1.1 Scars from Death


"Sophyer, non allontanarti dal sentiero!"
La bambina sbuffò, correndo senza guardarsi indietro per scappare dai continui tentativi di tenerla sempre al suo fianco.
Lei non si vergognava dei suoi capelli rosa. Lei ne era fiera.
Eppure, tra sua madre e suo padre, il dubbio che non fossero un bene le veniva spesso.
Per essere una bambina di soli sei anni era molto sveglia.

I suoi occhi rosa percorsero avidi sul terreno pieno di piante attorno a lei. Tutte rigogliose.
A casa, nelle mani di sua madre, morivano tutte. Fortuna che c'era lei, che con una carezza, un sorriso e una parola dolce riusciva sempre a farle tornare al loro migliore aspetto.
Si ferma di fronte a un muro di piante. L'aura oscura che pare emanare non la spaventa, anzi, sembra chiamarla a sé.
Portò in avanti una mano, ma un suono dietro di lei la distrae e la fece voltare, dimenticando del tutto il suo precedente proposito.

Un cervo si stagliava davanti e lei, fiero e orgoglioso delle sue lunghe corna che gli adorano il capo.
La bambina lo osservava, sempre curiosa e si avvicinò, ma un sonoro sbuffo da parte dell'animale la fermò sui suoi passi.
Un cenno e la bambina cadde in ginocchio davanti a lui, mentre la luna brilla sopra di loro.
L'animale si avvicinò, cauto, e mosse il suo naso scuro per annusare ciò che circonda quella strana elfa dai capelli ancora più stravaganti.
Ne ha vista solo un'altra nella sua vita e lei si era sacrificata, salvando tutti. Anche lui.
Il cervo decise e si abbassò sulle zampe, raggiungendo, con il suo muso, quello della bambina che non smise di osservare ogni dettaglio per imprimerselo nella mente.

Si fissanrono negli occhi: rosa nel nero. Occhi grandi e decisi dentro a un paio più piccoli e pieni di curiosità.
Nessuno li abbassò e solo ai più attenti osservatori sarà stato visibile il legame che si stava creando tra quelle due creature: un sottile filo rosso che lega i due paia di occhi e che si ingrossa sempre di più, fino a diventare parte delle loro stesse anime.
<<Mi ricongiungerò alla mia famiglia.>> Pensò il cervo, riponendo tutta la sua fiducia nella bambina.
<<Ho trovato un amico.>> Pensò, invece, la bambina che si è vista esclusa dalla vita del villaggio fin dalla nascita.

Un nome venne urlato da lontano ed entrambi si votarono verso quella direzione.
"Non voglio tornare al villaggio." Sussurrò la bambina, mentre trovava il coraggio di alzare una manina e accarezzare il bel muso che la fissa di nuovo.
E il cervo parve risponderle di non tornarci e di rimanere con lui, ma lei scosse la testa, sapendo che non è quello che doveva fare.
"Voglio bene a mamma e papà, ma sono loro che non me ne vogliono." Parlando di un loro più ampio di due persone.

Il nome fu chiamato una seconda volta.
Questa volta nessuno lo poté ignorare. Si stava avvicinando.
Il cervo si alzò e usò il muso per indicare il suo dorso, invitando ancora la bambina a seguirlo.
Una risata cristallina fuoriuscii dalle labbra della piccola che continuava ad accarezzare l'animale, mentre gli spiegava tutti i motivi per cui non poteva seguirlo.

"Questo non è un addio, amico mio. È solo un arrivederci." Disse l'infante prima di voltarsi e correre verso la voce di sua madre.
Il cervo l'osservò. La osservò anche dopo che il suo corpo sparii dietro a degli alberi.
La osservò e conobbe la verità dietro le parole della persona che lo libererà.
La osservò e riuscii ancora a vedere il futuro nascosto dietro a quegli occhi rosa.
E lo sapeva, lo sapeva che sarà difficile. Lo sapeva che ci saranno volte in cui lei penserà di non farcela e si butterà giù.
Sapeva del viaggio che intraprenderà e sapeva che i suoi poteri le renderanno la vita un inferno.
Lui sapeva tutto questo.
Ed è per questo che, nonostante le numerose leggi che lo vietino, ha tentato più di una volta di cambiare il futuro.

Ma il fato è inciso nella pietra e niente può cambiarlo.
La scelta della piccola l'ha dimostrato e l'immobilità del cervo ha conferma ancora il primo insegnamento del suo popolo.
<<Il destino che si vede dietro agli occhi non può essere cambiato. Niente potrà farlo.>>

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