La principessa e Speedy
La principessa e Speedy
«Eiaculazione precoce.»
Sputo saliva persino dalle narici quando Sasha pronuncia con solennità queste due parole. È in piedi di fronte a me, lo sguardo furibondo e gli occhi carichi di fuoco, pronta per introdurre questo argomento delicato che mai avrei voluto discutere con lei.
«Come?» Pamela, seduta sul mio divano, sgrana gli occhi. Papillon, ai suoi piedi, pare confuso quanto noi. Oggi, per colpa del caldo, è stravaccato sul pavimento alla ricerca di un po' di frescura, non posso davvero biasimarlo se non ha il coraggio di ringhiare a Sasha, da quando ha litigato con Aaron e ha ottenuto la sua vendetta con Bill, pare particolarmente pronta ad affrontare ogni tipo di minaccia.
«Eiaculazione precoce» ripete lei, incrociando le braccia al petto. Il camice da infermiera che sta indossando in questo momento pare starle addosso come un vestito. «Non vedo altra spiegazione, Doberman stava per baciarti e la tensione lo ha portato a... liberarsi. Per questo, imbarazzato, se n'è andato via.»
Immagini che non avrei mai voluto avere pervadono la mia mente, scuoto la testa, confusa. Indire una riunione di emergenza con Sasha e Pamela per capire cosa diavolo è successo ieri sera con Jack è stata una pessima idea.
«Sasha» prova intervenire Pam. «Non per dire, ma dubito seriamente che Valentine soffra di questo problema.»
«Assolutamente no. Cosa credete, che il semplice fatto che sia figo e abbia dei pettorali scolpiti lo renda immune a cose simili? Be', sareste sorprese nel sapere che in realtà i soggetti come lui molto spesso sono quelli che nascondono queste difficoltà. Una volta, durante il tirocinio, ho incontrato uno spogliarellista che non riusciva a farselo-»
«Sasha!» esclamo, disperata. «Te lo posso assicurare, non è stata eiaculazione precoce.»
«Ma-»
«No!»
Pare quasi delusa.
Pamela, con un sospiro, si passa una mano fra i capelli. Da quando ha litigato con Bill ha un'aria particolarmente soddisfatta di se stessa, non ho idea di cosa sia successo da quando io e Jack abbiamo abbandonato l'appartamento di Sasha, ma stamattina ho sentito Bill al telefono e in sottofondo Francine gli stava gridando contro che era un figlio di puttana e che meritava di rimanere sterile, perciò ho due teorie in mente.
Opzione numero uno: Bill ha lasciato Francine.
Opzione numero due:Pamela è intervenuta in qualche modo - passando dal lato oscuro della vendetta come Sasha - e ha fatto in modo che si lasciassero.
Non so dire quale delle due opzioni mi piaccia di più.
Ammetto che la curiosità di chiederglielo è terribilmente forte, ma in un simile momento la mia unica preoccupazione riguarda quel maledetto di Jack Valentine. Stanotte, per colpa sua, non sono riuscita a chiudere occhio. Ho passato tutto il tempo a rotolarmi nel letto e a pensare a lui e a quello che era successo. Al calore della sua pelle, al modo in cui il suo volto era così vicino al mio... è stato, agonizzante. Terribilmente eccitante.
Bug's Bunny, in quel momento, si è rivelato un ottimo amico.
«Soph» mi richiama Pam «hai per caso fatto o detto qualcosa che ha lasciato intendere a Jack che tu non... ehm, fossi pronta per un rapporto?» Le sue sopracciglia si aggrottano, si aggiusta l'orlo della felpa nera e continua a fissarmi con una particolare e strana luce negli occhi. «Qualcosa che può avergli lasciato credere che non fossi disposta ad accettare un po' di sesso?»
È imbarazzante. Terribilmente imbarazzante. A discapito di quello che la gente pensa su di me - per colpa del mio aspetto - non sono mai stata efferata in queste cose. L'unico ragazzo con cui ho avuto dei rapporti e che ho toccato tanto quanto lui ha toccato me è stato Andrew, dopo di lui solo il vuoto, il nulla più assoluto. E per quanto umiliante sia dirlo, mi rendo anche conto della palese differenza che c'è adesso. Ai tempi di Andrew, entrambi eravamo dei ragazzini, non ne sapevamo niente su queste cose. Il nostro rapporto era iniziato dal sentimento, per poi sfociare nella sessualità. Non ho mai dovuto preoccuparmi di iniziare qualcos'altro di diverso in modo contrario, con un'altra persona.
«No, non credo» reclino il capo verso terra, i vasi dilatatori sulle mie guance si riempono di sangue. «Non penso... io... non mi sono mossa, non ho detto nulla, ho persino chiuso gli occhi, Pam. Ho chiuso gli occhi, Pam. Ho chiuso gli occhi. Non era abbastanza?»
La fronte di Sasha si aggrotta, sembra confusa quanto me. Non che la cosa mi sorprenda, anzi. Nonostante lei sia quella messa meglio dal punto di vista sia sessuale che sentimentale, non si può dire altrettanto della comprensione sulle relazioni o, in generale, sul romanticismo, anche quello privo di sentimenti. «Sei una stupida, Sophia!» strilla poi, facendomi sussultare.
«Che cosa?»
«Avresti dovuto agire!»
Sgrano gli occhi, Sasha è un missile impazzito, si muove a passi veloci verso di me e con forza afferra il colletto della mia camicia. «Avresti dovuto afferrarlo così, sbatterlo contro la parete,» la mia schiena brucia di dolore quando mi inchioda al muro della stanza, un brivido di stupore mi attraversa «ficcargli un metro di tapis roulant di lingua in bocca e risucchiare con così tanta forza da fargli risalire le palle alla gola e-»
«Oh mio Dio, smettila!»
«Non tutto si risolve con un bacio, Sasha» interviene Pam, che gonfia le guance per non ridere.
«Perché no? Con me e Stoccafisso ha funzionato.» Un sorriso diabolico attraversa le labbra di lei. «Quando l'ho afferrato per la cravatta e l'ho baciato per vendicarmi di Emily Elaister a me sembrava piuttosto compiaciuto.»
«Questo perché» provo a districarmi dalla presa ferrea delle sue mani, ma è praticamente impossibile «mio fratello è pazzo quanto te a stare con una ragazza fuori di testa come Sasha Porter.»
«Intanto la mia marmellata viene intinta quotidianamente dal biscotto del tuo gemello, mentre la tua, se non sbaglio, ha passato la notte in bianco in compagnia di un povero coniglietto che ha dovuto fingere di essere il biscotto di un'altra persona.»
Come diavolo lo sa? Non ho fatto nessun riferimento a Bug's Bunny!
Pamela rotola letteralmente sul divano per colpa delle risate. Bastarda! E pensare che fino a ieri era in crisi dopo il suo rincontro con Bill!
«Quindi, ricapitolando» Sasha appoggia una mano al lato della mia testa, rielaborando la scena che si era creata fra me e Jack, ieri sera, sul pianerottolo di casa. Il corpo di lei mi sovrasta come aveva fatto quello di Guar, con l'unica differenza che ora, invece che eccitazione, provo terrore nel vedere il suo volto farsi più vicino «Doberman si è avvicinato a te in questo modo, poi ti ha spostato una ciocca di capelli dietro l'orecchio e ti ha detto le solite frasi da bad boy incallito come "non hai idea di quanto ti avrei strapazzata quando ti ho vista nuda, ciccio bello".»
Sono piuttosto sicura che non fossero state queste le parole eccitanti che Jack mi aveva rivolto in quel momento, ma si sa, Sasha ha un modo tutto suo di interpretare le conversazioni. Così deviato da farle meritare il manicomio.
«Sì, più o meno.»
«Poi lui si è avvicinato» la punta del suo naso sfiora la punta del mio. Un brivido di profonda inquietudine fa tremare le mie gambe. «E ti ha guardata dritta nelle palle degli occhi.» Con una delicatezza pari a quella dell'elefante schiaccia la sua fronte contro la mia, il respiro della sua bocca sfiora le mie labbra.
C'è decisamente qualcosa di sbagliato in tutto ciò.
Pamela si copre la bocca con la mano per trattenere i versi di ilarità che sta disperatamente tentando di nascondere. Maledetta, perché Sasha non può comportarsi in questo modo anche con lei?
Gli occhi di Sasha si chiudono a serranda mentre mi fissano con un'intensità sempre più spaventosa. «Hmmm» la sento mugugnare. «Forse ha visto i pori della tua pelle e la cosa lo ha inquietato? I pori della pelle sono effettivamente inquietanti.»
Come può una ragazza che compra tampax solo per chiudere le bottiglie di vino, quando perde i tappi di sughero di queste ultime, definire inquietanti i pori della pelle?
«Amica mia» interviene Pamela, fra un singulto divertito e l'altro «lasciatelo dire, ma fai davvero schifo sulle questione amorose.»
Sasha la ignora stoicamente, il suo volto ancora rigido davanti al mio. Un'espressione sorpresa attraversa il suo viso, quasi l'unico neurone funzionale nel suo cervello avesse ripreso a girare, e infine, con voce austera e profonda, mi domanda: «Hai scoreggiato?»
Spalanco la bocca, oltraggiata. «Cosa? NO!»
«Sai che puoi dirlo a me, vero? È un bisogno fisiologico, d'altronde, non c'è nulla di male.»
«Non ho fatto nessuna scoreggia, Sasha!»
«Allora è eiaculazione-»
«Non è eiaculazione precoce!»
Pare quasi delusa.
«Secondo me sì» sentenzia alla fine. «Come Speedy Gonzales. Ehi! Sarà il suo nuovo sopranomme! Speedy, Speedy, l'uomo delle venute...» canticchia fra sé e sé mentre si allontana quasi saltellando. «Speedy, colui che viene...»
Jack mi ucciderà. Lo so per certo. Dopo aver saputo che per colpa mia la gente lo chiamerà Speedy, mi squarterà viva, e avrà tutte le ragioni per farlo. Vorrei fare harakiri in questo momento, chiamare lei e Pam in aiuto per questa situazione imbarazzante è stata una pessima idea.
«Sophia» Pamela mi richiama a sé, distogliendomi dalla vergognosa scenetta dove Sasha volgarmente imita con le mani un'eiaculazione precoce. Per davvero, Sasha? «Sophie, ti devo fare una domanda.»
«Non ho scoreggiato!»
«No, non quella!» Si batte una mano sulla fronte e sospira. «Sophie, è una domanda seria, in realtà sono piuttosto sicura che anche la nostra amica volgare volesse fartela, ma che si sia trattenuta per colpa dell'eccitazione all'idea che uno come Jack Valentine soffra di eiaculazione precoce.»
Un sorriso diabolico si forma sulle labbra di Sasha, che incrocia le braccia al petto e annuisce. Bastarda.
«Sophie... c'è per caso qualcosa che non ci hai detto?»
Mi stanno guardando entrambe come se si aspettassero loro chissà quale rivelazione, e tutto ciò mette su di me un'ansia assurda. Un pensiero terribile attraversa la mia mente, mentre i loro sguardi iniziano a farsi più desiderosi di risposte. Mi passo una mano fra i capelli, il respiro in gola, il cuore che smette di pulsare.
«Oddio...»
«Lo so, Sophie, non te ne devi vergognare» Pamela si alza in piedi «è normalissimo.»
«No, no che non è normale.»
«Dopo quello che hai passato? Direi di sì, invece.» Sasha annuisce. «Più che comprensibile.»
«No!» Mi copro il volto con le mani. «Non avrei mai immaginato che lui potesse averlo intuito.»
«Be'...» Pamela ammicca un sorriso stanco. «Si vede, Sophie.»
Il terrore mi avvolge, il panico mi assale. Inizio a sudare freddo. «Si vede così tanto?» domando e, quando entrambe annuiscono, rischio di crollare a terra. «Ma ero stata attenta a nasconderlo! Voglio dire, ero coperta! Non si vedeva niente!»
«Come diavolo fai a dire cose simili se ne parli in continuazione?»
«Oddio, l'ho detto? Quando l'ho detto?» Sono sul punto di crollare. «Quando?»
«Non lo so, ne parliamo spesso, Sophie, ma è normalissimo...»
«Guar se ne sarà sicuramente accorto» è concorde Sasha.
Come c'è arrivato? Eppure... eppure ne ero convinta. Ero sicurissima che non se ne sarebbe accorto se non durante il momento più importante, e che troppo preso dalla foga lo avrebbe dato per scontato. Mi copro il volto con le mani, voglio morire. «Non è colpa mia!» singhiozzo disperata. «Non sono riuscita ad andarci in tempo!»
Il volto di Sasha e Pam pare farsi perplesso. «Andarci?» domanda la prima.
«In tempo?» domanda la seconda, mentre i miei occhi si riempono di lacrime.
«Dall'estetista!» esclamo disperata. «Non mi sono fatta la ceretta!»
Un qualcosa di nero mi vola addosso con violenza, prima ancora che me ne accorga. Con un grido acuto, lo scanso appena in tempo, un attimo prima che colpisca la mia testa. Quando l'oggetto si spacca contro la parete, realizzo con costernazione che si tratta del telecomando della televisione, e che è stato Sasha a lanciarmelo.
«Scusami, Pam» mormora «ma qua stiamo cercando di intavolare un discorso serio e la principessa si mette a pensare alla ceretta! La ceretta! Chi diavolo se ne frega della ceretta! Guarda che agli uomini piacciono i peli! E sono piuttosto sicura che a Guar non gliene sarebbe fottuto un cazzo di vederli fintanto che avesse conosciuto la tua serratura!»
Sono trafelata e sconvolta, entrambe mi stanno guardando come se fossi una deficiente.
«Sophie» Pam sospira, massaggiandosi le tempie «per quanto tu sappia che a me non provoca problemi il tuo essere così maledettamente attaccata all'assenza più totale di peli - a differenza di Sasha che, da femminista qual è, ritiene sia ingiusto il fatto che solo noi donne siamo costrette a rimuoverli - sono piuttosto sicura che non sia stato quello il motivo per cui Guar se n'è andato in quel modo.»
Effettivamente, ora che ci rifletto, Jack non mi sembra il tipo di uomo così precisino da volere una partner sessuale perfettamente depilata.
«Sophia» mi chiama di nuovo lei «Soph... dobbiamo farti una domanda seria, e tu dovrai pensare seriamente alla risposta.» Si avvicina con esitazione, quasi temesse di farmi crollare con un movimento troppo brusco. Le sue mani si posano delicate sulle mie spalle, i suoi occhi risplendo di preoccupazione. «Sophia, cos'hai pensato quando Jack stava per baciarti?»
«Come?»
«Cos'hai pensato?» La presa delle sue dita si fa più forte, le sue sopracciglia si aggrottando di apprensione materna. «È importante, Sophie. Cos'hai pensato quando Jack ti stava per baciare?»
Cos'ho pensato, mentre Jack mi stava per baciare? Al modo in cui la sua pelle profumava di buono, al respiro delle sue labbra sopra le mie, al bollore intenso del mio corpo, al modo in cui respirava e mi toccava, con quella dolcezza inaspettata da parte di un energumeno come lui. Ho pensato a così tante cose, in quel momento, così tanti pensieri hanno affollato la mia mente che ora districarli pare quasi impossibile.
«Io... non lo so.»
«Sì che lo sai» la voce di Sasha è il vetro che infrange il mio castello di nuvole. «Non ti stiamo chiedendo a come ti sentissi, Sophia, sappiamo entrambe che eri eccitata come un fenicottero in calore. Ciò che vogliamo sapere è cosa hai pensato quando Jack ti ha guardata e ti ha quasi baciata.»
Provo a riavvolgere il tempo, a ripensare alla serata di ieri. Jack, così vicino a me, che mi respira addosso. È caldo, piacevole, confortante. Ci sono tante cose in lui che vanno bene, e tante cose in me che vanno male. Le sue mani che mi toccano e sfiorano, i suoi occhi che mi guardano, quegli zaffiri intensi che graffiano il mio animo spezzato, quelle parole dolci, sussurrate dal vento...
«Sophia.»
Ti amo tanto. Ti amerò per sempre.
La consapevolezza di ciò mi tramortisce, il dolore e il senso di colpa si diramano dallo stomaco fino alla gola, per spalancare le mie labbra e far uscire dalla bocca un verso roco e colpevole. Le sopracciglia di Pam tremano, di fronte a me, e benché non possa vedermi, mi rendo conto dalla sua espressione che il mio viso si è contorto quel tanto che basta da far intuire a entrambe cos'è successo.
«Hai pensato ad Andrew.» La sua non è una domanda, perciò non ho bisogno di rispondere.
«Lo sapevo» con un sospiro, Sasha lascia ricadere le braccia lungo i fianchi. «Dio, Sophia...»
«Non l'ho fatto apposta.» Mi stringo nelle spalle, umiliata fin nel profondo. «Non era mia intenzione pensare ad Andrew mentre stavo per... è... è successo e basta.»
«Sophia, stare con un altro uomo non significa tradire Andrew, te ne rendi conto?» La voce di Pamela si fa sempre più apprensiva. «Dimmi che te ne rendi conto, per favore.»
«Lo so, so che è così... ma...» Inspiro a fondo, pronunciare le parole che stanno passando nella mia mente in questo momento è terribile e agonizzante: «Ma Jack è così diverso da lui, Pam. Voi non capite, è completamente diverso da Andrew. Andrew era dolce, e sincero, e... meno arrogante. E non parlava in quel modo, e non mi prendeva in giro in quel modo e non...»
«Ed ecco perché non ti ha baciata.»
Le parole che Sasha pronuncia sono la mia condanna a morte. Il mondo pare crollare quando le ascolto, la consapevolezza della loro veridicità è un coltello affilato che fa sgorgare sangue dal mio cuore tagliandolo in due. Chiudo lentamente gli occhi, deglutisco a fatica. «Pensi che se ne sia accorto?»
«Ne sono sicura» è la sua risposta affermativa, con cui butta sale sulla ferita. «Ti ricordi quello che ti ho detto, Sophia, a proposito di me e Speedy? Che siamo molto simili?»
Non essendo più in grado di proferir parola, mi limito ad annuire.
«Be', eccoti la verità, King» Sasha scuote lentamente la testa. «Io non toccherei mai le labbra di un ragazzo a cui sono interessata con le mie, se so che quel ragazzo, mentre ci stiamo baciando, penserà a un'altra persona.»
«Sasha, sei troppo brusca con Sophia...»
«Brusca? Cosa vuoi che le dica, Pam? È la verità. Con quale razza di masochismo Speedy avrebbe baciato Sophia e fatto sesso con lei, sapendo bene che per tutto il tempo lei sarebbe rimasta a pensare a Andrew? Chi diavolo lo farebbe? Chi diavolo lo accetterebbe? Chi diavolo tollererebbe mai l'idea di essere usati come bambolotto sostitutivo di una persona che è morta e sepolta da anni? Chi diavolo vorrebbe esser continuamente paragonati in un momento così importante a un ragazzo che neanche conosciamo, consapevoli del fatto che non potremmo mai eguagliarlo perché non c'è più?»
Ogni sua sillaba è una coltellata che mi merito, me ne rendo conto, ma nonostante ciò non riesco a fare a meno di provare una terribile nausea al pensiero di ciò che significa. Mi passo una mano sulla fronte, i miei polpastrelli si intingono del mio sudore. «Io non...»
«Sophia, devi ascoltarmi una volta buona per tutte. Andrew è morto.» Stavolta, a dire ciò, non è Sasha, bensì Pamela. «Lo so che ti manca, manca anche a me, era mio fratello, gli volevo bene, gli vorrò sempre bene, ma è morto, niente e nessuno ce lo riporterà indietro.»
«Lo so.»
«No, non lo sai» Sasha scuote la testa. «Non lo sai, Sophia. Tu stai aspettando, aspettando, aspettando. Che ritorni. Che ti faccia tornare a sentire viva. Non lo farà.»
«Cosa c'è di male?» La mia voce acuta tradisce la sicurezza con cui volevo pronunciare questa frase. «Cosa c'è di male nel voler ricordare l'amore della mia vita?»
«Sai cosa mi fa incazzare, Sophia?» sibila lei. «Parli di Andrew come se fosse il ragazzo perfetto.»
Un altro colpo al cuore.
Pamela, con un sospiro, annuisce. «Sasha ha ragione, Sophia. È così che ne parli.»
«Andrew era perfetto, lui era-»
«Voleva suicidarsi con una pazza psicopatica che lo inneggiava a morire insieme, cazzo!» esplode Sasha con irruenza, facendomi sussultare. «Voleva prendere delle fottute pillole e metter fine alla propria vita! Ha chiesto a Pamela di diffondere delle foto porno di lui così che Avery non diffondesse le tue, facendo sì che voi tre ve la prendeste con sua sorella! Non ti ha parlato nemmeno una volta del bullismo che lo circondava! Il fatto che sia morto non lo rende perfetto, Sophia! Stai insultando la sua persona pensando che lo sia! Se non lo vuoi fare per te stessa, fallo per lui! Io non conoscevo Andrew, non l'ho mai conosciuto, ma so per certo che se fosse qui, in questo momento, non gli farebbe piacere sapere che tu lo consideri come Madre Teresa di Calcutta!»
Una delle peggior qualità di Aleksandra Porter è proprio la sua totale incapacità nel non mostrarti la verità nei modi più crudeli possibili. Sono pienamente consapevole del fatto che, a onor del vero, stia dicendo queste parole per aiutarmi, ma ora, in questo momento, vorrei solo avere una mamma normale e apprensiva a cui correre incontro per essere coccolata.
Strano ma vero, colei che sembra ricalcare appieno questa figura è proprio Pamela, che si muove esitante verso di me e mi stringe in un abbraccio pieno di calore. È calda, profumata, accogliente. Lei, più di tutti, può comprendere ogni cosa. Questo dolore, questa rabbia, questa acredine. Reclino il capo contro la sua spalla, mentre i rimpianti di un'intera vita mi sovrastano fino a sotterrarmi. «Non è un tradimento, Sophie» mi sussurra all'orecchio. «Andrew sarebbe così felice nel vedere che riesci ad andare avanti con qualcuno.»
Ma io no.
Eccola, la verità.
Io no.
È stupido, è sbagliato, è la cosa più ingiusta di questo mondo, e pagherei per poter metter fine a tutto ciò. Ma come si fa? Come si interrompe una vita intera passata a sognare una favola che non si è mai conclusa? Come si ricomincia da capo senza aver idea di quale sia il punto di svolta e quello di chiusura?
Andrew ne sarebbe felice, ma io? Non sono mai stata in grado di interpretare le mie emozioni, i sentimenti che possiedo si diramano in centinaia di sfumature che mi impediscono di individuarli uno ad uno. So solo che fa male, fa tanto, tanto male. Questo è quello che è successo ieri sera, questo è quello che accadrà sempre. Continuamente.
«Non so che cosa fare» mi ritrovo a sussurrare «è la prima volta che...»
«Lo so.» La stretta di Pam, attorno la mia schiena, si fa più forte. «Okay, ti dirò io quello che dovrai fare, Sophie, ma solo per stavolta.»
Mi allontano con esitazione da lei, Pamela sospira ancora, grattandosi il capo. «Devi parlare con Valentine» il tempo di sentire queste parole e già sto mentalmente preparando le valigie per volare in Brasile «non fare quella faccia! Ascoltami! Devi parlare con Jack.»
«Per dirgli cosa?» Mi stringo nelle spalle. «"Ehi, Jack, non mi hai baciato perché hai visto che stavo pensando al mio fidanzato morto?"»
«Precisamente.» Sasha annuisce.
«Se spieghi a Jack il motivo per cui è successo tutto quanto sono sicura che lui...»
«Non è così che andrà, Pam.» Scuoto la testa più e più volte. «Sono un'idiota, lo so.»
«Sono pienamente d'accordo sulla tua idiozia» interviene di nuovo la donna pazza. «Ma ad ogni modo, Jack ha il diritto a una spiegazione che tu e soltanto tu gli devi dare.»
Mi irrigidisco sul posto, non riesco a fare a meno di pensare a tutte le variabili possibili di questa situazione. Se parlassi con Jack... lui capirebbe? Sì, molto probabilmente sì. Ma come spiegarglielo? Come farglielo capire? Non ho la più pallida idea da dove iniziare. "Ehi, Jack, ho perso tutto". "Ehi, Jack, non mi rimane più niente".
"Ehi, Jack, è colpa mia se Andrew è morto".
«Sophia...» la voce di Pamela mi richiama di nuovo dalla coltre di pensieri dentro cui sono annegata. «Sophia... non avresti potuto fare niente - niente - per salvare Andrew.»
Non è vero.
«Dico davvero» Pamela inspira a fondo «mio fratello non stava bene, Sophia. Eri una ragazzina, non avresti potuto...»
Invece sì.
«In alcun modo avresti potuto intuire quello che stava succedendo.»
Se fossi stata più accorta, se solo lo avessi guardato di più, se solo mi fossi resa conto di quanto stesse soffrendo...
La suoneria del mio cellulare fa sussultare tutte e tre, strappandoci dalla bolla di malinconia dentro cui ci eravamo intrappolate. Respiro lentamente, a fatica, nel disperato tentativo di ritrovare me stessa - quel poco che rimane di me stessa. Le dita delle mie mani tremano mentre le infilo dentro la tasca dei miei jeans per tirare fuori il telefono. Un numero sconosciuto, mai visto prima d'ora. «Datemi...» deglutisco a fatica, guardando le mie amiche con sincero terrore «datemi un secondo per rispondere.»
Pamela pare delusa, Sasha sospira esausta. Non sanno più come aiutarmi, non sanno più come salvarmi. Forse perché non esiste più alcun modo per poterlo fare, forse perché sono un caso perso e merito di rimanerlo per il resto dei miei giorni.
Mi allontano leggermente, fino a rivolgere il mio sguardo alla parete dove è stato scagliato il telecomando. Quando accetto la chiamata, la voce spaventata e gracchiante di Jasmine mi perfora l'orecchio: «Sophie! Sophie! Sophie!»
Parla così velocemente che a fatica riesco a capirla, in sottofondo percepisco grida di rabbia e di ira che si districano nella nebbia di confusione che si è creata da quando ho accettato la chiamata. «Jasmine? Tesoro, che è successo?»
«Sophie, Guar è con te? Per favore, dimmi che Guar è con te!»
«Jasmine, non capisco, che sta succedendo?»
«Hanno dato fuoco a una delle nostre roulotte!» Jasmine sta praticamente singhiozzando, il ghiaccio si intrappola nelle mie vene. «Non c'era nessuno, ma la casa ora non c'è più, e Guar è impazzito! È uscito di casa e non è più tornato!»
«Un momento, tesoro... quando è uscito?»
«Dopo esser tornato da lavoro!» singhiozza Jasmine. «Appena è tornato, Guar ha visto la casa bruciato ed è andato fuori di testa! E non sappiamo dove sia! Ho paura, Sophie, ho paura! Pure Lala ha paura! Dice che sta per succedere qualcosa di brutto! Che ha un brutto presentimento!»
Ho paura anche io, ora. Deglutisco a fatica, la gola riarsa e secca. «Ti ha detto dov'è andato?»
«A cercare quelli che hanno bruciato la casa!»
Nota Autrice:
Mi scuso veramente tanto per il ritardo dell'aggiornamento, purtroppo sto navigando fra i libri ed è veramente difficile potermi districare fra impegni, studio e piacere della scrittura.
In questo capitolo, Sophia si è finalmente resa conto del perché Jack l'abbia allontanata, grazie all'aiuto di Sasha e Pamela, e deve fare i conti con ciò che - inconsciamente - ha provocato.
Dal prossimo capitolo inizia la parte più bella, ci sarà una svolta degli eventi vera e propria e io non vedo l'ora di poterla scrivere!
Grazie per star seguendo questa storia, un bacione gigantesco!
:*
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