Quella notte, i due non dormirono insieme.
Quel giorno fu il primo, da quando si erano dichiarati, che non ebbero il loro "ogni giorno".
Wei Wuxian trovò una comoda zolla di terra dietro la montagna, e si appisolò sotto il chiaro di luna, senza riuscire a dormire veramente.
Lan Zhan nemmeno tornò al jingshi, ma nessuno sapeva dove fosse andato per la notte.
La mattina dopo, il cuore che pesava nel suo petto, Wei Wuxian non si fece coinvolgere dalle risate ( forzate) dei giovani, né dalle loro richieste di insegnamenti.
Dopo un breve saluto - senza neanche un accenno di sorriso, cosa che terrorizzò JingYi fino all'inverosimile-, si limitò a vagare senza meta nei luoghi più isolati dei Meandri delle Nuvole.
Lan WangJi, invece, si rinchiuse in biblioteca a ricopiare testi su testi, nessuno sapeva di che cosa, impedendo a chiunque di entrare o di disturbarlo.
Quando scese di nuovo la notte, Wei Wuxian bevve due giare del Sorriso dell'Imperatore, recuperate a Caiyi, e decise di fare ciò che gli riusciva meglio: mettersi nei guai.
Aveva bisogno che qualcosa lo distraesse, perciò si avventurò in una foresta oscura per andare a caccia, rigirandosi il suo dizi tra le dita.
Proprio quando si stava per addentrare nei recessi più pericolosi della foresta, una colorita esclamazione lo costrinse a fermarsi.
Si voltò indietro, inarcando un sopracciglio:«Sul serio, perché siete venuti?» domandò, apparentemente ad un cespuglio.
Dallo stesso, però, sbucarono tre teste, e poi tre corpi, familiari: SiZhui, con un'espressione colpevole, JingYi, disgustato, e Jin Ling, imprecante.
«Vogliamo farti compagnia, Wei qianbei.» rispose SiZhui, uscendo dal cespuglio.
Alle sue spalle, JingYi e Jin Ling stavano bisticciando:«É soltanto un insetto, perché hai urlato così tanto?»
«Quell'insetto del cazzo mi ha punto!» replicò Jin Ling.
«E c'era bisogno di urlare come una gallina? Povera principessa, morsa da un malefico insetto...-
«Chiudi il becco!»
Wei Wuxian incroció le braccia al petto, le labbra inconsapevolmente curvate verso l'alto.
SiZhui fu felice di sapere che la stupidità dei suoi amici era in grado di tirare su di morale Wei Wuxian.
Dal giorno prima, il giovane Lan era inquieto: la notte non era riuscito a dormire, troppo sconvolto, e la mattina era rimasto ansioso per tutto il tempo, soprattutto perché Wei Wuxian non sembrava essere affatto incline a divertirsi come suo solito.
«Non c'era bisogno: non mi ucciderò solo perché quel vecchio ha spiattellato come una comare il segreto che mi sono letteralmente portato nella tomba.» provò a rassicurarli Wei Wuxian, senza in realtà riuscirci minimamente.
La prima cosa che SiZhui e JingYi avevano fatto non appena avevano scoperto le circostanze della morte del Patriarca di Yiling, era stata riferire tutto a Jin Ling, rimasto altrettanto sconvolto.
Quando perciò avevano visto Wei Wuxian allontanarsi verso un'oscura foresta spaventosa, non avevano esitato nemmeno un istante prima di seguirlo.
«Allora, andiamo a fare questa caccia o no?» domandò Jin Ling, simulando un'indifferenza che in realtà non provava: la verità era che era davvero preoccupato per colui che, a conti fatti, era suo zio. Uno zio acquisito, corrotto e non del tutto perdonato, ma che lo aveva salvato innumerevoli volte e che non aveva intenzione di perdere.
Wei Wuxian sospirò, arrendendosi di fronte alla determinazione dei tre giovani, e lasciò che si addentrassero insieme a lui nei meandri più bui della foresta.
L'energia risentita lì presente li colpì come una mazza.
In particolare Wei Wuxian ne fu scosso, e sibilò un'imprecazione a fior di labbra, serrando la presa sul dizi.
«Que-questa energia malvagia non è un po' eccessiva? Fino a un metro fa non si percepiva nulla!» si lamentò Jin Ling, incerto, mentre i tre giovani si avvicinavano inconsapevolmente a Wei Wuxian.
«Siete pregati di tirare fuori le spade. Ho paura che siamo finiti in un pasticcio ben più grosso di quello che sembra.» informò Wei Wuxian, tentando di non allarmarli troppo mentre pensava a come fuggire da quella pessima, terribile, disastrosa situazione.
Avanzarono lentamente, i piedi affondavano in una strana sostanza melmosa, che produceva uno sgradevole "ciaff ciaff" ad ogni passo.
All'improvviso, Wei Wuxian si fermò, e i tre si scontrarono con lui, trasalendo.
Fingevano di essere coraggiosi e perfettamente a loro agio, ma si vedeva da lontano che stessero mentendo.
«Bene, giovani coltivatori, oggi vi insegnerò una lezione che non dovrete dimenticare mai...» affermò Wei Wuxian, la sua voce che risuonava come ovattata in quell'ambiente del tutto buio.
«S-siamo tutto orecchie.» squittì JingYi.
«In alcuni momenti, è necessario darsela a gambe. Scappate.» dichiarò Wei Wuxian, agguantando SiZhui per il braccio e Jin Ling per il colletto, cominciando a scappare, preceduto da uno JingYi urlante.
Se non fosse stato in pericolo di vita, Wei Wuxian avrebbe riso per il modo in cui il riverbero delle urla di JingYi riecheggiava tra le pareti della cavità orale nella quale si trovavano.
Infatti i quattro, senza volerlo, non si erano addentrati nei meandri oscuri della foresta, ma erano finiti dritti tra le fauci di una bestia malvagia.
Quando Wei Wuxian ne aveva avuto la certezza, non aveva perso tempo a fare dietro front e a darsela a gambe con gli altri tre.
L'importante era che la bestia non si svegliasse, ma le grida e il chiasso della corsa rendevano questa speranza solo utopia.
Fu per questo che quando Wei Wuxian intravide il paesaggio della foresta che veniva chiuso dalla bocca della bestia, non si sorprese più di tanto e corse ancora più veloce, lanciando prima Jin Ling e SiZhui, e affrettandosi a seguirli.
Prima che potesse uscire del tutto però, la bestia chiuse la bocca, e i suoi denti aguzzi affondarono nel fianco di Wei Wuxian.
Il dolore fu atroce.
I tre a terra gridavano, muovendo le spade senza riuscire a distrarre la creatura.
Wei Wuxian sentiva ondate di caldo alternarsi ad ondate di gelo per il dolore allucinante.
Per qualche istante pensò che la bestia l'avrebbe fatto davvero a pezzi, oppure l'avrebbe succhiato come uno spaghetto.
Diventare uno spaghetto non era ciò che Wei Wuxian si aspettava dalla sua seconda vita.
Si aspettava di andare in giro a divertirsi e a godersi qualche piccola gioia con Lan Zhan, cose non troppo complicate.
Tendendosi verso l'esterno, annaspando dal dolore, Wei Wuxian allungò una mano verso i tre ragazzi:«SiZhui!» tuonò, la sua voce stranamente forte nonostante stesse per diventare il piatto particolarmente saporito di una bestia malvagia.
Il ragazzo, senza esitare, gli lanciò la sua spada, che Wei Wuxian prese agilmente e infilò nel labbro superiore della bestia.
Questa, improvvisamente ferita, spalancò le fauci e lasciò rotolare via Wei Wuxian, che cadde a terra vedendo le stelle.
Rimettersi in piedi gli sembrava impossibile, eppure, aggrappandosi ad un albero, riuscì nell'intento, respirando affannosamente.
Tornare indietro in quella stato avrebbe solo attirato la bestia verso Gusu, ma rimanere lì significava molto probabilmente morire.
Nonostante ciò, Wei Wuxian si era inoltrato nella foresta in cerca di guai.
Sì voltò verso i giovani, che si trovavano accanto a lui, estremamente pallidi, e prese la spalla di Jin Ling, cercando di mantenersi lucido nonostante il dolore insopportabile:«Rinforzi. Andate a chiamare rinforzi.» ordinò, secco.
I tre esitarono, troppo preoccupati dal lasciarlo da solo contro quella bestia:«Se rimanete qui, moriamo tutti e quattro. Se andate a chiamare rinforzi, non muore nessuno.»
Nessuno dei giovani gli fece notare che in realtà lui sarebbe potuto benissimo morire.
«SiZhui, va' a chiamare...Lan Zhan...» espirò Wei Wuxian, rivolgendosi a quello che sembrava essere più incline ad obbedirgli.
Dopodiché, si voltò nuovamente verso la bestia, che ora ringhiava, ed estrasse il dizi, portandoselo alle labbra.
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