Capitolo 10
Marco era ancora incredulo e felice: era la prima volta che provava un'emozione così forte. Miriana gli era entrata dentro come un fulmine, ma anziché stravolgerlo, gli aveva al contrario ridato certezze, come una luce che illuminava il suo futuro, la sua strada... Una strada che avrebbe percorso insieme a lei, che gli aveva donato il suo cuore... Quel cuore che lui avrebbe custodito e protetto come la cosa più preziosa della sua vita...
Passarono alcune settimane indimenticabili, trascorrendo insieme gran parte del loro tempo. Nei fine settimana andavano fuori città, per evitare di incontrare qualcuno che avesse potuto riconoscerli. Era così divertente fare scorribande con la moto: a lei sembrava di volare più in alto del cielo e lui credeva di essere ritornato di nuovo un ragazzino.
Il fatto di essere un'alunna e un insegnante non li preoccupava più minimamente, anche se a scuola dovevano fingere che tra loro non ci fosse niente.
Nemmeno la loro differenza d'età rappresentava un problema.
Quando erano insieme esistevano solo loro due: dimenticavano tutto e tra loro non parlavano mai di scuola, come se le loro vite avessero due tracce separate.
Tutto questo però fino al giorno in cui lei seppe il risultato di una verifica di matematica: aveva avuto un 6, quando di solito aveva la media dell'8.
Quando uscì da scuola Miriana piombò a casa di Marco arrabbiatissima.
- Ti sembra il voto da mettermi? - lo aggredì.
- Hai avuto il voto che ti meritavi! Credevi che ti avrei messo un voto alto per quello che c'è tra noi? – le spiegò Marco rivestendo il ruolo di insegnante.
Miriana non si era mai sentita così mortificata e delusa da lui, soprattutto così inaspettatamente: fino ad un attimo prima, tra loro era andato sempre tutto bene.
- Non ho mai preteso niente del genere da te, ma questo voto mi sembra molto basso rispetto a quello che mi aspettavo. Mi rovini la media: tra qualche mese avrò gli esami! E poi vorrei sapere per quale motivo non mi hai ancora interrogato... hai forse paura che qualcuno scopra che sono la tua cocchina? Hai paura! Ti si legge in faccia!
Lui allora abbassò la testa. Era inutile negarlo: quando erano in classe non era facile per lui. Pensava di non riuscire a fingere e così stava rimandando il più possibile.
In fondo aveva sempre avuto paura che qualcosa potesse venire a galla.
- Hai ragione, ma mi è così difficile rimanere imparziale. Tu al posto mio cosa avresti fatto?
Miriana s'intenerì a quella facile resa. Dopo averlo guardato negli occhi, si rese conto di quanto lui fosse combattuto tra il ruolo di educatore e quello di innamorato.
- No, hai ragione tu! Forse in quest'ultimo periodo ho studiato di meno. Nel mio compito c'erano molti errori! Non pensiamoci più, va bene?
- Vieni qui! - le sussurrò Marco tendendole le braccia e quando lei l'abbracciò, la riempì di baci e le disse per la prima volta: - Ti amo, piccola!
Quelle poche parole risuonarono come la frase di un incantesimo e come per magia dimenticarono chi fossero e il breve litigio di poco prima.
Un attimo dopo senza sapere come, si persero ognuno negli occhi dell'altro e la profezia che Marco le aveva sussurrato in macchina quel primo giorno, si stava per avverare. Non avrebbero mai dimenticato quel momento per tutta la loro vita!
Quando lui si chinò su di lei per sbottonarle la camicia le lesse negli occhi un attimo di esitazione.
- È la prima volta? - le chiese, ma lei non ebbe il coraggio di rispondergli e chiuse gli occhi per l'imbarazzo.
Miriana non avrebbe mai ammesso di essere ancora vergine, ma non era difficile capirlo. Lui la strinse a sé e le dette un lungo e tenero bacio.
- Non posso farlo! Non sarebbe giusto! - disse alzandosi di colpo - se solo tu fossi più grande!
Anche lei si alzò dal letto, come se avesse ricevuto l'umiliazione più grande della sua vita.
- Quando finirai di trattarmi come una ragazzina? - gli gridò e prima che le lacrime le sgorgassero dagli occhi uscì di corsa e sbatté la porta dell'appartamento più forte che poté.
Per tutto il giorno non si videro, né si telefonarono. Miriana era combattuta con se stessa. Forse aveva ragione Marco: non era sicura di volerlo fare e forse lei voleva solo dimostrargli di essere grande abbastanza.
In preda alla confusione, chiamò la sua amica Barbara a cui ancora non aveva detto nulla di lui.
Appena le raccontò di Marco, lei si arrabbiò per non avergliene parlato sin dall'inizio: era la sua migliore amica.
- Aspettavo a dirtelo proprio perché sapevo che avresti reagito così! Non sei mia madre! – si giustificò Miriana.
- Se lo scopre tuo padre, andrà su tutte le furie. Lo sai che mi ha chiamata un po' di tempo fa per chiedermi se stavi frequentando qualcuno?
- Volevo solo un consiglio da te e tu invece ti comporti così... e non ti azzardare a dirlo a mio padre!
Barbara cercò di calmarsi e di spiegarle le sue ragioni, dicendole anche che Tonio si era rivelato soltanto un playboy.
- Ma lui non è Tonio! Solo perché è andata male a te, non significa che debba andar male anche a me con Marco: sono diversi anche se sono amici!
- Miriana, apri gli occhi! Il principe azzurro non esiste: per gli uomini esiste solo il sesso.
- Tu non sai proprio niente! Noi non l'abbiamo ancora fatto...
Alla fine, Barbara si convinse, ma cercò tuttavia di metterla in guardia: - Comunque stai attenta, ok? Infondo non vi conoscete ancora bene! - concluse.
Miriana dopo aver meditato un po', decise di andare da Marco per chiedergli scusa e così si avviò verso casa sua.
Quando svoltò nella sua via, vide Marco arrivare dalla parte opposta a bordo della sua moto. Stava per corrergli incontro, quando notò davanti al cancello di casa sua una ragazza dai capelli biondi che gli gridò qualcosa slanciandosi verso di lui. Non ebbe il tempo di guardare lei in faccia, ma era sicurissima che lui fosse Marco, così fece in modo di non farsi vedere.
Entrambi esplosero in risa di gioia e lui abbracciò la biondina sollevandola da terra e baciandola. Miriana non volle vedere altro, così si volse e andò via disperata, mentre già le lacrime incominciavano a solcarle le guance.
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