I'm exactly where I'm supposed to be

I bassifondi di Bèistachport erano ricolmi di abitanti, per lo più miserabili come loro. La prima volta che varcò le mura della città Dorata Harry venne quasi trascinato in un vicolo da tre sgualdrine mezze nude, una ancora coi capelli impiastricciati degli umori del cliente precedente. Se non fosse stato per Rowan e Alec -uno dei ragazzi che viaggiava con loro- lui sarebbe stato condotto chissà dove e nessuno l'avrebbe più rivisto. Bè, lo avrebbero rivisto fra quelle vie a fare la sgualdrina.

Quella città era antica ed era totalmente diversa dalla capitale: si respirava aria di povertà e di disperazione pura. Persino il più piccolo e modesto dei negozi della sua vecchia città al confronto con quelli di Bèistachport appariva maestoso e di classe. I ragazzi si stanziarono proprio nei bassifondi della cittadina, in una vecchia casa fatiscente e piccola. La grandezza della nuova abitazione non infastidiva Harry, anzi, lo faceva in qualche modo sentire al sicuro, in un luogo caldo e accogliente. Come lo era il vecchio appartamento che condivideva con Louis.

Aveva parlato del suo atto contro il maggiore a Maya e a Jonas durante il loro viaggio, quando si erano fermati in una modesta locanda per la notte. I due gli erano stati vicini e l'uomo aveva espresso la sua antipatia nei confronti del ragazzo, additandolo come 'uno dei tanti che ci vogliono privare della vita'. Harry sentiva dolore fisico ogni volta che pensava al liscio e non riusciva a non pensare all'avvertimento che egli gli aveva urlato. Il mondo era pericoloso.

Fu quando Luke chiese al riccio che lavoro facesse l'uomo che aveva lasciato alla capitale che le due sorelle ebbero un crollo emotivo che lo lasciò un po' perplesso e pensieroso. Scoprì che il fratello maggiore delle ragazze si chiamava Newt Blanchard e che era un compagno di Louis. L'argomento 'nostro fratello è un Suile' non doveva piacere molto né a Maya né a Rowan dato che quando nominò il ruolo di Louis nell'esercito loro sbiancarono e la prima levò le tende e se la diede a gambe mentre la seconda scoppiò in un pianto isterico.
Non dovevano avere un buon rapporto con il maggiore.

"Ahia!" esclamò sorpreso quando Rowan gli provocò un taglietto sulla spalla nuda "Fai attenzione con quelle cazzo di forbici! Accidenti a me quando ti ho dato il consenso per darmi una spuntatina ai capelli" Maya che era stesa sul divano sbuffò sonoramente, attirando tutta l'attenzione. "Piantala di lagnarti Harry, ringraziala piuttosto; sei più femminile di me con i capelli lunghi. Porca vacca, cosa ti è successo? Quando ci siamo incontrati non eri così scurrile" Harry per tutta risposta le fece il dito medio e lasciò che Rowan gli tagliasse ciocche si ciocche.

Jonas entrò nella stanza con in braccio Loraya e immediatamente Maya gli tese le braccia, chiedendo silenziosamente di poter tenere in braccio il figlioletto dell'uomo. Jonas depose il neonato fra le braccia della bionda e lei cominciò a fare boccacce e a gorgogliare 'Ma chi è la tua zietta preferita?' suscitando delle risate da parte degli altri.

Jonas si sedette a terra vicino alla sedia di Harry e gli baciò un fianco nudo, succhiando leggermente un lembo di pelle. Harry gli sorrise malizioso prima di scoppiare a ridere, divertito.

Erano cambiate tante cose in due anni, avevano vissuto così tante avventure insieme ed erano state proprio queste a far maturare il riccio. Non aveva più una visione bambinesca e irreale del mondo, tuttavia non si era mai permesso di dire 'la vita fa schifo' o 'fanculo il mondo' come facevano di solito i suoi compagni o la gente per strada. Per lui il semplice respiro era di per sé un dono, una benedizione. Tutto avveniva per far avvenire qualcos'altro. Era ancora il solito sognatore, solo che al contrario di anni prima in cui preferiva starsene in disparte a guardare il mondo girare, aveva deciso di farlo girare lui stesso, per migliorarlo.

"Fate le vostre porcate lontano da Loraya, maiali!" sbuffò Rowan, tagliando altri fili color cioccolato. "Andiamo Row, sai che se gli dici di togliersi la maglia io non rispondo delle mie azioni" Jonas sorrise scherzosamente, lasciando un morso sulla carne tenera del riccio. Per far irritare la bruna ancora di più Harry emise un finto ansimo, cominciando a muoversi esageratamente sulla sedia, simulando l'atto sessuale. Maya scoppiò a ridere sguaiatamente "Ohw!" Harry si portò una mano dietro la nuca sentendo del liquido caldo, provocato da un'altra ferita "Rowan, ma che cazzo?!" la ragazzina sorrise "Così impari, idiota".

Jonas tirò fuori dalla giacca un pezzo di carta stropicciato e esclamò gioiosamente "Aaron ci ha scritto!". Urli acuti e striduli proruppero nella stanza e si affrettò a sedersi su una poltrona prima che le due sorelle lo aggredissero, assetate di informazioni da parte del violinista.

Alec e Adrien Stewart dopo aver sentito parlare del famoso violinista che aveva aperto gli occhi al riccio avevano deciso di rintracciarlo: lo cercarono in numerose città grazie anche alle loro conoscenze e finalmente dopo sei mesi da quando si erano stabiliti a Bèistechport lo trovarono nella città delle Memorie, Zargolicht. Nelle lettere che Aaron scriveva parlava spesso della sua nuova vita, della sua Melody -la moglie- e dei suoi futuri figli. Raccontava della rivoluzione che stava sorgendo nella capitale contro il re e contro i comandanti dell'esercito. Il popolo stava prendendo in mano le redini della situazione e seppure la pericolosità della situazione cittadina fosse alta Sam Claflin e gli altri comandanti avevano deciso di non spostare le truppe e il campo.

"Che dice?" Jonas si grattò nervosamente il naso e lanciò un'occhiata veloce a suo figlio quando il piccolo gorgogliò felice "Niente di che, il solito credo. Ah, qui dice che in questi giorni Melody è davvero intrattabile e insopportabile".

"Piantala Jo, Aaron non scriverebbe mai una cavolata simile" esclamò Maya poggiando Loraya sul divano e dirigendosi in camera da letto.

"Okay, è vero. L'ultima parte l'ho inventata, ma secondo me voi siete insopportabili sia durante una gravidanza sia respirando" Harry ridacchiò e scosse il capo quando Rowan gli diede una giocosa manata sulla schiena, annunciandogli che aveva finito.

"Se non ti mordi la lingua entro adesso giuro che ti sbatto fuori da questa casa" Maya si sedette accanto al bambino e gli lasciò fra le mani una bustina di cracker al pomodoro. "May, perché avevi una busta di cracker in camera nostra?" Alec, Luke e Wallas entrarono dalla porta e gettarono i loro giubbotti a terra malamente "Così quando ho fame non mi devo alzare. E voi, raccogliete le giacche da terra se volete mangiare qualcosa stasera!"

Jonas prese fra le braccia Loraya strappandogli dalle manine paffutelle i cracker. Lo baciò teneramente sulla fronte e gli venne voglia di applaudire la biondina, dato che il neonato non poteva mangiare ancora qualcosa di solido, non avendo ancora i denti. Il bambino venne fatto sedere delicatamente nel seggiolino che si era preoccupato di comprargli il padre con il suo stipendio.

Maya si portò due dita alle labbra e nervosamente si strappò una pellicina "Dove sono Adrien e Jennifer?" Luke alzò le spalle, confuso "Non so, staranno tornando dalla piazza grande".

Col tempo ognuno di loro aveva trovato un'occupazione e chi più chi meno, a fine mese riusciva a portare a casa un profitto che sommato agli altri poteva mantenere la loro numerosa unità familiare. Vivendo tutti nella stessa casa i litigi erano frequenti ma fortunatamente mai niente che non si fosse risolto con una gara di corsa intorno alle mura o a una battaglia all'ultimo sangue al gioco dell'oca. Non erano troppo infantili, lo giuro.

Mentre Rowan spazzava via i capelli di Harry e lui se li sistemava in una crocchia scomposta Maya aprì il frigo e cominciò a tirare fuori un cartone di latte, dei biscotti e dell'insalata. Si chinò e estrasse dal frigo alcune fette di carne racchiuse in due contenitori dai colori diversi.
"Alec vai a prendere la padella dal mobile, e muoviti!" ordinò decisa "Luke, dopo esserti lavato le mani prepara l'insalata e Jonas, ti prego -lo sbeffeggiò- riscalda il latte sia per Jennifer che per tuo figlio, vuoi?"

Il freddo invernale li stava spossando parecchio e sebbene in quei giorni un sole pallido li avesse riscaldati per alcune ore si sentivano comunque gelare nell'interno. Fuori era tutto bianco e la neve era il triplo a cui Harry era abituato anni prima, quando quei delicati fiocchi gli carezzavano il viso. Quando passò accanto a Jonas l'uomo lo sculacciò giocosamente e Harry lo guardò stralunato, l'angolo sinistro della bocca leggermente rialzato.

Aveva ceduto la sua innocenza al maggiore in una sera primaverile, nello stesso anno in cui si erano lasciati alle spalle quella gabbia di ferro che era la capitale. Aveva portato a casa una cesta ricolma di ciliegie e se un minuto prima stava succhiando non intenzionalmente la polpa di uno di quei frutti deliziosi il minuto dopo si era ritrovato sbattuto contro la porta della camera da letto che condividevano con Alec, completamente consenziente a ciò che stavano per fare. A diciotto anni lui era un verginello inesperto e solo dopo aver perso la sua purezza si era accorto dell'enorme valore che questa aveva. Jonas infatti precedentemente al 'fattaccio' gli aveva ricordato un sacco di volte che consumare un atto di tale importanza andava fatto con una persona di vitale importanza. Ciò però non aveva sfiorato minimamente Harry che quella volta -forse per gli ormoni un po' in subbuglio o forse per la troppa curiosità- si era ritrovato a rotolarsi fra le lenzuola con le labbra del maggiore a lambirgli ogni millimetro del corpo, sentendo il calore che quella nuova sensazione gli provocava.

Scosse la testa, lievemente rammaricato: non si era pentito delle sue azioni, eppure spesso si ritrovava a pensare che se al posto di Jonas ci fosse stato un uomo che lui amava per davvero forse non avrebbe provato quel piccolo granellino di rimorso che si era piantato nel suo cuore e lentamente aveva messo radici.

"Har-rieh" Loraya agitò convulsamente le manine paffutelle in direzione del riccio, battendole sul tavolino in plastica del seggiolino. Harry gli si avvicinò velocemente e sorrise quando il piccolo cercò di afferrargli i capelli, ormai troppo corti per essere raggiunti dalle sue manine. Divertito, si accostò ancora di più e lasciò che Loraya glieli tirasse con la forza di un bambino.

Si chiese come inizialmente avesse provato rancore verso quella piccola creaturina, arrivata nei primi giorni d'autunno. Jonas l'aveva portato in quella casa di nascosto, di soppiatto. Una nuova e fragile vita da sorreggere sulle spalle. Harry si era sentito in un certo senso rifiutato quando ne era venuto a conoscenza: per quasi due anni infatti lui e l'uomo avevano rapporti intimi e sapere che non fosse l'unico per l'altro in un certo senso lo destabilizzò momentaneamente. Non pretendeva che l'altro lo amasse, neppure lui l'amava, ma saperlo lo lasciò comunque ferito e taciturno per molti giorni. Alla fine dopo l'ennesimo rifiuto di giacere insieme Jonas aveva perso la testa Harry era stato travolto dalla rabbia e dal senso di abbandono, scoppiando in lacrime e continuando a ripetere come una mantra 'Sono uno scarto'. Ricordandosi di ciò che aveva detto mesi e mesi prima Jonas lo aveva cullato amorevolmente, scusandosi per aver alzato la voce con il ragazzo.

Alla fine tutta quella situazione si era scoperta essere un'enorme malinteso. Loraya infatti non era il frutto di una relazione con una donna, era semplicemente un orfanello che l'uomo aveva trovato in una busta di plastica nei pressi della loro abitazione. Non ci aveva pensato due volte a portarlo a casa loro e ciò non fece altro che intenerire e aumentare la stima che Harry nutriva nei suoi confronti. Tuttavia il riccio colse l'occasione dell'arrivo del bambino per mettere un punto di fine ai rapporti che aveva con Jonas.

Non gli dispiaceva sentirlo dentro di sé o provare quel piacere espandersi nel suo stomaco, però la sensazione che stesse sbagliando lo assaliva sempre più spesso, così decise di far capire silenziosamente al maggiore che era arrivata la fine del loro strano giochetto. Certo, a volte si toccavano ancora intimamente o si baciavano teneramente, ma la cosa finiva lì.

Diciamo che Jonas credeva che il riccio non volesse più avere rapporti con lui a causa della poca sicurezza che risiedeva non solo in sé stesso ma anche nella scarsa fiducia che nutriva verso di lui quando si parlava di quel tipo di relazione. Pensava che Harry non aveva superato l'idea del tradimento da parte sua, così dopo un lungo esame di coscienza -durato il tempo di una capatina al bagno, dove lo sanno tutti, si fanno i pensieri più filosofici e profondi- era arrivato alla conclusione che essendo Harry ancora un ragazzino non doveva mettergli pressioni e se magari in un futuro avrebbe voluto un'altra esperienza come quella lui ci sarebbe stato.

Harry si sentiva un po' in colpa per aver approfittato della gentilezza di Jonas, ma come si dice, Carpe diem.

Alec tornò con la padella e "Oh, grazie al cielo!" esclamò sarcastica Maya, strappandogliela dalle mani "Adesso, metti queste fette nella padella delicatamente, senza sovrapporle!". Alec la guardò preoccupato e tirando fuori la lingua, concentrandosi, le mise quasi tutte come gli aveva detto la ragazza. Quasi. "Alexander, no! -Maya mosse velocemente le braccia in aria, frustrata- Cazzo, cosa combini?! Vi giuro che uno di questi giorni vado a fare compagnia a Cosimo Piovasco di Rondò!" Alec la guardò sconvolto "A chi?!" esclamò arcuando le sopracciglia, pensieroso, cercandosi di ricordare se conosceva qualcuno con un nome simile. "Diavolo, ma lo conosci Calvino?! Basta, mi rifiuto!"

Mentre si dirigeva verso il bagno Maya disse ad alta voce un "Accendi il gas, i fornelli e cuoci la cena, incompetente!" che richiamò l'attenzione di Loraya, facendolo ridere di gusto. Al piccolo piaceva molto la biondina, forse in qualche modo gli ricordava la madre.

Harry stava per mettersi a tavola quando un rombo spaccatimpani seguito da uno scossone violento percorsero tutta la casa. Il seggiolino del piccolo traballò spaventosamente e il riccio lo rimise in piedi giusto in tempo. Wallas e Luke lo guardarono spaventati e Rowan si precipitò in tutta fretta verso il bambino, tirandolo fuori dal seggiolone. Jonas si alzò dalla sedia e indagatore guardò fuori da una finestra.

"Giuro che se hai fatto saltare la cucina accendendo il gas ti regalo un biglietto di sola andata per la Luna!!!" Maya si risistemò i jeans azzurri in fretta e furia, uscendo dal bagno e saltellando in fretta verso il soggiorno. Non appena vide la cucina intatta sfarfallò le ciglia chiare e divaricò le labbra, sorpresa.

Adrien spalancò la porta con un suono secco e penetrante, i capelli rossicci sparati in tutte le direzioni e gli occhi chiari spalancati "Prendete le armi, nascondetevele addosso. Dobbiamo muoverci".

[Scusate se non ho aggiornato prima, la scuola mi ha tenuta occupata. Ciò che è successo a Manchester inoltre mi ha gettata proprio giù. Semplicemente non ci sono parole. Joy❣]

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