Capitolo 48
ULTIMO CAPITOLO
Finalmente eccolo qua! Sappiamo che lo stavate aspettando da molto, ma purtroppo siamo state impegnatissime, quindi scusateci per la lunga e snervante attesa. Vi vogliamo ricordare anche, che dopo questo capitolo c'è ancora l'epilogo e poi il sequel, Chaotic, che noi tradurremo.
Buona lettura! x
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Corremmo attraverso il vento rimbombante, nel modo in cui gli adolescenti problematici correvano nelle notti estive. Non stavamo correndo per paura o per evitare dolore o per la libertà; eravamo già liberi. Stavamo correndo perché nient'altro sembrava essere abbastanza da sprigionare il nostro folle entusiasmo.
L'erba ghiacciata scricchiolava sotto i miei piedi e il vento soffiava nelle mie orecchie per la prima volta dopo mesi. Allungai le mie braccia per sentire le foglie degli alberi sfiorarmi le dita, dando il benvenuto al freddo gelido dell'inverno sulla mia pelle bagnata.
Harry era proprio accanto a me, ridendo e urlando follemente. "Wooohoo!" Con un ruggito più rumoroso del vento.
Mi sentivo come se avessi appena fatto uno scherzo al mio professore di liceo, stordita dalla corsa.
Così tanti mesi rinchiusi in cella, così tanti mesi detenuti in un edificio soffocante, così tanti mesi trascorsi in delle mura grigie e tristi. Ma ora eravamo liberi, e c'erano i colori, la luce e c'eravamo noi due, ridendo, urlando e correndo attraverso il vento.
La polizia aveva probabilmente già iniziato la sua caccia, la Signora Hellman avrebbe già potuto aver trovato il corpo di suo figlio, e chi poteva sapere dove quella donna disgustosa e dalle gambe mostruose si stesse nascondendo. Ma in questo momento, niente di tutto ciò importava.
In questo momento, noi eravamo invincibili. Eravamo liberi.
"Cazzo, siamo appena fuggiti da un manicomio!" Urlò Harry quando fummo abbastanza lontani da non essere sentiti. "Ce l'abbiamo fatta Rose!"
Non avevo delle parole da dire così gettai la testa all'indietro in una risata urlante. Questo fece soltanto accrescere il sorriso di Harry, le fossette sporgenti sulle sue guance e, in questo momento, mi ricordai di quanto lo amassi.
C'erano ancora delle domande senza risposta, e c'era ancora una sorta di mistero attorno ad Harry. C'erano delle cose che avrebbe dovuto dirmi per mettere a tacere le mie teorie e le mie possibili spiegazioni. Ma mi fidavo comunque di lui con tutta me stessa. Sarebbe stato folle non farlo dopo tutto quello che aveva affrontato a spese mie, dopo tutto quello che aveva fatto. Ed ero contenta di aver incontrato lui in quel posto orribile; non avrei potuto chiedere nessun altro.
Era comunque folle pensare a come fosse andato a finire il mio lavoro al Wickendale; correre nei boschi con Harry. Evadere. Questa parola non aveva mai attraversato la mia mente. Ogni giorno uscivo dal Wickendale, dopo il mio turno. Era una cosa normale. Tutti lo facevano, tutti avevano un lavoro, e il mio era semplicemente uno come tanti. Solo che era finito in un disastro. In qualche modo, dopo aver conosciuto Harry, ero riuscita a finire in un istituto mentale, e a fuggire nel giro di pochi mesi. Se non avessi incontrato Harry, forse, nessuna di queste cose sarebbe successa. Forse lui aveva trasformato la mia vita in un completo disastro. Ma anche se questo fosse vero, ne ero grata; lui era diventato l'errore migliore che io avessi mai potuto fare.
Mi immaginai l'orribile faccia della me precedente, inorridita per aver pensato certe cose su Harry. Quando avevo fatto la domanda per quel lavoro, non avevo idea a cosa stessi andando in contro. E il giorno in cui lo avevo incontrato, non avevo idea in cosa mi stessi cacciando. L'avevo odiato all'inizio, avevo avuto paura mentre mi imbarazzavo sotto il suo sguardo e mentre il mio stomaco faceva le giravolte quando mi balenava con un sorriso infame. Sapevo che lui era diverso, sapevo che sarei stata più interessata in lui che negli altri pazienti. Ma mai, in mille vite, mi sarei immaginata tutto questo. Mai avrei immaginato di fuggire con questo ragazzo imprevedibile, affascinante, forse pazzo ma incredibilmente premuroso.
Mi sarei dovuta preoccupare del fatto che non avessimo un luogo in cui andare, e che non sapessimo cosa fare dopo, ma in questo momento, mi andava stranamente bene.
HARRY'S POV
Questa era la seconda volta che andavo via dal Wickendale, ma la mia prima fuga. E, oh Dio, fuggire era molto più appagante. Era così fottutamente stimolante; aveva ripristinato un senso di potere dentro di me che non sapevo avessi perso. Eravamo fottutamente inarrestabili.
E corremmo per quel che sembrò circa un'ora, fino a che la nostra adrenalina ci permise di rallentare e prendere fiato. Il nostro scatto impetuoso divenne una corsa, e il bruciore alle gambe e ai polmoni richiesero la mia attenzione, ma non potevo e non volevo fermarmi. Dovevamo creare più distanza possibile tra noi e quel posto.
"Dovremmo probabilmente deviare di un po' il nostro percorso," boccheggiai, cercando di sopprime un sorriso, ma fallendo. Non riuscivo ancora a crederci che avesse tutto funzionato. "Ci troveranno se continuamo ad andare dritto."
"Sì," concordò Rose, ugualmente senza fiato.
La nostra velocità era diminuita notevolmente, entrambi stavamo camminando, decidendo quale direzione intraprendere.
Anzi era Rose a decidere, la mia mentre non stava pensando a cose riguardanti la direzione. Stavo guardando lei, i suoi capelli neri e le sue labbra rosse sulla sua pelle pallida e il modo in cui i suoi occhi blu-verdi si distinguevano alla luce solare sotto quelle ciglia lunghe. Nell'emozione e nell'agitazione per la fuga, avevo quasi dimenticato il fatto che fossi fuggito con lei. E a partire da ora, non eravamo sorvegliati da nessuna guardia e non eravamo bloccati da nessuna sbarra metallica.
"Pensi che loro abbiano già-" iniziò, ma venne interrotta quando la spinsi di schiena contro un albero.
Le mie labbra trovarono le sue e inghiottii le sue parole prima che avesse potuto dirle, le mie mani automaticamente andarono sui suoi fianchi.
"Harry!" Rise in protesta, ma continuò a baciarmi mentre sentivo le sue dita infilarsi tra i miei capelli.
Non avevo nessun potere contro il sorriso gioioso che stava minacciando di spuntare sulle mie labbra, e neanche Rose sembrò riuscire a sopprimere il suo. E come potete immaginare, non aver il controllo delle vostre labbra può rendere delle attività, come quella del baciarsi, un tantino difficile, ma in qualche modo, attraverso i nostri sorrisi e risate, ci riuscimmo. Non era sexy ed era per lo più denti e lingua ed era sdolcinato ma era comunque perfetto.
Alla fine mi allontanai per prendere fiato e Rose poggiò la sua fronte contro la mia. Ma solo per un paio di secondi, poiché dopo la avvolsi nelle mie braccia e la strinsi contro il mio petto. I miei occhi si chiusero e approfittai di questo momento per non pensare, per non pianificare la mia prossima mossa, ma soltanto stare qui con la felicità che condividevo insieme a Rose. Finalmente qualcosa era andato nel verso giusto.
"Dai," ghignai, forzandomi ad allontanarla. Non importava quanto disperatamente avessi voluto rimanere lì in quel momento, sapevo che saremmo potuti essere scoperti. "Dovremmo andare da questa parte," dissi, indicando la sinistra.
"Okay," concordò Rose, guardandomi con fiducia.
Pregai soltanto che questa direzione ci avesse diretti da qualche parte. . . sicura. Ad essere onesto, non sapevo esattamente dove cavolo stessimo andando. Per ora, l'unica destinazione era qualche parte molto lontana. Se fossimo riusciti a creare molta distanza tra noi e quel posto, sarei stato felice.
Così questo fu ciò che cercammo di fare, correndo con un ritmo costante finché non trovammo qualcosa di diverso rispetto al verde dei fitti boschi. Per minuti interminabili avevamo insistito, continuando a correre. Dopo un po' rimanemmo troppo senza fiato per continuare a parlare così corremmo in un silenzio confortevole. Proseguimmo fino a che il sole non tramontò dietro agli alberi e il Wickendale non sembrò un lontano ricordo, come se fossimo fuggiti giorni fa ed oggi non avessimo fatto altro che correre.
Dopo qualche ora, dopo che Rose si era stancata e i miei polmoni ne avevano avuto abbastanza, ci fu un cambiamento. Gli alberi infiniti e troppo familiari, divennero più sottili. C'era qualcosa in fondo alla mia vista, qualcosa che non era più foresta ma qualcosa in cemento.
"Cazzo, finalmente," ansimai attraverso i miei respiri irregolari.
"Cos-" disse Rose, facendo entrare dell'aria nei suoi polmoni. "Cos'è?"
Il nostro ritmò diminuì fino a diventare simile a quello di una passeggiata. Mentre i boschi sparivano, intravidi una costruzione tozza circondata da un parcheggio e disseminata da ciò che sembravano essere delle pompe di benzina.
"Distributore di benzina," dissi.
"Dovremmo fermarci?" Chiese Rose.
Ero sul punto di rifiutare questo suggerimento, dal momento che avevamo tutti i rifornimenti necessari nelle nostre borse, ma non lo feci.
"Sì, c'è qualcosa che voglio prendere," dissi.
E poi, ancora nascosto dietro le ombre degli alberi, sbottonai i bottoni della mia orrenda uniforme blu. La lasciai cadere dalla mia schiena ed uscii fuori dal ruvido tessuto.
Non riuscii a sopprimere il sorriso sulle mie labbra quando vidi Rose guardarmi dalla punta dell'occhio, sembrando godere la mancanza di vestiti.
Presi i vestiti nella mia borsa che Kelsey e Rose avevano recuperato, afferrando una semplice t-shirt bianca. Avevo solo i miei boxer, e Rose scrutò il mio corpo, pensando che io non me ne fossi accorto.
"Vedrai di più di quello che stai vedendo ora più tardi, piccola," la presi in giro mentre misi la maglia sulla mia testa.
Infilai dentro le braccia e intravidi un assaggio di imbarazzo nei lineamenti di Rose, ma si riprese velocemente. "Per quel che ho visto finora, non mi sembra un granché," replicò.
Risi, i miei occhi si corrugarono ai lati. Eravamo fuggiti solo da poche ore dal Wickendale, ma avevo riso più di quanto non lo avessi mai fatto durante tutto il mio tempo in quell'edificio.
Mi infilai i semplici jeans blu che mi stavano meglio di quanto mi stessi aspettando, amando la sensazione di vestiti puliti sulla mia pelle, il tessuto non era ruvido come quello della mia uniforme. Avevo finito di cambiarmi, giusto in tempo per vedere Rose, lontana da me e dietro uno spesso albero, togliersi la sua uniforme.
Li indossò troppo presto, prima il jeans e dopo la camicia, ma non prima che io riuscissi a dare un'occhiata al suo sedere e alle sue meravigliose curve.
Si girò e infilò la sua uniforme nella borsa. Una volta chiusa la cerniera, se la mise sulle spalle e si alzò, i suoi occhi si spalancarono quando mi colse a guardarla.
"Cosa?" Chiese.
Sapeva fottutatemente ed esattamente cosa. Scossi la testa alla sua innocente espressione, afferrando la mia borsa. "Niente," dissi con un sorriso divertito.
Poi cominciai a camminare per la piccola salita che portava verso il negozio. Non era possibile che si fosse già sparsa la voce sulla nostra fuga, così gli impiegati non avrebbero dovuto sospettare nulla. Ma nonostante ciò, un po' per sembrare più casual e un po' perché lo volevo, afferrai la mano di Rose ed intrecciai le nostre dita.
Con le borse sulle nostre spalle, sembravamo dei turisti di passaggio. Alcune persone stavano facendo benzina, altre stavano entrando nel negozio, ma nessuno immaginò che noi fossimo appena evasi da un istituto mentale. Ma ogni sguardo che si posava su di me o su Rose, mi rendeva un po' nervoso.
Tuttavia, non lo diedi a vedere, come sempre. Non ero esattamente spaventato quindi non era difficile fingere; ero solo preoccupato all'idea di tornare in quel posto.
Aprii la porta mentre il suono del campanello risuonava nella stanza. Mi ritrovai davanti a scaffali pieni di caramelle e patatine, cose che non esistevano al Wickendale.
"Prendi tutto ciò che vuoi," dissi a Rose.
Sorrise con entusiasmo, lasciando andare via la mia mano per esaminare gli snack. E sì, sapevo che non fosse intelligente mandare all'aria la nostra piccola e preziosa somma di denaro, ma chiunque altro, rinchiuso con il cibo del Wickendale, avrebbe fatto la stessa cosa.
Afferrai golosamente una barretta di cioccolata Cadbury e una Coca Cola, e fu difficile fermarmi. Volevo davvero farlo per altre tre volte.
Rose mi incontrò alla cassa, i soldi già fuori dalla sua borsa. Il suo sorriso stordito si abbinò al mio mentre guardavamo una caramella, e sapevo che, se il cassiere non lo avesse capito prima che noi fossimo pazzi, ora lo aveva capito eccome.
"Oh, aspetta," dissi, girandomi velocemente per andare verso uno degli scaffali.
I miei occhi lo analizzarono probabilmente per la cosa più importante che avessimo potuto comprare; preservativi.
Quanto tornai indietro e li poggiai sul bancone, le guance di Rose avvamparono, ma non protestò.
"Due pounds," disse l'uomo con una voce monotona e annoiata. Rose gli porse i soldi e lo ringraziò velocemente.
Dopo uscimmo fuori dal negozio, desiderosi di aprire i nostri snack.
Sembravamo due bambini la mattina di Natale.
"Andiamo," dissi mentre strappavo l'involucro della cioccolata. "Mangiamo mentre camminiamo, dobbiamo continuare a muoverci."
"Dobbiamo anche riposare," disse Rose, ma mi seguì di nuovo verso i boschi. "Dove dormiremo?"
"Non so," sospirai. "Se non troviamo niente prima che faccia buio, suppongo che dormiremo a terra."
"Per me va bene; sceglierei sempre il pavimento invece che uno dei materassi del Wickendale."
"Shh," la sgridai. "Da ora in poi non ci è più consentito parlare di quella merda. Per quanto ne so io, non siamo mai stati in un manicomio. Siamo solo due turisti che stanno facendo una passeggiata nel bosco."
"Giusto," concordò Rose. "Dovremmo avere dei nomi falsi? O dovremmo tagliarci i capelli o cose del genere?"
Ridacchiai. "Preoccupiamoci prima di trovare un posto per dormire."
Rose annuì, aprendo il pacchetto di patatine che aveva comprato. Seguii il suo esempio e affondai i miei denti nel cioccolato fondente e - Oh Dio. Oh sì.
"Cazzo, è buona," dissi con un pezzo in bocca.
Era uguale a quella che Rose mi aveva portato in istituto, dopo che l'avevo battuta a quel cazzo di gioco, Clue. Ma questa volta, per qualche strana ragione, il sapore era molto più buono. Era diverso, persino strano, qualcosa di molto più gustoso dopo aver passato mesi a mangiare cibo schifoso. Era incredibilmente dolce e morbida, come sarebbe dovuto essere il cibo vero. Oh mio Dio.
Dal modo in cui anche gli occhi di Rose si chiusero e dopo si aprirono di nuovo, per divorare le altre cose nella borsa, riuscii a capire che stesse pensando la stessa cosa. "È così buona," gemette letteralmente mentre si abbuffava.
"Mmhmmmm," mormorai, leccando pigramente i resti sulle mie labbra.
Continuammo a mangiare, e diedi a Rose un pezzo di cioccolata mentre lei condivise un po' delle sue patatine. La passeggiata diminuì lo stress nella mia mente e mi lasciò in uno stato di intontimento. Volevo soltanto sedermi, parlare e goderci il nostro cibo e le nostre bevande sotto il cielo scuro. Ma invece, continuammo a camminare attraverso il bosco, torcendo e girando i nostri piedi per rendere più difficile trovarci. Sapevamo entrambi che dovevamo allontanarci ancora di più; dovevamo lasciarci dietro di noi le nostre paure, i brutti ricordi e le preoccupazioni.
In questo momento si erano sicuramente accorti che fossimo fuggiti dall'istituto. Forse ci stavano già cercando in questo preciso istante, oltre il fiume e tra i boschi. Forse avevano già camminato a lungo e non erano molto lontani da noi. Ma forse, solo forse, eravamo al sicuro per un po'. Forse avevamo ottenuto oro con la nostra fuga e avremmo potuto sfruttare le nostre ricchezze almeno per un po'.
Così, per sicurezza, continuammo a proseguire. La luna era salita in cielo ed alcune stelle erano comparse tra le nuvole; la notte si stava avvicinando rapidamente.
"Dico di proseguire solo per altri dieci minuti," parlò Rose.
Ma c'era qualcosa nella sua voce, che prima non c'era. Qualcosa che era difficile da interpretare, ma lo notai comunque.
"Okay," concordai.
La guardai attentamente, cercando di osservare cosa fosse cambiato. I suoi occhi erano scagliati da un'ombra e le sue labbra erano leggermente socchiuse come se fosse spaventata.
"A cosa stai pensando?"
"A nulla," rispose semplicemente, cercando di giustificare la mia domanda.
"Dimmelo."
Era inutile cercare di evitare la domanda; sapeva che non mi sarei arreso.
"Io -" iniziò con un respiro tremante. "Non lo so. È una cosa stupida, davvero."
"Non mi importa, Rose. Voglio sapere," dissi.
"Okay. È solo che. . . lo vedo ancora, Harry. So che dovrei soltanto essere felice che siamo liberi e che dovrei smettere di preoccuparmi ma. . . Dio, non riesco a togliermelo dalla testa. Più buio diventa più inizio a preoccuparmi di venire scoperti. Ogni ombra è James o Norman o quella donna nel tunnel. Ogni singolo suono che sento mi sembra quello delle guardie o della polizia che ci aspetta per trascinarci di nuovo in cella. Ogni movimento è qualcosa di orribile pronto a mandare tutto all'aria. Ho la brutta sensazione che la polizia ci circonderà domani mattina e saremo trascinati di nuovo lì."
Il leggero tremolio della sua voce mi costrinse a stringerle la mano mentre finiva di parlare. "Pensavo che non avessi dovuto più preoccuparmi una volta liberi," disse scuotendo la testa. "Ma invece no, io ho paura."
"Va tutto bene, Rose," dissi dolcemente. "Vieni qui."
Avvolsi un braccio attorno le sue spalle, avvicinandola a me. "Non lascerò che ci accada qualcosa."
Avevo pianificato di dire altro, di rispondere con una serie di parole che avrebbero dovuto calmare i suoi nervi e spazzare via le sue preoccupazioni. Ma smisi di parlare, e anche lei, non appena il bosco si aprì un po' e, nel bel mezzo di una piccola radura, apparve una vecchia baracca; io e Rose ci fermammo immediatamente.
Non era proprio una baracca ma era una specie di magazzino, costruito da delle aste di legno duro. C'era un buco piuttosto grande in un punto sulle mura e la vernice color rosso scuro era per lo più consumata. Dei vigneti erano cresciuti attorno le mura e nelle fessure. Era stata abbandonata da molto, rimanendo nella periferia della città mentre la foresta cresceva attorno ad essa.
Solo per il suo aspetto si poteva dire che fosse piena di topi, ragni e altri particolari spiacevoli.
"Beh, abbiamo trovato il posto in cui passare la notte," dissi.
Meglio essere nascosti in questa casa abbandonata che esposti nel mezzo della foresta. Avremmo dovuto davvero continuare a camminare, e se ne fossimo stati in grado lo avremmo fatto. Ma il lungo viaggio a piedi ci aveva sfiniti. I miei piedi facevano fottutamente male, il mio corpo era stanco, e i miei polmoni neri imploravano per un po' d'aria fresca e per una sigaretta.
Anche Rose sembrava super esausta, con delle leggere occhiaie sotto i suoi occhi. Fece dei respiri profondi e si diresse letargicamente verso il buco sulle parete. Avevamo assolutamente bisogno di riposarci, e probabilmente non saremmo riusciti a trovare un altro posto come questo.
Così entrammo dalla parte sinistra della casa, nell'oscurità dello spazio aperto. Era vuoto all'interno, l'aria attorno a noi faceva sembrare la stanza enorme. Rimossi la borsa dalla mia schiena per cercare una torcia. Dopo aver rovistato un po', le mie mani trovarono l'oggetto e lo tirai fuori, cliccando l'interruttore per visualizzare la stanza.
Era abbastanza grande, la pittura era consumata, proprio come quella di fuori. Non c'era un granché da guardare; alcuni topi, ragnatele, polvere, alcuni involucri alimentari e del pavimento che era intatto solo in metà casa. Il resto era caratterizzato da del legno frastagliato fino a diventare solo terreno.
Non volevo dormire in questa schifezza e sapevo che nemmeno Rose lo voleva, così ci mettemmo all'opera. Cacciai via i topi dall'angolo della stanza, un compito difficile. Rose stava crollando al posto mio e non era molto d'aiuto, mentre io correvo come un idiota.
Ma alla fine, riuscii a cacciarli tutti ed ero ancora più stanco di prima. Rose iniziò davvero ad aiutare, distendendo le nostre lenzuola sulla parte del pavimento ancora intatta. Andò anche in giro a raccogliere l'immondizia, disseminata a terra, buttandone un po' fuori.
Poi, raccolse anche un po' di legna sparsa casualmente a terra, lanciandola a me. L'accatastai al centro di uno spazio libero, dove non c'era il pavimento, usando il mio accendino per accendere la legna.
Una volta che il nostro tetto temporaneo per la notte fu qualcosa di simile all'aggettivo accettabile, mi sistemai a terra, vicino al fuoco. Prima, non avevo fatto caso a quanto mi facessero male i piedi, ma solo ora che non stavo più camminando il dolore si abbatté su di essi, insieme al sollievo di stare finalmente seduti, dopo una corsa eterna.
Mentre io mi sistemavo, Rose gettò un'ultima confezione fuori dalla casa, spolverandosi le mani. Dopo si girò e si unì a me vicino al fuoco, sedendosi a terra e appoggiando le sue mani all'indietro per sostenersi. Ero seduto allo stesso modo, così fu facile per lei piegare la testa e poggiarla sulla mia spalla.
Restammo seduti in silenzio per un po', godendoci la serata e la nostra presenza. Ma dopo aver sentito lo scoppiettio del legno ardente e dopo aver visto le macchie bianche su di esso, parlai.
"Sai che ti terrò al sicuro, vero?" Le chiesi a bassa voce.
Ripensai alla nostra precedente conversazione sulle paure antagoniste che la spaventavano ancora. Era esattamente ciò che mi preoccupava sarebbe successo; che gli orrori del Wickendale ci avrebbero seguiti fin qui anche dopo essere evasi.
Ci pensò su per un momento, il crepitio del fuoco era l'unico rumore nella casa. Ma alla fine, sussurrò dolcemente, "Sì."
"Senti, lo so che questa è una situazione del cazzo ," sospirai. Ero in estasi per essere fuggiti, ma nel bagliore del fuoco la verità mi travolse; non avevamo idea di ciò che stessimo facendo. "Nessuno di noi due sa dove stiamo andando, abbiamo a malapena del denaro, e a malapena dei vestiti." Scossi la testa, tutto ad un tratto provai un senso di colpa. "Non potrai più tornare al tuo appartamento o dalla tua famiglia. Merda, non hai nemmeno niente che ti appartenga. Non hai niente, Rose, e so che questo fa fottutamente schifo e mi dispiace."
Sapevo che queste parole non stavano aiutando la situazione ma non riuscivo a fermarmi. Non avevo realizzato, se non ora, che era colpa mia se Rose fosse finita qui. Pensavo di essere una specie di eroe per essere riusciti a fuggire dal Wickendale, ma ero stato io a farla finire in un manicomio, e avevo bisogno di ammetterlo.
"Ma hai me," dissi, girandomi per guardare nei suoi profondi occhi blu-verdi. "Avrai sempre me, Rose. E farò tutto il possibile per far sì che questo sia abbastanza."
Non appena le parole uscirono fuori, mi stava già baciando. Le sue braccia erano avvolte attorno al mio collo e le sue labbra rosse e carnose toccarono le mie, facendo evaporare via il senso di colpa che avevo provato nella bocca dello stomaco.
Si allontanò troppo presto, poggiando la sua fronte sulla mia nel modo in cui faceva sempre. "Sei già più che abbastanza, Harry." I suoi vicini sussurri scatenarono delle farfalle nel mio stomaco, come se fossi fottutamente in quinta elementare. "E perché sembra che tu ti stia scusando?"
"Perché," sospirai. "Se non fosse stato per me, niente di tutto ciò sarebbe successo. Saresti tornata al tuo appartamento per dormire in questo momento, non qui come una dannata fuggitiva per il resto della tua vita. Non saresti in questa merda se non mi avessi conosciuto."
E allora mi guardò attraverso le sue lunghe ciglia, i suoi occhi luccicavano nella luce del fuoco. Con la sua bellissima e dolce voce, ripeté le mie parole dette un'eternità fa, un sorriso si stava formando sulle sue labbra.
"Lo farei di nuovo."
La amavo. Dio, se ero innamorato di Rose Winters.
La baciai di nuovo, passionalmente, come tutti i nostri baci, ma questa volta fu diverso. Questa volta percepii ogni piccolo movimento delle sue labbra, il modo in cui la sua lingua si muoveva insieme alla mia, il modo in cui le sue mani tiravano i miei capelli.
Le mie mani erano sui suoi fianchi, e riuscivo a sentire il calore del suo corpo attraverso il sottile tessuto della sua camicetta. Ma dopo, feci gentilmente scivolare le mie mani dietro di lei, le dita scesero fino al suo posteriore poi su sulle sue cosce. Le afferrai e la guidai a mettere le sue gambe a cavalcioni attorno la mia vita mentre io mi sedevo diritto, usando una mano per sostenermi. Rose era seduta in modo tale da essere premuta su di me, entrambe le sue ginocchia toccavano il pavimento accanto ai miei fianchi. Le sue dita stringevano ancora i miei capelli e le sue labbra stavano ancora accarezzando le mie. Era tutto così perfetto, solo io e Rose, che ci baciavamo senza distrazioni o complicazioni.
Approfondii il bacio e divorai le sue labbra. E senza ulteriori indicazioni da parte delle mie mani, delicatamente all'inizio, iniziò a muovere i suoi fianchi contro i miei.
Cazzo.
Gemetti mentre ruotava su di me. Colsi l'opportunità per avvicinare le mia labbra al suo collo per lasciarvi dei baci. E poi ancora, e ancora, fino a che non baciai tutta la sua pelle morbida. Fu quando le mie labbra succhiarono la sua clavicola che un sussultò sfuggì dalla sua bocca, e strinse ancora più forte la presa sui miei capelli.
"Mmmm," mormorai.
Mi sistemai meglio, liberando entrambe le mie mani per toccarla. Raggiunsi felicemente l'orlo della sua maglietta. Vi infilai le mie mani e le lasciai toccare la sua delicata e calda pelle. Sollevai la sua maglia sulla sua testa così che il suo reggiseno nero fosse visibile. Fece la stessa cosa togliendo la mia maglia ma prima fece indugiare le sue mani sulla pelle del mio torso. La lanciò di lato, unendosi al mucchio.
Dovevamo spostarci dal terreno sporco e allontanarci dal fuoco. Strinsi una coscia in una mano e feci lo stesso con l'altra, e senza avvisare, mi alzai da terra, portandola via con me. Rise con sorpresa, le sue mani avvolsero il mio collo mentre mi dirigevo verso il letto improvvisato. Ma prima di distenderla, mi diressi contro la parete, usandola per far sì che le sue gambe fossero avvolte attorno la mia vita. Feci scivolare le mie mani lungo il suo sedere, pizzicandolo mentre lei si lasciava sfuggire un gemito.
"Cazzo, Rose," dissi senza fiato. "Volevo toccarti da così tanto tempo."
La feci poggiare sui suoi piedi per un momento, così da poter usare entrambe le mani per raggiungere i bottoni dei suo jeans. Li sbottonai uno alla volta, stuzzicandola intenzionalmente con i movimenti delle mie dita. Li abbassai lentamente lungo i suoi fianchi, lasciando che il mio dito indugiasse sulle sue mutandine. Mugolò, il suo petto si alzava e abbassava più velocemente di prima.
Dopo che uscì fuori dai jeans, era rimasta solo con la biancheria intima. Feci un piccolo passo indietro solo per poterla guardarla bene.
Era mozzafiato, davvero. La sua pelle era perfetta, bella, delicata e soffice. I suoi capelli neri scendevano su di essa in delle onde, e le sue labbra rosso ciliegia e i suoi grandi occhi mi mettevano in soggezione.
"Sei bellissima," sussurrai, premendo le mie labbra sulle sue.
Ricambiò il bacio ardentemente, entrambi non riuscivamo a tenere le mani al posto. Lo adoravo, adoravo il modo in cui i nostri baci in qualche modo sembravano essere così passionali e il modo in cui era tutto così semplice con lei. Ma questa volta, fu lei ad allontanarsi per baciarmi sul collo, le sue labbra si incresparono mentre si muovevano lungo la mia pelle.
"Cazzo, Rose," boccheggiai. "Permettimi di fare l'amore con te."
Annuì, sembrando desiderosa quanto me. "Ti prego," implorò quasi.
Accontentai il suo desiderio e avvolsi di nuovo le sue gambe attorno la mia vita, portandola sul nostro 'letto.'
ROSE'S POV
Le mani grandi e forti di Harry strinsero le mie cosce mentre mi trascinava verso le coperte che avevo steso sul pavimento. I suoi capelli erano già scompigliati e le sue labbra carnose erano lievemente gonfie, e sapevo che lo volevo proprio come, se non di più, lui voleva me.
Tutto questo ci era sempre stato vietato prima, quindi, anche ad ogni suo più piccolo movimento, mi contorcevo. Solo il modo in cui i suoi occhi oscuri esploravano il mio corpo faceva martellare il mio cuore contro il petto.
Mi aspettavo di essere tesa o nervosa, ma non lo ero affatto. Ero completamente pronta a concedermi a lui. Avevamo entrambi aspettato a lungo ed ero grata di poter stare finalmente con lui in questo modo.
Sentii il tessuto morbido toccarmi la schiena quando Harry mi distese gentilmente sulle lenzuola. Si sistemò su di me così che il suo corpo ricoprisse il mio in ogni centimetro. Una delle sue forti mani si trovava sulla parte superiore della mia coscia, spostandola delicatamente di lato così da potersi distendere tra le mie gambe.
"Sei sicura di volerlo fare?" Chiese Harry.
"Positivo."
Le sue soffici labbra carnose lasciarono un bacio sulla mia mascella. "Però dimmi se fa male, okay?" Chiese, le sue labbra continuavano a lasciare dei baci sulla mia pelle.
"Okay," dissi.
Non riuscii a sopprimere il piccolo sorriso che si intromise sulle mie labbra. Amavo tutto ciò, amavo i suoni del fuoco scoppiettante e il modo in cui le fiamme illuminavano i meravigliosi lineamenti di Harry. Amavo il modo in cui il suo corpo si intrecciava col mio e il modo in cui le sue labbra si muovevano quando toccavano la mia pelle.
"Ti farò sentire bene, Rose. Posso farti dimenticare tutto" promise. La sua testa si tuffò sul mio petto, dove vi lasciò un altro dolce bacio. "Ti farò dimenticare di quel posto."
I miei occhi si chiusero e sospirai di piacere. Le mani di Harry si avvolsero dietro di me, e piegai la mia schiena così che lui avesse potuto togliermi il reggiseno. Fece scorrere le strisce sulle mie spalle prima di gettare l'indumento di lato.
Le sue labbra incontrarono le mie per distrarmi mentre si sbottonava i suoi jeans. Li fece scivolare sui suoi fianchi fino a che non furono sotto i suoi boxer. Per non fargli staccare le sue labbra dalle mie, lo aiutai con il resto, usando i miei piedi per tirarli in basso sulle sue gambe fino a che non furono completamente giù. Riuscivo a sentire la sua dura lunghezza ora che premeva contro di me con soli due strati sottili di stoffa a separarci.
Il nostro bacio era intenso e passionale, la mia mano intorno la sua nuca e l'altra sul rigonfiamento del suo bicipite che stava utilizzando per mantenersi. Iniziò a oscillare i suoi fianchi contro i miei, i suoi movimenti tortuosamente lenti. La pressione di lui che spingeva contro il mio corpo mi face gemere. "È una bella sensazione, piccola?"
"Sì," gemetti.
La sua testa si sollevò di nuovo per incontrare le mie labbra, baciandomi profondamente. Continuò a ondeggiare i suoi fianchi contro i miei mentre io tiravo i suoi capelli, sollevando le sue labbra dalle mie, così da poter prendere fiato.
"Ti amo, Harry," dissi senza fiato.
"Ti amo anch'io," disse. "Ti amo così fottutamente tanto, Rose." Baciò velocemente le mie labbra, e dopo l'incavo del mio collo. "Sei così bella."
Fece scorrere la lingua sulle sue labbra e poi le portò sulla mia clavicola. Non sapevo cosa avesse di speciale questo punto, ma quando le sue labbra lo toccavano, delle farfalle esplodevano nel mio stomaco e il respiro mi si smorzava in gola. Si muoveva velocemente, i suoi baci viaggiavano sulla parte superiore del mio seno. La sua mano lo racchiuse e lo strinse leggermente mentre la mia testa ruotava di lato. Dopo le sue labbra trovarono il mio capezzolo, succhiandolo e leccandolo.
"Harry," ansimai, e un ronzio rimbombò dal profondo del suo petto.
Le labbra continuarono a muoversi per altri secondi finché non si spostò per lasciare dei dolci baci lungo il mio stomaco. Ogni suo bacio era fantastico. Non solo per il contatto ma perché i suoi dolci e amabili movimenti mi facevano sentire una vera donna, come se fossi desiderata.
Le sue mani strinsero i miei fianchi, accarezzandomi fino a che non raggiunsero le mie mutande. Le sue mani fluirono sul quel punto e sussultai per il tocco eccitante.
"Sei già così fottutamente bagnata," ansimò.
Agganciò le sue dita ai lati delle mutande e le fece scivolare sulle mie cosce, lasciandovi una scia di pelle d'oca. Scesero sulle mie gambe e poi sulle mie caviglie, fino a che non raggiunsero gli altri vestiti sul pavimento.
Improvvisamente la sua bocca fu sulla mia coscia. Vi lasciò dei baci, ma poi spostò la sua testa sull'altra coscia, mordendo leggermente la pelle. Le sue mani erano poggiate sulle mie gambe, tenendole alzate e separate. Mi allungai per toccare i suoi capelli e intrecciai le mie dita ai suoi ricci, tirandoli e preparandomi per quello che stava per avvenire.
Ma quando la sua bocca andò in mezzo alle mie cosce ed iniziò ad usare la lingua, rimasi paralizzata. Nessuno mi aveva mai fatto una cosa del genere prima. La sua lingua e le sue labbra spinsero dentro di me, muovendosi insieme in dei modi che mi fecero ansimare il suo nome. La mia mano tirò i suoi ricci per supporto, l'atra stringeva la coperta sotto di noi.
Lui gemette e le sue labbra vibrarono contro di me, la sua lingua si muoveva a zig zag. Il mio petto si alzò e si abbassò rapidamente mentre chiudevo gli occhi.
"Per favore, Harry," supplicai, non sapendo neanche perché lo stessi supplicando.
Coprì la mia zona sensibile con le sue labbra, succhiando un'ultima volta.
Dopo il suo corpo si mosse di nuovo contro il mio e la sua fronte si ritrovò poggiata sulla mia. "Così dolce," sussurrò, mentre la sua lingua leccava il mio sapore sulle sue labbra. Il mio corpo era debole sotto il suo, incapace di muoversi.
Mi ero arresa; ero completamente sua.
"Cazzo, ho bisogno di sentirti," ansimò. "Togli i boxer per me."
Seguii gli ordini, agganciando le mie dita nella fascia e tirandoli lungo i suoi fianchi. Mi sentivo come se avessi dovuto toccarlo, o almeno fare qualcosa in cambio a quello che aveva fatto per me. Ma non avevo esperienza e a lui non sembrò importare, mentre aiutava a far scivolare i boxer sulle sue gambe.
Era completamente esposto ora, e i miei occhi sfrecciarono sulla sua lunghezza. Non avevo mai visto un uomo in questo modo prima d'ora, ma ero sicura che quello di Harry era più grande rispetto a quello della maggior parte.
Dopo vidi le sue mani raggiungere la borsa vicino la nostra pila di vestiti, afferrando uno dei preservativi da una scatola già aperta, che aveva comprato prima. Le sue labbra si unirono alle mie per distrarmi mentre toglieva l'involucro e mentre faceva scorrere il lattice su di lui. La sua lingua si muoveva contro la mia ed ero persa nel bacio, non prestando molta attenzione alle sue azioni.
Trascinai, senza accorgermene, le mie dita sul suo petto, sentendo la durezza di esso. Dopo vagarono sul suo torso, seguendo i suoi addominali.
"Rose," ansimò, gli occhi si chiusero al mio tocco.
Si sollevò poggiando le sue braccia di fianco a me, facendomi capire di aver finito l'altro suo compito.
"Pronta?" Chiese mentre la sua testa sprofondò così da poter baciare il mio collo.
"Sì," gemetti. Ero completamente in balia di Harry.
"Okay. Cerca di rilassarti, piccola. Dimmi se qualcosa ti fa male e mi fermerò."
"Lo farò," annuii.
E con questo, scivolò lentamente dentro di me. Era sgradevole all'inizio, facendomi allungare un po'. Era così strano.
"Tutto okay?" Chiese.
Annuii, cercando di abituarmi alla sensazione. Cautamente, entrò e spinse ulteriormente dentro di me e trasalii; era una sensazione sgradevole, ma non lasciai che il dispiacere si diffondesse sul mio viso. Non volevo che Harry si allontanasse per la preoccupazione di farmi del male. Avevo bisogno di sentirlo.
Ma spinse ancora più dentro e, nonostante i miei sforzi, sussultai, lasciandomi sfuggire un gridolino.
"Scusa," si scusò velocemente, fermando immediatamente i suoi movimenti.
Scossi la testa. "No, non fermarti."
"Se il dolore è troppo io -"
"No, Harry, va tutto bene. Voglio sentirti," sussurrai.
Si mordicchiò il labbro inferiore mentre i suoi occhi guardavano i miei per qualsiasi dubbio. Ma non protestò, spingendo di nuovo dentro di me. Faceva meno male questa volta.
Non mostrai nessun altro segno di dolore, così, anche se con molta attenzione, Harry spinse avanti e indietro ed ondeggiò i suoi fianchi. Baciò la pelle sensibile della mia clavicola mentre si muoveva, distraendomi un po' dal mio dolore. Ma più ruotava i suoi fianchi, più il dolore diminuiva.
Non ne sapevo molto sul sesso ma sapevo che il dolore era soggettivo. Ero grata che il mio non sembrava essere così forte, dal momento che stava già svanendo.
Harry continuò a muoversi lentamente dentro me, le sue labbra massaggiavano ancora la lunghezza della mia clavicola. "Come va ora?" Domandò Harry.
"Meglio," risposi senza fiato. "È una bella sensazione, in realtà."
"Bene, piccola," rispose.
I miei occhi viaggiarono lungo il suo corpo drappeggiato su di me. Era così grande, i suoi muscoli tesi mentre spingeva avanti e indietro. Ero tentata di scavare le mie unghia nella sua schiena, ma riuscii a vederli completamente nel bagliore scuro del fuoco. Mi ero quasi dimenticata dei segni causati dalla frusta che erano sfregiati sui muscoli tesi.
Il mio sguardo si distolse dal crudele ricordo ed Harry baciò le mie labbra, i suoi bellissimi lineamenti rimpiazzarono l'immagine di prima.
"Cazzo," boccheggiò tra le mie labbra. "Sei così stretta, Rose."
I suoi fianchi incontrarono di nuovo i miei e sentii un'ondata di piacere, la sua grande dimensione colpiva tutti i posti giusti dentro di me. Mi lasciai sfuggire un gemito ed Harry ansimò dal profondo della sua gola. Il mio corpo si arcuò e i miei fianchi si mossero in avanti per incontrare i suoi.
Dopo, un'altra spinta, più forte questa volta. Il dolore ritornò ma era debole. Le mie dita affondarono nella pelle del suo braccio e l'altra mano tirò i suoi capelli.
Gli sfuggì un gemito gutturale mentre la sua testa cadde sulla mia spalla. "Posso andare più veloce, piccola? Gemette, il suo respiro soffiò sulla pelle del mio seno.
"Sì," mormorai.
Aumentò il suo ritmo, un altro gemito fuoriuscì dalle sue labbra. Scostai i capelli dalla sua fronte sudata e mi sollevai per baciargli il collo. Ma ruotò più forte e più profondamente e la mia testa cadde all'indietro.
"Porca puttana," ansimò Harry. Cazzo - sei incredibile." La sua voce era rauca e cupa, vibrando profondamente nel suo petto.
Sussultai mentre spingeva sempre più dentro di me. Era una sensazione così bella, il mio intero corpo cadde sul pavimento sotto di me. Le sue labbra ritornarono sul mio collo e vi succhiò duramente.
"Dì il mio nome," ordinò, in una supplica senza fiato.
E così lo dissi, la sua spinta fece sì che il suono uscisse dalla mia bocca.
"Più forte, piccola."
Più i suoi fianchi spingevano, più il suo nome fuoriusciva dalle mie labbra, mentre succhiava e leccava la mia pelle. Pochi secondi dopo, stavo quasi urlando il suo nome per piacere.
"Sì, Rose, proprio così."
Non smisi di gemere il suo nome, e lui continuò a lasciare dei segni sul mio collo. Tirai i suoi capelli quando spinse velocemente e violentemente dentro di me, facendomi sussultare. Con quell'ultima spinta, iniziò a rallentare, e iniziò un ritmo romantico, accompagnato da movimenti lenti.
Questa era una tortura, il modo in cui Harry ruotava i suoi fianchi mi faceva impazzire. Era ancora una bella sensazione, superiore ad ogni mia aspettativa.
Le mani di Harry afferrarono il mio sedere e tenne i miei fianchi in basso, tenendomi ferma mentre continuava a muoversi dentro di me. Ci desideravamo entrambi da così tanto tempo, così non ci volle molto per far sì che Harry si contraesse dentro di me. I suoi occhi si chiusero mentre succhiò un respiro a denti stretti.
"Cazzo, Rose."
Gettò la testa all'indietro e riuscii a vedere una vena pompare fuori dal suo collo, un gemito gutturale risuonò dal profondo del suo petto. La raspa e la raucedine di essi mi fece tremare. Il modo in cui i suoni venivano liberati dalla sua gola, il modo in cui la sua testa cadeva all'indietro, il modo in cui i suoi muscoli si increspavano lungo tutto il suo corpo, mi faceva impazzire.
Harry guidò il suo orgasmo attraversò delicati movimenti dei suoi fianchi, riempiendomi profondamente e intensamente. Delle bestemmie si unirono al mio nome che uscì dalla sua bocca attraverso dei respiri profondi, e iniziai a fare lo stesso. Ripetei il suo nome mentre la mia schiena si piegava per il piacere, spingendomi in avanti per incontrare i suoi fianchi.
Alla fine lo sentii liberarsi nel preservativo, io qualche secondo dopo. I nostri petti sudati si alzavano e abbassavano velocemente uno contro l'altro e la testa di Harry si poggiò contro la mia, le nostre labbra gonfie si unirono in un dolce bacio.
Lentamente e cautamente uscì fuori da me, la sua lunghezza riempiente scivolò via. Osservai i muscoli della sua schiena ritirarsi e muoversi sotto la sua pelle mentre si separava da me, togliendosi il preservativo.
Una volta lanciato il preservativo oltre il pavimento in legno, vicino al fuoco, Harry sprofondò su di me, il suo corpo intrecciato al mio mentre la sua testa poggiava sul mio petto. Un braccio era avvolto attorno al mio stomaco mentre mi stringeva forte.
"Sei stata così brava, piccola," mi elogiò, baciando dolcemente la mia spalla nuda.
Spostai con le mie dita i suoi umidi ricci dalla sua fronte. La mia mano accarezzava la sua schiena luccicante così da potervi tracciare dei disegni. E mentre tracciavo le cicatrici, ripensai al Wickendale.
Ma non avevo più paura, mi sentivo così incredibilmente legata ad Harry, specialmente ora. E sapevo che quando aveva detto che mi avrebbe tenuta al sicuro lo intendeva davvero. Così fidandomi di lui, riuscii finalmente a far andare via gli orrori di quel posto dalla mia mente, e trovai un po' di conforto. Eravamo fuggiti e non saremmo ritornati più lì.
E non eravamo soltanto liberi, ma eravamo dove Harry aveva ambiziosamente previsto saremmo stati una volta usciti dal Wickendale.
Essere distesa qui con lui, le sue labbra socchiuse e le sue ciglia poggiate in cima alle sue guance in un sonno sereno, era il paradiso.
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