Capitolo 6

Gin era seduta al tavolo della cucina e stata svolgendo degli esercizi di matematica.
Era tornata a casa già da un po' di tempo e, dato il tempaccio fuori, aveva pensato di portarsi avanti con i compiti per la settimana successiva.

Quando sentí la porta di casa aprirsi, rimase stupita dal fatto di sentire non solo i passi di suo fratello, ma anche quelli di un'altra persona.

La corvina si alzò e si sporse un po' dalla porta della cucina.
Ryunosuke le passò accanto e la salutò, mentre l'altro ragazzo, dai capelli grigi, estraneo ai suoi occhi, si stava ancora togliendo le scarpe.

Ci stava mettendo una vita a slacciarsele, per via del suo imbarazzo.

Atsushi aveva detto ad Akutagawa che poteva anche andare a casa sua da solo o, se proprio ci teneva a non farlo bagnare, poteva accompagnarlo fino a casa sua.
Invece, il maggiore aveva insistito per farlo entrare a casa sua, per riscaldarsi un po' e mangiare e bere qualcosa di caldo.

Non abitavano tanto lontani, però, Ryunosuke si preoccupava che, se lo avesse lasciato andare a casa sua, non avrebbe più avuto l'occasione di stargli così tanto vicino.

Quando Atsushi si tolse le scarpe, il corvino gli porse un paio di pantofole, che il grigio indossò subito, dopo aver ringraziato.

Gin osservò tutta quella scena in silenzio.
Guardò con grande attenzione Nakajima togliersi le scarpe.
Poi, posò il suo sguardo sulla figura del fratello che porgeva le ciabatte allo sconosciuto.
E, infine, osservò come Atsushi ringraziava Ryunosuke e gli sorrideva.

"È lui." pensó, ricordandosi le parole del fratello.
Era lui il ragazzo che il corvino diceva di non sopportare, ma per il quale si era fatto male ad una spalla.

<<Ciao, io sono Gin.>> disse la ragazzina all'improvviso.
<<Piacere, io sono Atsushi.>> si presentó il ragazzo dai capelli grigi, mentre le riservava un piccolo sorriso.
La corvina ricambiò il sorriso e, poi, guardò il fratello.

<<Potevi dirmi che avresti portato un tuo amico.>> disse lei, tornando in cucina.

<<Non lo sapevo neanch'io fino a qualche minuto fa.>> rispose la voce di Akutagawa, che si stava spostando con Atsushi in soggiorno.

<<E, giusto per la cronaca, tuo fratello mi ha costretto.>> disse il grigio, facendo ridere Gin.

Ryunosuke fece accomodare il più piccolo sul divano, mentre lui si dirigeva in cucina a preparare un caffè per entrambi.

Atsushi rimase solo in soggiorno e iniziò a guardarsi intorno.
In quella stanza si sentiva l'odore di Akutagawa ed era presente anche un po' quello di sua sorella Gin.

Osservò le foto appese alle pareti, che ritraevano un piccolo Ryunosuke con accanto Gin e due persone che potevano essere identificate come i loro genitori.
I due bambini sorridevano.

Atsushi provò un moto di tristezza nel vedere quella foto.
Non aveva mai visto sorridere così il corvino.

Certo, il maggiore gli aveva sorriso diverse volte, ma quello che vedeva in quella foto era un sorriso dolce, pieno di gioia e di amore.
Non aveva l'espressione arrabbiata che ormai era sempre presente sul volto di Akutagawa.

Senza neanche rendersene conto, si ritrovò con il viso bagnato.
Si toccò le guance e, avendo la vista un po' offuscata, notò che stava piangendo.

"Perché? Perché piango? Vedere Akutagawa così felice mi rende triste e allo stesso tempo pieno di gioia." pensó, mentre cercava di asciugarsi il viso.

I suoi erano tentativi inutili.
Ogni volta che asciugava una lacrima, un'altra faceva capitolino sul suo volto, bagnandolo.

Quando Ryunosuke entró nella stanza, la prima cosa di cui si rese conto fu il pianto di Atsushi.

Lasciò le tazzine sul tavolino davanti al divano e si sedette accanto al grigio.

<<Perché piangi?>> gli domandò preoccupato.

Senza dargli una risposta, il grigio si fiondò tra le braccia del maggiore e poggiò la testa sul petto del corvino.

Akutagawa rimase un attimo sorpreso dalla cosa, ma, poi, ricambiò l'abbraccio.
Avvicinò ancora di più Nakajima a sé e poggiò una mano sulla sua testa.

Iniziò ad accarezzargli i capelli e a lasciargli piccoli baci sulla nuca.

<<Atsushi.>> lo richiamò con voce dolce.
Il ragazzo alzò un poco la testa e i loro volti si trovarono a pochi centimetri di distanza.

Il grigio arrossí immediatamente, mentre il corvino no, era molto più preoccupato per le lacrime del più piccolo in quel momento.

<<Cosa ti ha fatto piangere?>> gli chiese.
<<Io...ti ho visto sorridere in una foto...e non so perché...mi sono messo a piangere...voglio vederti sorridere così anche io...>> rispose Atsushi, tra un singhiozzo e l'altro.

Akutagawa sorrise leggermente a quella scena.
Il grigio era troppo tenero e, nonostante una parte di sé gli stesse urlando con tutte le sue forze di allontanarlo, lui voleva far cessare quel pianto.

Vederlo triste, vederlo piangere, vederlo soffrire lo facevano solo star male.
Il solo pensiero che quella creatura così pura potesse soffrire, faceva appesantire il suo cuore.

<<Ryunosuke...non mi lasciare...>> disse, poco dopo, Atsushi, stringendo la maglia di Akutagawa tra le sue mani.

Il grigio, dopo aver visto quella foto ed essersi messo a piangere, aveva paura che il corvino se ne potesse andare da un momento all'altro, lasciandolo solo.

<<Non vado da nessuna parte. Ti starò sempre vicino.>> gli sussurrò, all'orecchio, il maggiore.
Quelle parole erano intrise di un'enorme dolcezza che, solitamente, Akutagawa tirava fuori solo con sua sorella.

<<Me lo prometti?>> chiese Nakajima, mentre il suo pianto stava cessando.
Ryunosuke annuì e, poi, gli diede un bacio sulla punta del naso.

<<Non posso di certo abbandonare una persona che, come te, piange e soffre.>> gli disse, dandogli un altro bacio, questa volta sulla fronte.

Le mani di Atsushi lasciarono andare la maglia di Akutagawa e il grigio, arrossito e in incredibile imbarazzo, poggiò nuovamente la sua testa sul petto del corvino.

Il maggiore lo lasciò fare e iniziò a giocherellare con la ciocca nera del minore.

Poco dopo, i due si allontanarono e bevettero il caffè che aveva preparato prima Ryunosuke.

Terminato, poggiarono le tazzine sul tavolino e si guardarono un attimo.

Atsushi fu il primo ad interrompere il contatto visivo e si mise a pensare ad una cosa.
Era da un po' che si ripeteva un certo discorso, sentito il primo giorno di scuola.

"Si odiavano, eppure non riuscivano a vivere l'una senza l'altra, eh?" si domandò tra sé e sé.

<<A cosa pensi?>> gli chiese Akutagawa, guardandolo curioso.

<<Sai, stavo pensando alla leggenda della tigre bianca e del drago nero. Ce l'ha raccontata il primo giorno Oda-sensei.>> rispose Atsushi, ridacchiando un poco.

<<Ah quella. Ho sentito dire che la racconta sempre il primo giorno di scuola alle nuove classi. Ma cosa c'entra quella leggenda?>> affermò Akutagawa.

Il grigio arrossí appena sentí quella domanda.
"Noi siamo molto simili a quei due animali." voleva dirgli, ma non ne aveva il coraggio.

Il professore aveva detto che quelle due entità vivevano ancora nel loro tempo.
E se fossero stati loro due?

Atsushi aveva sentito un qualche collegamento tra quella leggenda e la sua vita.
L'incontro con Ryunosuke e i sentimenti contrastanti che provava per il corvino ne erano una prova.

Lui era fermamente convinto che loro due rappresentassero le due entità, il drago e la tigre.
Però, aveva paura di dire quello che pensava.

Alla fine, era solo una storiella che si raccontava anche ai bambini più piccoli e non era ritenuta da tutti una leggenda.

Però, anche se fosse stato così, anche se quella leggenda non avesse avuto alcuna importanza, sentiva che qualcosa lo teneva, in qualche modo, legato a Ryunosuke.

Che si trattasse di una storiella per bambini o del filo rosso del destino non lo sapeva, ma era sicuro che i sentimenti che provava per il corvino erano qualcosa di vero.

"Oh no, no, no! Non posso innamorarmi di lui!" urlò mentalmente Atsushi, mentre guardava Akutagawa.

Leggende a parte, il grigio si stava veramente innamorando di Ryunosuke.

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