Capitolo 1

<<Non entrerò anche in quel locale Cam! Non faccio altro che entrare e uscire da pub, bar e qualsiasi altro locale per cercare un misero lavoro! Ma tutti non fanno altro che chiudermi la porta in faccia con delle scuse davvero impensabili!>>

Borbottai davvero infastidita dalla situazione! Avevo finito il liceo e come qualsiasi altra ragazza ero in cerca di un lavoro per l'estate, così da essere più autonoma!

D'altro canto avere qualche spicciolo in tasca tutto per se non era male, anche se dovevo prima trovare qualcuno pronto ad accertarmi per qualsiasi lavoro.

<< Provaci, magari è la volta buona!>>

Disse Cameron sfoggiando uno dei suoi sorrisi più belli cercando di convincermi a fare la scelta giusta.

<< Cam, la volta buona era anche tre o quattro locali fa, ho davvero perso le speranze.>> Da diversi giorni io e Cameron non facevamo altro che girare per tutta Seattle.

Ero davvero stanca, spossata e anche un po' giù di tono, ma ripensandoci meglio non avevo nulla da perdere e provare non avrebbe di certo peggiorato la situazione.

Afferrai la mano di Cameron ed ci avvicinammo al locale pronta ad entrare e fare un'altra delle mie figuracce per poi essere mandata via con un: " Oh, ci dispiace ma non cerchiamo personale." Oppure "Uhm, certo sì! Ti faremo sapere."

L'insegna era davvero carina e il nome del bar veniva illuminato ad intermittenza da una luce al led sul rosa. LA MAISON DU CAFÈ, questo era il nome.

Un tipico bar francese, non se ne trovavano molti in giro per Seattle ma questo era uno dei più gettonati e frequentati dai ragazzi del liceo e dei college.

Ero entrata si e no due volte in quel bar a prendere un caffè insieme a Cam e Bethany ma non avevo pensato completamente di far richiesta per lavoro.

Diversi tavolinetti si intravedevano dalle vetrine. Il locale era gremito di persone e la cosa non mi aiutava affatto. Spinsi la porta e una campanella trillò sopra la mia testa.

La stanza era davvero accogliente, calda, un profumo di caffè e latte alleggiava nell'aria e un leggero brusio musicale di sottofondo attutiva quello generale creato dalla gente.

Una carta da parati sul verde acqua con dei fiorellini avvolgeva i muri e diverse lanterne scendevano dal soffitto in legno illuminando il tutto.

Il pavimento invece rivestito di parquet completava il tutto, dando così freschezza e sobrietà al locale.

<<Bonjour!>> Esclamò con entusiasmo, dolcezza e con accento francese una donna di mezz'età, dalla pelle scura i capelli raccolti in uno chignon.

Cam e io ci avviciniamo al bancone e ci sedemmo ricambiando poi il saluto.

<<Salve!>> Risposi io per poi ridacchiare al saluto di Cameron.

<<Bonjour Madame!! Ça va bien ?>>

<<Uh, très bien! Merci.>>

Rispose a sua volta la donna con un sorriso smagliante. I suoi denti bianchi spiccavano a confronto con la sua pelle scura e le labbra carnose rendevano il suo sorriso ancora più armonioso.

Cameron mi sorprendeva sempre con il suo carattere espansivo, amorevole ed estroverso.

Invece io a differenza sua ero l'esatto opposto, molto riservata, introversa ma anche come lui, amorevole e pronta a tutto!

<< Cosa desiderate ragazzi? >> Chiese la donna mentre picchiettava il tappo della panna sul suo taccuino pronta a prendere le nostre prenotazioni.

Ma quello che non sapeva è che non eravamo lì per prendere qualcosa ma per fare una richiesta.

<<Per me una cioccolata calda.>>

<<Per te ragazzina?>> Disse la donna dopo aver preso l'appunto di Cameron e alzato lo sguardo dal foglietto.

Afferrai il ciondolo della collana che avevo al collo, cosa che facevo quando ero ansiosa o come in questo caso nervosa e mi muní di coraggio pronta a parlare:

<< Ahm, in realtà non sono qui per ordinare qualcosa ma per fare una richiesta.>>

Continuai subito dopo notando di aver catturato l'attenzione della donna.

<<Dimmi tutto ragazzina, vedrò come accontentarti.>>

Monique, così si chiamava. Il suo nome era scritto sul talloncino​ appeso alla sua divisa da cameriera e non avevo fatto caso a ciò fino ad allora.

<<Mi chiedevo, se era possibile ovviamente...>> Ridacchiai nervosamente torturando il ciondolo della collana.

Non era la prima volta che chiedevo eppure ero talmente nervosa che anche i palmi delle mani iniziarono a sudarmi. Cameron mi diede un pizzicotto sulla coscia così per farmi riprendere dallo stato di trance e farmi continuare la mia richiesta.

Deglutí a fatica e continuai:

<<Ecco, mi chiedevo se avevate bisogno di qualcuno come cameriera... O, va benissimo anche lavapiatti o anche qualcuno che pulisca in generale.>> Mormorai velocemente guardando la donna con leggere speranza.

Un sorriso timido e da scuse si fece spazio sulle labbra della donna curvandole appena, segno che stava arrivando un'altro no, per l'ennesima volta.

<<Oh, ehm... Credevo avessi bisogno di qualcos'altro!>> Farfugliò la donna in completo imbarazzo. Non si aspettava una richiesta del genere e la cosa si notava perfettamente.

<<Mi dispiace, ma il mio capo mi ha dato ordine di non assumere nessun'altro, vorrei tanto aiutarti ma davvero, non posso farci nulla è stato molto categorico.>>

Sospirai appena e annuì capendo perfettamente la situazione. Beh, ci avevo provato, magari se non l'avessi fatto me ne sarei pentita.

Guardai Cam finire la sua cioccolata e pagare per poi alzarci, pronti a raggiungere la porta.

Non avevo dove altro andare, ormai avevo chiesto a chiunque. La speranza andava scemando.

<<Mi dispiace Blake, vedrai che troverai il lavoro quando meno te lo aspetti.>> Cameron mi diede una pacca sulla spalla come segno di conforto mentre mi invita ad uscire, ad un tratto però venni chiamata dalla cameriera.

<<Hey, ragazzina! Vieni qui.>> Gridò a gran voce per farsi sentire. Magari aveva cambiato idea, o quello di prima era uno scherzo ma la speranza adesso iniziava a divampare.

Mi avvicinai immediatamente, quasi prendevo a spallate qualcuno pur di farmi spazio tra la gente e quanto raggiunsi la donna era tutta orecchie e pronta a qualsiasi cosa.

<<Vedi quel ragazzo laggiù, dai capelli ricci e dalla maglietta nera? Seduto con quel gruppetto di ragazze e ragazzi.>>

Indicò la donna con un cenno della testa e guardando dietro di me verso l'angolo della stanza.

Un gruppo di ragazzi e ragazze della mia età, stavano parlando animatamente fra di essi, sghignazzando e ridendo.

Qualcuno sorseggiava il proprio milk shake, altre invece bevevano delle bevande dietetiche per non prendere qualche kilogrammo in più. Riuscì a riconoscere Lydia, una delle ragazze più belle, invidiate e ricercate della città. Ma anche una delle più puttanelle e meschine!

Era seguita sempre dal suo solito branco dalla sua stessa fama.

Solo dopo diversi secondi notai con chi stava spudoratamente filtrando. Il ragazzo che poco fa mi aveva descritto la donna adesso era lì, sotto il mio sguardo.
Non era per niente preso dalle avance di Lydia, sembrava quasi annoiato.

I suoi capelli ricci gli ricadevano sulla sul collo e sulla fronte in modo disordinato, il naso dritto e le labbra rosee, mascella definita erano in completa armonia tra di essi ma il suo cipiglio sul volto rovinava quasi il tutto.

Come se sapesse che stavamo parlando di lui alzò lo sguardo trovando il mio puntato sul suo, una strana sensazione mi pervase la bocca dello stomaco.

Da lontano riuscì a intravedere appena il verde dei suoi occhi, poi mi costrinsi a distogliere lo sguardo. Arrossì appena e mi girai guardando Monique, incitandola a continuare.

<<A quanto pare il padre sta poco bene, la moglie ormai presa dalla brutta situazione, non è mai in casa, gira per il mondo e non si prende cura ne di suo marito e tantomeno di suo figlio.>>

Mi rigirai a guardare il ragazzo. Ritrovai il suo sguardo puntato su di me, questa volta però fu lui a distoglierlo immediatamente, quasi come se l'avessi beccato in flagrante.

<<La badante si prende cura del padre ma non come dovrebbe, si dice che il ragazzo cerchi qualcuno adatto.>>

Uno spiraglio di luce si fece spazio finalmente in quella che sembrava una laguna per trovare un lavoro.

Quel ragazzo era la mia sola ed unica speranza e non me la sarei fatta scappare. Non ero certa che mi avrebbe accettato per rimanere al fianco di suo padre, ma tentar non nuoce.

Non avevo altro da perdere ed inoltre avevamo disperatamente bisogno. I soldi servivano non solo a me, ma anche alla mia famiglia e io non volevo altro che aiutarli e ricambiare il loro favore dato che versavamo in condizioni economiche non perfette.

<<Come si chiama?>> Mormorai non distogliendo lo sguardo dal ragazzo. Non ci riuscivo, ero completamente ipnotizzata.

<<Harry. Harry Styles>>

•Spazio autrice•

Primo capitolo eeeh! Cosa ne pensate? So che non è il massimo ma cercherò di migliorarmi. Inoltre vorrei ringraziarvi per aver letto fino a qua, é molto importante per me. Spero che questo capitolo vi abbia incuriositi e vi spinga a leggere il prossimo! Grazie ancora e buona continuazione.♥️

imunipotato 💠

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