chapter X • separate ways
ᴴᵉʳᵉ ʷᵉ ˢᵗᵃᶰᵈ ᵂᵒʳˡᵈˢ ᵃᵖᵃʳᵗ˒
ʰᵉᵃʳᵗˢ ᵇʳᵒᵏᵉᶰ ᶤᶰ ᵗʷᵒ˒ ᵗʷᵒ˒ ᵗʷᵒ
ˢˡᵉᵉᵖˡᵉˢˢ ᶰᶤᵍʰᵗˢ ᴸᵒˢᶤᶰᵍ ᵍʳᵒᵘᶰᵈ˒
ᴵ'ᵐ ʳᵉᵃᶜʰᶤᶰᵍ ᶠᵒʳ ʸᵒᵘ˒ ʸᵒᵘ˒ ʸᵒᵘ
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I poliziotti ci accompagnarono a casa Wheeler, dove erano radunati i genitori dei tre ragazzi. Per il momento ce l'eravamo cavata con una ramanzina e un bel po' di domande sul motivo per cui ci trovassimo al Lovers Lake, chi ci fosse oltre a noi e se sapevamo nulla su Eddie Munson. Inutile dire che dalle nostre bocche uscirono solo un mucchio di bugie che reggevano a mala pena.
Subito dopo aver risposto alle domande dei poliziotti, Karen mi aveva preso da parte per parlare. Quando mezz'ora prima aveva aperto la porta d'entrata, avevo temuto che fosse estremamente arrabbiata con me, ma la prima cosa che fece fu precipitarsi ad abbracciarmi con fare materno.
«mi dispiace» dissi prima che potesse iniziare a parlare «non avrei dovuto stare fuori per giorni senza avvisare»
«mi hai fatto preoccupare» ribadì giustamente «se ti fosse successo qualcosa tua madre mi avrebbe ucciso con le sue stesse mani. Caspita, siete proprio due gocce d'acqua, anche lei agiva sempre senza pensare»
Mia madre che agiva senza pensare? Mi sembrava semplicemente assurdo. Lei, che pianificava sempre tutto nei minimi dettagli come una mente criminale.
«non è possibile»
«non è possibile? Alison ne ha combinate di tutti i colori, quando avevamo quattordici anni ha rubato la macchina dei suoi e ha guidato per ottanta miglia perché voleva vedere a tutti i costi il concerto dei Beatles. Non domandarmi come abbia fatto a non essere fermata dagli agenti del traffico perché non ne ho idea tutt'oggi»
Ascoltai quell'aneddoto meravigliata, effettivamente riuscivo a immaginare mia mamma che faceva una cosa del genere. Mi ricordava quelle volte che si presentava all'uscita da scuola e mi portava da qualche parte; che fosse in libreria, in sala giochi o a comprare dei nuovi colori per disegnare, poco importava, mi rendeva incredibilmente felice passare del tempo con lei. E, ora che sapevo da giovane era stata così libera, riuscivo a spiegarmi anche perché fossi cresciuta in un ambiente con così tanti stimoli ricreativi.
«poi un giorno è semplicemente sparita.» continuò «tua madre era uno spirito ribelle, questa città le è sempre stata stretta, ma non mi sarei mai aspettata che potesse andarsene senza dire nulla a nessuno. Sono rimasta sorpresa quando mi ha chiamato e chiesto di badare a te per un po'. Ma Lily, dal momento in cui io sono responsabile di te, ho bisogno di sapere se stai a casa di una tua amica per qualche giorno. Non posso aspettare che sia Nancy a dirmelo dopo uno o due giorni, lo capisci?»
Nancy aveva inventato una bugia per coprirmi, appena l'avrei rivista avrei dovuto ringraziarla.
«certo, lo capisco» avrei mentito se avessi detto che non sarebbe più accaduto.
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Continuavo a rigirare tra le mani l'anello d'acciaio che mi aveva dato Eddie, con lo sguardo perso, non riuscivo a togliermi dalla testa quello che mi aveva detto poco prima la signora Wheeler: mia mamma aveva lasciato Hawkins di punto in bianco, senza dar spiegazioni nemmeno a quella che al tempo era la sua migliore amica. Se mi aveva mandata da sola in quella città, c'era un motivo e, a questo punto, aveva senza alcun dubbio a che fare con la sua fuga. La mia presenza a Hawkins, gli incubi, Vecna e le sue maledizioni: era tutto collegato. Ma qual era il filo conduttore che non riuscivo a vedere? Cosa mi sfuggiva?
«quello che hai detto prima su Eddie...» Max, che pensavo essere una ragazzina che stava sempre sulle sue, prese l'iniziativa e provò a cominciare una conversazione. Era seduta sulla poltroncina alla sinistra del divano e muoveva nervosamente la gamba. «è perché lui ti piace?»
Mi coprii la faccia con entrambe le mani per l'imbarazzo. Era la prima volta in vita mia che facevo quella classica chiacchierata tra ragazze su una cotta adolescenziale, e ciò mi aveva mandato completamente in tilt. Da dove avrei dovuto iniziare? Dal fatto che quando ero con lui mi sentivo come se stessi per toccare il cielo con un dito o che mi sentivo morire ogni volta che lui si allontanava? O forse dicendo che avrei potuto esplodere quando lui si avvicinava pericolosamente a me?
Per quanto cercassi di mettere in ordine le idee nella mia testa, non riuscivo nemmeno a dare un senso a quel sentimento del tutto irrazionale che era l'amore.
«io sono innamorata persa» ammisi spostando le mani da davanti agli occhi. Le mie guance erano roventi a causa dell'emozione e nemmeno le mani fredde riuscivano a placare il bollore che sentivo in quella parte del viso. «innamorarsi in una situazione del genere... è completamente assurdo, una pazzia. Mi rendo conto io stessa che non è una cosa giusta, tre persone sono morte e tutto quello che io riesco a pensare è quanto sia carino Eddie quando fa quel suo sorrisetto da idiota»
«beh, tutto è possibile a Hawkins, anche le cose più assurde» mi rivolse un sorriso malinconico «ma, in un certo senso, le persone sanno come farti sentire a casa.»
«in questo i Wheeler sono insuperabili; ma, per quanto loro cerchino di farmi sentire la benvenuta, io ho sempre l'impressione di essere fuori posto. Sai, quando abitavo a Boston io ero la ragazzina un po' nerd tra tanti ragazzi normali, però tutto sommato era come se ci fosse un posto per me lì. Qui a Hawkins, invece, mi sento come se io fossi troppo normale per poter far parte del gruppo. Dustin e Lucas sono due piccoli geni della scienza, Robin e Steve sono un duo perfetto, Nancy è la ragazza più intelligente e indipendente che io conosca. E tu, Max, penso che tu stia passando l'inferno con Vecna che entra nella tua testa, però sei fortissima. Io in confronto...» mi sentivo tremendamente inferiore rispetto a tutti loro, ma quello non era il momento di creare un'atmosfera deprimente con i miei complessi d'inferiorità «secondo te, io potrei piacere a Eddie?»
«i-io questo non lo so» esitò, non si aspettava di sentirmi parlare tanto, per quel poco tempo che avevamo passato in compagnia del gruppo, ero rimasta per lo più in disparte e avevo parlato giusto all'occorrenza «sei tu quella che ha passato dei giorni sola con lui, dovresti saperlo tu! E se proprio hai il dubbio, chiedi al diretto interessato»
«non sono brava a capire le persone. Riesco a inquadrare più o meno le personalità, ma non ci capisco assolutamente nulla di interazioni sociali!» sbuffai. Era sempre stato così, avevo sempre avuto bisogno che fossero gli altri a dirmi se il rapporto tra loro e me si potesse definire amicizia, figurarsi se fossi riuscita a capire se quello di Eddie fosse il comportamento di un ragazzo che voleva qualcosa più di un'amicizia. «Eddie è la persona più dolce di questo mondo; anche se c'è gente che gli dà la caccia, in questi giorni non ha fatto altro che rassicurarmi e cercare di strapparmi una risata mentre ero sull'orlo di una crisi isterica. Si comporta in modo bizzarro e non capisco se quel suo continuo flirtare sia solo un modo divertente per vedermi impazzire o se è perché c'è dell'interesse, è quasi irritante, sai? E proprio perché credo che sia gentile di natura ho paura di fraintendere, di vedere segnali che non esistono, e creare una situazione di disagio»
Mi chiedevo se lui potesse veramente provare dell'interesse nei miei confronti. Mi ritenevo una persona noiosa ed esageratamente logorroica, cosa avrebbe mai potuto trovare d'interessante in me? Magari, nella sua ottica ero come una pecorella smarrita che, ignara dell'etichetta che gli era stata appiccicata addosso, gli aveva dato corda al primo approccio e, ora, si sentiva in qualche modo responsabile di me.
«ho blaterato fin troppo, non è così?» domandai sentendomi in colpa per non riuscire a correggere quel mio piccolo difetto.
«un po'»
Max sembrava più tranquilla rispetto a quando avevamo iniziato a parlare, aveva pure smesso di muovere nervosamente la gamba.
«sai Lily, non avevo una conversazione del genere da tanto tempo, l'ultima è stata quest'estate con Undi, l'amica con i superpoteri di cui parliamo sempre. Prima che il Mindflayer...» il suo sguardo s'incupì, capii che quell'estate era successo qualcosa che l'aveva ferita profondamente, ma dopo poco riprese a parlare «prima che mio fratello morisse e tutto andasse a rotoli»
Doveva essere quello il motivo per cui Vecna aveva maledetto proprio lei, suo fratello. Rimasi in silenzio ad ascoltare il resto del suo racconto, in quel piccolo momento di confidenza.
«noi non andavamo proprio d'accordo, mi odiava ed io odiavo lui. E nel momento in cui il Mindflayer... se io non fossi rimasta ferma a guardare, forse lui sarebbe ancora qui. Vecna lo sa e non fa altro che ricordarmi con incubi e visioni che è morto per colpa mia»
«non conosco i fatti nel dettaglio, però credo sia normale rimanere impietriti davanti a mostri di dimensioni alternative. Non dovresti incolparti per aver avuto paura. Guarda che quello che ho detto prima lo penso davvero» mi sporsi leggermente in avanti e afferrai la sua mano «ci vuole moltissima forza di volontà per resistere a un essere che usa i tuoi ricordi più brutti contro di te, e tu ce l'hai! Non lasciare che ti metta in testa idee assurde, come quella che il tuo posto non è qui. I tuoi amici ti vogliono bene e il tuo posto è con loro»
Mi guardo con perplessità, come se avessi letto nella sua mente quel suo desiderio nascosto e non riuscisse a spiegarsi come ci fossi riuscita.
«la canzone di Kate Bush. L'ho sentita prima mentre la stavi ascoltando nel bosco» esclamai canticchiando i versi del brano preferito di Max «non sarò brava a capire le relazioni interpersonali, ma questo genere di cose le vedo subito»
«sei tutta matta» finalmente si lasciò sfuggire una risata
«tutti i migliori sono matti!» esclamai con un po' troppo entusiasmo
Ero stupita di me stessa; fino a poche ore prima ero convinta che se mi fossi allontanata da Eddie, lasciando che prendesse una strada più pericolosa di quella che avrei preso io, sarei potuta morire per l'ansia e la paura che potesse succedergli qualcosa di brutto. E, invece, stavo affrontando la cosa in modo abbastanza dignitoso. Così volevo credere.
«non permetterò più a Vecna di spaventarmi con il ricordo di Billy» dichiarò, anche se le sue parole suonarono incerte.
Billy... quel nome non mi era affatto nuovo; non che fosse un nome particolare che solo una piccola percentuale di persone avevano, ma quando ricordai il motivo per cui avevo già sentito quel nome, rabbrividii.
«Max! Lily!» Dustin scese di corsa le scale «dobbiamo andare!»
⚄
«che schifo» borbottai disgustata. Sul soffitto della roulotte di Eddie c'era quello che sembrava essere un enorme ammasso di muffa, tante ramificazioni viscide di un verde tendente al nero che si univano in un nucleo che rilasciava una tenue luce rossa, a dir poco terrificante. «hey Dustin, che fai! Stai fermo!»
Nemmeno il tempo di finire la frase e il ragazzino stava già picchiettando quella cosa con un manico di scopa. Quella strana membrana elastica era davvero disgustosa e, a detta di Lucas, quella era solo la versione in miniatura dei portali che avevano portato i mostri del sottosopra a Hawkins gli anni precedenti. Mi chiedevo come potesse essere dall'altra parte, mi avevano spiegato che si trattava di una versione più cupa e infestata di mostri di Hawkins ma avrei voluto vedere con i miei occhi (preferibilmente evitando di dover aver a che fare con gli esseri che la abitavano).
Con l'ennesimo colpo Dustin creò un varco nel portale, allargandolo il più possibile, finché dall'altro lato, capovolti a testa in giù, non riuscimmo a vedere Steve, Nancy, Robin e Eddie.
«BADA-BADA-BOOM!» esclamò con entusiasmo Dustin «ora vi tiriamo fuori di lì!»
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