9)GLI ANTENATI
Spaventato si voltò, planando leggero nell'aria che di nuovo l'accarezzava sul volto e sulle mani. Quel tocco leggero aveva il potere di calmarlo all'istante, di rassicurarlo. Con maggiore calma si guardò attorno e vide che una nuvola si avvicinava portata dal vento. Seduti vi erano due uomini, uno dei quali gli faceva cenno di avvicinarsi. Li aveva già incontrati prima, ma dove?
Senza porsi altre domande planò verso i due, che discutevano animatamente. Smisero quando Wal li raggiunse. Si assomigliavano e uno vestiva in un modo più antico dell'altro. Era il più anziano, poteva avere una trentina d'anni, mentre l'altro doveva avere più o meno l'età di Wal. Ambedue portavano i lunghi capelli legati a coda di cavallo come lui. Come lui, entrambi li avevano colorati di un giallo intenso; il giovane lunghi più o meno come i suoi, l'altro già arrotolati a vita. Né l'uno né l'altro avevano la tonsura dei Ratnor e ambedue apparivano evanescenti. Man mano che la distanza diminuiva, Wal notò che l'uomo che lo salutava era trasparente come l'alabastro. Eppure era sempre più consistente del secondo, attraverso il quale Wal poteva vedere come nell'acqua sporca. Sembravano uno la copia dell'altro, anche se il primo aveva un sorriso cordiale mentre l'altro lo guardava arcigno. Immediatamente avvertì dell'antipatia verso quell'uomo e sentì che doveva guardarsi da lui. Con grazia arrivò sulla nuvola e ci poggiò sopra un piede. Dapprima delicatamente, perché temeva di sprofondare, poi con maggiore decisione. Con sorpresa vide che sorreggeva il suo peso, permettendogli di camminare. In pochi passi li raggiunse. Quello che l'aveva chiamato lo invitò a sedersi accanto a loro.
"La pace sia con voi, stranieri" gli disse una volta accomodatosi "Posso sapere chi siete?".
"Davvero non ci riconosci, Walpurgis?" gli rispose l'uomo antico. Pareva un po' sorpreso, mentre l'altro sorrideva soddisfatto. Immediatamente Wal provò la tentazione di saltargli al collo, ma si trattenne. Decise di ignorarlo concentrandosi sul primo. Si era un poco risentito sentendo che conosceva il suo nuovo nome, mentre lui, di quei due, non sapeva ancora nulla, se non di averli già visti.
"Ricordi vaghi ne ho di voi due, ma forse vi ho visti solo in sogno. È il vostro nome che non so, potete dirmelo?".
"Il mio nome... " iniziò dicendogli l'antico, poi si interruppe voltandosi a guardare il suo compagno. Da come lo fissava, Wal intuì che non piacesse molto nemmeno a lui
" ...il nostro nome è Aldaberon. Ti dice niente?".
Suo malgrado Wal dovette scuotere la testa. Eppure sentire quel nome lo mise a disagio. Anche se non riusciva a ricordarselo, l'improvvisa stretta al cuore che provò lo portò a pensare che aveva a che fare con il suo passato.
<Forse questi due possono aiutarmi a ricordare> pensò tra sé, ma mentre lo faceva i due si voltarono all'unisono verso di lui. Solo allora e con stupore, si rese conto che l'avevano udito.
"Potete leggere nel pensiero?" fece e dal leggero annuire dell'antico comprese di essere nel giusto.
"Tutti lo fanno qui, anche tu, ora. Non esiste la parola per mentire su questa terra. Tutto è come appare, il bello come il brutto" gli rispose l'antico. L'altro intanto seguitava a guardarlo con astio, anche se non aveva ancora detto nulla.
"Com'è che vi chiamate nello stesso modo? E lui, non parla mai?" gli fece Wal indicando con un cenno l'uomo che gli stava accanto.
"Davvero non lo capisci come mai ci chiamiamo nel medesimo modo? Per quanto riguarda lui, parla solo quando ne ha voglia, non badargli" rispose l'antico con un accenno di dispiacere.
"Perché mi guarda in cagnesco?".
"Lui non ti apprezza come me, lui ti odia perché sa che vuoi ucciderlo".
L'improvvisa rivelazione lasciò Wal a bocca aperta. D'accordo provare antipatia per una persona mai vista, ucciderla però...
Senza rendersene conto aveva pensato quelle cose e subito si accorse che l'Aldaberon anziano aveva capito. Lo vide scuotere la testa sconsolato. Per qualche momento non disse più nulla, poi iniziò:
"Se non ricordi il tuo passato, non potrai essere di nessun aiuto... Chissà... forse la Grande Madre...".
"Cosa c'entra la Grande Madre? Come fate a conoscerla?" fece lui indispettito. Quello straniero sapeva veramente tante cose, ma come faceva?
Improvvisamente si ricordò dei suoi amici. La sorpresa di quel luogo l'aveva portato lontano per qualche tempo, però era meglio pensare a tornare indietro. I suoi amici ancora cantavano, anche se le loro voci si facevano ogni momento più flebili. Non poteva restare ancora a lungo, però ... non sapeva come tornare, senza il loro aiuto.
Se voleva domandare qualcosa all'uomo doveva farlo in fretta.
"Siete spiriti?" fece di botto.
L'altro annuì prima di continuare.
"Se vuoi considerarci così, fai pure, ma noi preferiamo chiamarci anime. Anime senza carne, ombra e cenere. Di queste cose è formato un uomo, quando è in vita. Fino a quando il nostro corpo non sarà ridotto in cenere, la nostra anima non potrà tornare nella Vita e dovrà vagare per l'eternità in questo mondo. Siamo sospesi a metà, obbligati a invadere altri corpi in cerca di aiuto, senza speranza e senza pace" aggiunse sconsolato "Sopratutto desideroso di averne, sì. Perlomeno io. È il tuo aiuto di cui ho bisogno, sei giunto qui apposta per questo e ora hai perso la memoria".
"Siete morti, quindi ? Anche io, allora... " fece Wal spaventato, ma Aldaberon subito lo rincuorò. Lentamente scosse la testa.
"Noi sì. Facciamo parte del passato, mentre tu sei il presente. I tuoi amici ti hanno aiutato ad arrivare in questo luogo. Il loro canto e la loro fede hanno aperto le porte e quello che fai nei sogni, tu puoi farlo ora. La tua anima ha attraversato il confine sottile che separa il mondo dei corpi da questo. Solo lei ci ha raggiunti, separandosi dal resto. Ama la tua anima, Wal. Solo lei ti può guidare nel buio in cui ti trovi. Dimmi, come ti senti, ora ? Diverso da come ti sei sempre sentito?".
Per qualche momento il giovane rifletté prima di rispondere.
Non capiva appieno il senso della domanda. Le risposte potevano essere più di una e tutte sarebbero state ugualmente giuste o sbagliate. Ma in effetti c'era una cosa che sopra a tutte le altre l'aveva colpito.
A fatica la mise a fuoco prima di parlare, perché non era semplice separare il vero dal falso. Poi improvvisamente sentì che era proprio quella la cosa che lo faceva sembrare diverso: riusciva a separare il vero dal falso, il bene dal male.
Quello che pensava, diceva. Quello che diceva era netto. Non c'erano sensazioni strane a disturbarlo, non idee che non sapeva da dove arrivassero.
Era bello sentirsi così, senza parole non sue nella testa. Poco alla volta annuì, sempre più convinto che quella fosse la risposta giusta per lui :"Sì, mi sento libero!".
Evidentemente la risposta piacque all'antico che sorrise soddisfatto. A Wal parve che fosse diventato un po' più trasparente di prima, però successe così alla svelta che non avrebbe potuto giurarlo..
" È proprio questo, sì. La tua anima ora è sola e vera. Non hai più le nostre a comprimerti pensieri e azioni".
" Le vostre ? Ma... ".
Lentamente lo spirito del suo antenato annuì.
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