CAPITOLO 33

Finii di mettermi il mascara e mi guardai allo specchio: quel completo mi stava proprio bene.
Andai verso la spiaggia. Mi sedetti a guardare il mare. Erano le nove di sera e ormai il sole stava tramontando.
La giornata era volata e mi ero impegnata a tenermi alla larga da Taylor come avevo promesso a Fabian il giorno prima.
Qualcuno si sedette dietro di me e mi mise le mani sui fianchi.
Mi voltai e diedi un bacio sulla guancia a Gabriele, poi appoggiai la testa alla sua spalla. Chiusi gli occhi. Avrei voluto che il tempo si fermasse a quel momento. Eravamo soli sulla spiaggia, io, Gabriele e il calore emanato dal suo corpo.
Senza problemi, senza niente.
Gabriele si alzó e mi prese la mano. Io lo seguii in silenzio.
Il Dolphin era un parco divertimenti poco lontano da lí. Camminammo lungo il mare, mano nella mano, con gli schizzi delle onde infrante che ci arrivavano in faccia.
— Mi sembri pensierosa — disse ad un certo punto, riprendendo la sua solita nota di divertimento nella voce.
— Penso che fra una settimana tutto sarà già finito.
— Goditi il momento, bambola.
Mi bació dolcemente e io risposi con foga.
— Sappi che non ti lasceró andare tanto facilmente. — mormoró, e io sentii il suo fiato caldo sul collo.
— Cosa intendi? — dissi ridendo.
— Che se vuoi puoi restare qui con me.
Risi.
— Fosse per me ci rimarrei a vita qui con te.
Poi pensai a cosa avevo detto giusto dieci giorni prima. L'idea di una vacanza non mi entusiasmava e mi sarei annoiata. Invece ora non sarei piú tornata indietro.
Mi strinse forte una mano.
— Allora resta — disse sottovoce mentre mi passava una mano nei capelli.
Mi si inumidirono gli occhi.
— Ora pensiamo a divertirci — dissi poi.

— Dai!! — urlai quando vidi che mi mancava metà dello zucchero filato.
Gabriele mi guardava con la bocca piena.
— Te ne ho preso un pochino, su!
Cominciammo a ridere entrambi.
— Andiamo sulle montagne russe — disse poi.
No, no e poi no. Su quelle non ci salivo. Avevo paura dell'altezza.
— Io lí non ci salgo.
Lui mi sorrise.
— Dai Anna, un po' di coraggio. E poi ci sono io.
I suoi occhi verdi mi guardarno luminosi. Dovetti trattenermi dal gettargli le braccia al collo.
— Ho paura Gabri!
— Ma ci sono io con te!
— E questo cosa vuol dire?
Incrociai le braccia.
— Anna, se succedesse qualcosa, cosa del tutto improbabile, ti giuro che mi butterei per prenderti. Sono talmente innamorato di te che morirei per te!
Arrossii. Mi amava.
— D'accordo.
Gli presi la mano e comprammo il biglietto, prima che potessi cambiare idea.

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