2. The Hell in Heaven

Genere: Urban fantasy/paranormale/romance

La giornata all'università è stata pesante, come al solito e quello che bramo è solo poter sdraiarmi sul mio letto e dormire fino a domani mattina.
Quella sfilza di corsi medici e psicologici mi hanno riempito la testa con termini che voglio solo dimenticare per una sera, ma che continuo a ripassare mentalmente intanto che torno a casa.
Per mancanza di denaro, non ho potuto iscrivermi a un'università più lontana e sono dovuta rimanere a Verona, la mia città d'origine, senza possibilità di allontanarmi dalla mia famiglia.

Giro le chiavi nella toppa dell'appartamento che, so già, troverò come se una bomba sia scoppiata al suo interno e chiudo gli occhi per un secondo, sperando con tutta me stessa che oggi è la volta buona che i miei genitori mantengano le loro promesse.
Quando riapro i miei occhi azzurri, vedo quello che tutti i giorni si palesa in fronte alle mie pupille: bottiglie di alcolici vuote sparse per tutto l'appartamento, fumo nero che arriva dalla cucina, vestiti sparsi per tutte le stanze, e...
"Mamma!" il mio grido disperato rimbomba tra le pareti troppo piene di questa casa ed entro, incurante del pericolo per cercare la mia famiglia.

Giro a vuoto un paio di volte tra le poche stanze, prima che io riesca a entrare in cucina e trovare il forno che rischia di esplodere.
Lo guardo, terrorizzata e sperando di intimidirlo e smetterla di fumare in quel modo, ma continua nella sua personale crociata contro i tentativi di mia madre di preparare un piatto per suo marito e lo sportello traballa, facendomi capire che è sul punto di aprirsi per davvero.
<<E io non voglio essere qui quando succede.>>
Esco di corsa, prendendo il telefono dallo zaino con le mani tremanti.
Compongo diversi numeri sbagliati prima di riuscire a vedere che sto chiamando mia mamma, tirando un sospiro di sollievo quando non sento la sua suoneria dal volume un po' troppo alto per una donna di quasi cinquanta anni.
<<Se fosse successo, avrebbe voluto dire che lei era da queste parti.>>

"Gin! Che diavolo vuoi?"
Quando sento la sua voce, posso rilassarmi, soprattutto ora che sono fuori dal palazzo, ma mi arrabbio quando capisco le sue parole e il suo tono arrabbiato.
"Che cosa voglio io? Che cosa vuoi fare tu? Uccidermi?" Non mi importa degli sguardi confusi che le persone mi lanciano o di come si spostino per non starmi vicino, ho bisogno di sfogarmi.
"Mi spieghi di che cosa stai blaterando?"
<<Ti sento che stai perdendo la pazienza, ma io ti ho preceduta.>>
"Blatero del fatto che tu hai avuto la brillate idea di mettere qualcosa nel forno e poi te ne sei andata, non preoccupandoti di spegnerlo!"
La sento sussultare, ma si ricompone subito e mi butta la prima scusa che le sia venuta in mente: <<Avevo detto a tuo padre di spegnere dopo trenta minuti.>> Cosa che mi fa infuriare ancora di più.
"Come puoi chiedere una cosa del genere a papà? A momenti non si ricorda neanche il suo nome con tutto quell'alcool che gli riempie il corpo!"
Chiudo la telefonata, senza preoccuparmi di una sua ulteriore risposta o lamento e mi metto le mani nei capelli, tirando tanto da lasciare che qualcuno mi rimanga tra le dita.
<<Perché proprio a me?>> penso mentre uno scoppio si espande dal terzo piano e le fiamme fuoriescono dalle finestre che ho lasciato aperte prima di uscire.

Avrei dovuto sapere che proprio in quel momento, mentre quella domanda mi passava nella testa, qualcuno, o meglio qualcosa, aveva iniziato a interessarsi alla mia vita e a preparare piani che mi includevano per il proprio tornaconto.
Ma non era l'unico a tenermi d'occhio, perché c'era qualcun altro, qualcosa di altro, a pensare a cosa fare con me.
<<A cosa farne di me.>>

Ed eccoci qui, con il prologo della storia (o meglio, straccio di storia) numero due!

Cambio genere, cambio di prospettiva, cambio di tutto.
Che ve ne pare di questo prologo?
Ammetto di essere andata avanti qualche capitolo con questa storia, bloccandomi poco dopo, purtroppo.

Fatemi sapere che cosa ne pensate e se avete qualche consiglio, sapete dove trovarmi!
Risponderò sempre ai vostri commenti, perché è giusto anche esserci per i propri lettori.
Al prossimo capitolo!

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