CAPITOLO 47
In tutta questa amarezza tu rimani così dolce
è un mondo così crudele
tengo da parte tutto il mio amore per te
è un mondo così crudele
ma forse ne trarrò qualcosa di buono. -Cruel, Zayn Malik.
Le cose sembrano andare a gonfie vele, mi fa quasi strano sapere di potermi finalmente rilassare senza alcuna preoccupazione che alberga nella mia mente. Da quando è successo quel casino con mio nonno paterno, ho confessato tutto l'accaduto a mamma che ha affermato di essersi già fatta tempo fa una teoria su me e Raul. Dunque tutta contenta mi ha dato la sua approvazione. La parte più difficile è mio padre, finché non sarà il momento, la nostra relazione rimarrà segreta, con la differenza che mia madre ci appoggia. In questi giorni ho finalmente colto l'occasione di presentare a mio cugino il mio ragazzo -mi percorre ancora una scarica di brividi quando ripenso al fatto che siamo ufficialmente fidanzati-. Siamo andati in una rosticceria a mangiare delle pizze, hanno parlato molto, Greg si è vestito formalmente per fare bella figura. Peccato che Raul detesti ogni tipo di cosa che si avvicina all'elegante. Sono successe delle belle!
Hanno dei caratteri abbastanza contrastanti, ma non credo ci saranno disaccordi. Senza preavviso alla rosticceria dove stavamo, hanno fatto ingresso i miei genitori. A quel punto non ho più potuto nascondere Raul e si è presentato a loro come mio amico. Quest'ultimo è stato molto educato in quanto ha stretto timidamente la mano a tutti e due. Ho scrutato a lungo l'espressione di mamma e ho notato che si stava sforzando di nascondere il sorrisino furbo che è nato fin da subito sulle sue labbra. Guardava prima lui, poi me, come per dire: ''E' meglio di come me lo ricordavo'' o ''Figlia mia, hai degli ottimi gusti''.
Mi sono sentita in imbarazzo finché non ci hanno lasciato nuovamente soli. Poi a casa mamma mi ha confessato che il mio ragazzo ha fatto buona impressione su mio padre. Quindi si promette bene!
E' arrivato un altro fine weekend e stavolta siamo usciti in gruppo: io, Raul, Martina e mio cugino. Anche se sono di ottimo umore devo ammettere che si respira una strana tensione, penso sia emanata da mio cugino e la mia migliore amica. Camminano velocemente davanti la figura mia e di Raul come se volessero scappare da noi. Confabulano tra loro e ci mandano occhiatacce di sottecchi. Io sono completamente all'oscuro di tutto e questa cosa mi fa sentire nervosa. Conficco parecchie volte le unghie nel palmo della mano di Raul e lui mi scruta con sguardo interrogativo. Non oso nemmeno alzare il volto, non voglio che noti la mia preoccupazione. Gli lascio la mano in un gesto istantaneo e con grandi falcate riesco a far girare quei due.
''Smettetela di comportarvi in questo modo, me ne sono accorta sapete? Si può sapere qual è il problema?'' incrocio le braccia al petto alzando il tono di voce per assicurarmi che le mie parole raggiungano le loro orecchie fortemente e chiaramente.
Martina sbuffa ''Dobbiamo parlarti'' ingiunge, il suo sguardo non svela alcuna emozione. Ci mettiamo in un posto un po' più appartato.
''Bene, inizio io -proclama la mia migliore amica dai capelli rossi appoggiandosi ad un muretto- penso che tu ormai abbia notato che già da qualche mesetto io ho preso le mie distante da te. Non mi faccio sentire sempre, ti rispondo distaccata e raramente usciamo insieme. Questo perché..mi sono stancata di starti appresso Amber. In qualità di tua migliore amica voglio dirti che stai sbagliando con me, da quando ti sei fidanzata per la prima volta con Vincent mi sento trascurata. Lo stesso vale per Greg, infatti ci siamo ritrovati insieme in questa situazione. Per te sembra esistere soltanto la sfera amorosa e abbiamo constatato che ti sei servita di noi soltanto quando litigavi con Vincent. Ci chiedevi di uscire solamente quando pareva a te! Entrambi siamo sorvolati sopra questi sbagli e abbiamo deciso di darti una seconda chance, ma adesso che sei di nuovo fidanzata, le cose non sono migliorate da parte tua. Ora lo dico davanti a te, Raul, noi non abbiamo nulla contro di te, anzi, pensiamo che siete una bella coppia e che tu sia quello giusto per Amber; ma ci sentiamo messi da parte quando ci sei anche tu. La tua fidanzata esce sempre con te, a telefono parla con te e quando invece decidiamo di uscire tutti insieme lei non ci presta più di tanto attenzione. -Riprende di nuovo a riferirsi alla sottoscritta- ci sembrava giusto farti questa ramanzina poiché da adesso in poi saremo amiche, ma non come prima. E' svanito quel legame che c'era una volta. Mi dispiace ma è così'' apro e chiudo la bocca per proferire parola, ma non ho più aria nei polmoni. Solo quando il mio ragazzo mi asciuga le lacrime con il pollice mi accorgo che ho pianto per tutto il tempo.
''Sì, sono d'accordo con Martina. Anche se noi due siamo cugini scordati che io ti appoggi come facevo una volta. Hai deciso tu di rovinare tutto'' il tono grave di Greg mi colpisce come delle lame affilate. Mi prendo un po' di tempo per calmarmi tra le braccia di Raul, perché con i miei singhiozzi mi è impossibile ribattere. Mi schiaccia la testa che arriva all'altezza del pettorale e purtroppo il mascara gli sporca gran parte della t-shirt.
Quando il mio respiro si è regolarizzato l'unica cosa che riesco a dire ad ambedue sono le mie più sincere scuse. Anche mio cugino si emoziona per la situazione nascondendo il volto tra le mani. Vedo lo sguardo di Martina ammorbidirsi a malapena, segno che forse è già pace fatta.
Continuo a scusarmi sebbene credo sia normale prestare un pochino di più attenzione al proprio amato, anziché agli amici. Dopotutto Raul non è nemmeno un semplice fidanzato, con lui sono sempre riuscita ad aprirmi di più rispetto agli altri. Dunque penso sia normale che io preferisca trascorrere più tempo con lui, dal momento che è l'unico a farmi sentire sul serio in pace con me stessa. Sinceramente sono alquanto delusa, speravo mi potessero comprendere invece di puntare il dito, ma allo stesso momento è giusto esprimere la propria opinione per arrivare a degli accordi. Prometto ad entrambi che sarò più presente e farò quel che mi è possibile per recuperare i rapporti.
La tranquillità che stavo riacquisendo però vola via come la leggera brezza che aleggia in questa fresca serata d'estate. Vedo passarci accanto molto lentamente Vincent con tutta la sua combriccola. Mi guarda dritto negli occhi per quel frammento di secondo che sembra essersi bloccato. Mi si raggela tutto il sangue nelle vene, il mio cuore perde un suo battito regolare. Nel momento in cui ha puntato le sue iridi verdi nelle mie castane, mi sono ricordata le ultime parole che ci siamo scambiati. L'otto agosto, al compleanno di mio fratello Todd, quand'ero ubriaca gli scrissi dei messaggi. Mi sto maledicendo da allora perché mai avrei dovuto affrontare il discorso che poi c'è stato. Ricordo che mi rispose il giorno dopo ed io civilmente mi scusai per l'equivoco. Ma quando purtroppo si tratta di Vincent, nulla procede come dovrebbe procedere e mi schernì dicendomi di avermi vista con il mio nuovo ragazzo. Parlando sempre di Raul, in tutta risposta gli dissi che a differenza sua mi rende felice e non commette alcun errore. Forse non avrei dovuto approfondire la questione con lui, perché quel giorno mi disse che lo avrebbe potuto picchiare. Allarmata, ho avvertito subito Raul dicendogli di stare attento e possibilmente di non uscire mai da solo.
E adesso siamo tutti qui che li fissiamo, penso che per dei minuti abbiamo tutti smesso di respirare. Guardo preoccupata il mio ragazzo e lui mi accarezza un braccio come per intimarmi di stare tranquilla. Ma non se ne parla proprio, soprattutto se continuano a guardarci eloquenti.
Che cosa vogliono? Perché non se ne vanno?
Si raggruppano tutti quanti a cerchio mentre io tiro il tessuto della maglia di Raul per dirgli di andarcene di qui. Martina a bassa voce borbotta che se ce ne andiamo è un segno di timore e che ci stiamo sottomettendo a loro. In poche parole non dobbiamo dar loro vinta, ma cavolo ho così tanta paura!
Marius, l'amico di Vincent obeso ed alto si sta avvicinando a noi. Non so se tirare un sospiro di sollievo perché è soltanto l'innocente Marius o continuare a tremare come una foglia vedendo con la punta dell'occhio il ghigno malefico del mio ex. Adesso ha le braccia conserte in attesa che succeda qualcosa, ma cosa sta per succedere?
''Ehi tu, dobbiamo parlare, vieni con me'' non mi piace per nulla il tono severo che sta usando col mio ragazzo. E' come se non ammettesse diniego e forse è davvero così. Indica col capo un punto estremamente isolato e buio.
''Possiamo parlare anche qui, insieme agli altri'' risponde risoluto Raul con una calma disarmante. Ovviamente è tutta scena, non oso immaginare come sta battendo il suo cuore in questo momento. Io intanto inizio a sudare e sentire le mani formicolare quando gli dà una pacca sulla spalla che è tutt'altro che amichevole. Non andrà a finire bene, me lo sento.
''Non lo ripeto una seconda volta'' digrigna i denti. Ormai credo di non riconoscerlo più. Che fine ha fatto l'innocente e buon Marius che conoscevo un annetto fa? Non ho nemmeno il coraggio di spostare lo sguardo sulle altre persone che stanno assistendo a tutto. Ho paura che per una frazione di secondo in cui io possa distrarmi, possa succedere l'inevitabile.
''Rimango qui, con la mia ragazza'' serra la mascella il ragazzo che tenta di nascondermi dietro la sua figura, ma non ha capito che qui l'unico in pericolo è lui.
Vivo tutto a rallentatore. Riesco soltanto a udire il mio cuore battere forte, anche se nella realtà penso di star urlando a squarciagola. Marius dà uno schiaffo sulla guancia arrossata di Raul. Raul indietreggia di poco barcollando sulle sue gambe magre. Il ragazzo più robusto gli sferra un altro schiaffo potente. L'impatto che la sua mano pesante ha con la guancia morbida del mio ragazzo mi fa stare male, anzi, malissimo. Le lacrime che sto versando mi bruciano gli occhi e si fanno strada sulle guance creando dei veri e propri solchi. Non riesco a credere che sta succedendo. Il petto si infiamma, il cuore si accartoccia come un foglio di carta. Solo che adesso quel foglio di carta appallottolato è stato buttato sulla legna da ardere. In poco tempo diventa fuoco, fiamme e fumo.
Il mio ragazzo indietreggia, prende dei grossi respiri, ha gli occhi sgranati, fa fatica a mantenere la calma. La sua vena del collo pulsa, stringe le mani in pugni tanto da far diventare le nocche bianche. Ma tutti i presenti sanno che non può far nulla contro quel bestione di Marius; soprattutto perché se deciderà di reagire, gli si butterà addosso tutto il resto del gruppo, alcuni di loro anche armati di coltellini. Piango ancora più forte guardando Greg impaurito, Martina che lo abbraccia e Vincent che si gode la scena da lontano con un sopracciglio alzato. Quel vigliacco! Mi aveva avvertita che lui avrebbe fatto del male a Raul, non che avrebbe mandato i suoi compagni a picchiarlo dato che non si vuole sporcare le mani. Questa è pura vigliaccheria. Sto quasi per raggiungere il mio ex per suonargliene di santa ragione, se non fosse per Marius che sta per colpire di nuovo il mio ragazzo.
Presa dalla rabbia e dalla volontà di proteggere l'amore della mia vita, il ragazzo che mi ha sempre aiutata, mi paro davanti la sua figura. Così che invece di colpire il mio protetto, la sua mano batte sulla mia faccia. Mi trema il labbro sentendo tutta la parte sinistra arrossarsi.
''Togliti'' mi grida dandomi di nuovo un'altra sberla e poi spingendomi indietro. Nell'esatto momento in cui cerco di mantenermi in equilibrio e non crollare a terra, Marius dà un pugno all'occhio di Raul. E' istantaneo e si sente il rumore del ferro dei suoi anelli con cui l'ha ferito. Il mio cuore scoppia in mille frammenti all'idea del fatto che tutto questo è accaduto per colpa mia. La persona più buona e bella del mondo è stata umiliata, ferita mentalmente, emotivamente e fisicamente dinanzi a tutti a causa mia. Se non vorrà più aver a che fare con me dopo questo, non mi stupisco. E così Vincent è riuscito a rovinarmi anche il presente a la cosa a cui più tengo. Ribollo di rabbia, perfino le palpebre dei miei occhi tremano. Quando il pugno di Marius si stacca dall'occhio di Raul mi avvicino immediatamente a lui.
''No, no, no, no'' pronuncio non riuscendo a capacitarmi. Voglio vedere la situazione in cui è stato ridotto per accertarmi che non sia nulla di grave. Il rischio maggiore è perdere la vista se ha danneggiato qualcosa interno. Non mi permette di dare un'occhiata perché si mantiene la parte indolenzita con tutte e due le mani. Non voglio neanche immaginare quanto possa far male in quella parte delicata.
''Siete contenti adesso? Siete fieri di aver fatto del male ad un innocente? Andate via! Lasciatemi per sempre in pace! Non ne posso più'' la mia voce graffiata fa indietreggiare tutti di un passo. Poco dopo vedo Marius raggiungere il suo gruppo che guarda curioso.
''Cosa avete da guardare? Ho detto di andarvene a fanculoo!'' e fanno come ordino. Quando finalmente dietro le nostre spalle non c'è più traccia di nessuno, mi concentro completamente su Raul. Stacca finalmente il palmo della mano dal suo occhio e noto un brutto livido gonfio e violaceo che mi fa trasalire. Impongo a Martina e Greg di andare immediatamente a prendere del ghiaccio nel bar più vicino che c'è. Continuo a piangere mentre prendo il suo viso tra le mani obbligandolo a guardarmi negli occhi. Una lacrima che si era depositata all'angolo del suo occhio adesso scivola giù; l'afferro con il pollice.
''Raul io..mi dispiace da morire..non posso credere che sia successo'' mi interrompo lasciando andare un singhiozzo. Il mio ragazzo ha ancora l'espressione tirata, ma piano piano si ammorbidisce.
''Scusami è tutta colpa mia, non dovevi finire in mezzo a questa storia che non ti riguarda. Temevo potesse accadere prima o poi. Mi sento la persona peggiore dell'universo, p-perché sei in questo stato e posso capire se deciderai di non frequentarmi più'' stringo forte la presa sulle sue mascelle.
''Ehi piccola non è colpa tua'' pronuncia questa piccola frase. Mi gira vorticosamente la testa perché sta talmente male che non riesce a dire di più. Voglio sapere all'istante cosa pensa e come si sente. Abbassa il capo non riuscendo a sorreggere il mio sguardo e fissa le sue scarpe bianche.
''Per favore, scusami, perdonami. Sei la persona a cui tengo di più ed hanno deciso bene di colpire te perché sanno che sei il mio punto debole. Sanno che io e te siamo la stessa cosa. Ti scongiuro dimmi come stai, ho bisogno di sapere'' lo supplico in preda alla disperazione vedendo da lontano Greg e Martina con una busta di ghiaccio in mano.
''Sono.. -ingoia la sua saliva- amareggiato, umiliato, perché mi hanno visto tutti, impotente perché non ho potuto fare nulla. Arrabbiato perché hanno messo le mani anche addosso a te; non capisco come ti sia saltato in mente, sul serio, non farlo mai più. Non ti doveva sfiorare nemmeno con un dito e invece..'' ascolto attentamente ogni parola e allo stesso tempo agguanto la busta del ghiaccio e cautamente l'appoggio sul bozzolo.
''Sono degli animali, come si sono permessi. Cazzo!'' si tira la base dei capelli.
''Sei sul serio più arrabbiato e preoccupato per me che per quello che ti hanno fatto?''
''Si, è ovvio, sei tutto quello che ho di più caro Amber'' mi sfiora delicatamente la guancia bagnata.
''Io comunque non mi pento di essermi messa in mezzo, avrei preferito prendessero me a schiaffi e pugni piuttosto che te. Specialmente perché il conto in sospeso lo hanno con la sottoscritta, tu non c'entri nulla''
Decidiamo comunque di andarcene in fretta di lì e durante il tragitto esponiamo tutti la nostra opinione. Senza rendercene conto siamo arrivati alla villetta delle rose -o almeno io così l'ho denominata-. Raul è stanco e ha bisogno di sedersi un attimo, dunque decidiamo di entrare. La nostalgia anche solo di toccare il ferro verde che caratterizza l'entrata o sentire l'odore delle rose, mi investe. Mesi fa se dovevo recarmi qui era soltanto per lo scopo di fare sesso con il mio ex, adesso invece è per medicare e tranquillizzare quello che al tempo era solo il mio migliore amico.
''E' questo il posto in cui ho perso la verginità'' sussurro al suo orecchio quando lo faccio sdraiare su di me. Annuisce non volendo sapere di più, ma è giusto così, adesso deve solo pensare a stare bene. Perciò che tampono sempre delicatamente il ghiaccio sulla sua ferita e di tanto in tanto guardo se si sta sgonfiando.
''Sei così bella mentre ti prendi cura di me, mi sembra di essere in paradiso ed essere coccolato da un angelo. Grazie per quello che stai facendo'' pronuncia dolcemente con gli occhioni luccicanti alzati verso il mio volto.
''Non devi ringraziarmi, la colpa è mia e devo rimediare. Tu invece mi sembri un bambino indifeso che osserva adorante la propria mammina. Ah no aspetta, tu lo sei!'' ridacchia senza scomporsi e continua a guardarmi. Gli accarezzo i capelli, la guancia, il braccio, è così morbido e profumato che mi viene voglia di mangiarlo. Fa le labbra a paperella, segno che vuole un bacio e sbatte le ciglia. Lo accontento stampandogli un bacio soffice sulle labbra carnose e screpolate.
''Siamo un perfetto disastro io e te'' sorrido nel bacio.
SPAZIO AUTRICE:
Ehi gente, sto facendo gli spazi autrice più spesso per cogliere ogni volta l'occasione di scusarmi. Come sapete non riesco ad aggiornare più frequentemente come prima. Per questo capitolo ammetto che vi ho fatto aspettare anche più del dovuto perché sono successe delle cose in famiglia che mi hanno un po' destabilizzata; adesso più o meno va meglio.
Comunque, come al solito fatemi sapere quali emozioni vi ho suscitato e se potete fatemi anche pubblicità. Ricordatevi che se ritardo con l'aggiornamento recupererò, non temete, non abbandonerò mai la storia. Grazie come sempre di tutto, baci!
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