My reason. [Brooklyn]
Scusate se ci sono errori ma non ho avuto il tempo di ricontrollare.
Domani li sistemerò.
Ma il nome della Ship tra Brooklyn e Harry?
***
Nel momento stesso in cui misi piede in casa mia, quella sera, rimasi delusa per il fatto che mia madre non ci fosse.
Mi faceva male la sua assenza nella mia vita.
Non pretendevo che chi fosse in ogni momento, speravo solo che ogni tanto mi salutasse la mattina con un abbraccio o che mi desse la buonanotte e, se mi chiedesse come sto, fosse interessata alla risposta.
Non ne facevo una colpa a mia madre perché lavorava tanto, ma comunque stavo male.
Sbuffando, appoggiai il mazzo di chiavi sul mobiletto dell'entrata e mi diressi su per le scale, verso la mia stanza.
Quando appoggiai la borsa a lato della sedia della scrivania, non potei fare a meno di sbadigliare e portare le mani alle tempie per il dolore, la giornata appena finita era stata lunghissima e piena di emozioni.
Jake, grazie a qualche metodo che non volli sapere, riuscì a convincere la segretaria all'entrata a far spostare l'appuntamento successivo, per la sala di incisione, di un paio di ore, così permettendoci di continuare il nostro lavoro.
Nel momento in cui lo annunciò, non seppi dire se fossi felice o meno ma, quando disse che avrebbero provato anche i ragazzi, fui sicura di essere veramente al settimo cielo.
Avevo avuto il mio piccolo concerto personale, e tutto questo continuava a sembrarmi un sogno.
Quando, qualche mese prima, non avevo trovato i biglietti per il loro concerto, non avrei mai immaginato che tutto questo potesse succedere a me.
Ma dopotutto, tutte le cose accadono per una ragione e, forse, loro erano la mia.
Quando Niall seppe che avremmo saltato la cena, fece muovere mezzo mondo, ordinando cibo da qualche ristorante vicino.
Tutte le fan descrivono Niall, nelle proprie storie, come un pozzo senza fondo, ma non avrei mai pensato che fosse la verità.
Era stato in grado di mangiare la sua porzione e metà della mia, che avevo avanzato, e lamentarsi per il fatto che non fosse pieno.
Quando il ragazzo si accorse che ridevo per la sua affermazione, pretese di saperne il motivo, e quando lo scoprì, non poté fare a meno di confermare.
Io resto della serata era passata velocemente, tra risate e canzoni e, dopo aver percorso il tragitto dallo studio a casa mia, ero completamente distrutta.
Nel momento stesso in cui mi distesi sul letto, suonò il cellulare, ancora all'interno della borsa.
A malavoglia mi alzai, ed estrassi l'oggetto, constatando che il suono fosse provocato dall'arrivo di una chiamata.
"Ciao Jane" Parlai, così facendo terminare quel fastidioso suono.
"Ciao Brook, come hai passato la giornata?" Chiese, masticando quella pensai fosse una gomma.
"È stata faticosa, ma bella"
"Era oggi l'appuntamento in studio? Quand'è il prossimo? Quando vieni a fare shopping?" Domandò, parlando senza interruzione.
"Una domanda alla volta, grazie" iniziai "Sì, era oggi l'appuntamento allo studio e non mi ricordo quand'è la prossima volta che devo andare, ho il foglio in borsa e non ho voglia di prenderlo" mi giustificai, sprofondando la testa nel cuscino
"Non hai mai voglia di fare niente" mi burlò Jane, ricevendo da parte mia uno sbuffo. "Allora?"
"Allora cosa?" Chiesi confusa
"Quando andiamo a fare shopping?" Precisò la ragazza dall'altro capo del telefono.
"Non lo so, penso domani, se ti va. Devo comprare un vestito per un evento" mormorai, portando la mano libera alla tempia, cercando di far passare il dolore.
"Un evento? Con gli One direction" chiese, agitandosi per la mia affermazione.
"Può essere, penso che mi verranno a prendere qui a casa quella sera, o qualcosa del genere" risposi vaga
"Scommetto che farai colpo su uno di loro"
"Ascolta Jane, oggi è stata una giornata pesante, e non sono in vena di scherzi. Che ne dici se ne riparliamo domani? Credo che sia tornata anche mia madre" Parlai, sentendo la porta aprirsi in entrata e subito dopo il rumore dei tacchi che calpestavano i gradini della scala.
Poco dopo si sentii un lieve bussare alla mia porta.
"Brooklyn? Sei ancora sveglia?" Sussurrò mia madre, dal lato opposto della porta.
Alzandomi svogliatamente, mi diressi in direzione della voce di mia madre, aprendo subito dopo il pezzo di legno che ci divideva.
"Si, sono ancora sveglia" Parlai, portando subito dopo la mano alla bocca, così nascondendo uno sbadiglio.
"Tesoro, scusami se non ti ho avvisata del ritardo, ma ero sicura che tu fossi ancora fuori casa" mormorò, scusandosi.
"Tranquilla, ti va se ne parliamo domani mattina? Adesso voglio solo andare a dormire" chiesi, sperando in una sua risposta positiva.
"Certo, buonanotte tesoro" sussurrò, portando una mano sulla mia guancia e accarezzandola, per poi girarsi e dirigersi verso la sua camera.
Non riuscii a calcolare quanto tempo ci misi a cambiarmi e a dirigermi verso il letto, seppi soltanto che, non appena appoggiai la testa sul cuscino, mi addormentai.
La mattina seguente, il risveglio fu insolitamente normale, senza alcuna ansia o paura, e la cosa mi sembrava abbastanza strana.
Quando, dopo essermi fatta una doccia ed essermi preparata, scesi in cucina, fui doppiamente sorpresa di trovare mia madre intenta a cucinare, quelli che, dall'odore, dovevano essere pancake.
Erano mesi che non passava una mattina a casa, soprattuto senza avere in mano scartoffie del lavoro.
"Buongiorno Brooklyn" Sorrise, una volta che mi fui avvicinata.
"Buongiorno mamma, dormito bene?" Risposi, affiancando mia madre.
"Abbastanza. Allora" iniziò, spegnendo il fuoco del fornello e spostando, grazie ad una spatola, i pancake su un piatto, ed invitandomi ad andare a sedermi a tavola "Raccontami cosa è successo ieri. Voglio sapere tutto"
"Mi hanno fatto cantare e sono rimasti soddisfatti della mia voce" mormorai, sentendo riaffiorare un sorriso sulle mie labbra per il pensiero " Loro hanno cantato qualche canzone, ed è stato spettacolare, perché ho finalmente assistito ad un loro concerto, soltanto che stavolta c'ero solo io"
"Sono così fiera te, tesoro." Ammise mia madre, posando davanti a me la colazione.
"Dopo devo uscire con Jane, devo comprare un abito per un galà" dissi velocemente, mangiandomi quasi le parole.
La reazione di mia madre fu abbastanza esilarante, poiché nel momento stesso in cui quelle parole uscirono dalla mia bocca, quasi si soffocò con un pezzo di cibo.
"Un galà?!" Urlò, continuando a tossire
"Già, i ragazzi me lo hanno detto ieri" mormorai
"Devo conoscere questi ragazzi prima del galà e soprattuto prima di partire, ci siamo capiti signorina?" Mi rimproverò, sorridendo subito dopo.
Effettivamente mi sembrava alquanto improbabile che mi concedesse di partire con delle persone che lei non conosceva, non importava che fossero i miei idoli o meno.
"Allora, questo Harry Styles è bello come nei poster?" Chiese poco dopo
"È molto più bello di persona, mamma, non immagini nemmeno quanto" Sorrisi, ripensando al giorno precedente, nel quale non avevo potuto fare a meno di osservarlo.
"Bambina mia, penso che tu abbia una cotta colossale per quel ragazzo" mi punzecchiò mia madre.
"Anche se fosse così, non te lo direi" disse, tirando fuori la lingua.
La mattinata passò velocemente, tanto che quando tornai in camera, e notai l'ora sulla sveglia, fui sconvolta, poiché era ormai l'una del pomeriggio passata.
Appena toccai il cellulare, notai subito un infinità di notifiche su di esso.
Cautamente le aprii, scoprendo subito molte notifiche di twitter e di whatsapp.
Inizialmente non feci caso ai messaggi e spostai tutta la mia attenzione sulle notifiche di twitter.
Trovai un paio di tweet di Niall, nei quali ringraziava un giocatore di golf per la partita che era avvenuta quella mattina.
Poi, dopo qualche secondo, scorsi un tweet da parte della band, con allegata una foto.
Non appena lo aprii, rimasi interdetta dall'immagine presente, poiché ero io, il giorno prima, con gli occhi chiusi e le cuffie alle orecchie, occupata a cantare su una base.
" Pronti per sentire la sua voce?
Siamo entusiasti della scelta che abbiamo fatto @brbrookevans"
Mi accorsi solo dopo pochi minuti di avere un sorriso ebete stampato in faccia.
Continuavo a pensare che tutto questo fosse impossibile.
Non mi azzardai nemmeno a guardare le notifiche nell'applicazione, poiché ero sicura che ci sarei rimasta parecchio male per i commenti negativi.
Quando sentii vibrare il cellulare, ancora una volta, segnalando l'arrivo di un messaggio, fui obbligata ad aprire l'applicazione, scoprendo alcuni messaggi da parte di Jane e uno da parte di Harry.
Leggendo quel nome, non potei fare ad meno di sorridere ancora una volta come una scema.
Non riuscivo ancora a capire come mai quel ragazzo mi provocava se fante emozioni.
Da: Harry
Buongiorno Brooklyn.
Perfavore, la prossima volta che ci vediamo, non ammazzarmi per la foto. Xx
Non potei fare a meno di ridere e, toccando velocemente lo schermo, digitai un " tranquillo, per stavolta non ti faccio niente"
Poi, aprii i messaggi di Jane, nei quali mi assillava per sapere l'ora in cui saremo uscite.
Digitai la prima cosa che mi venne in mente, poiché non avevo pensato ad un orario preciso.
Da: Brooklyn
Ti aspetto fra dieci minuti sotto casa mia. X
Era praticamente impossibile che Jane arrivasse in orario ma, quando dieci minuti dopo, sentii il clacson suonare, dovetti correre per prendere la borsa ed avvisare mia madre.
"Non posso credere che tu ci abbia messo veramente dieci minuti" Ammisi, una volta entrata in macchina.
"Evans, mi deludi, pensavo sapessi che posso fare tutto" ironizzò la ragazza, mettendo in moto la macchina, precedentemente spenta.
"Purtroppo ho perso la capacità di indovina" Risi
"Allora" iniziò lei, immettendosi nella strada e girando in direzione del centro commerciale, " come è andata ieri? Ho visto la foto su twitter"
"È stato bellissimo, non penso di essere mai stata così felice"
"Sono un po' invidiosa, sai?" Sorrise, fermandosi ad un semaforo.
"Lo so, mi dispiace Jane. Prima o poi riuscirò a farteli conoscere"
"Non ne dubito" mormorò, riprendendo a guidare, poiché il semaforo era tornato verde.
Mi rendevo conto che lei stesse male per il fatto di non poter fare la stessa esperienza che stavo facendo io con loro, ma non sapevo come rimediare a questo.
Jane continuò a guidare per qualche minuto, mantenendo lo sguardo sulla strada in silenzio, finché non vedemmo la sagoma del grande centro da lontano.
Non andavo molto spesso a fare compere, ma nell' ultima settimana vi ero stata già due volte e tutto ciò non era normale per me.
Una volta che la macchina fu parcheggiata e spenta, ci dirigemmo all'interno della struttura, iniziando a guardare le varie vetrine.
"Cerchi qualcosa in particolare, Brook?" Mormorò Jane, scuotendo i capelli biondi con una mano
"Un vestito elegante"
"Brooklyn Anne Evans, qualcuno ti ha invitato ad uscire e tu nemmeno me lo dici?!" Urlò la bionda, facendo voltare delle ragazze che passeggiavano nei grandi corridoi bianchi.
"Nessuno mi ha invitato da nessuna parte, piantala di urlare, spaventi la gente" Risi, portando la mano sulla sua bocca, così evitando un ulteriore urlo.
La ragazza, dopo aver provato a parlare ed emettendo solo versi strani, tolse la mia mano dal suo viso, così potendo tornare a parlare normalmente.
"È allora a cosa ti serve un vestito?" Chiese diminuendo il tono della voce.
"Devo andare ad una cena, fra qualche settimana, insieme ai ragazzi, e devo passare sul red carpet. Devo assolutamente trovare un vestito decente" risposi.
"Red carpet?!" Urlò ancora una volta la ragazza
"Che cavolo Jane, piantala di urlare"
Portai nuovamente la mano alla sua bocca, guardando intorno a me.
"Io adesso tolgo la mano, ma tu non urlare" la ammonii.
Non lasciandomi nemmeno il tempo di togliere del tutto la mano, Jane mi prese il polso ed iniziò a trascinarmi verso un negozio.
"Prendi più vestiti che puoi e vai in camerino a provarli" mi ordinò piazzandosi davanti ad un espositore e iniziando a guardare i vari capi.
Vedendo che rimanevo ferma a guardarla, Jane sbuffò, e mi passo un paio di abiti.
Quando arrivai al camerino ed iniziai ad indossare il primo abito, non mi sentii a mio agio, non solo con il vestito, che onestamente trovavo troppo corto, ma anche per la continua sensazione di essere osservata.
Quando uscii, per far vedere il vestito a Jane, sentii un rumore simile allo scatto di una macchina fotografica.
Non vi feci più di tanto caso, poiché era probabile che il mio udito mi avesse fatto qualche scherzo facendomi sentire rumori differenti dalla realtà.
"Allora?" Chiesi alla ragazza seduta sulle poltroncine, girando su me stessa, facendo gonfiare la stoffa ruvida del vestito nero senza spalline che indossavo.
"È carino, ma non è da red carpet" decretò la ragazza, facendo un gesto con la mano, facendo intendere che l'abito era "bocciato".
Quando rientrai e indossai il secondo vestito, decisamente più lungo di quello precedente, mi sentii molto più a mio agio.
Una volta uscita, girai ancora una volta su me stessa, facendo muovere la lunga gonna del vestito blu scuro.
Per la seconda volta, sentii di nuovo il rumore di una macchina fotografica, così girai la testa a destra e a sinistra, cercando di individuare da dove derivava il rumore, però non trovando nessuno.
"Mi piace, ma non è nemmeno questo, è troppo semplice" mormorò la ragazza, alzandosi " Aspettami qui"
Quando mi ritrovai da sola, mi girai verso lo specchio all'interno del camerino, il quale era visibile poiché la tenda di esso era stata presa in parte.
Mi guardai, osservando i dettagli dell'abito, che secondo Jane erano troppo semplici; personalmente li trovavo perfetti, perché dei semplici punti luce, potevano rendere un abito spettacolare.
Nonostante tutto però, continuavo a non sentirmi a mio agio e a sentirmi osservata.
Continuando a guardare la superficie che rifletteva la mia immagine, spostai lo sguardo sulla base del vestito, rilevando un movimento all'angolo dello specchio.
Istintivamente mi girai verso essa, però non trovando nessuno.
Rimasi alquanto perplessa, ed ero seriamente preoccupata di star intraprendendo la via della pazzia, almeno fin quando non scorsi finalmente la figura di un uomo moro accucciato dietro alla vetrina opposta alla quale ero rivolta.
Non capii immediatamente cosa stesse succedendo, fin quando non vidi il ragazzo dalla pelle ambrata premere sul pulsante della macchina fotografica, così facendo partire il flash ad essa, ed immortalando il momento.
Feci un passo indietro e velocemente cercai di tornare nel camerino, evitando di essere ripresa dal paparazzo.
Una volta rientrata, mi appoggiai al muro e cercai di rielaborare i pensieri.
Non riuscivo proprio a capire perché stesse fotografando me, poiché ero sicura che nessuno sapesse nemmeno chi fossi.
Quando però ricordai la foto postata quella mattina dai ragazzi, capii subito il motivo dell'accaduto.
Nel momento stesso in cui sentii la voce di Jane, aprii la tendina e la presi per il braccio, portandola dentro alla piccola stanza.
"Che ti prende Brook?" Parlò la bionda, appoggiando i vestiti, che aveva appena preso, sulla piccola panca situata nell'angolo.
" La foto" mormorai
"La foto?" Chiese perplessa
"Se il tipo mi segue è colpa della foto che hanno postato i ragazzi " sussurai
"Chi?" Sussurrò a sua volta
"Guarda dietro allo stand delle giacche" replicai, aprendo leggermente il pezzo di stoffa,così permettendole di vedere all'esterno.
"Cosa diavolo ci fa un paparazzo qua?" Chiese perplessa.
"E che ne so io, so solo che mi ha fatto una foto prima" borbottai, sedendomi a terra, cercando di non rovinare l'abito.
Jane mi seguì a sua volta, iniziando a fissarmi e, inspiegabilmente, pochi secondi dopo ci ritrovammo a ridere senza un vero motivo.
Quando, ormai con le lacrime agli occhi, spostai lo sguardo sulla panca dove erano ancora appoggiati i vestiti, fui catturata da uno scintillio proveniente dal vestito in cima alla pila e capii immediatamente che quello sarebbe stato l'abito che avrei indossato al Red carpet.
"Sai, penso di aver trovato il vestito"
***
Capitolo iper mega lungo.
Mi scuso per il ritardo, ma é iniziata la scuola e non ho avuto proprio tempo.
Se vi va commentate
(Sono una persona molto ansiosa e ho bisogno di pareri perché penso che la mia storia faccia tipo schifo.)
Buona serata
-Alis
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