chapter V • more fool me
ᵃᶰᵈ ʸᵒᵘ'ᵈ ᵇᵉ ᵗʰᵉ ᵒᶰᵉ ʷʰᵒ ʷᵃˢ ˡᵃᵘᵍʰᶤᶰᵍ
ᵃᶰᵈ ᵍᶤᵛᶤᶰᵍ ᵐᵉ ˢᵒᵐᵉᵗʰᶤᶰᵍ ᴵ ᵈᵒᶰ'ᵗ ᶰᵉᵉᵈ
ᵃᶰᵈ ʸᵒᵘ ᵏᶰᵒʷ˒ ᴵ'ᵈ ᵃˡʷᵃʸˢ ʰᵒˡᵈ ʸᵒᵘ ᵃᶰᵈ ᵏᵉᵉᵖ ʸᵒᵘ ʷᵃʳᵐ
ᵒʰᵎ ᵐᵒʳᵉ ᶠᵒᵒˡ ᵐᵉ
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Hawkins non era la cittadina tranquilla che mia mamma aveva descritto, era infestata da creature provenienti da un mondo estremamente simile al nostro, esseri che uccidevano dei ragazzi innocenti; Hawkins era una cittadina maledetta. Essere perseguitata da incubi ricorrenti improvvisamente mi sembrava una sciocchezza, e sicuramente lo era rispetto a ciò che avevano passato i miei nuovi amici. Passai la notte a pensare a cosa avrei potuto fare per rendermi utile in quella situazione, sarei stata in grado di combattere contro i mostri del Sottosopra? No, non ne avevo il coraggio.
Il pomeriggio seguente tornammo alla rimessa delle barche con delle provviste per Eddie. Prima di metterlo al corrente di quello che avevamo scoperto, gli lasciammo un po' di tempo per mettersi comodo e pranzare con una scatola di cereali e della birra.
«dunque, abbiamo una buona notizia e una cattiva notizia. Da dove vuoi iniziare?» gli domandò Dustin
«sempre prima le cattive notizie» Eddie si infilò in bocca una manciata di cereali e stette a sentire ciò che avevamo da dirgli
«ci siamo collegati alla centrale di polizia di Hawkins con Ceribro e ti stanno cercando. Sono quasi convinti che hai ucciso tu Chrissy»
«diciamo convinti al cento percento» aggiunse Max
«e quella buona?»
«non hanno reso pubblico il tuo nome, ma se ti abbiamo trovato noi è ovvio che è solo questione di tempo. E allora tutti, viste le ristrette vedute, ti daranno la caccia» spiegò Robin
«caccia allo svitato, giusto?» commentò Eddie non tanto sorpreso della reazione che avrebbe avuto la città che l'aveva etichettato in quel modo
«prima che accada, dobbiamo trovare e uccidere Vecna, e dimostrare la tua innocenza»
«tutto qui Dustin?»
Provarono anche a spiegargli che, per quanto potesse sembrare delirante, loro erano già passati per situazioni molto simili a quella più di una volta e che, nonostante avessero fatto sempre affidamento su una ragazza dai superpoteri, in quel momento si trovavano in una fase di elaborazione. Avevano raccontato la stessa cosa a me durante il tragitto in macchina, volevano farci credere di avere tutto sotto controllo, anche se non ne sembravano del tutto convinti loro stessi. Questo Vecna sembrava essere peggio di qualsiasi altro essere che avevano affrontato, i Democani e i Demogorgoni, persino il Mindflayer in qualche modo, avevano tutti un corpo, potevano essere visti e combattuti, ma Vecna... Vecna non poteva essere visto e attaccava in un modo ancora sconosciuto, come si poteva fermare qualcosa del genere?
La conversazione fu bruscamente interrotta dalle sirene della polizia, corremmo subito alla finestra per capire cosa stesse succedendo mentre Eddie tornò a nascondersi sotto al telo. Le auto sorpassarono la casa di Rick Spinello e per un attimo tirammo un sospiro di sollievo, non avevano ancora scoperto di Eddie. I ragazzi decisero di andare a controllare cosa fosse successo.
«Lily? Che fai, non vieni?» mi chiese Robin notando che mi ero fermata appena fuori dalla porta
«penso di poter essere più utile qui. Se dovesse arrivare qualcuno, potrei prendere del tempo per permettere a Eddie di scappare»
«ne sei sicura?»
Annuii. Ci avevo pensato a lungo, quella era l'unica cosa che potevo fare in quel momento.
«tenetemi aggiornata se scoprite qualcosa»
«prendi questo» Dustin mi passò un walkie-talkie «per qualsiasi cosa, contattaci»
Presi l'oggetto e li guardai allontanarsi con la macchina di Steve. Era giusto così, gli sarei stata solo d'intralcio. Quando rientrai nella rimessa, Eddie alzò il telo e uscì dal suo nascondiglio.
«non sei andata con loro?»
«ho pensato che da solo ti saresti annoiato troppo» lasciai a terra lo zaino che mi ero portata appresso «sempre che non ti dia fastidio»
«pensavo fossi arrabbiata... per la storia di Chrissy»
«lo sono» mi sedetti a terra con la schiena appoggiata contro una delle colonne di legno che tenevano in piedi per miracolo quella catapecchia. Eddie rimase a guardarmi in silenzio con un tenero sguardo da cane bastonato «scherzavo, non sono arrabbiata. Non potrei mai essere arrabbiata con te perché hai incontrato una ragazza a casa tua, di sera»
«sei per caso gelosa?» si portò una mano davanti alle labbra, gliel'avevo visto farlo già tre volte, lo faceva per nascondere quel suo solito sorriso divertito
«Eddie, scherzavo» ribadii, presi dallo zaino un libro dietro a cui nascondere le mie guance che sapevo stessero prendendo un colorito più rosato
Lo sentii ridacchiare, dopodiché lo vidi scendere dalla barca e sedersi al lato perpendicolare della colonna a cui ero appoggiata. Rimase in silenzio per diverso tempo, forse anche lui continuava a rimuginare sulla situazione assurda in cui era rimasto coinvolto, avrei voluto dire qualcosa per confortarlo, ma non riuscivo a trovare delle parole adatte.
«Lilith» mi chiamò dopo un po' «quello che hai detto ieri, la cosa sul tuo incubo... davvero sognavi quello che ho visto?»
«sì» riposi il libro che stavo leggendo e feci un respiro profondo «ma non potevo sapere che sarebbe accaduto veramente, la mia era solo una sensazione. Mi sono capitati incubi del genere in passato, davo per scontato che potessero avere un significato, che qualcuno da qualche parte stesse morendo, ma non avevo nessuna prova, non li ho mai visti diventare realtà. Avrei dovuto parlartene, se l'avessi fatto, forse...»
«no» non mi lasciò continuare la frase. Aveva ragione, non esisteva nulla come il 'se' quando si parlava di passato, il passato non poteva essere cambiato, era inutile continuare a costruirsi castelli in aria. Non avrei parlato oltre di Chrissy, avrei lasciato che fosse Eddie a farlo quando, e solo se, se la fosse sentita.
«sai qual è stata la prima cosa che ho pensato quando mia mamma mi ha detto che mi sarei dovuta trasferire a Hawkins?» non volevo lasciare che calasse nuovamente il silenzio, volevo tenere la mente occupata per evitare di ricadere nell'oblio dei pensieri sulla morte della cheerleader «come prima cosa, che non avesse alcun minimo senso. Poi ho pensato che avrei potuto vivere una grande avventura, insomma, nei film e nei libri la nuova arrivata viene sempre coinvolta in qualcosa di pazzesco, fuori dal comune. Avrei trovato dei nuovi amici con cui avrei affrontato qualsiasi cosa mi sarei ritrovata davanti. Viaggio spesso di film mentali, ma mai avrei immaginato che Hawkins potesse essere una città maledetta e che avrei dato la caccia a una creatura che uccide le sue vittime senza nemmeno toccarle.» sospirai dandomi degli schiaffetti in volto sentendomi una sciocca «cristo, ti sembrerò una cretina»
«mi dispiace deluderti, ma stai parlando con il game master migliore della città, la fantasia non mi manca» Eddie si alzò e si sgranchì le gambe andando a controllare alla finestra che fuori non stesse succedendo nulla, sembrava più tranquillo rispetto a prima «hai presente Dungeons and Dragons, no?»
«ho guardato Mike e i suoi amici giocarci un paio di volte nello scantinato, ma sembra troppo complicato per me»
«è meno complicato di quel che sembra, una volta imparate le basi, è tutto divertimento» lo guardai tornare sui suoi passi gongolando, si accovacciò di fronte a me e sorrise «e, si dà il caso che le mie Campagne siano le migliori di tutta l'Indiana»
«allora quando tutto questo sarà finito dovrai assolutamente insegnarmi»
«sempre che ne usciremo vivi»
Uscirne vivi. Non avevo ancora pensato alla possibilità di perdere la vita; certo, sapevo che ci sarebbero state altre vittime di Vecna, ma davo per scontato che non sarei stata io, che non sarebbe stato Eddie e nemmeno Dustin, Robin, Max o Steve. L'avevo inconsciamente escluso categoricamente, però sarebbe potuto accadere.
«Lilith, stavo scherzando» disse appoggiando la mano sinistra sul mio ginocchio, riuscivo a sentire quanto fossero freddi i suoi anelli attraverso la stoffa dei jeans «sai cosa potremmo fare? Approfittare di questo tempo per conoscerci meglio, insomma, non so praticamente nulla di te»
«potresti iniziare smettendo di chiamarmi Lilith»
Eddie mi guardò confuso «pensavo fosse il tuo nome-»
«lo è, ma mi dà fastidio»
«se volevi un nomignolo bastava dirlo prima. Vediamo... come potrei chiamarti? Mh...» si portò una mano nella tipica posa da pensatore e si concentrò più del dovuto per trovare un soprannome da affibbiarmi
«sei per caso scemo? Chiamami Lily come fanno tutti»
«e perché dovrei chiamarti come fanno tutti gli altri? Lilith mi piace di più»
«beh, a me non piace» mi chiedevo se si fingesse di essere stupido o se lo fosse davvero «Lilith è un nome che ritorna spesso nelle tradizioni popolari e, per tua informazione, è associato a una figura demoniaca. Un demone portatore di disgrazia, malattia e morte. Non so cosa sia saltato in mente a mia mamma per scegliere questo nome, mi ha praticamente maledetta alla nascita. Non che io sia particolarmente superstiziosa, ma avere lo stesso nome di un demone non è che sia così bello»
«But from her pale face and her pale skin, a moonlight shined ... Lilywhite Lilith, she gonna take you through' the tunnel of night ... Lilywhite Lilith, She gonna lead you right» canticchiò piano, rammentando le parole di una canzone «Lilywhite Lilith dei Genesis, una versione di Lilith molto meno macabra, non credi? »
«pensavo che a te piacesse la musica metal»
«ed è così, ma non per questo ignoro il resto della scena musicale. Sono i Genesis cazzo, tanta roba, così dice mio zio» tese la mano verso di me e mi aiutò ad alzarmi. Mi trascinò in quello che sembrava un ballo improvvisato sulle note della canzone che stava canticchiando. L'interno della rimessa era ormai quasi sommerso dall'oscurità della sera e se non avessimo fatto attenzione avremmo anche potuto inciampare, ma ciò sembrava non importargli minimamente «Lily è un bel soprannome, ma a me piace più Lilith, quindi continuerò a chiamarti così»
«insomma, come se non ti avessi detto nulla»
«un giorno ti suonerò Lilywhite Lilith con la mia band» affermò facendomi fare una giravolta
«hai una band?»
«Bara Acida, ci chiamiamo così, e siamo anche piuttosto bravi. Solitamente suoniamo musica metal, ma per te potremmo anche fare un'eccezione»
«lasciami indovinare, tu suoni la chitarra»
«come fai a saperlo?»
«è talmente ovvio, ce l'hai praticamente scritto in fronte» scherzai lasciando andare la sua mano «e poi, i chitarristi sono sempre i più carini»
Pian piano iniziavo a rendermi conto di star raggiungendo un punto di non ritorno; Più tempo passavo con lui, più sentivo crescere in me un sentimento che mi era del tutto nuovo; avrei voluto passare le giornate a guardare i suoi occhi pieni di entusiasmo e quel sorriso che aveva sempre sulle labbra, avrei voluto trascorrere del tempo con lui come due normali adolescenti. Era sciocco da parte mia, innamorarmi di Eddie Munson mentre era ricercato ingiustamente per omicidio, passare quelli che per me erano dei bei momenti da ricordare due giorni dopo la morte di Chrissy. Non era giusto.
«ah sì?» Eddie afferrò nuovamente la mia mano e mi tirò più vicina a lui, annullando quasi completamente lo spazio che separava i nostri corpi. Abbassò leggermente il volto al lato della mia testa per sussurrarmi all'orecchio «visto che ti piacciono tanto i chitarristi, impazzirai vedendomi suonare»
Quella distanza quasi inesistente tra noi, quelle parole e quel suo continuo flirtare, da lì a poco mi avrebbero fatto saltare il cuore fuori dal petto.
«fare promesse in situazioni rischiose porta sempre sfortuna» appoggiai le mani sul suo petto e lo allontanai da me. Tenni gli occhi fissi sulla stampa della sua maglietta dell'Hellfire, non ero certa di poter sostenere il suo sguardo nel pronunciare quelle parole colme di pessimismo «dovremmo evitare di farne altre... in caso qualcosa andasse storto, uno di noi rimarrebbe con delle promesse infrante. Non è una cosa carina»
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