Tra dolore e gioia
Mi pare di udire un flebile lamento, un battito cardiaco sussurrato, un sospiro doloroso.
«Diamine Arthur! Sta' più attento!» Lo rimprovera Leila esagitata. «Evita le dune.»
«Ci sto provando, cosa credi?»
Purtroppo la strada non ben asfaltata crea delle dune e buche che distruggono l'equilibrio, facendo gemere il Warg. Premo con più vigore la giacca contro la lesione sul torace mentre avverto il cuore pulsare rapido in petto e le lacrime offuscarmi la vista. Applico buona parte della forza per bloccare l'emorragia e la diffusione del veleno in corpo. Lotto per non cedere, per non fallire nuovamente, ma il tutto sembra impossibile vista la condizione terribile in cui verte Søren.
«Basta discutere.» Intervengo, sgridando i due coniugi. «Accelera!»
«Così facendo sarà più difficile circoscrivere le buche.» Mi risponde Leila contrariata.
«Non saranno quelle a porre fine alla sua vita.» Ribatto fuori controllo. «Dobbiamo arrivare a casa il prima possibile. Uriel e Rose sono già lì?»
«Sono arrivate pochi istanti fa.»
«Bene.» Sospiro sollevata. «Arthur, ti prego, va' più veloce.»
Mi scruta dallo specchietto centrale e valuta la mia supplica. Acconsente e con decisione preme sull'acceleratore. Mi stringo contro Søren, facendogli da barriera, in modo da non farlo urtare contro gli sportelli ed i sedili anteriori. La situazione è così preoccupante da non rendermi conto della nudità del Warg tra le mie braccia. Prego i miei genitori di salvarlo, inghiottendo lacrime e paure. Devo salvarlo, poiché si è sacrificato senza pensarci due volte. Per fortuna l'agonia termina dopo pochi minuti. Arthur sferza bruscamente, facendomi sbattere contro la portiera. Emetto un flebile gemito, scuotendo il capo in segno di diniego verso Leila, scossa e preoccupata. Robert parcheggia vicino alla nostra vettura, avendo guidato l'altra auto, per poi scendere ed aiutare Arthur a tirar fuori Søren. Io e Leila li superiamo, aprendo la porta di casa ed invogliando Uriel e Rose a seguirci. Le due donne hanno una breve ma intensa discussione con i due Warg per poi proseguire verso la camera da letto. Arthur e Robert poggiano con attenzione Søren sul letto mentre Rose apre la sua valigetta ed Uriel si avvicina al giaciglio con un libro antico in mano.
«Dovete uscire tutti tranne Rose.» C'intima Uriel al contempo che i suoi occhi leggono il contenuto del tomo.
Arthur e Robert ingoiano la replica ed escono dalla stanza, ghermendomi e trascinandomi con loro. Mi dimeno e grido furibonda. Supplico la druida di farmi restare, singhiozzando a gran voce, quando all'improvviso le gambe cedono, facendomi cadere a terra. L'anziana mi rivolge un'occhiata colma di tormento ed amore per poi rispondere a gran voce: «Lei...può restare.»
Rose mi si avvicina e mi aiuta ad alzarmi da terra. Per un attimo avverto dell'instabilità, ma subito riacquisto l'equilibrio. Arthur chiude la porta, lasciandoci soli.
«Rose!» La richiama Uriel ad alta voce. «Porta il necessario per riassorbire il veleno e per disinfettare, cucire e bendare la lesione. Forza!»
Rose non perde tempo ed esegue l'ordine sotto il mio sguardo perso tra i vari kit e boccette inseriti all'interno della sua borsa.
«Raissa vieni qui.» Mi ordina l'anziana con tono autorevole. «Subito!»
Instabile accorro verso di lei mentre avverto un terribile formicolio in tutto il corpo. Il cuore pulsa rapido e lo stomaco si stringe in una ferrea morsa. La gola mi si secca, al contrario delle lacrime che tentano di rigarmi il viso arrossato. La pressione, il terrore ed il dolore di perderlo m'impediscono di ragionare lucidamente. Una tensione mai provata prima mi colpisce come un'onda furiosa. Mi manca l'aria e la stanza comincia a ruotare. All'improvviso Uriel mi afferra la mano e mi costringe a poggiarla all'altezza del cuore di Søren. M'intima con lo sguardo d'inginocchiarmi e rimanere in questa posizione sino a nuovo ordine. Ingoio a vuoto mentre fisso Søren impaurita. Ed ecco che Uriel comincia a recitare a gran voce dei versi dal suo tomo, usando una lingua arcaica e dissonante. Inaspettatamente un forte vento fa sbattere le ante della finestra contro i muri. I pochi oggetti volano e s'infrangono contro le pareti mentre l'amaca si avvolge più volte su se stessa. Chiudo gli occhi ed avverto un leggero calore sulla pelle. Dischiudo le palpebre e noto una debole luce, simile ad un pulviscolo lattescente, occupare parte della stanza per poi soffermarsi intorno al letto sino a formare un cerchio su Søren. Uriel si alza e volge la mano destra sul corpo del Warg, aumentando la potenza della voce. Invoca qualcosa nella sua lingua antica quando all'improvviso il pulviscolo emana un'incredibile aura per poi venir risucchiato dalla ferita di Søren. Uriel crolla all'indietro, ma Rose la prende in tempo. La dottoressa mi chiede con gli occhi d'aiutarla, ma, prima di poter compire un passo, rivolgo un ultimo sguardo a Søren. Il suo respiro è tornato regolare ed il viso risulta meno addolorato. Aiuto Uriel ad alzarsi mentre Rose procede con degli impacchi alle erbe, una dose esponenziale di morfina ed una manciata di piante erbacee aromatiche per risucchiare la componente minima di veleno ancora in circolo. Pensavo avesse terminato quando invece inietta endovena anche una cospicua dose d'alginato di calcio. Volgo il capo dalla parte opposta in quanto gli aghi mi hanno sempre scossa. Rose afferra una piccola ampolla con fiamma ossidrica e fa oscillare la parte finale di un ago preso dalla sua piccola valigetta. Inserisce il filo per poi cucire accuratamente la ferita del Warg. Per tutto il tempo osservo intontita il pavimento mentre lo stomaco s'arrovella su se stesso. Avverto il cuore pulsare con più ardore e le lacrime premere di uscire.
«Raissa.»
Perché sono sempre così vulnerabile? Dovrei esser io a supportare Søren ed invece sono ferma ad osservare il pavimento per timore.
«Raissa!»
Alzo il capo nello stesso istante in cui Uriel mi assesta una gomitata nel fianco. Arriccio il naso in una smorfia di puro fastidio e guardo Rose intontita. Mi sorride stanca ma felice del suo operato. M'intima d'avvicinarmi, ma, scossa come sono, non recepisco subito la sua volontà. Uriel mi spinge appena in avanti ed io, come portata da una forza invisibile, mi accosto titubante alla dottoressa.
«È salvo.» Annuncia Rose sollevata. «Il veleno dello Strozzalupo e del vischio sono quasi del tutto debellati. Adesso il suo corpo si occuperà del resto.»
Un gemito misto a dolore e felicità abbandona le mie labbra tremanti mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime. Irrompo in un pianto liberatorio, sorridendole grata, per poi stringerla a me. Avverto il cuore esplodere di gioia e l'anima calmarsi.
«È salvo.» Ripeto in un sussurro.
Rose mi sorride rassicurante per poi voltarsi e mettere a posto le sue cose. Osservo il Warg nudo e madido di sudore, arrossendo imbarazzata e rivolgendo volutamente lo sguardo altrove. Rose s'allontana ed afferra la mano di Uriel, la quale fissa Søren con una certa fierezza. S'incamminano entrambe verso la porta, perciò le seguo quando la voce della druida mi ferma: «Tu no.»
«Perché?»
«Devi rimanere con lui finché puoi.» Si volta verso di me e mi sorride dolcemente. «Ha bisogno di te.»
Come un lampo, mi sopraggiunge alla mente l'immagine di Søren tra le braccia di Kendra: «Non è così.»
«Invece sì.» S'intromette Rose. «Lui necessita di te, ora più che mai.»
«Non sono la sua...» Esordisco con un sorriso amaro. «Lì fuori c'è colei che può lenire tutti i suoi dolori.»
Rose irrompe in una risata di pancia, diniegando più volte il capo, mentre Uriel mi rivolge uno sguardo comprensivo. L'anziana mi si avvicina, pone le sue mani aggrinzite sulle mie spalle e mi scruta con sincero affetto.
«Sei la sua compagna.»
«Non è vero.»
«Sei la sua compagna e lui lo sa.»
«Non farebbe quello che fa se...»
«Lo sa ed è per questo che lo fa.»
«Non ha senso!»
«Lo so, ma lui ha un passato talmente terribile da risultare indicibile ed impensabile.» Mi rivela di nuovo con occhi lucidi. «Sii paziente come lo è il tuo cuore. Stagli accanto ed amalo finché ne avrai la forza.»
Avverto il cuore battere rapido in petto e le lacrime pizzicarmi le gote rosse. Mi mordo l'interno guancia per non scoppiare a piangere. Tento di reggere il suo sguardo, mostrandomi coraggiosa, ma fallisco miseramente. Uriel m'accoglie tra le sue braccia, invitandomi nel suo mondo. Mi beo del suo calore, delle sue carezze e delle sue parole. Poco dopo m'afferra il viso tra le mani e mi bacia dolcemente la fronte. Incatena i suoi occhi nei miei e sussurra: «Lui ti ama, ma ancora non lo sa...o forse sì. Aspetta solo te.»
Uriel m'abbandona così, dirigendosi poi a passo svelto in direzione di Rose. La dottoressa mi saluta con un cenno del capo ed un sorriso stanco. Prima però d'abbandonare la stanza, Rose m'ammonisce: «Essendo la sua compagna, stagli accanto il più possibile. In questo modo il suo tempo di guarigione diminuirà esponenzialmente.»
Ringrazio entrambe con il cuore colmo di gioia e gratitudine. Le due chiudono la porta alle loro spalle e tranquillizzano gli altri, invitandoli ad andar via. Pochi istanti dopo la casa verte nel silenzio totale. Solo il respiro regolare di Søren e quello mio irregolare alimentano lo spirito della dimora.
Capitolo awwww🤩🤩 e ehhhh? Vabbè non so se avete capito... comunque...che ne pensate? "L'intervento" quando l'ho scritto per me è stato "what a fuck?"😂😂 Voi che ne pensate?
Un Kiss e alla prossima 😘
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