Il ragazzo misterioso
Seiji afferrò Ayato per le spalle e lo fece stendere sulle coperte. Il giovane servitore sembrò confuso e spaventato da quel comportamento, ma il suo padroncino lo era ancora di più.
- Che dovrei fare adesso ? Come si iniziano queste cose ? - disse fra sé e sé Seiji, ma non ci stette troppo a pensare e baciò appassionatamente Ayato.
- Ayato, adesso sei solo mio, non spiffererai nulla e non lo dirai a nessuno, capito ? -
- Sì, Yoshida-sama - il giovane era terrorizzato, sembrava già sapere ciò che stava per succedergli.
Seiji gli accarezzò il viso e lo baciò, prima sulla fronte e poi sul collo, dopodiché iniziò a togliergli la giacca e la camicia, ma non appena gliela abbassò notò che il suo corpo era pieno di segni rossi e sfregi.
- Accidenti, devi avere un compagno molto possessivo per averti lasciato segni così evidenti - Seiji vi passò sopra le dita facendo fremere Ayato - Non dovrai più preoccupartene, adesso che appartieni a me nessuno dovrà più toccarti, lo lascerai oggi stesso ! -
Il servitore spalancò gli occhi e voltò lo sguardo a lato preoccupato.
- Ehi, voltati - Seiji si sentì terribilmente offeso da quel comportamento e bloccò i polsi di Ayato con la sua stessa cravatta.
- Yoshida-sama ... Vi prego, fermatevi ... -
Il giovane lo baciò impedendogli di procedere con la frase, infilò la lingua contro quella di Ayato e gliela passò sopra il palato.
Seiji bloccò il ragazzo alla tastiera del letto e gli sfilò i pantaloni lasciandolo in mutande.
- Ma che diamine, non avevo mai visto o fatto marchi simili, anche le tue gambe sono piene di segni, sembrano così recenti ... -
Il giovane lo sfiorò fra le gambe e Ayato ricominciò a tremare, sembrava sul punto di piangere.
- Saprò farti molto di peggio, non devi preoccuparti -
- Yoshida-sama ... Vi prego, non fatelo ... -
Seiji gli prese il bordo dei boxer e li spinse verso il basso scoprendo il suo fallo, poi lo fece voltare.
- Sembra che almeno una parte di te non sia stata toccata - Seiji si tolse la maglietta e si abbassò i pantaloni, baciò la schiena di Ayato scendendo fino al suo piccolo foro rosa e cominciò a leccarlo. Con una mano iniziò a masturbarsi e, con l'altra, si occupava di far venire Ayato.
- Vi prego, ah ... Yoshida-sama, non possiamo ah ... fare questo - Ayato aveva già iniziato ad ansimare, ma per quante lacrime versasse Seiji non lo sentiva nemmeno.
- Mmmm, così buono. Ayato, come puoi essere così eccitante, sei un ragazzo, eppure ... -
Seiji si sollevò in piedi sotto i gemiti del servo e lo penetrò con forza, sempre più passionalmente, il giovane si sentì così male da non riuscire più nemmeno a desiderare che finisse.
- Chiamami ! Ayato, voglio che tu dica il mio nome mentre veniamo insieme -
- Yoshida ah ... Ah ! Seiji ... Ah -
Vennero insieme, poi Seiji si rese conto che Ayato stava piangendo e si allontanò di qualche passo, non si rendeva nemmeno conto di quello che era appena successo, ma gli era piaciuto e tanto anche.
Cominciò a liberare i polsi del servo e lo ripulì mentre l'altro restò immobile, quando ebbe finito Seiji gli si sdraiò vicino e lo abbracciò da dietro leccandogli l'orecchio e dandogli piccoli morsi sul collo.
- Da oggi in avanti verrai qui ogni qualvolta ti dovessi chiamare e senza fare domande o dirlo a qualcuno. Con il tempo non potrai più fare a meno di me, vedrai, riuscirò a renderti mio permanentemente - Seiji vide Ayato alzarsi e coprirsi come poteva.
- Perché ti nascondi ? -
- Yoshida-sama, vi prego smettetela, io ... Io sono già innamorato di un altro e non posso lasciarlo per voi -
Seiji lo spinse violentemente verso la parete e lo bloccò allargandogli le gambe, un rivolo di sangue gli scese giù per la coscia insieme allo sperma del suo padrone.
- Allora perché quando ti sono venuto dentro anche tu sei venuto ? Lo sai benissimo che in realtà mi ami e non puoi stare senza di me - poi Seiji lo baciò sul collo e gli si avvicinò all'orecchio - Sappi comunque che odio le cose di seconda mano e tu eri al limite del passabile -
- Mi dispiace tanto Yoshi...
Cioè, Seiji-kun, la prossima volta ... - la parola sembrò strozzarglisi in gola - vi soddisferò meglio, ve lo prometto -
Il ragazzo lo lasciò andare e Ayato cadde in ginocchio mentre Seiji andò a recuperare i propri vestiti.
- Adesso devo andare Ayato, quando sarò uscito, rivestiti e sistema la mia stanza, dopotutto è a causa tua se ora si trova in questo stato.
Poi considerati libero di tornare da Mika e non dimenticare di mollare il tuo ragazzo, non intendo trovare altri suoi marchi su di te la prossima volta, hai capito ? -
- Sì, Yoshida-sama -
Ayato si sollevò in piedi ed aiutò il giovane a rivestirsi e poi lo guardò mentre se ne andava fuori dalla porta. Seiji lo lasciò fare e poi lo lasciò solo, come se niente fosse accaduto. Poco prima di richiudere l'uscio però il giovane nobile sentì i singhiozzi del suo servo ed una semplice frase.
- Io non posso amarvi -
Seiji restò per qualche minuto davanti alla porta, come poteva sentirsi così in colpa dopo aver provato qualcosa di tanto bello, gli doleva lo stomaco e avrebbe voluto scusarsi.
- Che mi sta succedendo ? Perché l'ho legato a me con quell'ordine ? Non ci capisco più niente, non credevo potesse esistere una persona talmente attaccata al denaro da lasciarsi fare quel genere di cose solo per paura di essere licenziato. Devo parlarne con mio padre, voglio sapere più cose su Ayato prima di combinare altri guai -
***
Il giorno dopo, appena sveglio, Seiji andò spedito verso l'ufficio di suo padre e lo trovò intento a sfogliare alcune pratiche. Non appena il ragazzo entrò l'uomo mise da parte le proprie scartoffie e lo guardò attentamente.
- Quale sarebbe il problema questa volta ? Desideri forse qualche nuovo videogame o ti serve un nuovo prestito ? -
- A dire il vero, volevo sapere di Aya ..., cioè di Inoue, il nuovo servo di mia sorella. Come mai questo regalo ? -
L'uomo si tolse gli occhiali e strofinò gli occhi.
- Non mi dire che ha già creato problemi -
- No, è solo che mi interessa sapere come mai lo hai assunto per un lavoro tanto importante - Seiji sentiva che c'era qualcosa di strano in suo padre, sembrava quasi che gli stesse nascondendo qualcosa.
- Niente di che, la sua famiglia è indebitata fino al collo nei nostri confronti e dunque, per ripagare il loro debito, lui si è offerto di lavorare per noi, ecco tutto -
- Oh, ok - ma Seiji sapeva che ci doveva essere molto di più e lo avrebbe scoperto, in un modo, o nell'altro.
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