Capitolo 37
‹Ehi ti sembra il modo di salutare due vecchietti?› domanda mia nonna
‹Io non volevo, non vi aspettavamo› dico, ‹papà è con voi?›
‹Si è con noi. Abbiamo avuto un problema con i riscaldamenti e siamo venuti da voi›
‹Silvia farli entrare› urla mio padre
Li faccio passare. ‹Chi è questo bel giovanotto?› domanda mia nonna
‹Federico il fidanzato› dice
Quanto suonano bene insieme quelle tre parole.
‹Complimento nipote, è anche un bel ragazzo›
Arrossisco mentre Fede mi mette un braccio intorno alla vita
‹Abbiamo interrotto qualcosa?›
‹No› dico.
Ci andiamo tutti a sedere sul divano continuando a chiarire. È da tanto che non li vedo e mi sono mancati. Sono nonni paterni e abitano poco fuori Avezzano.
‹Non scappa sai?› esclama mio nonno rivolgendosi a Federico
‹Cosa?›
‹Non scappa quindi non hai bisogno di stringerla› dice
Sorrido
‹Smettila Gianni non vedi quanto sono carini› dice mia nonna, ‹tuo padre mi ha detto che ti sei trasferita qua›
‹Si, è stata una decisione presa sul momento durante un litigio con un'amica poi così posso recuperare del tempo con lui›
‹Stessa classe?› dice
Se che Federico ne dimostra meno della sua età ma adesso diciotto anni mi pare troppo. Massimo 21 invece di 24.
‹Ho terminato la scuola tre anni fa, adesso sono un cantante›
‹In chiesa e non ho visto nessun cantante nuovo›
Mi trattengo dal non ridere. ‹Nonna, ma che dici? Non lo riconosci poi? Guardalo bene›
Mia nonna gli si avvicina per osservalo meglio.
‹Ah, il duo dell'altra volta al centro commerciale›
‹Si nonna› dico, ‹si è fatto tardi, io vado a letto, notte a tutti› e ci avviamo al piano superiore nella mia stanza
‹Però simpatici i tuoi nonni› dico
‹E piaci anche a loro›
‹Anche?› domanda
‹Si, anche›
‹Sono un tipo attraente non è colpa mia› dice
‹Modestia da parte mia› dice schiaffeggiandolo sul petto
‹Pensi di ridarmi la maglietta?›
‹No, mi piace e posso sentire il tuo odore›
Sorride, ‹propongo di andare a letto perché domani voglio portarti in un posto›
‹Già so che mi piacerà perché sto con te› dice poi ci infiliamo nel letto, e ci addormentiamo abbracciati.
La mattina seguente quando mi sveglio non vedo Federico accanto. Non credo che sia andato via a lavorare oggi è ancora festa, poi senza salutarmi. Faccio per alzarmi che la porta si apre e Federico entra in stanza. ‹Buon giorno› dice baciandomi
‹Buon giorno› dico
‹Dormito bene?›
‹Perfettamente, ti ho anche sognato› confesso
‹Spero che sia stato un bel sogno, e vestiti che oggi ti porto in un posto› dice
‹E dove?›
‹Sorpresa› dice e mi bacia, ‹ti piacerà moltissimo›.
Usciamo da casa verso le dieci e mi stupisco della macchina di mio padre. Di solito non la presta a nessuno› dico,
‹Gli sono simpatico› dice
Mette in moto ed esce da casa. ‹Fammi indovinare non mi direi niente fino a destinazione?›
Annuisce e io tiro fuori il cavetto del telefono, ‹vediamo se la riconosci› dice
E parte la canzone Lettera, scoppia a ridere. ‹No, non la conosco... chi sono?›
‹Nessuno...due tizi che fanno musica› dice.
Dopo la sosta in autogrill, mi addormento mentre nella radio cantava Comunque Andare di Alessandra Amoroso.
Quando mi risveglio stavamo ancora per strada. ‹Manca molto?› domando
‹No, solo dieci minuti›
Arrivati dove? Sto impazzendo tutto questo non sapere uffa.
Usciamo dall'autostrada e ci immettiamo in una strada, e qua posso leggere nei cartelli la direzione. ‹Spoleto? È li che siamo diretti?›
Annuisce
‹Oddio adoro, qua hanno girato Don Matteo› dice
Sorride, ‹sapevo che ti sarebbe piaciuto-›
‹Graze› dico riempendolo di baci
‹Piano piano altrimenti andiamo a sbattere›
‹Scusa› dico sedendomi.
Federico parcheggia quasi fuori città poi ci avviamo presso la città antica.
Sono al settimo cielo come una bambina in un negozio di caramelle. Faccio foto dappertutto.
Gli mostravo tutte le vie, i luoghi dove hanno girato Don Matteo e lui mi ascolta, meglio mi fa credere di ascoltare. ‹Sono impegnato a guardarti, mi piace vederti sorridere› dice
Arrossisco. Perché mi deve sempre far emozionare?
‹E' veramente una gioia vederti così felice e mi fa convincere ancora di più di quanto io sia pazzamente e follemente innamorato di te›
Ho gli occhi lucidi, ‹io ti amo ogni giorno di più› dico.
Fede mi stringe a sé mentre io gli lego le braccia intorno al collo e ci baciamo senza curarci degli altri finché non sentiamo un flash, ci voltiamo verso un fotografo
‹Oh scusate non volevo›
‹Non si preoccupi› dico, ‹almeno posso vedere la foto?›
Il fotografo annuisce e io mi avvicino. È venuta benissimo, sembra di stare un film. ‹La vendi? A quanto?›
‹10 ma se volete posso diminuirla a 5›
‹Andata› dice Federico
Ci dà un suo biglietto da visita, ‹questo pomeriggio deve essere pronta› prosegue il suo cammino. Magari a fotografare altre coppie innamorate come noi.
Dopo aver pranzato in una vecchia osteria cerchiamo l'indirizzo del ma dopo tre tentativi sbagliati decido di chiedere informazioni. Ovviamente però Federico ha da ridire. Tutti uguali i maschi, che non vogliono mai chiedere perché è come se li facesse meno uomini.
Fermo un giovane. ‹Scusi, potresti dirci dove si trova questo indirizzo› dico mostrandogli l'indirizzo
‹Le avviso che è parecchio lontano da qui› dice ma dà le varie indicazioni
Ringrazio
‹Figurati per una bella ragazza come te› e prima di andarsene mi fa l'occhiolino.
Vi lascio immaginare la reazione di Federico. ‹Io quello lo ammazzo›
‹Dai Federico, calmati›
‹Quello ti stava cercando di rimorchiarti davanti ai miei occhi e io devo stare calmo›
Alzo gli occhi, ‹è solo un donnaiolo però mi ha dato l'informazione›
‹Dubito che siano giuste›
‹Mi fai impazzire quando sei geloso di me, mi fai sentire importante› dico e lo bacio.
Finalmente riusciamo a trovare il fotografo e quando entriamo ci riconosce quasi subito. ‹Ah la coppia della cattedrale› dice tirando fuori la foto, ‹è vostra›
‹Grazie› dico prendendola e Fede paga senza darmi il tempo di intervenire. Ma io sono troppo presa dalla foto.
‹Là appenderò in camera così quando la guarderò penserò a te› dico una volta usciti. Andiamo alla macchina, ‹quando hai intenzione di prendere la patente?›
Alzo le spalle. ‹Devo iscrivermi alla scuola guida, ma non mi va. Ho il mio autista preferito› dico sporgendomi verso di lui per baciarlo
‹Dai seriamente, devi prenderla›
‹Benjamin ha 24 anni e non la tiene› dico
‹Tu non guardare lui, posso aiutarti io se vuoi› dice
‹Davvero? Anche quando prenderò il foglio rosa mi potrai fare lezioni di guida›
‹Tuo padre dovrà comprarsi un'altra macchina›
Lo colpisco sul braccio, ‹non sarò così tremenda›
‹Vedremo› dice.
Gli faccio la linguaccia mentre accendo la radio, mentre proprio stavano trasmettendo "Me cambiaste la vida". Di non so quale cantante però è bella.
‹Te la dedico questa canzone› dice.
Sorriso, ‹grazie di tutto, per la bellissima giornata di oggi, per esserti innamorato di me nonostante sono una semplice ragazza›
Fede accosta in uno spiazzo vicino alla strada, ‹sono io a ringraziarti di tutto, nonostante ti trattavo di merda mi ha continuato ad amarmi›
‹Te l'ho già ripetuto, più mi trattavi male più ti desideravo› dico avvicinandomi e lui mi bacia, ricambiando ovviamente. La passione ci travolge e senza riflettere gli tolgo la maglia e lui la toglie a me.
Mi bacia, mi succhia e mi bacia di nuovo. Intanto le sue mani sganciano il reggiseno e gioca con i miei capezzoli finché non diventano duri sotto il suo tocco.
Inclina il sedile all'indietro per aiutarmi a togliergli i jeans buttandoli in quello accanto, le sue mani iniziano a salire sulle mie cosce. Gemo quando mi sfiora quella zona. ‹Fede...›
‹Shh› dice baciandomi mentre continua a stuzzicarmi.
Poi tira fuori due preservativi del portafoglio. Non mi domando perché li abbia là dentro. Quel momento sta arrivando e non credevo che potesse essere in macchina.
‹Sei sicura di farlo qua?›
‹Non mi interessa il dove, mi importa solo con chi›
Sorride mentre srotola il preservativo sulla sua erezione
‹All'inizio ti farà male un po', pronta?›
‹Si› dico con la voce pieno di desiderio e piano si spinge dentro di me, molto lentamente per non farmi male.
All'inizio sento dolore e quando continua a spingere più in profondità inizia a farsi sentire, ogni volta sempre più intenso, da far venire le lacrime agli occhi.
Gemo e Fede si ferma
‹Continuo?›
Annuisco. Mi dà un bacio veloce sulle labbra e riprende a spingere.
Dopo un po' al posto del dolore inizia a prendere posto il piacere, ‹dimmi se vuoi che mi muova›
Conto fino a dieci mentalmente, ‹ti puoi muovere› dico debolmente.
Arrivati al culmine del piacere veniamo gridando ogni i nomi dell'altro e crollo su Fede.
Passano non so quanti minuti da quando sono appoggiata a Fede, ma sto così bene
‹Superato i tuoi sogni?›
‹Oh si› dico
‹Il posto non è stato uno dei migliori›
‹Non mi importa, è stato meraviglioso. La prima volta più bella della mia vita›
Mi fa per spostare al sedile accanto ma sussulto per il dolore, ‹quanto ti fa male?› ‹Meno quanto pensavo›
Mi metto il reggiseno e la maglia. ‹Credo che tuo padre avrà da fantasticare›
‹Cioè?›
Mi indica del sangue sul sedile, scoppio a ridere.
Fede si veste e poi ripartiamo verso casa.
Non ci credo. L'ho appena fatto, ho appena perso la mia verginità. In macchina, di mio padre.
‹Perché avevi i preservativi nel portafoglio?› chiedo
‹Quando il momento arriva, meglio tenersi pronti›
‹Lo avevi previsto?›
‹Silvia, tu non immagini quanto io ti desideri›
‹Ti amo Federico Rossi› dico.
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