Capitolo 1
La mattina seguente mi svegliai in ritardo. La sveglia non si sentiva e io avevo il sonno dannatamente pesante, mi sarei dovuta comprare una svegia dei militari,con la tromba.... corsi in bagno, scivolai e caddi sul pavimento ghiacciato. Mi rialzai massaggiandomi il fondoschiena dolorante, ero una vera imbranata. Mi guardai allo specchio e come al solito i miei capelli erano un groviglio (C/c). Me li strecciai in fretta e furia strappandomene non so quanti, corsi in camera, presi dei Jeans, tre maglie insieme alla canottiera e ritornai in bagno. Mi lavai velocemente con l'acqua gelata che sicuramente in inverno non era il massimo e mi vestii. Mi infilai le mie scarpe preferite e corsi all'accademia dove mi aspettavano per la lezione. Dopo due passi però mi resi conto di non aver preso per la fretta il borsone, corsi di nuovo dentro prendendo insieme alla mia borsa la mia bellissima sciarpa blu con uno stemma, l'unica cosa che mi era rimasta delle mie origini. Non sapevo che cosa significasse quello stemma ma non riuscivo a trovarlo. Corsi fuori e presi la mia macchina. Durante il viaggio guardavo sempre l'orario, ero di 2 minuti in ritardo e purtroppo ero anche bloccata nel traffico cittadino. Alla fine dopo 10 minuti riuscii a uscire dal traffico e mi diressi subito all'accademia. Entrai con il fiatone, corsi subito nell'aula mentre le ballerine e le insegnanti che giravano in tutù e non, mi guardavano male. Entrai di botto dentro l'aula mentre le ragazzine facevano lo strecching e una in ritardo come me si infilava ormai pronta le scarpette. Passai quell'ora e mezza a correggere e a far allenare le mie ragazze per lo spettacolo che si sarebbe tenuto a natale, Lo Schiaccianoci. Ero intenzionata a partecipare all'audizione per fare la protagonista perchè con quello spettacolo mi sarei fatta notare dai giudici che venivano da molte parti del mondo a valutare la scuola e prendere la migliore ballerina. Alla fine della lezione con le mie ragazze aspettai che fossero uscite tutte e poi andai nello spogliatoio a cambiarmi. Mi misi il mio tutù e le mie scarpette, avevo l'aula libera per mezz'ora, finalmente potevo allenarmi. Presi il telefono inserii Lo Schiaccianoci e icominciai a danzare. Il mio corpo si muoveva leggiadro, seguendo la musica. Delle ragazze, passate per caso davanti all'aula si fermarono appena sentirono le note leggiadre e dolci del Valzer dei Fiori. Aprirono un piccolo spazio nella porta e si incantarono ad osservarmi. All'inizio neanche le notai ma poi facendoci caso mi fermai e andai ad aprire la porta. Le ballerine erano tutte imbarazzate e cercavano un modo per giustificarsi. Una di loro mi disse
:"sei davvero bravissima! Sicuramente avrai tu la parte! Incanti tutti con i tuoi passi e la passione che ci metti!" Arrossii lusingata e le ringraziai di cuore ma dopo due secondi arrivò come comparsa dal nulla la ballerina più spietata, brava e cattiva dell'accademia, Jane Clarisse Trevliz una russa.
Era davvero odiosa e come al solito si metteva di mezzo. Ci odiavamo,a vicenda, ci contendevamo le parti da anni, alcune volte le avevo io alcune volte le aveva lei.
Faceva sempre la puttanella e flirtava con il ragazzo più bello dell'accademia James H. Warrison. Era molto bravo ma non aveva una grande passione. Come al solito Jane mi stuzzicò e icominciammo un battibecco intellettuale. Alla fine arrivò la più anziana, ci divise sgridandoci, dicendoci che non era comportamento da ballerine e da ragazze. Alla fine Jane se ne andò sculettando lasciando me e la più anziana da sole. Jane era bionda, aveva gli occhi verdi, era magra come uno stecchino; si muoveva in modo provocante e malvagio. Invece la più anziana si chiamava Mary, era una ragazza semplice, capelli mori e gli occhi di un freddo intenso, alta e snella era stata la migliore ballerina dell'istituto prima del suo "incidente" che le levò per sempre la possibilità di ballare. Lei era molto gentile e faceva l'insegnante come me alle ragazze più grandi che erano più preparate. Io facevo lezione alle ragazze di 14-15 anni invece lei a quelle di 17-18 anni. Era tranquilla come donna ma meglio non farla arrabbiare, lei mi sorrise dolcemente e mi invitò a farle vedere che sapevo fare. Io rientrai, misi la musica da capo e mi preparai. Lei si sedette e restò a guardarmi. Ballai usando il mio cuore e facendomi trascinare dalla musica. Lei all'improvviso spense la musica e disse
:
"sei davvero bravissima me devi essere perfetta, la tua tecnica è buona ma hai ancora tanto da imparare." Si alzò e mi venne vicino, incominciammo una specie di lezione per rendere perfetto il mio modo di ballare. Passammo delle ore a migliorare i miei passi a sciogliere i miei muscoli e migliorare l'eleganza. Alla fine stremata mi diede il pernesso di fermarmi, lei mi salutò cordialmente e se ne andò. Andai nello spogliatoio, mi feci una doccia calda e mi rivestii in fretta. Uscii silenziosamente dalla stanza con il mio borsone e mi avviai velocemente verso l'ingresso. Andai improvvisamente a sbattere contro qualcuno e mi resi conto che era James, lo salutai impacciata e finalmente lo potei guardare meglio. Aveva i capelli rossi riccioluti un pochino lunghi, gli occhi azzurro/grigi e la pelle rosea. Il corpo perfetto e un sorriso bellissimo, una leggera barbetta sul viso.
Non era per niente male ma non era il mio tipo. Lui mi salutò e mi chiese se ogni tanto ero libera io subito lo fermai e gli dissi abbastanza freddamente che ero impegnata sempre. Lui allora un po' triste se ne andò e mi lasciò passare. Me ne tornai in macchina e me ne stetti li per un po', senza accendere il motore. Guardai fuori la città che scorreva accanto a me, poi mi soffermai sul cielo grigio invernale che a me non dispiaceva. Alla fine partii e tornai a casa, arrivai dopo 20 minuti per colpa del traffico erano le 7:00 e incominciavo ad avere una certa fame. Guardai nel frigo, c'erano degli avanzi del giorno prima, li lasciai nel frigo e mi buttai sul divano ancora vestita e mi presi svogliatamente il libro sul piccolo tavolino davanti al divano e ripresi la lettura di HANNIBAL, mi immersi nella lettura e restai li per non so quanto. Misi di nuovo il mio libro sul tavolinetto e andai a sgranocchiare qualcosina prima di andare a letto. Feci una cena veloce con della minestra e della frutta, poi andai in camera mia, mi cambiai e mi buttai sul letto sfinita. Il sonno non tardò ad arrivare. Durante quella notte sognai qualcosa di strano... Era una donna che correva con un bambino in braccio inseguita da degli uomini, una casa che andava in fiamme, urli e lamenti. Per fortuna il sogno non durò molto e potei dormire un sonno tranquillo.
Spazio autore
Salve a tutti, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Votate la mia storia se vi piace e se volete condividetela con i vostri amici Sherlocked.
Fatelo o morirete in un modo atroce😈
-Jim Moriarty
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