Lite con Lucyfer per "Jeff"
Con estrema lentezza apro un occhio e mi rendo conto di essermi appisolata in salone. Sbadiglio e stiracchio le braccia, emettendo gemiti poco femminili. Con una grazia simile a quella di un elefante in piena crisi d'ormoni, mi alzo e spengo la tv. Mi volto con la faccia ancora mezza addormentata, sobbalzando poi per lo spavento. Dovrei essere abituata a queste sue entrate in scena, ma mi spavento costantemente.
"Prego, fai come fossi a casa tua!" Sbuffo irritata.
Lucyfer è intento a sorseggiare del caffè, seduto ad una sedia del grande tavolo. Mi fulmina con lo sguardo, posando poi la tazza sul piattino. Si alza con estrema lentezza ed eleganza per poi avvicinarsi a me. Continuo a reggere il suo sguardo fino a quando il suo viso non è ad un palmo dal mio. Comincia a mancarmi l'aria anche se dubito sia dovuto alla sua repentina vicinanza.
"Dì grazie che non ti ho gettata giù dal divano." Mi rimprovera.
"Perché?" Domando, incrociando le braccia al petto.
"Perché non eri al lavoro questa sera?" Chiede a sua volta.
"Non sono potuta andare per motivi personali e John mi ha dato tre giorni liberi." Chiarisco subito la situazione, rimanendo comunque sul vago.
Non mi va di dire ad un qualsiasi essere vivente del sesso opposto che sono indisposta. Mi vergogno così tanto!
"Ma davvero?" Inarca un sopracciglio. "Allora come mai questo pomeriggio eri a fare shopping con quella tua amica?"
"Che?!"
Non ci credo! Questa sì che si chiama sfortuna!
"Allora? Non rispondi più?"
"Sono andata anche questa mattina se proprio ti interessa." Sbuffo per poi uscire dalla stanza.
Non faccio in tempo ad entrare in camera mia che mi ritrovo premuta contro il muro ed il corpo muscolo e massiccio di Lucyfer. Tanto per la cronaca...l'appiccicarmi al muro è diventato uno sport? Boh! Avverto il suo respiro punzecchiarmi il volto ed il suo naso sfiorarmi la guancia destra. Il corpo è in preda a mille brividi mentre il cuore comincia a battere forte contro la cassa toracica. No! Non ora!
"Allora Thysìa..." Esordisce il corvino.
Per quale recondito motivo mi chiama così? Io ho un dannatissimo nome!
"Sei bugiarda?"
"No!" Mi difendo.
Anche se siamo nel buio più totale, riesco comunque ad avvertire il suo sguardo di fuoco nel mio. Ingoio il groppo che mi si è creato in gola, cercando di regolarizzare il battito cardiaco.
"Perché non eri a lavoro?"
"Te l'ho detto." Dico a bassa voce.
"Il Night Club è il posto che ti si addice di più." Afferma con voce incredibilmente roca.
"Eh?" Sussulto appena avverto il suo naso all'altezza della mia giugulare.
Mi dimeno, comprendendo le sue intenzioni, ma lui mi afferra entrambi i polsi e li congiunge sopra la mia testa, immobilizzandomi poi con il suo corpo.
"Dovresti lavorare anche nelle stanze di lì. Perché non soddisfi pienamente tutti quegli uomini che vengono ogni sera per ammirarti?"
Avverto le lacrime pizzicarmi gli occhi. Non mi sono sentita così umiliata da tanto tempo, troppo. Scuoto il capo, attirando così la sua attenzione per poi tirargli un calcio nello stomaco. Non riesco a fuggire dato che non molla la presa. Stringe forte la morsa sui miei polsi e sono sicura di riuscire a vedere i suoi denti allungarsi.
"Hai commesso un grosso errore." Sibila irato.
"Sei un mostro! Un maiale! Un porco! Un ..." Sputo acida.
Le sue zanne bucano prepotentemente la mia carne, procurandomi un dolore atroce. Si abbevera di me troppo velocemente tanto che la testa comincia a girare vorticosamente e le gambe non mi sorreggono più.
"Io...io..."
La stanza comincia a ruotare senza fermarsi per un solo secondo, l'aria mi manca e tutto in torno a me si fa ancora più buio. L'ultima cosa che ricordo è la brutalità con la quale ha assaporato il mio sangue. Morfeo mi chiama nel suo regno ormai prima di forze.
Mi sveglio ed avverto ancora la testa pulsare. Porto una mano in fronte e mi sollevo in modo tale da sedermi sul comodo materasso. Un attimo...dove mi trovo? Mi guardo intorno e mi rendo conto di esser in camera mia. Una figura scura, seduta vicino alla finestra cattura la mia attenzione. Stringo le coperte contro il petto mentre mille scariche pervadono l'intera spina dorsale. Chiudo gli occhi sperando sia solo un brutto incubo, ma sono costretta a ricredermi quando avverto un repentino spostamento d'aria e l'abbassamento del materasso. Con estrema lentezza volto la testa e mi ritrovo Lucyfer seduto contro la tastiera del letto e le gambe stese sopra le lenzuola. Mi scruta, ma non ho né intenzione né voglia di capire cosa gli frulli in quella testa malata. Prendo coraggio e mollo la presa, scoprendomi del tutto e rimanendo in pigiama. Mi volto verso di lui e lo trucido con lo sguardo.
"COSA VUOI DA ME?!" Sbotto, scoppiando poi in lacrime.
Di certo non volevo crollare dinanzi a lui, ma la voce mi si è incrinata di colpo e le lacrime hanno preso possesso dei miei occhi. Noto che sta allungando un braccio nella mia direzione, ma mi scanso prontamente.
"Non mi toccare!" Urlo come un'isterica. "Vattene via!"
Afferro le coperte e me le rimetto fin sopra la testa mentre sto seduta con le braccia che mi stringono il busto. Mi sono stancata di soffrire! Sono scappata per vivere una vita felice e ricca di scelte, ma a quanto pare ho desiderato troppo. Avverto un qualcosa sopra le coperte che mi ricoprono il capo e capisco che Lucyfer ha posto un braccio intorno alla mie spalle. Ora l'unica cosa che ci divide è la coperta. Non so per quale recondito motivo mi stia abbracciando ma il mio cuore comincia a martellarmi nel petto mentre l'intero corpo freme.
"Thysìa." Afferma con voce dura.
Non rispondo.
"Thysìa." Questa volta il suo tono è più dolce.
Nulla.
"Eva." Sussurra con voce roca.
Il mio corpo sussulta. Decido di togliermi le coperte, non prima di aver scrollato il suo braccio dalle mie spalle. Gli rifilo un'occhiata accusatoria e lui non distoglie lo sguardo.
"Lucyfer devi..."
"Hai il ciclo, vero?" Domanda di botto.
"Che?!"
Dopo che è entrato in casa mia senza permesso mentre dormivo, mi ha umiliata, quasi prosciugata...mi chiede se ho il ciclo? Vi prego, ditemi che questo è un fottutissimo incubo!
"Sei svenuta per quello. Non puoi perdere molto sangue ed io non posso bere da te in questi giorni." Conclude.
"Ah! Ti dispiaci solo per questo?!" Sputo acida.
"Non mi sto scusando." Puntualizza, incenerendomi con lo sguardo.
"Allora vattene." Gli indico la finestra.
Non ho nulla da perdere dato che più volte ho rischiato di morire per causa sua. Non mi fa più paura...almeno non come prima.
"No." Ribatte.
Emetto un gridolino di frustrazione. Mi alzo, ma perdo l'equilibrio e cado di ginocchia a terra. Fantastico! Adesso sembrerò anche un'imbecille ai suoi occhi. Mi volto, ma stranamente non lo vedo ghignare. È perso nei suoi pensieri. Mi ricompongo e mi alzo impacciata.
"Lucyfer vai via."
Si avvicina a me e mi guarda da sotto sopra.
"Abbiamo un contratto." Afferma prontamente.
"Lo so." Ammetto. "Però ora non voglio vederti."
"Nessuno mi può comandare."
"Fa' come ti pare!" Esclamo spazientita per poi uscire dalla camera.
Entro in salone e l'occhio mi cade sull'orologio a muro. Sono le 2:16 e di Hazel non c'è alcuna traccia. Grandioso! Mi rannicchio contro il comodo sofà anche se in cuor mio so che creperò di freddo durante la notte. Non ho altra scelta se non dormire qui dato che Lucyfer non ha benché minima intenzione di abbandonare la mia camera almeno non per il momento. Mi stringo nelle spalle per poi esser accolta da Morfeo pochi minuti dopo.
Hey guyz,
non uccidetemi se Lucyfer è ancora così stronzo, ma alla fin fine lui è il Demonio. Sarebbe troppo scontato farlo mutare subito, ma vi dò la buona notizia che non manca molto.
Come avrete potuto notare si blocca quando vede Eva in difficoltà e più volte hanno rischiato di far scontrare le loro labbra. Ma no...non è ancora successo.
Rimanete connessi e ne scoprirete delle belle. Sto cercando di scrivere una storia abbastanza seria quindi non uccidetemi se mi dilungherò così tanto.
Detto ciò...un kiss e buon proseguimento di lettura.
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