tutto ciò riguardava molto più che il solo Ministero," Wren disse, inginocchiandosi vicino a me. "Se fosse stato tutto per te, il pubblico si sarebbe oltraggiato per il motivo sbagliato, e il Ministero sarebbe forse riuscito a riprendersi."

"Ha senso," dissi, sorridendole grata. "Grazie per avermi abbattuta, allora."

"Quando vuoi," Wren disse, sorridendo.

Il suo sorriso svanì quando si guardò attorno per l'atrio. Il pavimento era cosparso di persone ferite, prive di sensi, e morte. Si vedeva dove erano esplose le tre bombe: agli ascensori, ai camini, e alla fontana. I Medimaghi e i Guaritori stavano arrivando adesso, assieme ai reporter. All'inizio non riuscii a vedere Albus e Colette, e mi venne una fitta di panico. E se non ce l'avessero fatta?

"Astra!" Teddy e il signor Macmillan stavano correndo verso di noi. Sentii un'ondata di sollievo; Albus e Colette erano con loro. Albus sembrava molto disorientato, e le braccia di Colette erano coperte di tagli, ma entrambi erano decisamente vivi e abbastanza in salute da riuscire a parlare.

Teddy cadde in ginocchio vicino a me, e mi tirò in un abbraccio. "Che accidenti avevi in mente?"

"Non potevo restare lì a guardarli far male alle persone," spiegai, stanchissima all'improvviso.

"Dobbiamo portare voi quattro fuori di qui," disse piano il signor Macmillan. Ci fece cenno di seguirlo verso uno dei camini, tenendoci ai margini, lontano da dove le persone focalizzavano la loro attenzione. "Non potete essere coinvolti in tutto questo."

Mi guardai attorno mentre camminavamo. C'era gente che si lamentava, che piangeva, vestiti strappati e gente sparpagliata e sangue dappertutto, che macchiava i muri, che macchiava i pavimenti, che macchiava le persone. D'istinto girai lo sguardo, non volendo vedere, non volendo che mi tormentasse i ricordi. Albus mi prese silenziosamente la mano, ed io la strinsi forte.

"È colpa del Ministero!" Urlò qualcuno vicino la fontana. "Carrow non avrebbe mai dovuto permetterlo!"

"Porca miseria, porca miseria, porca miseria," borbottò il signor Macmillan, fermandosi ad ascoltare. Ci fermammo anche noi.

"Carrow è una traditrice!" Qualcun altro urlò.

"Deve aver pianificato tutto insieme a Stillens!" Stirllò una strega.

Individuai la Ministra vicino la fontana, inginocchiata vicino ad un auror ferito con capelli arancione acceso. Alzò lo sguardo quando le accuse si fecero più gravi, quando più voci si unirono al coro.

Gli auror iniziarono lentamente a circondarla. Non riconoscevo nessuno di loro. Nemmeno Albus, sembrava, ma dal modo in cui stringeva gli occhi iniziai a chiedermi se qualche maledizione gli avesse rovinato la vista.

Il signor Macmillan scosse la testa verso il piccolo cerchio di auror che circondava la Carrow. "Traditori. Come abbiamo fatto a non..." Iniziò a spingerci di nuovo verso un camino, ma anche Teddy si era fermato a guardare.

"Dovrebbe finire ad Azkaban!" Urlò un mago, e parecchie voci si espressero a favore. Ben presto, due auror si infilarono nel cerchio e l'afferrarono per le braccia, tirandola in piedi. Tre di loro la immobilizzarono, ma la Carrow non si oppose, si limitò a guardare la stanza con un'espressione priva di speranza.

"Dobbiamo aiutare," dissi piano mentre il signor Macmillan attivava in qualche modo uno dei camini.

"Non possiamo fare niente," disse rassegnato il signor Macmillam. Guardai Teddy, ma lui si limitò a scuotere lentamente la testa. "Dovete tornare indietro, adesso," disse il signor Macmillan indicando le fiamme verdi che si alzavano.

Albus mi teneva ancora la mano, ed io non volevo lasciarlo. Entrammo insieme, e mi guardai alle spalle mentre lo facevamo. L'ultima cosa che vidi fu Hestia Carrow venir trascinata via.





Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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