V - Autoritratto con orecchio mutilato/Vincent van Gogh
《Hei, ragazzo? Vieni ascolta, sono qui per aiutarti》
Sento una voce gracchiante nel corridoio. Seguo il richiamo e mi fermo davanti a un quadro, raffigura un uomo stempiato dai capelli corti castani, barba e baffi curati rossicci, uno sguardo ambiguo, l'orecchio visibile è mutilato; gli chiedo chi è.
《Hallo jongen, ik ben de beroemde Vincent van Gogh, kom hier, ik zal je helpen om er eerst uit te komen, een kortere weg》
《Cosa? Non ti capisco, fino a ora parlavi italiano》
《Sì, scusa ragazzo, io sono il famoso Vincent van Gogh, vieni qui, ti aiuterò a uscire prima, una scorciatoia》
Roberto
Lo guardo incuriosito, non so se fidarmi di quest'uomo.
I bambini dei primi quadri mi hanno ispirato fiducia, ma questo qui proprio no; ha uno sguardo troppo beffardo.
Mio padre mi dice sempre di fidarmi dei pareri altrui e fino a poco fa l'ho fatto, ma con lui non ci riesco proprio è più forte di me.
Mi viene da pensare che questa sia una prova o che non sono ancora arrivato al quarto e sinceramente sono un po' stufo di starmene qui dentro, voglio uscire e tornare alla mia vita e poi nell'altra stanza ci sono Thomas e sua madre che mi aspettano quindi credo proprio che non ascolterò questo signore e tornerò di là con loro.
Faccio per voltarmi ma una mano mi afferra il braccio bloccandomi. Mi giro e lo vedo è lui, Vincent van Gogh, con un ghigno beffardo e insopportabile che mi impedisce di raggiungere i miei nuovi amici.
《Signore che sta facendo? Mi lasci. Mi chiamano》
《No, tu adesso vieni con me e non vai da nessun'altra parte siamo intesi?》
《No! Con voi non vengo da nessuna parte e adesso mi lasci, mi sta facendo male》
affermo e con movimenti decisi cerco di liberare il braccio.
L'uomo non si arrende e comincia a tirarmi verso di sé nel quadro; per convincermi ad andare con lui usa parole accattivanti.
《Vieni mio giovane amico ti faccio saltare tre opere e ti ritroverai direttamente nell'ultimo》
《Ho detto di no! Mi lasci subito! Thomas, aiuto》
Il bambino mi sente e corre in corridoio seguito da sua madre, vedono cosa accade e agiscono. Il piccolo mi prende l'altro braccio e lo tiene stretto mentre la donna fa in modo che il manigoldo lasci la presa. In quel momento capisco che ho fatto bene a fidarmi di me stesso e non dell'uomo.
《Le ho detto di lasciarmi non mi fido di lei signor Van Gogh》
Lui mi guarda con espressione accigliata e mi lascia; ritorna nel quadro e mi guarda di sottecchi.
《Hai fatto la cosa giusta amico》
mi rivela il ragazzino.
《Lui si spaccia per un autoritratto di Vincent van Gogh, ma in realtà ci sono ancora dubbi sulla sua veridicità e chiunque lo segue resta imprigionato nel suo quadro》
《Davvero? Non mi ha mai ispirato fiducia a differenza vostra》
《Sì, c'è una disputa da quando è stato trovato nel 1910, sai?》
Scuoto la testa e lo ascolto interessato. Chi se lo sarebbe immaginato che un giorno avrei ascoltato qualcuno che mi avrebbe parlato di quadri.
《È stato unanimemente respinto dagli studiosi e ricercatori per decenni, fino a quando ricerche sulla provenienza realizzate dai membri dello staff riferirono pro domo il contrario》
mi spiega lui e io che con attenzione lo seguo.
《La discussione è ancora in corso. È strano però il fatto che questo presunto autoritratto non è stato realizzato specchiato, i bottoni e le asole della giacca sono al loro posto e l'orecchio mutilato è il sinistro, come nella realtà》
《È vero quindi è per questo che gli danno del falso》
《Già e dà allora cerca di tenersi quanti più amici può tra quelli che vengono a farci visita》
《Grazie ancora senza di voi io sarei stato l'ennesimo》
《Non credo! Tu sei diverso dagli altri; impari subito, non erri mai, sei attento, complimenti sicuramente uscirai di qui ti mancano solo tre insegnamenti per farlo》
《Quindi questo conta come tale?》
《Sì, ma solo per te, tu sei riuscito a farti lasciare da sole con le tue parole e col fatto che hai capito da solo che non era meritevole di fiducia》
Io continuo a starlo a sentire, spero davvero di poter uscire al più presto.
Il mio pensiero va sempre su Giulia, lei lo sa che sono sparito o vive in una specie di bolla temporale dove tutto è fermo?
Vorrei tanto abbracciarla, baciarla.
Sono in compagnia ma mi sento solo senza lei.
《Tutto bene?》
Mi risveglia Thomas dai miei pensieri.
《Sì, dai ho solo nostalgia di casa》
《Forse ho capito dove devi andare per procedere il tuo viaggio, anche se mi farebbe piacere se rimanessi》
《Davvero ti farebbe piacere? Soprattutto davvero hai scoperto dove devo andare per proseguire nel labirinto?》
《Sì amico, mangia qualcosa e poi andiamo in cantina. Ok?》
Sorrido, annuisco e mangio qualcosa in loro compagnia; quando abbiamo finito il ragazzo mi porta giù allo scansionato e la porta chiusa non si apre.
Mi metto davanti e dico:
《Per quanto è bene fidarsi degli altri non bisogna affidarsi a nessuno, invece dobbiamo fidarci di noi stessi e delle nostre sensazioni》
Alle mie parole segue il solito rumore, così saluto un'ultima volta Thomas, spingo la porta e la oltrepasso. È tutto buio; non vedo niente e sento il corpo pervaso da un senso di panico.
Angolo dell'autore:
Spero che questa nuova storia possa piacervi.
È la prima volta che mi addentro in un racconto del genere, perciò vi chiedo clemenza.
Anche il quarto insegnamento è stato imparato e il nostro protagonista è stato ancora una volta abbastanza fortunato.
Come avrete visto il signor Van Gogh non era propriamente un amico, anzi.
Potrebbero esserci altri come lui o più subdoli, oppure Roberto potrebbe ritrovarsi in uno raffigurante la scena di un omicidio e trovarsi invischiato.
Cosa succederà nel prossimo?
Non ci resta che scoprirlo andando avanti con la lettura.
Fatemi sapere se vi piace attraverso ⭐ e commenti.
Grazie mille per l'attenzione.
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