Capitolo 28 - Febbre da Duello p.1
Sharu annuì con forza alla proprosta di Kiaghel: gli sarebbe andato bene di tutto, anche dover combattere contro una montagna o sfidare l'immensità del mare, pur di poter nuovamente stringere tra le dita l'elsa di una spada; doveva a tutti i costi soddisfare la sua sete di adrenalina che, in quel momento, si era accesa più forte e bruciante che mai.
《Hai proprio fegato da vendere, draghetto!》 gli rispose il Fenril, poggiandogli indifferentemente una mano sulla spalla e conducendolo, con gran disinvolura, verso la parete opposta agli spalti che ospitava gli innumerevoli armadi contenenti le armi per i duelli,《Ma che sia chiara una cosa: se ti spaccano la faccia, rompono un osso o muori non è assolutamente una mia responsabilità; sei stato tu ad accettare. Afferrato il concetto?》
Sharu annuì di nuovo, deglutendo rumorasamete, e la sua schiena guizzó in modo impercettibile, scossa dalla paura e dalla crescente euforia: al solo pensiero del duello quelle due contrastanti emozioni iniziarono presto ad avvinghiarsi l'una all'altra e a confondersi in un unico, armonico e assuefante sentimento, spargendo per il corpo quella stessa folle gioia che aveva provato nel correre nei i campi con May e nello stingere tra le sue dita le morbide mani di Eifir; il battito del cuore incalzava di istante in istante e lui si sentiva pronto a fare di tutto.
《Perfetto, amico...》aggiunse rapido Kiaghel, fermandosi di colpo al centro dell'arena, nel bel mezzo di uno scontro.
Rimase immobile qualche secondo, costringendo egoisticamente gli sfidanti a fermarsi, ma nessuno osò fiatare o lamentarsi di tale insolenza.
Poi, socchiudendo gli occhi, il temibile Alpha chiamò a sé uno dei due ragazzi intenti nel duello: un membro del suo branco dalle grandi orecchie volpine e la chioma color sabbia, così magro e smilzo, che pareva poter volare via alla prima folata di vento; non aveva certo l'aspetto di un combattente provetto, ma il cuore di Sharu ebbe comunque un sussulto.
《Senti Furek, corri e va' a chiamare quella scapestrata di Wueri! Dille che al Club c'è carne fresca tutta per lei!》Ordinò Kiaghel, rivolgendo a mala pena lo sguardo a quella semplice staffetta.
《Sissignore!》
L'agile Fenril dal manto dorato lasciò all'istante la sua sua spada e, sospinto da un'invisibile corrente d'aria, saettó rapido tra gli studenti, sparendo dalla vista in un solo battito di ciglio.
《Quindi...dovrò combattere contro Wueri?》 Domandò perplesso Sharu, rigirandosi nella mente quel nome già noto,《Tua sorella?》
A quel punto, Kiaghel rivolse nuovamente lo sguardo al Jamail e riprese a camminare.
《Proprio lei, quella belva solitaria della mia adorata gemella.》
《V...v...voi siete gemelli?》lo interrogò nuovamente Sharu, con la voce impastata di stupore e un pizzico di ingenua curiosità.
《Beh...sì, ma non è che ci somigliamo più di tanto: io sono uscito molto più avvenente e carismatico; lei, invece...diciamo che mamma non si è impegnata un gran che.》piegando le labbra in una divertita risata, il Fenril si toccò con orgoglio il petto e alzò fiero il mento al cielo,《In fondo, però, chi poteva essere più forte del sottoscritto se non quell'inutile palla di pelo? Buon sangue non mente, amico, non mente mai.》
Dato a Sharu un violento spintone, per incitarlo a tenere il passo, Kiaghel abbandonò l'arena e lo trascinó nuovamente tra le onde del ribollente mare di studenti.
《Ora, però, basta con le chiacchiere, draghetto: ti occorre l'arma giusta per questo duello!》Disse il ragazzo, tuffandosi nella massa come fosse stato niente.
Quella volta, infatti, destreggiarsi tra la folla densa e compatta fu così semplice, così tranquillo e immediato che non parve neanche vero: con la Luna Nera al proprio fianco, Sharu non aveva bisogno di sgomitare o contorcersi nelle pose più assurde e disumane per farsi strada; poteva respirare tutta l'aria che voleva, senza che nessuno gliela rubasse o gli pestasse con indifferenza la coda.
Bastava, infatti, la sola vista di Kiaghel perché chiunque si dileguasse, lasciando libero il passaggio e permettendo al timido, ma determinato Jamail di arrivare a destinazione in tutta calma.
《Allora, abbozzo di drago, con che arma te la cavi meglio?》chiese risoluto l'Alpha non appena i due giunsero di fronte alla lunga schiera di armadi ordinatamente addossati alla parete,《Si pure esigente, tanto qui abbiamo qualsiasi cosa ti passi per mente.》
《In realtà n...non saprei...》farfuglió Sharu mentre sembrava che lo sguardo si perdesse nel cercare l'inesistente fine di quella lunga fila di mobili scuri,《di solito, a lezione di combattimento, uso soltanto armi da taglio.》
《Ricevuto!》
Detto questo, Kiaghel si diresse a passo spedito verso l'armadio più massiccio e logoro di tutti: un vecchio mobile di legno duro e nero, dai pesanti pomelli di metallo opaco; così imponente e minaccioso che riusciva ad inculcare un certo senso di inquietudine anche negli animi più spavaldi.
《Armi da taglio ne abbiamo a volontà!》sentenziò il teppista e, con un brusco movimento delle braccia, splancó le scure ante, dai carndini terribilmente cigolanti, e diede una rapida occhiata alle innumerevoli lame smussate e scintillanti e ai foderi di pelle e cuoio ordinatamente disposti tra i ripiani.
《Spade, pugnali o ascie?》chiese a quel punto il Fenril, osservando più attentamente il fornito arsenale a loro disposizione.
《Spada》rispose Sharu, secco e rapido.
《Ottima scelta...》
Gli occhi del Fenril si abbassarono appena, individuando il ripiano giusto.
《Filo unico o doppio?》
《Doppio》rispose il Jamail, provocando, così, l'ennesimo moto degli occhi di ghiaccio di Kiaghel.
《Ottimo, vedo che sei un vero buon gustaio. Senti, per l'impugnatura, invece, cosa preferici?》chiese ancora una volta il Fenril, ficcando completamente la sua testa riccioluta dentro l'armadio.
《Qualcosa di non troppo pesante ... forse meglio a bracci. Durante la lezione scorsa, stavo quasi per rompremi il polso con quella dannata elsa a cesto.》Farfuglió impaziente Sharu, ormai così saturo di euforia che cominciava a scordarsi di aver sempre avuto paura di parlare.
《Ai tuoi ordini draghetto...》
Gli occhi di Kiaghel solcarono per un'ultima volta il grande armadio e, infine, il suo lungo braccio si mosse sicuro verso un fodero di cuoio quasi nuovo, posto sul ripano più alto.
Con la spada slada tra le dita, il Fenril venne fuori dal grande armadio e studiò Sharu, con gli occhi ridotti ad una fessura appena visibile, quasi ne stesse prendendo meticolosamente le misure.
Dopo qualche istante, posó nuovamente lo sguardo sul fodero che aveva in mano, biascicò sottovoce un paio di numero e accennó un ghigno compiaciuto.
《Questa sembra perfetta!》disse orgoglioso per poi porgere a Sharu l'arma appena adocchiata.
《È uno spadone dalla punta a cuspide; abbastanza lungo, circa centotrenta centimetri; ad occhio e croce, però, non dovrebbe pesare più di un chilo e mezzo, quindi è sufficientemente leggero》iniziò a spiegare Kiaghel mentre Sharu stingeva con vigore le dita intorno al cuoio,《Ha la guardia a crociera, come volevi tu, e l'impugnatura a una mano e mezza, così è più facile da maneggiare.》
Per ogni parola che fluiva, come un gorgogliante torrente, fuori dalle sottili e pallide labbra del teppista, i suoi occhi parevano infuocarsi sempre di più e sciogliersi lentamente in limpida acqua.
《All'inizio mi è sembrata la classica bastarda gotica, ma, a quanto pare, non ha lama dritta come di consuetudine. Deve essere qualche cosa di più strano e moderno.
Coraggio, provala!》
Sharu, però, ingnoró quella richesta e rimase muto e congelato al suo posto, continuando a guardare Kiaghel fisso negli occhi e a riempirsi le orecchie di tutte quelle strane parole che avevano reso mortalmente speciale la banalissima spada che stringeva tra le mani.
《Ooh...draghetto...che ci fai ancora fermo e imbambolato come uno stoccafisso?!》tuonò con impazienza il Fenril, riportando bruscamente il ragazzo alla realtà con uno spintone,《Provala e dimmi se va bene!》
《Certo, Certo!》rispose rapido Sharu, riprendendo l'equilibrio ed estraendo impacciatamente la spada dal fodero,《Ecco qui!》
La lama sgusció rapidamente via dal cuoio, producendo un rumore fluido e ovattato che accarezzó dolcemente le orecchie a punta del Jamail, facendolo rabbrividire.
Il metallo, appena snudato, scintilló sotto la luce lattescente di un fulmine: il fascio luminoso si tuffó con grazia nella profonda scanalatura centrale e scivoló elegantemente lungo il contorno sinuoso dei fili smussati, che si avvicinavano verso il medio dell'arma per poi allontanarsi di nuovo in direzione della severa elsa.
Con gli occhi che brillavano, Sharu fece turbinare la spada per aria, muovendo agilmente le mani lungo la comoda e salda impugnatura, come fosse stato un abile pianista alle prese con la sua sinfonia migliore: il peso del metallo, così come la lunghezza si adattavano perfettamente alla forza dei propri muscoli e alle proporzioni del corpo, rendendo i movimenti fluidi e incredibilmente leggeri; con gran stupore del ragazzo, Kiaghel sebrava averci azzeccato in pieno.
《Questa spada va benissim...》
Il Jamail non fece, però, in tempo a concludere e la sua frase che la porta del Club dei Duellanti si aprì ma, quella volta, non lo fece con la delicatezza o nel silenzio che il timido ragazzo imponeva sempre a se stesso: l'uscio si spalancó spazzato via da un unico, violento colpo; strisció e raschiò contro il pavimento, fischiando e stridendo, per poi sbattere contro la parete con lo stesso fragore di un tuono.
《Ma cosa?!》sussurró Sharu, contenendo a fatica un urlo e sobbalzando di qualche centimetro più avanti per lo spavento.
《È arrivata la peste》sentenziò, sghignazzando, Kiaghel,《Wueri ha fatto il suo ingresso!》
Come di consuetudine, anche in quell'occasione lo sguardo curioso e indiscreto degli studenti, che affolavano la stanza, si puntò su di una Fenril delle orecchie e la lunga coda argentate, gli occhi gelidi come una tempesta di ghiaccio e un'indomita chioma di carbone.
"Wueri!"
Anche le brillanti e smeraline iridi di Sharu conversero presto su di lei, solcando la piccola figura della ragazza dall'alto al basso: le forme del suo corpo apparivano stranamete rozze e abozzate, come fossero state prepotentemente incise su una roccia troppo dura per essere scolpita; il pallido e lentigginoso volto paffuto, ingigantito da una scombinata massa di riccioli neri, poggiava su di un esile e corto collo; le spalle strette e il petto minuto contrastavano con il femmineo fianco prominete; le corte gambe, così come le braccia, apparivano massiccie, forgiate dall'arte della spada e del duello.
Lo sguardo di Sharu divenne più intenso e clinico: l'intero copro di Wueri pareva un puzzle di elementi presi alla rinfusa da persone diversi; eppure, aveva un suo inspiegabile e misterioso fascino, accentuato dai tratti selvaggi e sicuri del suo gelido viso.
"Il momento di combattere si avvicina..."
Il cuore prese a battere fuori dal petto del timido ragazzo e le dita si strinsero con tanta foga intorno alla spada da far sbiancare le nocche.
"...sempre di più."
La nuova arrivata, intanto, sembrava divertirsi a ricambiare ogni sguardo indesiderato con un serie di occhiatacce torve e irriverenti, così intense e penetranti da costringere molti ad abbassare lo sguardo.
Poi, con un soddisfato e saccente ghigno dipinto in volto, mosse qualche passo oltre la porta.
Uno spesso velo di silenzio caló nella sala, tanto denso e opprimente da far subito mancare il repiro, ma i bisbigli degli studenti più audaci e pettegoli, continuavano a solcare l'aria, già satura di tensione: Wueri era l'ennesima figura oscura e mistica della scuola; girava giusto qualche voce sul conto, visto che era solita mantenere un profilo sufficientemente basso; si sapeva che fosse una lupa solitaria ed un'esperta spadacciana; era ben noto che condividesse anche le stesse malsane abitudini del fratello, eppure nessuno l'aveva mai beccata in una delle sue marachelle né era stata mai puntita per qualche bravata.
《Non è possibile... hanno davvero fatto venire qui la sorella di Wuekaru?!》si morvorava tra le retrovie della grande folla.
《Oggi ci scappa il morto!》
La piccola e misteriosa ragazza, crogiolandosi in quella pioggia di sguardi attoniti a cui non era abituata ma sotto la quale si sentiva perfettamente a suo agio, mosse un'altra serie di pesanti passi in direzione dell'arena.
《E io che, dopo ieri sera, pensavo di poter buttar via gli occhi...》i sussurri diventavano sempre più insistenti.
《Abbiamo fatto bene e tenerceli incollati al cranio!》
Wueri pocedeva nella sua marcia, impettita e sicura di sè, tenedo la a testa e coda alta e rivolgendo il suo sguardo di ghiaccio unicamente alla strada difronte a lei.
Poi, con un'ultima serie di falcate intenzionalmente rumorse, posò i suoi esili piedi nel campo di battaglia, ponendo indifferentemente fine all'ennesimo duello del giorno.
《Allora...》iniziò la pericolosa ragazza, fermandosi nel centro delle grande arena,《Chi di voi è il folle che ha firmato la sua condanna a morte?》la sua vote acuta e tagliente, tuonò da un apice all'altro del Club, spargendo un silenzio tomabale.
Al suono di quel timbro, graffiante e fastidioso esattamente come quello del fratello, il cuore di Sharu sembrò sul punto di collassare mentre i polmoni avevano smesso di pompare aria già da un bel pezzo.
"Io! Quel folle del tuo sfidante sono io!"
Per quanto l'adrenalina avesse inibito e inghiottito gran parte delle sue più folli paure, le labbra del Jamail non riuscirono comunque a modulare neanche un singolo e misero suono strozzato.
《Non parla nessuno?》si lamemtò la ragazza, rivolgendo alla folla un'occhiataccia truce,《Che delusione: siente tutti mu ... 》
《Cara sorellina!》Nell'udire la voce beffarda e arrogante di Kiaghel, Wueri si zittí e folla si aprì in batter di ciglia, quasi fosse stata un'unica grande unità, permettendo a quell'esplosiva accopiata di guardarsi l'uno negli occhi dell'altra,《Era ora che ti facessi viva.》
《Bene, bene guarda chi abbiamo qui!》ripose la Fenril con altrettanta boria e saccenza,《Caro fratello, ho ricevuto il tuo messaggio: a quale di queste ignare vittime devo l'onore di un duello a discapito della mia colazione?》
Le sottili labbra della ragazza si piegarono in un ghigno maligno poi, con un rapido e impercettibile movimento della mano destra, estrasse dallo stivale un corto gladio dalle lame smussate e lo fece roteare abilmente in aria, ostentando una grande e teatrale manualità.
《Se fossi in te, non sarei tanto sicuro di vincere》la schernì Kiaghel, facendo sfoggio di tutta l'arroganza di cui era capace, 《Questa volta verrai spodestata e perderai quel tuo stupidissimo titolo di Dea!》
《Ti vedo convinto ingenuo sacco di pulci...che aspetti, allora a presentarmi il mio sfortunato sfidante?》gli ripose Wueri, con altrettanta boria e saccenza.
Le iridi cianotiche di Kiaghel, dunque, si spostarono dalla figura della sorella e si avvinghiarono saldamete su Sharu: tinti di una nota che somigliava più alle gelide acque di una sorgente che alla solita mortale landa ghiacciata, i suoi occhi parevano più maligni e determinati che mai.
Senza distolgiere lo sguardo dal compagno, l'Alpha mosse un passo verso la sorella e, con uno spiccio e febbrile movimemto della testa, ordinò al timido Jamail di stargli dietro.
《Coraggio, andiamo a vincere questo duello!》
Il cuore di Sharu ebbe l'ennesimo, violento e dolorso sussulto e tutto il suo corpo venne percorso da un fremito che parve caricarlo tanto di terrore quanto di pura energia: ripose al gesto di Kiaghel e si incamminò al suo fianco, il direzione di quella nuova sfida.
"Avrai pane per i tuoi denti, lupetta!"
Non appena il Jamail mise piede nell'arena, però, il ghigno saccente di Wueri, che alimentava il travolgente flusso di adrenalina nel suo corpo, tramutó in un'espressione di delusione e disgusto, incrinando leggermente la spavalderia del ragazzo.
《Santo cielo fratello, non dirmi che mi hai fatto chiamre per questo...coso?! 》si lamentò la Fenril, con la voce carica di disprezzo.《Non sprecheró certo il mio tempo per un Jamail da queattro soldi!》
Al suono di quelle parole di beffa, un subdolo moto di rabbia avvolse il cuore di Sharu tra le sue spire e ne mosse con prepotenza i muscoli: il ragazzo aggrottó la fronte e digrignò le zanne, ma non fece in tempo a neanche ad emettere un flebile righio che si ritrovò il gladio puntato contro il volto.
《Stai a cuccia, lucertola》lo minacciò Wueri, muovendo un paio di passi verso lo sfidante,《o dovrò farti passare questo tuo brutto caratterino a suon di ossa rotte!》
《Ferma! Ferma!》intervenne tempestivo Kiaghel, frapponendosi tra i due duellanti, prima che l'adirato Sharu potesse scagliarsi contro la risoluta lupa solitaria,《Non azzardarti parlare male del preferito della Preside ancora prima del combattimento!》mormorò, ridacchiando tra sé e sé,《Cerca inoltre di portargli un minimo di rispetto oppure dirò alle Grandi Maestre che hai rubato quel gladio dal deposito della scuola.》
Kiaghel sussuró quella ultime parole in maniera così flebile e impercettibile che la stessa ragazza, a pochi centimetri dal fratello, riuscì a stento a comprenderle, ma sortirono comunque l'effetto sperato .
Wueri abassó l'arma dal volto paonazzo del Jamail e il ghigno tornò ad illuminarle il volto sbarazzino più malignio e infido di prima.
《Quindi tu saresti il famoso Sharu: il folle mezzo-drago che sfidato l'autorità della Luna Nera; l'unico, oltre me, ad aver sconfitto mio fratello e, secondo le voci, anche il fidanzato di Eifir?》
Nel ritrovarsi nuovamente con quel nome un giro per la testa, la spavalderia data dall'adrenalina si incrinó rumorosamente e il Jamail rimase interdetto per qualche secondo, come se avesse appena ricevuto un pugno in piena faccia.
"Perché tutti continuate a ricordarmi di Eifir?! Io avevo bisogno di tolgietmala dalla testa."
Con le orecchie ancora intasate dall'eco di quel nome, si diede una violenta scrollata e, nonostante il collo sbrassete essere improvvisamente diventato un pezzo di pesantissimo e irremovibile marmo, provò ad annuire alla domanda di Wueri.
《No...non ci credo! Tu sei proprio Sharu !》mentre il Jamail cercava di mettere la mente a tacere, il ghigno di Wueri divenne un infantile sorriso a trentadue zanne e gli occhi cominciarono a brillare con la stessa ingenua e innocente gioia di un cucciolo alla scoperta del mondo, donandole un aspetto del tutto in antitesi con la sua macabra fama, 《Allora dobbiamo subito iniziare comabattere!》
"Per l'amor del cielo, grazie!"
Prima che Sharu potesse rilassare anche solo un muscolo o spegnere del tutto qualsiasi sentimento, lei lo afferrò con furia per una spalla e lo trascinó con violenza ad un capo del campo.
《Pronti al duello del giorno?》a quel punto la voce di Kiaghel tuonò con gran vigore per la stanza, facendo tramare studenti e finestre,《Coraggio, allora, battete quelle zampaccie flaccide che vi ritrovate per i nostri sfidanti !》
Mentre ognuno andava a prendere posto tra i rozzi spalti un'assordante ovanzione, saturó l'aria di energia, adrenalina e furore.
Sharu, rinvigorito da quel suono grave e vibrato si mise impacciatamente in posizione di partenza: gambe leggermente divaricate, pronte allo scatto; schiena ricurva in avanti per proteggere l'addome e il petto; mani salde sulla lunga elsa spada che teneva sospesa a pochi centimetri dal volto.
Gli arti, però, tremavano visibilmente ed erano tutt'altro che saldi.
"Quando vuoi tu, cominciamo!" Pensò il ragazzo, accennando comunque un sorriso obliquo e malevolo: cercava in tutti i modi di risvegliare quel lato esplosivo se stesso, così focoso e rumoroso che avrebbe dovuto eclissatare ogni altra opaca sfaccetttura del suo carattere in una manciata di secondi.
Eppure, qualcosa non andava: il nome di Eifir continuava a ronzargli nella orecchie confondendosi con quello di May.
Il fuoco non dilagava e anche quell'effimera euforia, provata pochi minuti prima, pareva un mera e lontana illusione.
"Concentrati!"
Sharu puntò i suoi occhi Wueri e sbatteva forsennatamente la coda per terra, riempiendo la stanza di quei violenti schiocchi di frusta.
Inconsciamente quel rumore assordante, però, non nasceva dal bisogno di spaventare l'avversario: quella voce, che dal profondo del suo animo invocava un nome confuso e indistinto, urlava in modo così atroce che neanche il furore del suo spirito guerriero riusciva a sovrastarlo; solo il riverbero dell'aria squarciata dal rapido movimento coda sembrava portare con se un briciolo di pace.
"Devo concentrarmi, devo assolutamente rimanere lucido!"
Per alcuni secondi, tutto rimase fermo, con l'aria che faceva scintille: nessuno si muoveva, nessuno voleva attaccare per primo, nessuno osava neanche respirare.
Anche la platea era sulle spine, sospesa in limbo senza tempo.
Intanto, Wueri osservava attenatamemte il suo bizzarro sfidante: l'esperienza le suggeriva che, per quanto i suoi occhi, di quel verde così intenso e penetrante, sembrassero concentrati su di lei, erano posati su scenari terribilmente lontani, fantasie utopiche ed eventi ormai passati; il ragazzo poteva anche essere fisicamente lì , sotto al suo naso, ma la sua concentrazione era ad anni luce di distanza.
"Povero piccolo ingenuo...quasi mi dispiace per lui..." elaborato nella contorta mente quel semplice e beffardo pensiero, la ragazza colse l'occasione e si scaglió contro Sharu a tutta velocità, infrangendo quella densa e logorante staticità che gli aveva invischiati.
Percorse quei pochi metri di distanza a grandi e impercettibili falcate, tenendo la schiena quasi rasente alle ginocchia: rigiró agilmente tra le dita la spada e caricó il braccio destro per l'assalto.
Sharu, immerso nel suo mondo proprio come previsto, quasi non la vide arrivare e, solo all'ultimo secondo, il suo istinto di difesa lo ridestó brutalmente dallo stato di torpore.
"Dannazzione, da dove è spuntata questa?!"
Provò a muovere la spada e a prare il colpo diretto petto, ma non fu abbastanza veloce: l'arma di Wueri urtó la sua di striscio, deviando leggermente la sua traiettoria e Sharu venne colpito al fiaco dal pomolo del gladio.
Un dolore intenso e bruciante lo fece piegare in due, intensificando quell'urlo assordante e viscerale del suo animo.
Wueri, arrestó la sua corsa, superando il suo agonizzante sfidante di qualche centimetro; nella frazione di un istante, torse con gran agilità la schiena e, facendo leva sulle massicie gambe, si gettò nuovamente su di lui.
"È ora di immobilizzarti del tutto!"
La ragazza seguiva il perfetto schema di caccia di un lupo solitario, affinato in centinaia di anni di evoluzione e in mesi e mesi di duelli: il primo decisivo passo consisteva nel mettere la preda in difficoltà con un colpo doloroso, poi impedirgli di scappare puntando alle gambe.
Il braccio di Wueri, così, seguì rapidamente il movimento della sua spina dorsale e il gladio percorse una breve parabola nell'aria, andando colpire lo stinco di Sharu ancora piegato dalla fitta al fianco.
Il grido del ragazzo si confuse con quello che gli cresceva esponenzialmente dentro il petto e la stiletta alla gamba gli fece curvare la schiena all'indietro, lasciando alla sfidante l'occasione di assestare un altro colpo di polmo proprio tra la gamba sinistra e il bacino.
"Dannazione!"
L'ennesimo dolorso fendente fece cadere Sharu in avanti e gli mozzò il fiato.
"Che male mostruoso!"
A denti stretti, portò una mano sul basso ventre, nel tentativo di contenere la fitta mentre, quasi con le lacrime agli occhi, osservava il mondo sotto i suoi scombinati capelli.
"Non è così che deve andare!"
Le dita si strinsero con tutta la loro forza intorno all'elsa della spada: la pelle della mano sembrava star bruciando da sotto il guanto; gli occhi stavano bruciando; la testa, lo stomaco, le gambe e le braccia, tutto sembrava sul punto di andare in fiamme, eppure la scintilla non brillava ancora, offuscata da quel grido latente.
"Che mi sta succedendo?!"
Non appena il dolore fisico scemó abbastaza, Sharu si rimise barcollando in piedi, facendo leva sulla spada, e si asciugó un rigagnolo di saliva che aveva fatto capolino dalle labbra durante l'ultimo attacco: benché la stiletta al bacino fosse diminuita, quel marcio che aveva in petto continuava a fare male; gli mancavano del tutto le forze; gli mancava del tutto un qualcosa, quel combustibile capace di mettere i moto il perfetto ingranaggio del suo istinto guerriero.
《Non ne hai ancora abbastanza, draghetto?》annunciò Wueri, allonatamantasi dal Jamail per riprendere fiato, 《Non sembri affatto la leggenda di cui tutti parlano!》
Sharu ringhiò in riposta all'insulto, ma abbassó la testa un istante dopo, privo di fiato.
"La ragazza ha ragione..."
Quel miserabile e patetico Jamail ridotto allo stremo non era affatto comparabile al ragazzo che, solo poche ore prima, danzava lungo la grande arena completamente privo di emozioni a distrarlo.
Eppure, non ci sarebbe dovuto essere ninete di diverso da quella sera gloriosa: era tutto come lo aveva lasciato, ma mancava un minuscolo pezzo del mosaico per ultimare la magia e quel grido atroce dell'animo non faceva altro che che invocarlo.
Wueri, vedendo gli il ragazzo ancora più scosso e indeciso, si preparò per l'attacco finale.
"Preparati draghetto!"
Con un agile salto, piombó qualche metro più indietro, molleggiò sulle poderose e muscolose gambe e si lanciò in un puroso affondo, con tutto l'impeto che aveva in corpo.
《Ormai sei finito!》
In quell'istante, quando si rese conto di non aver più vie di fuga, il grido viscerale di Sharu raggiunse il suo picco, divententando così doloroso e insopportabile da costringerlo a serrare gli occhi.
Nelle tenebre, il tempo prese a scorrere con estrema lentezza, quasi si fosse arrestato dal tutto.
"Basta urlare! Lo so che manca qualcosa, che qualcuno di cui ho bisogno non è qui!" Le parole si formarono nitide e distinte nella mente stravolta e caotica del ragazzo, portando con sé una valanga impetuosa di tristezza e frustrazione.
"Non posso farci niente!"
Intanto, anche in quell'istante sospeso dal mondo, poteva sentire i passi di Wueri sempre più vicini a lui e l'aria venire tagliata dal moto del suo gladio.
"Non si può fare più niente!"
Neanche muoversi sembrava più possibile: era solo, abbandonato a se stesso, chiuso in un angolo; era spacciato.
Il velo di lacrime sugli occhi divenne più spesso e il groppo si formò sul fondo della gola.
"Sono un'inutile fallito! Senza nessuno a reggermi non riesco a combinare niente di buono."
La mano fu tentata di mollare la spada, ma, al contrario, si strinse con più vigore introno ad essa.
"Perdonami Eifir e anche tu May: ho deluso entrambe, ho deluso me stesso."
《Di pure le tue ultime preghere draghetto!》la voce di Wueri, probabilmente fece fischiare le orecchie di tutti i presenti, ma per Sharu rimase un sussurro lontano e privo di seso.
"Ho deluso tutti quanti..."
Poi, quando Sharu pareva sul punto di precipitare oltre'orlo del baratro, un vecchio sentimento tornò a bussare alla porta del Jamail: una fiammella di accese nel suo cuore, rischiatando l'oscurita di una sinistra luce vermiglia e iniziando a bruciare tutto quel marcio che aveva intorno; uno strano calore si irradió dal petto, fino alla braccia, passando poi per le gambe, facendole formicolare e la rigidezza dei muscoli si sciolse.
Nella frazione di millisecondo, però, quel tepore divvenne tanto intenso da ustionare la pelle in modo doloroso e ogni attenzione converse in quel dialaniante bruciore.
Fu così che la mente venne occupata da un altro pensiero: Sharu era stufo di starsene fermo, stanco di essere sucube dei pensieri; voleva solo spegnere la mente e fare ciò che gli veniva meglio, voleva duellare.
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