You have the power

Nessuno glielo ha mai detto, ma Kim è diversa.

Nessuno glielo ha mai detto, ma congelare le persone con lo sguardo è impossibile per tutti

Nessuno glielo ha mai detto, ma è lei un'arma.

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«Parlami del ghiaccio» le diceva Dottor Robert. «Cosa senti quando lo evochi?» Kim non rispondeva, si limitava a far passare i suoi candidi occhi marroni ad un azzurro glaciale e congelava la stanza. Poi si girava e stava immobile, sinché il dottore si sentiva a disagio e se ne andava.

È senza sentimenti

Parla da sola? Vedrà anche i fantasmi?

È così strana...

Quello che le persone sussurravano non era fuori dalla portata d'orecchio di Kim, che sentiva sempre e ci rimaneva male.

"Perché non usano il loro ghiaccio per uccidermi?" Pensava.

Quando aveva provato a chiederlo a Dottor Robert, lui aveva sussultato e aveva balbettato un paio di «oh...ehm...»
Poi però gli si era acceso lo sguardo. «L'hanno perso. Non possono più usarlo.» Kim era rimasta basita.

Ma non si era fatta più domande.

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«Parlami del ghiaccio» le diceva sempre Robert. «Cosa senti quando lo evochi?» 

Lei non rispondeva, e mai gli avrebbe risposto, almeno sino a quando, tre anni dopo...

«Kim! Vieni.» Aveva ordinato il dottore. Come si era avvicinata, si era messo a camminare, con il camice che gli svolazzava attorno.

Si era fermato davanti a una porta con una targa dorata affissa sopra, che recitava "Direttore". Il dottore spinse la porta ed entrò. La stanza era ariosa, con una scrivania in mogano e due poltrone di pelle davanti. Un uomo con gli occhiali scuri e lo smoking era seduto alla scrivania.

«Abbiamo un compito molto importante per te, ragazzina». Disse l'uomo, facendo cenno ai due di sedersi.

«Tu, come saprai, sei speciale. Hai un potere.»

Kim rimase stranita. «Perchè, voi no? Il dottore mi aveva detto... Che l'avete perso tutti.»

L'uomo con gli occhiali si bloccò per un attimo.

«Ma certo che l'abbiamo perso. È per questo che tu sei tanto util- importante.»
Disse il direttore. Poi si alzò e prese delle foto, dove era raffigurato un uomo di mezza età con un cappello di feltro.

«Lo vedi? Lui è una minaccia. Per noi, ma soprattutto per te. Vuole ucciderti.»

A queste parole, la ragazza si irrigidì.

«Hai solo tredici anni, ma siamo convinti che tu potresti fare la stessa cosa a lui.» continuò, con uno strano luccichio negli occhi.

Poi si rivolse a Robert. «Addestratela. Deve essere in grado di farlo fuori. Ne ha le potenzialità.» Robert annuì.

«Benissimo, potete andare.»

~~

Un anno.

Passò un anno prima che Kim venisse richiamata dal direttore.

In quell' anno... Era cambiata.

Io direttore se ne accorse quando la ragazza, ormai quattordicenne, giocava lanciare un coltello in aria, congelandolo e scongelandolo, per poi riprenderlo al volo.

Il direttore sorrise. Era pronta.

Kim si sedette scompostamente sulla sedia. Robert non c'era, "sto lavorando ad un progetto segreto importantissimo" aveva detto, quando Kim gli aveva chiesto perché non si facesse più vedere in giro, in un raro giorno in cui non era troppo occupato per mangiare, quindi era sceso in mensa.

«Bene Kim, come saprai, c'è un uomo che sta mirando alla tua vita. Il tuo compito -disse sorridendo- è quello di ucciderlo.»

Kim annuì. Ormai sapeva tutto di quell'uomo -o almeno, così credeva- per riuscire a trovarlo.

Così, quella stessa notte, Kim venne vestita di nero, armata solo di tre coltelli e del suo potere,  si mise a correre, per la prima volta nella sua vita, nelle strade di una città.

Era così contenta, si sarebbe messa a ridere. Poi ricordò l'unico motivo per cui le era stato concesso uscire, commettere un assassinio, e serrò le palpebre.

"Parlami del ghiaccio... Cosa senti quando lo evochi?" Le chiedeva Robert. Kim fece cambiare il colore degli occhi da marrone a azzurro.

Adrenalina.

Paura.

Potere

Freddo. Un gelo in tutto il corpo

Pensò, continuando a correre. Improvvisamente si fermò. Era arrivata.

David Rildsome viveva in un piccolo appartamento alla periferia della città. Anche se sembrava in luogo indifeso, Kim era stata avvertita che lì c'erano tutti i tipi di trappole.

Kim spezzò con un calcio una grata, congelandola poi, in modo che non facesse rumore. Si infilò nei condotti di aereazione, facendo attenzione a non fare troppo chiasso, o sarebbe morta. Quello poco ma sicuro, visto che quell'uomo la voleva morta... La voleva morta?

Kim si bloccò. "Se mi vuole morta, e io sono importante per l'agenzia, perché hanno mandato me, con un solo anno di allenamento alle spalle?"

Non aveva senso.

E, mentre provava a sedersi e a riflettere,  il tubo di aereazione crollò, e lei finì dritta sul pavimento, fra vari clangori e una sonora imprecazione proveniente dalla bocca di Kim, orami sicura della sua dipartita, arrivò un uomo sulla settantina, con i capelli grigi scompigliati e gli occhiali poggiati sul naso. Aveva un'espressione leggermente confusa, ma quando vide la ragazzina distesa sul pavimento, fece un gran sorriso. «Kimberly Spencer, che piacere conoscerla. Io sono David Rildsome. Oh, stai tranquilla» Aggiunse poi, vedendo che tremava Non ti farò nulla» Kim si mise subito in piedi.  «T-tu n-non mi fai paura. E non riuscirai ad uccidermi!» Disse, tirando fuori un coltello dalla cintura. L'espressione di David cambiò improvvisamente. «Ucciderti? Io i ragazzi come te li aiuto, li salvo dall'agenzia, non li uccido. Oh... non dirmi... Sei stata mandata qui per uccidermi?» Kim annuì impercettibilmente. 

Poi cadde sul pavimento e iniziò a piangere. Pianse a dirotto. 

David le si sedette accanto e la abbracciò. 

«E così... anche tu hai il ghiaccio?»



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@Beatrixheart96   ecco l'one shot! scusa il ritardo :'( 

sono cosciente che non sia chissà che, ma mi sono divertita a scriverla :)

Spero che vada bene UwU


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