Romani
Sul 510 ci sono le signore dei Parioli,
imbellettate e rifatte, sagge vipere del trantran cittadino
con il pan nel carrelletto, sottobraccio il barboncino.
Per San Lorenzo cantano e scribacchiano gli artisti in erba:
l'erba ce l'hanno sempre, l'arte mai pervenuta.
In Sapienza ci sono grandi ricerche, grandi professori, grandi manifestazioni
per un popolo piccolo aldilà della cinta.
Un barbone ubriaco mi importuna,
un ambulante sotto l'acquazzone spera che mi serva l'ombrello.
Passa l'auto blu del senatore, lui se ne sta al colle;
non si cura del barbone, non si cura del professore.
Ma chissà se all'imbrunire guarda anche lui il cupolone,
dopo una giornata di raglie e decreti,
chissà se ama la sua
Roma che accoglie tutti
ambulanti ed infami,
senza distinzione.
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