I

sei difficile per chi non
ti sa tener testa 

Mercoledì.


Guardo fuori dal finestrino, il bel tempo può alleviare l'odio che provo verso i miei genitori.
Forse.

"Voi due mi fate venire la nausea" li guardo, "e non in senso buono" mi sistemo sullo schienale e li fisso, scettica.

"Tesoro, non siamo stati noi a farti espellere, la famiglia di quel ragazzo voleva denunciarti per tentato omicidio" spiega Madre candidamente.
Che schifo.

"Come sarebbe risultato il tuo curriculum?" Aggiunge, abbasso lo sguardo.
"Terribile, tutti saprebbero che non ho finito il lavoro" rispondo, "almeno si sta rivelando una splendida giornata" dice Madre voltando la testa sul finestrino.

Non le darò la soddisfazione di dimostrare il mio essere d'accordo.

Alzo lo sguardo.

Welcome to Nevermore Academy

Puff.
Che illusi, pensano davvero che io possa rimanere chiusa in questo penitenziario per adolescenti un intero semestre?
Ma per favore.

Ufficio preside: Larissa Weems

Guardo l'etichetta dorata posizionata sulla porta della presidenza.
Weems eh? Poverina, dovrà ricoverarsi in una struttura psichiatrica dopo che la avrò fatta impazzire e di conseguenza mi avrà fatta espellere.

Facile.
Madre non sa con chi ha a che fare.

Ghigno per poi accomodarmi su una delle tre poltrone.

"Mercoledì, che nome originale! Sarà il giorno della settimana in cui sei nata!" Esclama euforica.
Bleah.
"Io sono nata di Venerdì 13" ribatto sicura.
Spiazzata.
Uno a zero per me, Madre.

"Il suo nome è ispirato ad un verso della mia filastrocca preferita: 'chi nasce di Mercoledì è immensamente triste'".
Madre e i suoi inganni sentimentali.

"Hai sempre avuto una visione tutta tua della vita Morticia" sorride la preside, "oh, ecco la tua ironia" la indica Madre complice.
Mannaggia.

"Di solito non accettiamo studenti durante il semestre, ma dati i voti eccellenti di Mercoledì e la tradizione della vostra famiglia ho parlato con il consiglio, e siamo tutti d'accordo sulla tua integrazione alla Nevermore" spiega sorridente.

Mi viene da vomitare.

"Vogliamo conoscere la tua compagna di stanza?"

Ophelia Wolls, primo corridoio a destra
Dormitorio numero 2

La preside apre la porta.

Se prima stavo per vomitare, adesso mi sento come un prigioniero condannato a morte.
Sarei più felice in quel caso, decisamente.

"Mercoledì, ti presento Enid, sarà la tua nuova compagna di stanza" la squadro, disgustata.

È un mix fra colori e unicorni e il suo profumo fa venire la nausea.

Apre le braccia e mi sorride raggiante, "benvenuta ad Ophelia Wolls!" Esclama euforica, fa per abbracciarmi ma io faccio un passo indietro, disgustata da tutto quel colore, (e calore).

"Perdona Mercoledì lei è, allergica al colore ecco" interviene Madre.
Come sempre.

"Oh, e cosa ti succede?" La fisso, impassibile, "mi viene l'orticaria e mi si staccano dalle ossa le membra" rispondo lapidaria.

Due a uno, Madre.

Lei sembra capirmi, perché mi scocca una delle sue occhiate.
Significato?

Contieniti.

"Adesso Enid, falle fare un giro della scuola, andate, avanti" sbuffo e seguo la bionda, che intanto saltella allegra davanti a me.

"Benvenuta nel quadrato!" Apre le braccia e indica il grande giardino, alzo un sopracciglio, "è un pentagono".

Tre a uno, stai perdendo Madre.

Dopo snervanti gossip e chiacchere Enid sentenzia: "questo è tutto" la fisso con le braccia incrociate, "finalmente" sussurro, "come sei antipatica" sbuffa, alzo gli occhi al cielo e ghigno, "onorata dal tuo complimento" mi guarda confusa, poverina, non sa cosa le aspetta.

Sto vincendo.

"Mercoledì!" La voce della preside richiama la mia attenzione, sbuffo.

"I tuoi genitori vogliono salutarti" mi dice candidamente, alzo gli occhi al cielo e la supero, senza dire nulla.

"Ecco la mia nuvoletta di tempesta!" Esclama Padre aprendo le braccia.

Alla veneranda età di 15 anni devo ancora chiarire a me stessa se questo soprannome mi piaccia oppure no.

"Padre, Madre" saluto con un cenno del capo.

Mio fratello mi abbraccia, o meglio, mi soffoca.
Lo stacco da me.
"Pugleis, non sopravviverai senza di me, ti dò al massimo due mesi, poi arriverai alla pazzia" spiego lapidaria, "mi mancherai anche tu sorellina" borbotta, faccio finta di non aver sentito e abbasso lo sguardo per un secondo.

Dopo un'altro trattamento disgustoso da parte di Padre, Madre se ne esce cosí:

"Scusate, io e Mercoledì dobbiamo parlare".

No.
Non voglio parlare con te Madre.
Non voglio lezioni di vita.
Ma soprattutto, non voglio perdere.

"Qualunque piano tu abbia per scappare da qui finisce proprio adesso" sussurra seria, "come sempre mi sottovaluti Madre" ribatto sicura, "sei una ragazza brillante Mercoledì, ma a volte sei la tua stessa rovina" abbasso lo sguardo.

Due a tre, per Madre.
Puf.

"Ti ho preso, un pensiero" riacquista il suo solito tono angelico.

Non vedo l'ora di andarmene da qui.

"W M, le nostre iniziali" prendo la collana che mi ha donato e la rigiro fra le dita, "è fatta di ossidiana, gli aztechi la usavano per evocare le visioni".

Non può scoprirlo, non così.

"Mh" Madre mi guarda, delusa.
"So che anche tu finirai per innamorarti della Nevermore" sorride guardando l'imponente castello alle nostre spalle.

"Io non sono te Madre. Non mi innamoreró, non diventerò una casalinga e non avrò una famiglia" spiego impassibile.

Lei sospira per poi sfiorare le mie trecce, "non ti disturberemo durante la prima settimana, mentre ti stai ambientando. Ti chiameremo la settimana prossima, ecco la palla di cristallo" la prendo con due dita e la guardo mentre sale sulla nostra limousine.

Finalmente.
Posso meditare un piano per uscire da qui senza Madre intorno che mi sorveglia come un avvoltoio.

Ghigno da sola al pensiero di battere Madre una volta per tutte, entro nella mia nuova stanza a passo sicuro.

Enid non c'è, meglio così, quando tornerà capirà con chi ha a che fare.
Prendo lo schoch nero e divido la stanza a metà, osservo la plastica adesiva colorata che ricopre la grande vetrata e faccio una smorfia di disgusto.

Mi metto in ginocchio e con santa pazienza mi metto a staccare un pezzo alla volta, (solo dalla mia parte ovviamente) e come se mi leggesse nella mente, sento la porta spalancarsi, sorrido (quasi) soddisfatta fra me e me.

"Cosa diavolo stai facendo alla mia stanza!".

Come avevo detto.

Finisco il mio lavoro e mi volto a guardare Enid, che mi fissa arrabbiata.

"Divido equamente la stanza" rispondo scrollando le spalle, la lascio con la bocca mezza aperta.

Dopo un terrificante (non in senso buono) discorso di benvenuto dato dalla professoressa Thornill e una dalia nera in mano, ci dirigiamo in giardino per il pranzo.

Mi siedo drizzando la schiena, purtroppo devo dire addio alla mia solitudine quando Enid si siede difronte a me.

Neanche una attimo di pace santo cielo.

All'improvviso, cala un religioso silenzio.

Ci guardiamo e voltiamo la testa nella stessa direzione.

Una figura, probabilmente una ragazza, sta varcando le soglie della scuola con passo deciso.
Posa lo sguardo su di me, o almeno credo.

E adesso voglio che qualcuno mi spieghi chi sia questa persona.

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