Capitolo 12: Prima del concerto
Dopo che ebbi salutato le due donne e preso le chiavi della stanza feci un cenno ad Arséne che era rimasto in silenzio per tutto il tempo e insieme prendemmo le 4 valigie e ci incamminammo verso la camera numero 124, la raggiungemmo velocemente e una volta che fummo entrati e che Arséne ebbe appoggiato le sue valigie ai piedi della poltrona nel salottino disse
"Ora che si fa? "
Io che in quel momento avevo appena appoggiato le mie valigie vicino al caminetto dissi
"Innanzitutto io devo ripassare le canzoni per questa sera poi devo....."
"Un'attimo " pensai "Non posso dirgli che sono venuta in Europa come spia .... deve essere una missione segreta" perciò continuai dicendo
"Devo decidere cosa indossare questa sera e .......... siccome rimarremo qui in Inghilterra solo oggi e domani vorrei anche cercare Sherlock........ ti va di venire con me .......?"
Arséne disse
"Va bene ti lascerò da sola in modo che tu possa scegliere i vestiti e ripassare la canzoni ..... per quanto riquarda Sherlock ....... mentre tu stai qui io posso andare in giro da qualche mio conoscente a chiedere dove dovrebbe essere....... ma non ti prometto di avere risposte positive ....."
Io quando sentii che Arséne voleva aiutarmi a cercade Sherlock sorrisi e corsi ad abbracciarlo perché ero veramente contenta del fatto che mi aiutasse e un pochino sapevo che anche a lui era mancato e che quindi sarebbe stato felice di aiutarmi.
Arséne ricambiò l'abbraccio stringendomi a sé molto forte e dopo qualche secondo rimasti così lui sciolse l'abbraccio e dopo avermi fatto un cenno di saluto prese le sue valigie e andò nella sua stanza e così feci anche io; quando entrai nella mia stanza vidi che non era molto grande ma pensai che per i pochi oggetti che avevo sarebbe andata bene.
Così presi dalla valigia gli spartiti e cominciai a ripassare le canzoni anche se mi fu difficile restare concentrata perché stavo pensando a come sarebbe stato rincontrare Sherlock dopo tanti anni e soprattutto se anche lui come Arséne mi avrebbe perdonato .
A un certo punto sentii sbattere una porta e dopo che ebbi controllato che Arséne era uscito tornai nella mia stanza, tolsi dalla valigia la cartelletta con il caso in Boemia e lo lessi un'altra volta attentamente ma si vede che complici l'ansia per la sera e la speranza di ritrovare Sherlock non riuscì a capirne qualcosa in più rispetto ai giorni precedenti perciò rimisi nelle valigie gli spartiti e i moduli e incominciai a cercare qualcosa da indossare per la serata.
Siccome non ero una di quelle ragazze mie coetanee fissate con gli abiti, le scarpe e gli accessori non avevo in valigia molte cose e perciò alla fine decisi di indossare un abito molto simile a quello che avevo indossato in Francia solamente con le maniche lunghe invece che a tre quarti e di un colore diverso quindi non color celeste ma color verde scuro.
Sotto questo abito però indossai anche la tuta nera elasticizzata da spia dei servizi segreti americani perché credevo che probabilmente chiunque avesse rapito mia madre mi stesse tenendo d'occhio e credevo anche che le persone avrebbero deciso di farmi del male o di rapirmi in un momento dove io avrei abbassato la guardia come un concerto.
Dopo aver preso una borsetta bianca e aver indossato un cappottino anch'esso bianco andai nel salottino della stanza e scrissi un biglietto per Arséne che non era ancora tornato.
Caro Arséne,
Sono andata al teatro da sola perché tu non sei arrivato.
Ti aspetto a teatro nel mio camerino o nel palchetto seduto assieme a Mary ed Elizabeth.
Ciaooo
Dopo di che uscii dalla stanza, scesi le scale e arrivai fuori dall'albergo e siccome il teatro distava un po' dall'hotel feci chiamare una carrozza e proprio mentre aspettavo che essa arrivasse sentì dei passi che si stavano sempre più avvicinando ..........
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