Cap. 13
Che chiamarlo ufficio è un insulto in confronto al museo che mi ritrovo davanti. D'accordo, forse museo è un po' esagerato ma il paragone si avvicina molto.
La stanza è delimitata da vetri che permettono una vista mozzafiato sulla città. Inoltre il contrasto di bianco, sui muri, con il nero della sua scrivania e del divano, dà una sensazione di pulito e di...sexy. Sexy?! Arianna ricomponiti! Dopotutto sei nell'ufficio del tuo capo. Da sola. Con lui. Ommamma! Mi sembra di essere sul set del film Cinquanta sfumature di grigio. E, mi pare, che il bel fustacchiotto si chiamasse Christian!
Coincidenze? Non credo.
Ci manca solo che lui mi proponga di firmare il famigerato contratto e mi autoproclamerei sua moglie.
Un colpo di tosse, però, interrompe il film che avevo preso a girare nella testa. E devo dire che sono anche un po' scocciata. Ero in via di una scena davvero molto passionale, che aveva come protagonisti: Christian ed io.
E un letto.
E delle manette.
Dopo questa giornata devo ricordarmi di prenotare una seduta con una psicologa.
Un altro colpo di tosse, questa volta più deciso, mi ricorda che non sono sola nella stanza. Noto che Christian mi sta fissando in modo molto strano. Come se si aspettasse che dicessi qualcosa, ma CHE COSA? Non si aspetta mica che gli legga nella mente , vero? E se si aspettasse esattamente questo? D'un tratto comincio a sentire caldo. Anzi, molto caldo.
«Emm...bell'ufficio» azzardo imbarazzata.
«Ti piace? A me no»
Ah.
«Beh, a me piace. E anche molto. Insomma, basta dare uno sguardo, anche di sfuggita, per essere inondati da vibrazioni fresche, luminose e...speciali. Solo il fatto di possedere vetrate grandi come queste dona alla stanza un aspetto moderno ma, al contempo, classico» dico lanciandogli un'aria da sfida.
«Sì, ma non hai preso in considerazione che il contrasto con il bianco e il nero è ormai un cliché del design. Senza dimenticare, inoltre, che questa disposizione di colori non rispecchia il sottoscritto che deve lavorare nel suo ufficio» ribatte lui incrociando le mani e passandomi la parola.
«Io credo che questo cliché di contrasto sia la chiave che da un tocco di semplicità e raffinatezza alla stanza e, per quanto riguarda il fatto che non ti rispecchi, non credo sia un problema dato che all'interlocutore che osserva la stanza non si basa su chi appartiene la stanza ma a come è stata sfruttata» replico infine con una punta di soddisfazione nell'ultima frase.
«Wow! Non credo di aver visto nessuno, in tutta la mia vita, parlare così appassionatamente di un semplice ufficio» mi dice con un aria colpita.
Io non posso fare a meno di arrossire e diventare la clona di Heidi.
«Guarda che non è una cosa di cui vergognarsi, anzi! È una dote da ammirare, conservare e apprezzare!»
Ma perché continua a dirmi cose dolci! Non lo capisce che più mi lusinga più divento una delle tante macchie rosse della Pimpa!
«Ad ogni modo!» dice cambiando discorso «Ti ho chiesto di seguirmi nel mio ufficio per chiederti se oggi ci sarai alla riunione/party di benvenuto a me» dice spiazzandomi del tutto.
«Arianna? Ci sarai stasera?»
«S-sì!» dico io.
«Ottimo» aggiunge lui regalandomi uno dei suoi sorrisi mozzafiato.
Quando sto per proporgli di pensare, seriamente, di mettere in vendita i suoi sorrisi ecco che entra con la grazia di un elefante Greta.
«Chris, eccoti! Sono ormai le tredici passate, che ne dici se uscissimo a pranzare, insieme?» dice lei cominciando ad avanzare con passo deciso verso Christian.
«Sì, credo che tu abbia ragione. Arianna ti unisci a noi?» mi chiede lui.
Sto per rispondergli di sì, quando intercetto uno sguardo, da parte di Greta, che promette altro che una coltellata in fronte! Qui stiamo parlando di mosse di uno chef incallito contro la pelle umana!
«No, grazie. Mangio con delle mie amiche»
«Capisco...» dice Christian con un tono che si avvicina al deluso.
Detto ciò, lui non fa in tempo a respirare che viene trascinato via da Greta. Dove io, rimango, sola. In mezzo all'ufficio del mio capo. Ancora.
Perché tutte le volte devo essere abbandonata?!
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SPAZIO ALLA PRODUTTRICE: Ebbene, Zeus mi ha illuminata con un fulmine in piena fronte. Ed, ora, sono qui con questo nuovo, seppur corto, capitolo.
Spero vi piaccia! :)
Alla prossima...
la vostra Tara Turner! <3
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