chapter IV • innocent exile
ᴵ'ᵐ ʳᵘᶰᶰᶤᶰᵍ ᵃʷᵃʸ˒ ᶰᵒʷʰᵉʳᵉ ᵗᵒ ᵍᵒ
ᴵ'ᵐ ˡᵒˢᵗ ᵃᶰᵈ ᵗᶤʳᵉᵈ ᵃᶰᵈ ᴵ ʲᵘˢᵗ ᵈᵒᶰ'ᵗ ᵏᶰᵒʷ˒ ʸᵉᵃʰ
ᵗʰᵉʸ ˢᵃʸ ᴵ ᵏᶤˡˡᵉᵈ ᵃ ʷᵒᵐᵃᶰ˒ ᵗʰᵉʸ ᵏᶰᵒʷ ᶤᵗ ᶤˢᶰ'ᵗ ᵗʳᵘᵉ
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Stranamente, quella notte riuscii a dormire qualche ora in più. Avevo aspettato che Mike tornasse dalla partita di D&D con l'Hellfire Club, ero curiosa di sapere se fossero riusciti a vincere la Campagna di cui parlavano tanto e, ancor di più, se Eddie fosse rimasto con loro tutta sera. Era una cosa sciocca, ma credevo che se avesse passato il tempo con loro, avrebbe evitato ogni più piccola possibilità che qualcosa di spiacevole potesse accadergli. Dopodiché ero andata in camera per dormire e, nel giro di pochi minuti, ero crollata, probabilmente avevo accumulato così tanta stanchezza che era risultato inevitabile. E la cosa che più mi sembrava incredibile era il fatto che quell'incubo che mi tormentava non si era ripetuto. Era sempre la stessa storia: per giorni avevo un incubo ricorrente e poi, d'un tratto, come se nulla fosse, spariva e non si ripresentava più. Mi sentivo sollevata.
Quella sarebbe stata una bella giornata, volevo credere che lo sarebbe stata. Presi dei jeans neri e una maglia dall'armadio e mi cambiai velocemente, avevo intenzione di andare al Family Video dove lavorava Robin per noleggiare qualche film e conoscere, finalmente, questo maledetto Steve di cui tutti parlavano.
Non appena entrai nella videoteca, mi guardai attorno alla ricerca della mia amica. Tuttavia, in quel momento sembrava esserci solo un ragazzo con dei bei capelli che stava sistemando delle videocassette.
«hey» si appoggiò con gli avambracci sul balcone e sfoggiò un sorriso «sei nuova di queste parti? Ovvio che lo sei, mi ricorderei sicuramente di te. Il tuo nome?»
«Lily» risposi semplicemente «tu invece devi essere il famoso Steve di cui tutti parlano»
«in persona. Sei qui per noleggiare un film in particolare? Sai, sono un esperto, potrei anche consigliarti qualcosa»
«avevo già in mente un paio di film» presi dalla tasca posteriore dei jeans un foglietto su cui avevo annotato alcuni titoli e glielo porsi «ma accetto volentieri anche qualche consiglio»
«cristo, è tutta roba da nerd» borbottò tra sé e sé leggendo la lista. Feci finta di non sentire e sorrisi. Steve fece il giro attorno al bancone e mi fece cenno di seguirlo vicino a uno degli scaffali «cosa dicono sul mio conto?»
«che hai quanti... quattro figli?» dissi non ricordando molto bene ciò che Robin mi aveva a mala pena accennato
«sei» mi corresse mentre controllava ancora una volta il biglietto «sono sei i ragazzini. A quanto pare sono un bravo babysitter, non che io abbia scelto di farlo. Mi sono ritrovato a badare a quei ragazzini quando...»
Si zittì, come se avesse detto qualcosa di troppo. Prese dallo scaffale la cassetta de La Storia Infinita e me la passò.
«sì, insomma, sono successe un po' di cose e diciamo che non ho avuto molta scelta se non occuparmi di loro»
«ah- ma tu vuoi bene a quei ragazzini, proprio una brava mammina» Robin si aggiunse alla conversazione sbucando da una porta che probabilmente dava sul retro del negozio «Lily! Iniziavo a pensare che non saresti mai venuta»
«Robin, taci» Steve si mise le mani sui fianchi e le lanciò un'occhiataccia «sei stata tu a raccontarle queste stronzate?»
Non potemmo far a meno di ridere per quella sua reazione.
«diciamo che i ragazzini si ritrovano sempre a casa Wheeler e, visto che abito lì, li ho sentiti parlare di te, soprattutto Henderson, non fa che parlare di te»
«siete insopportabili» commentò indispettito.
Tornò dietro al bancone e accese il televisore. Stava andando in onda il telegiornale locale, l'atmosfera si fece subito più cupa nel momento in cui la giornalista annunciò il ritrovamento del corpo di uno studente della Hawkins High nel trailer park. Sentii un brivido salirmi lungo la schiena, quella notte non avevo sognato Chrissy che moriva e quella mattina era stato rinvenuto un cadavere. Una coincidenza fin troppo perfetta.
«hey, Steve» Dustin entrò dalla porta assieme alla ragazza dai capelli rossi e andò dritto al bancone «quanti telefoni avete?»
«avete sentito? C'è stato un omicidio»
«Steve, quanti telefoni avete?» ripeté ignorando completamente la domanda
«due, perché?»
«in realtà tre, c'è quello di Keith sul retro» lo corresse Robin
Dustin non se lo fece ripetere due volte, scavalcò il bancone buttando a terra le videocassette che Steve stava impilando al mio arrivo e si sedette al computer. Iniziarono a discutere, ignorando completamente la mia presenza nella videoteca.
«Dustin! Che fai, si può sapere?»
«allestisco qui la base operativa»
«molla il computer!»
«no, mi serve per i numeri degli amici di Eddie»
«Ah Eddie, quello che ti sembra più figo di me perché gioca al tuo gioco da nerd»
«Sì! Questo non l'ho mai detto-»
«Eddie?» sussultai e lasciai cadere a terra la custodia che tenevo tra le mani. Se fino a poco prima pareva quasi che fossi invisibile, ora i loro sguardi erano tutti su di me «Eddie ha a che fare con quello che hanno detto alla tv, non è così?»
I due ragazzini si scambiarono un'occhiata, probabilmente si domandavano se mettere al corrente pure me di quello che stava succedendo.
«il corpo è stato trovato a casa sua» fu la rossa a rispondermi «ieri sera l'ho visto entrare nel caravan assieme ad una cheerleader, e poi...»
«con lui c'era Chrissy, non è così?» dal loro silenzio capii di aver indovinato «non crederete che lui...»
«assolutamente no» negò immediatamente Dustin «lo cerchiamo proprio perché crediamo che lui sia innocente»
«almeno fino a prova contraria» tutti e quattro lanciammo un'occhiata confusa a Steve «non guardatemi in quel modo, credo nelle stronzate costituzionali. Ma non possiamo nemmeno escludere che possa essere stato lui»
«lasciate che vi aiuti» dissi ignorando quell'ultima allusione fatta da Steve. Sembravano riluttanti all'idea di includermi nelle ricerche, ma non avrei ceduto «è evidente che voi sapete qualcosa che io non so su questa situazione, non vi sto chiedendo di raccontarmi tutto per filo e per segno. Voglio solo trovare Eddie, permettetemi di aiutarvi»
Dopo momenti di esitazione, decisero di accettare il mio aiuto. Iniziammo così un giro di telefonate apparentemente infinito e privo di risultati, finché Max non trovò una possibile pista: un certo Rick Spinello, il venditore da cui Eddie comprava la droga. Solo un soprannome, nessun cognome. Un indizio che sembrava essere l'ennesimo vicolo cieco prima che Robin ebbe l'idea geniale di cercare tra le varie persone registrate col nome Rick nell'archivio della videoteca, intuizione che condusse alla scoperta dell'indirizzo dello spacciatore.
Rimasi colpita dalle loro capacità investigative, quei ragazzi erano semplicemente geniali, sembrava quasi che ricerche di quel genere facessero parte della loro routine quotidiana.
⚄
Arrivati alla casa di Rick Spinello, Dustin iniziò a suonare insistentemente il campanello e a chiamare Eddie più e più volte, senza ricevere risposta, con Steve che lo rimproverava per il fracasso che stava facendo.
«hey ragazzi» Max attirò l'attenzione su una rimessa dietro la casa, c'era solo una luce ad illuminare la porta.
Seguii il gruppo all'interno di quell'edificio malandato, non pensavo fosse una buona idea introdursi in un'abitazione isolata, soprattutto col buio della notte, ma loro sembravano pensare l'esatto contrario e a me non restava che seguirli senza lamentarmi, era già tanto che mi avessero portata con loro. Iniziarono a curiosare in giro con le torce, Steve prese un remo e iniziò a colpire un telo lasciato nella barca appesa al centro della stanza.
«che stai facendo?» chiese Dustin, come se l'idea che Steve aveva avuto fosse così strana «togli il telo»
«se sei così coraggioso toglilo tu»
«forse si è spaventato ed è fuggito» fece notare Robin illuminando dell'immondizia lasciata su un tavolo.
«non preoccupatevi, Steve lo fermerà con il suo remo» scherzò Dustin
Steve colpì ancora una volta il telo e, questa volta, da sotto di esso sbucò una persona che saltò addosso a Steve, spingendolo contro la parete e puntando una bottiglia di birra spaccata alla sua gola. Era Eddie ed era molto spaventato, molto più di quanto lo fossimo noi dopo quella sua entrata a sorpresa. Dustin dovette chiamarlo diverse volte prima di riuscire ad ottenere la sua attenzione.
«Eddie, guardami, sono Dustin. Lui è Steve e non ti farà del male. Vero Steve?» il ragazzo annuì concordando con tutto ciò che Dustin stava dicendo, lasciò cadere il remo mentre Eddie premeva il vetro rotto sul suo collo «è apposto, lui è apposto»
«che ci fate qui?»
«ti stavamo cercando. Eddie, questi sono i miei amici, conosci Robin, suona nella banda. Lei è la mia amica Max, quella che non gioca mai a D&D» continuò Dustin facendo presente ad Eddie chi ci fosse nella stanza «c'è anche Lily, conosci Lily, le hai parlato ieri in mensa. Eddie, noi siamo dalla tua parte, te lo giuro su mia madre»
Cercammo di fargli capire che fossimo lì solo per aiutarlo, giurammo persino sulla madre di Dustin pur di convincerlo. Stringeva il collo della bottiglia rotta come se ne dipendesse la sua vita, aveva paura a fidarsi. Fece passare lo sguardo da Dustin a Robin, e da Robin a Max, poi lo posò su di me e, infine, di nuovo su Steve. Rimanemmo col fiato sospeso finché non abbassò la bottiglia e si allontanò, sedendosi piano sul pavimento.
«noi vogliamo solo parlare» gli ripeté Dustin con l'aiuto di Robin, si accovacciarono lentamente vicino a lui per non spaventarlo
«vogliamo sapere che è successo»
«non mi credereste mai» disse Eddie con voce spezzata, ritraendo la mano quando Dustin cercò di raggiungerla per rassicurarlo
«provaci» lo incoraggiò Max
Con non poca fatica, Eddie trovò il coraggio di descrivere quello a cui aveva assistito.
«il suo corpo si è come sollevato in aria ed è rimasta ferma lì, in aria... e le sue ossa hanno iniziato, una ad una...»
«hanno iniziato a spezzarsi» conclusi, era esattamente ciò mi aveva privato il sonno per tutte quelle notti e lui l'aveva vissuto nella realtà «e i suoi occhi sono implosi»
«non sapevo cosa fare e perciò... sono scappato via, l'ho lasciata lì.» si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro irrequieto «mi credete pazzo, non è vero?»
«no, noi crediamo a quello che stai dicendo. Io ci credo» mi feci avanti e provai a fargli capire che nessuno di noi stesse mettendo in dubbio la sua innocenza «quello che hai visto è la stessa cosa che succedeva nel mio incubo»
«Lily, di cosa stai parlando?» domandò Robin
«sono un po' di giorni che faccio un incubo in cui vedo Eddie spaventato e Chrissy che... beh, quello che abbiamo detto prima.» guardai Eddie e mi rivolsi direttamente a lui «avevi detto che non avresti incontrato nessuna cheerleader»
Eddie rimase in silenzio. In preda alla rabbia del momento, mi avvicinai a lui e iniziai a colpirlo sul petto più volte. In un primo momento provò semplicemente ad allontanarmi da sé prendendomi per le spalle.
«Lilith» disse ancora una volta il mio nome e fermò l'ennesimo colpo che stavo per dargli prendendo il mio polso e trattenendolo. Sapevo che mi stavo comportando in modo infantile ancora una volta, sapevo che non era il momento per sfogare la mia frustrazione, ma non riuscii ad evitarlo, fu più forte di me.
«perché non mi hai ascoltata?» chiesi quasi sussurrando «perché mi hai raccontato una cazzata?»
«Chrissy è venuta dopo il nostro incontro»
«avresti comunque potuto evitare di vederla di sera!»
«quindi pensi che sia colpa mia?» lasciò il mio polso e si allontanò, si passò una mano sulla faccia ripensando la situazione in cui si trovava. Rimase in silenzio per un attimo e poi urlò «io non ho ucciso Chrissy!»
Rimasi pietrificata, per un istante avevo dimenticato che ci fosse una differenza abissale tra sognare un evento e viverlo di persona. Ero talmente concentrata sul fatto che io sapessi che sarebbe accaduto e non avessi fatto praticamente nulla per impedirlo, che stavo ignorando il dolore e il trauma vissuti da Eddie.
«è una mia impressione o quella era una scenata di gelosia?» domandò Robin, venendo subito zittita da Steve
«dovete darvi una calmata, tutti e due. Così non andiamo da nessuna parte»
«Eddie, noi ti crediamo» ribadì Dustin
«non prendermi per il culo, so che pensate che sono pazzo»
«non è così! Eddie, dammi retta» continuò il ragazzino «sapete che si dice che Hawkins sia maledetta, no?»
Dustin e i suoi amici iniziarono a raccontarci di un mondo che confinava con il nostro, un mondo molto simile, abitato però da delle creature mostruose: il Sottosopra. Ci parlarono di una porta che era stata aperta, che i due mondi fossero entrati in contatto e di come i mostri avessero raggiunto la nostra Hawkins; parlarono di una ragazzina dai superpoteri, di esseri che prendevano possesso dei corpi delle persone e di russi malvagi. Era semplicemente assurdo, così assurdo da non poter essere una fandonia inventata da loro.
«Eddie, ieri sera hai visto qualcosa?» gli chiese Max
«non c'era niente da vedere... o da toccare. Ho tentato di svegliarla, lo giuro, ma non si muoveva. Era come se fosse in una specie di trance»
«o sotto un incantesimo» incalzò Dustin
«una maledizione»
«la maledizione di Vecna»
«chi Vecna?» domandò Steve a nome di tutti noi poveri ignoranti nel campo di D&D
«una creatura non morta da grandi poteri, un incantatore»
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