Capitolo 41

KELSEY'S POV

Sembrava che tutto lo staff e i centinaia di pazienti fossero scettici su Harry. Tutti erano sempre ansiosi intorno a lui, e per valide ragioni. Aveva fatto delle brutte cose. Aveva mentito, rubato, e aveva totalmente distrutto i comandamenti. Non aveva spellato nessuna donna, ma questo non significava che fosse completamente innocente.

Dalle sue tante ed improduttive lezioni terapeutiche, avevo capito questo; non mi fidavo di lui. Da qualche parte in quella complessa mente c'era qualcosa di oscuro, e se fosse o meno una brava persona era qualcosa su cui discutere. Ma c'era differenza dall'essere una brava persona ad essere una brava persona per Rose.

E nascosta dentro di lui c'era una forte passione. A volte essa era un difetto in grado di suscitare rabbia e odio ma altre volte veniva usata per il meglio, tipo quando si concentrava nell'amare Rose. Quindi per questa ragione, ed esclusivamente per questa ragione, avevo deciso di aiutarli entrambi. Avrei fatto sì che la mia migliore amica fuggisse con l'uomo che aveva fatto parte di tutto questo per molto tempo, con la piccola speranza che Harry si sarebbe preso cura di lei.

"Non sarà facile," dissi.

"Ma non mi dire," borbottò Harry concordando disperatamente.

"Abbiamo bisogno di un piano per farvi uscire dalle vostre celle. Dopo dovrete superare le guardie, poi il Reparto C, e infine il tunnel. Non è mai stato fatto prima."

"Già, questo perché nessuno aveva voi, giusto?" Domandò Rose. "Cioè, le persone che hanno provato a fuggire prima non avevano nessun tipo di aiuto da parte dello staff o di altri pazienti."

"Vero," concordai.

Lori interruppe prima che io potessi continuare. "Possiamo darvi le chiavi e delle forniture."

Gli occhi di Rose si illuminarono. "E puoi far saltare la corrente."

"E procurarci delle armi," aggiunse Harry.

Ogni aggiunta al contributo mio e di Lori, era un chilo in più di stress che pesava sulle spalle. In qualche modo avrei dovuto fregare, senza essere scoperta e licenziata, tutto il materiale necessario per Harry e Rose, e questo mi metteva un sacco di pressione. Voglio dire, questo piccolo incontro che avevamo convocato era già abbastanza rischioso. Non saremmo stati in grado nemmeno di orchestrarlo se non fosse stato per la fortunata assenza della Signora Hellman. In alcun modo io, Lori, Harry e Rose saremmo riusciti ad incontrarci nel mio ufficio sotto la sua autorità.

Ma apparentemente anche il diavolo aveva qualche giorno di malattia.

E visto che non c'era, eccoci qua. Beh, in parte eravamo qui perché lei se n'era andata ma anche per le molte richieste di Harry. Era impossibile che Rose sarebbe andata presto in sala operatoria, ma era come se la sola idea di lei che veniva operata, lo avesse spinto ad un'ulteriore pazzia. Dopo averci chiesto intorno alla ventina di volte come avrebbero fatto a fuggire, io e Lori riuscimmo a farli venire entrambi qui.

"Qualcuno ha un taccuino, o qualcosa del genere?" Domandò Rose.

Mi mossi intorno la parte posteriore della scrivania, aprendo un cassetto. Presi un taccuino e una penna. Glieli porsi a Rose che mi ringraziò a bassa voce, aprendolo.

"Dunque, prima abbiamo bisogno di un piano," mormorò tra sé e sé, infilandosi una ciocca di capelli dietro al suo orecchio mentre ci scarabocchiava qualcosa sopra. I miei occhi sfrecciarono su Harry e lo vidi guardarla con attenzione, i suoi occhi non si distolsero dal suo viso. E realizzai che nonostante le nostre differenze, io ed Harry avevamo qualcosa in comune. Entrambi sapevamo il destino di Rose se lei fosse restata qui, ed eravamo entrambi spaventati che quel destino diventasse realtà. Entrambi provavamo una sorta di panico urgente nel far scappare qualcuno, al quale tenevamo, fuori da qui. Anche se il panico e le preoccupazioni di Harry erano più forti delle mie, li provavamo entrambi. Era evidente dagli sguardi veloci e preoccupati che ci stavamo scambiando durante il nostro piccolo incontro.

"Prima io farò andare via la corrente," parlò Lori. Lei era poggiata contro la scrivania di legno, io ero seduta proprio su di essa vicino a lei, mentre Harry e Rose erano seduti uno accanto all'altro su due sedie davanti a noi.

"Okay," concordò Rose, aggiungendolo sul taccuino. "Ma questa è solo una distrazione, giusto? Stanno chiudendo manualmente tutte le porte dopo quello che è successo l'ultima volta, quindi come faremo ad uscire?"

"Una di voi due potrebbe procurarci una chiave di riserva?" Domandò Harry.

Lori sospirò. Sembrava poco convinta riguardo tutta questa faccenda, senza parlare molto. Ma non avevo tempo di chiederle il motivo. "Sarebbe troppo rischioso."

"L'intera situazione è rischiosa," precisò Harry.

Gli occhi di Rose schizzarono su di lui e dopo su di Lori in segno di scusa. Ma io riuscivo a capire perché fosse nervoso. "Lo faremo," dissi.

Harry mi rivolse un leggero cenno del capo in segno di apprezzamento. Sembrava davvero che volesse liberarsi di questo posto, ma presi nota nella mia mente che avrei dato la chiave a Rose invece che a lui.

"Okay," disse Rose. "Quindi Kelsey ci procura la chiave, Lori fa saltare la corrente, noi sblocchiamo le nostre celle. Dopo come faremo ad arrivare nel Reparto C senza farci vedere dalle guardie?"

"C'è un modo con cui potreste farci avere anche delle armi?" Ovviamente, questa domanda venne fatta da Harry.

"No," dissentì Rose. "Non voglio andare in giro a far del male a delle guardie innocenti."

"Innocenti," derise Harry, ma non insistette. "Non intendevo in quel modo, solo per protezione."

"Potremmo farlo," dissi. "Magari potremmo darvi un coltello tascabile come ultima risorsa e solo se si arriverà a quel punto," sapevo che stavano chiedendo troppo da noi, ma come potevano non farlo? Prima era scettica sulla loro fuga, ma ora avevo realizzato che se fossi al posto di Rose farei la stessa identica cosa. E il pensiero della mia migliora amica morire insieme alle minacce della Signora Hellman e di suo figlio, cominciò a farmi supportare il piano sempre di più. Il minimo che io potessi fare era darli delle forniture.

"E la corrente non ci sarà," aggiunse Lori, anche se lo aveva già detto. "Quindi saranno distratti."

"Grazie," disse dolcemente Rose. "Questo dovrebbe aiutare, ma non so se sarà abbastanza. Abbiamo bisogno di altro."

Dopo la stanza rimase in silenzio per un po'. Harry si pizzicava il suo labbro inferiore con le dita mentre pensava, Rose picchiettava la matita sul suo taccuino, io tamburellavo le mie mani sul legno, e Lori guardava il soffitto. Questa domanda attraversò le menti di tutti; come avrebbero fatto Harry e Rose con le guardie? Questo luogo era infestato di guardie, la maggior parte fedeli al loro lavoro, mentre altri rimanevano dei mostri malati. Nessuno dei due tipi era facile da sfuggire, soprattutto nell'oscurità.

"Suppongo che dobbiamo semplicemente correre il rischio," suggerì Harry. Questa affermazione causò immediatamente un tumulto da parte del gruppo.

"Cosa?" "Non funzionerà," e, "Tu sei pazzo," erano le parole che fuoriuscirono nell'aria intorno a noi.

Harry alzò le mani in difesa. "Beh, qualcuno può pensare a qualcosa di meglio? Voglio andarmene da qui e voglio farlo subito. Le guardie non se ne andranno in giro a cercarci dal momento che tutti gli altri saranno bloccati nelle celle, e non saranno in grado di vedere molto."

"Con tutto lo staff in giro, verrete sicuramente scoperti da qualcuno," sostenni. Sapevo che voleva andarsene subito via da qui, ma ora si stava solo comportando in modo irrazionale. "Non puoi semplicemente aspettarti di poter eseguire tutto il percorso per il Reparto C e di uscire da qui tranquillamente."

"Abbiamo bisogno di qualcos'altro," concordò Rose. Harry rilasciò un sospiro e fece scorrere una mano tra i suoi folti capelli.

"Okay e allora che si fa?" Domandò. "In quale altro modo dovremmo farlo?"

E ancora una volta riflettemmo. Eravamo bloccati in questo fango e tutto ciò che avessimo potuto fare era aspettare un'idea che avrebbe potuto pulire la situazione. Ma improvvisamente ci fu un colpo alla porta. La voce smorzata di un uomo disse,"Ho Sally Miguel qui per te."

Merda. "Mi dispiace, mi ero dimenticata di avere una seduta," dissi rivolgendomi a tutti, mentre mi guardavano . "Proverò a farvi rivenire qui, okay?"

Rose perlustrò la stanza attorno a lei e dopo si alzò dal suo posto, con Harry che la seguì subito dopo.

"Grazie," disse Rose e sorrise, guardando sia me che Lori prima di porgermi il taccuino.

"Grazie," borbottò Harry.

E dopo uscirono dalla stanza. Li guardai uscire fuori dalla porta e notai l'espressione perplessa della guardia. Guardai Sally entrare e scivolare sulla sedia sulla quale era seduta Rose poco fa e ascoltai i suoi problemi senza fine attraverso le mie orecchie. Ma tutto ciò a cui riuscivo a pensare era come diavolo avrei fatto a procurare quella chiave a Rose e ad Harry.

ROSE'S POV

Gli interminabili minuti senza Harry passarono lentamente come sempre in questo istituto. Ero seduta nella mia cella a fare niente se non pensare. Pensare e dormire erano le uniche cose da fare. Ma finalmente, arrivò l'ora di pranzo che era l'unica cosa che riusciva a farmi rimanere sana di mente. Mi diressi dalla mia cella alla mensa con una specie di eccitazione, sapendo che avevamo un'idea molto approssimativa sulla nostra fuga. Ma il viso di Harry mostrava altro, quando mi sedetti accanto a lui.

Era poggiato contro la sua sedia, disposta lateralmente rispetto al tavolo dove poggiava il suo braccio. Le sue sopracciglia erano unite e sembrava agitato, con il fumo che roteava attorno la sua sigaretta tra le sue labbra. Ma i suoi lineamenti si addolcirono quando sentì mettere una sedia davanti a lui.

"Hey," disse, forzando un sorriso. Si raddrizzò e mi guardo, facendo uno sforzo nel poggiare la sua mano sulla mia coscia come faceva sempre. Ma c'era qualcosa di diverso in come lo stava facendo in questi ultimi giorni. Era più sicuro, aveva più di una finalità. Come se volesse assicurarsi che io fossi qui e che sarei rimasta qui.

"Dunque, il nostro piano," dissi.

"Giusto," annuì Harry. I nostri visi erano solo a pochi centimetri di distanza, e questa fu un altra cosa che avevo notato. Sembrava che Harry volesse tenermi più vicino ultimamente.

"Lori fa andare via la corrente. Uno di noi due sblocca la nostra cella e dopo quella dell'altro con la chiave di Kelsey. Andiamo verso il tunnel, usciamo, e corriamo," chiarii. "Le complicazioni riguardano come affrontare le guardie e come raggiungere il Reparto C."

Le labbra di Harry si unirono in una linea sottile e annuì mentre ascoltava. "Dal momento che tutto il resto sembra andare come dovrebbe andare, sì."

"E non penso che correre troppo vada abbastanza bene. Sarebbe orribile arrivare così lontano per poi venire gettati di nuovo nelle nostre celle."

"Hai ragione," concordò Harry. "Ma ci stavo già pensando prima ed ho un'idea."

"Quale?" Domandai.

"Potremmo usare Mikayla, forse, o magari qualche altro paziente e farli perdere. Possiamo dirle di gridare e di far sì che le guardie vadano alla ricerca di lei, mandandoli nella direzione opposta alla nostra. Una volta che tutti presteranno attenzione all'altra paziente, non penseranno minimamente a me e te."

I miei occhi si illuminarono immediatamente. "Bene," dissi. "È solo che mi sentirei male a sfruttarla in questo modo."

"Allora qual era il punto di farsi degli alleati?" Disse Harry. Non potevo discutere su questo. "Non è che dobbiamo farlo per forza, è solo un'idea."

"Beh, anche se lo facessimo, alcuni impiegati potrebbero comunque vederci. Questo posto ne è pieno, dubito che riusciremo a farcela con l'aiuto di Mikayla."

"Già," fu tutto ciò che disse. Harry espirò profondamente e appoggiò la testa nelle sue mani. I suoi occhi si spostarono sul tavolo e le sue narici si dilatarono un po', assorto in un pensiero stressante. Come se uscire dal Wickendal fosse di vitale importanza in questo momento.

"Va tutto bene," dissi il più dolcemente possibile, mentre lui si rilassava sotto il mio tocco. "Abbiamo tempo per pensare."

Mi guardò negli occhi e annuì, ma non sembrava convinto. C'era ancora quella piega tra le sue sopracciglia. E senza preoccuparmi delle guardie, alle quali non sembrava importare, lasciai un bacio veloce in quel punto sulla sua fronte per eliminarla. Finalmente Harry si rilassò e fece un sorriso, scuotendo la testa ma sorridendo ancora nello stesso tempo. Di solito era lui quello che mi faceva ridere nei momenti come questi, quindi il minimo che potessi fare era restituirgli il favore.

Ma il suo sorriso svanì e i suoi occhi tornarono a guardare in basso dopo un po'. Si tranquillizzò. Ma era ancora nervoso. Non sembrava esattamente spaventato ma c'era ancora quella specie di preoccupazione. Non lo avevo mai visto così.

Guardai la stanza e vidi quella strana donna dell'altro giorno guardare in direzione del nostro tavolo. Quella che non aveva condiviso il segreto di Harry ma che aveva svelato il fatto che ne avesse uno. Abbassai lo sguardo sulla sua mano poggiata sulla mia coscia. Guardai il suo viso mozzafiato, e capii che c'era qualcosa che non andava.

"Harry, che succede?"

"Cosa intendi dire?" Domandò.

"C'è qualcosa di diverso in te oggi. Non sto dicendo che è qualcosa di brutto, ma. . . è qualcosa di diverso. Non mi stai dicendo tutto."

La sua espressione cambiò da stressata a sorpresa. Era anche leggermente agitato, cosa che raramente vedevo in lui. "Non c'è niente da dire," affermò, ma io non ci cascai.

"È qualcosa che ha a che fare con quello che è successo l'altro giorno? Con quella ragazza che è venuta da me, quella donna che ha detto che hai fatto qualcosa di brutto tanto tempo fa?"

"Rose," disse il più tranquillamente possibile. "Non è niente." Sentii la sua mano calda lasciare la mia gamba.

"Harry, dimmelo. Se dovrò scappare con te e fidarmi ciecamente di te, devi essere onesto con me."

"Ti prego, lascia stare e basta," fu tutto ciò che riuscì a dire in risposta. E avevo promesso a me stessa di non domandare, ma odiavo il fatto che ci fosse un segreto persistente del quale io ero inconsapevole.

"Harry, dai, voglio solo -"

"Ho detto di lasciar perdere!" Urlò improvvisamente. Il tono alto della sua rauca voce mi fece sobbalzare.

Harry sospirò furiosamente nello stesso momento in cui io decisi di tenere la bocca chiusa. I miei occhi non riuscivano a guardarlo e fissai in basso le mie dita sul mio grembo. Ci fu il silenzio per un po.'

"Merda," mormorò a sé stesso. Non riuscivo ancora a guardarlo finché la sua mano non si posò di nuovo sulla mia coscia.

"Senti, Rose, mi dispiace. So che vuoi saperlo ma fidati quando ti dico se è meglio che non te lo dica. D'accordo?"

Annuii.

"Hey, guardami," disse, sollevando il mio mento con una delle sue lunghe dita. "Te lo dirò alla fine. Ma per favore non pensarci ora mentre stiamo cercando di organizzare tutto questo."

"Hai ragione," sospirai. "Scusa. Non avrei dovuto parlarne proprio ora."

"Va tutto bene piccola, concentriamoci soltanto su come fuggire da qui prima che finiamo nella merda."

"Okay," dissi.

Harry ci era stato due volte in questo posto, e aveva passato cose peggiori di me qui. Ovviamente tutta questa situazione lo stava stressando, tutti impazzirebbero a stare qui per così tanto tempo. Dovevo far sì che la mia assoluta priorità fosse quella di uscire da qui e non soffermarmi sulle misteriose cose non dette che sarebbero potute essere successe.

Ma l'atmosfera cambiò di nuovo e gli occhi di Harry si illuminarono. "Ho un'idea," disse, dimenticando la nostra precedente conversazione.

Lo guardai per farlo continuare.

"Non è. . . beh non è bella, ma è un'idea. Potrebbe aiutarci ad uscire da qui. Ma è violenta."

"Che idea?" Domandai.

E mi guardò seriamente, ma colsi un briciolo di emozione nei suoi occhi.

"Coin - " iniziò, leccandosi le labbra e continuando. "Coinvolge uccidere James."

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