-Il Principe dei Vulcani-

Titolo: Il Principe dei Vulcani
Autore: LadySeegard
Genere: Fantasia
Stato: In corso

1) Trama

La trama è abbastanza lineare, intrecciata attorno agli intrighi di persone più o meno diverse, all'interno di uno stesso palazzo.

Ci troviamo in un mondo dalle chiare sfumature medievali e fantasy, diviso essenzialmente tra Nord e Sud. 
Il palazzo che ho citato è il Palazzo di Lava, dimora della potente e reale famiglia Torres. Qui si aprono le vicissitudini dei principali componenti del nucleo familiare, entrando presto in collisione con il destino di un'altra famiglia: i de La Croix, nobile e importante dinastia del Nord.

Per me è impossibile riassumere alla meglio questa storia, i personaggi sono tantissimi, i dettagli troppo minuziosi per poter essere rappresentati in poche righe.
Basterà sapere, a voi ignari e cicciottosi lettori (ammettetelo che siete corsi in palestra come me dopo le vacanze di Natale), che ci troviamo di fronte ad una specie di Beautiful medievale, tra presunte streghe, figlie scomparse, matrimoni combinati, violenza domestica e sveltine con le ancelle.

Sì, è figo.

La trama non ha buchi di nessun genere, tutto funziona molto bene e i pochi interrogativi che ci sorgono in giro, vengono presto chiusi dall'autrice con non chalance. 
L'intreccio è inizialmente complesso, a causa dei tantissimi personaggi che ci vengono presentati, ma, tempo qualche capitolo, l'autrice riesce a farci memorizzare perfettamente tutti i loro volti e complessi nomi (attraverso l'intelligente ausilio di diminutivi funzionali e dovuti, seppur inizialmente fuori dagli schemi).

Nulla da molestare su questa sezione!

Voto 10/10

2) Originalità

L'autrice, in privato, mi ha spiegato come sia presente una suo palese richiamo a George R.R. Martin. 
Il mondo da lei costruito si sviluppa bene e le vicende intra ed extra familiari richiamano a molti altri medieval fantasy del genere.
Non assistiamo a eventi particolarmente originali, a vicende mai viste e personaggi atipici, ma vorrei far guadagnare qualche punto all'autrice lodando la realtà che ha ideato.
Sebbene le forte diversità tra Nord e Sud sia un dettaglio visto più volte, le razze sparse per la mappa -da lei stessa creata- sono molto particolari. 
Popoli dagli anomali colori del viso e da temperamenti curiosi, ci trascinano velocemente tra quelle terre fantasy molto colorate.
Il regno di Lava, in primis, è molto particolare, con le sue terre scure e il suo odore di zolfo.

Voto 6/10

3) Coerenza narrativa

Tutto, per ora, fila liscio come l'olio.

Ma Cryterio ama scassare le balle, quindi ecco qui l'unico appunto che mi sento di fare:

Parliamo di orologi. Come fanno a calcolare il tempo? Hanno orologi da polso, meridiane, un campanile, qualcosa?
Ho iniziato a far caso a questo dettaglio quando Saetta si mette a cercare Val, prima del banchetto in onore dei de La Croix

Un conto è non avere un orologio, ma avere idea del tempo che passa grazie al sole che si muove, un altro conto è sapere perfettamente quanti minuti passano da un momento all'altro, cosa che risulterebbe possibile solo attraverso l'uso di un orologio -appunto- in questo caso da polso, considerata la situazione di Saetta a zonzo per i boschi.

Quindi? Come calcolano in modo così preciso il tempo che scorre?
L'esattezza dei calcoli di Saetta ci scuote leggermente, abituati come siamo a cavalieri di draghi che valutato il tempo che passa attraverso i soli movimenti del sole.
Siamo in un periodo che richiama al Medioevo, se non sbaglio l'orologio è stato già inventato (probabilmente nel periodo basso, abbastanza più in là dell'atmosfera che suggerisci tu), ma non siamo abituati a dei simili marchingegni in storie con tale ambientazione, sopratutto, non c'erano orologi da tasca, da polso o portatili.
Ciò non toglie che Saetta sarebbe fighissima con uno Swatch.

Voto 9/10

4) Grammatica

Ci sono parecchi errori sparsi, che si ripetono alcune volte sì, altre no. Alcuni capitoli sono più ricolmi, altri meno, ma la lettura non viene MAI disturbata dalle imperfezioni.
Non saprei bene se segnalare le ripetizioni che più ho trovato, perché, come detto, in alcuni capitoli sono presenti e in altri no, quindi sono certa si tratti solamente di distrazione e non di ignoranza.

Segnalo:

-Verbo Dare in terza persona non accentato.
-(In rarissimi casi) il Sì affermativo privo dell'accento.
-(Più visto) Sè stesso che dovrebbe essere Se stesso.

Ci sono poche virgole fuori posto, ottimi i verbi praticamente perfetti, se non pochissime sviste dovute alla pura distrazione.

Voto 7/10

5) Metodo narrativo

La narrazione è mooooooooolto lenta, descrive nel dettaglio tutti i movimenti dei personaggi, gli spostamenti più piccoli e ciò che il loro sguardo incontra. 

Si va avanti di più o meno piccoli salti temporali, per poi riprendere l'accaduto con piccoli richiami agli avvenimenti passati. 
L'idea che mi sono fatta della storia è che sia un'opera davvero molto lunga e che quel che ho letto fin'ora non sia in grado di contenere i reali progetti futuri che l'autrice ha in mente.
Un quadro generale -sono sincera- non sono riuscita a farmelo ancora (poco male, visto che continuerò a seguire attivamente la storia).

Parliamo quindi delle tecniche.
La cosa sicuramente più particolare sono le descrizioni fisiche -legate anche alla psiche- dei personaggi. Sono molto accurate, al primo incontro con i soggetti, ma non rischiano di cadere nella modalità "Carta d'identità". Si rendono, anzi, molto originali, soffermandosi su dettagli che chiunque altro avrebbe probabilmente tralasciato.
Sono funzionali, ci aiutano a focalizzarci sui tantissimi personaggi che si muovono nella storia, ma, purtroppo, mi sento di dire: eccessive. Ho adorato le prime descrizioni, le prime quattro, le prime cinque, ma i capitoli iniziali sono tremendamente appesantiti da questi paragrafi chilometrici su TUTTI  i soggetti che incontriamo.
Cosa mi sento di consigliare: diluirle meglio, non tagliarle od altro, ma spianarle leggermente. Mettere in primo piano i personaggi principali sarebbe l'ideale, inserendo le descrizioni dei secondari, invece, più avanti nella storia. Questo alleggerirebbe i primi capitoli resi fin troppo ripetitivi e pesanti da descrizioni molto dettagliate che si susseguono.

La bellezza di questi excursus sui personaggi si va perdendo, se inserita come sorta di lista della spesa di ognuno di loro.
Se ne perde in eleganza e fluidità, scoraggiando la lettura che si riprende immediatamente dopo aver presentato tutti.

Un altro problema sulle descrizioni, sempre parlando dei primi capitoli, è la ripetitività dei dettagli anche sui personaggi già trattati.
Le stesse cose ci vengono ripetute fino allo sfinimento, nell'ovvio e riuscito tentativo di far memorizzare i loro volti a noi lettori.
L'autrice, nel corso della storia, non perde occasione di ricordarci la fisionomia di tutti, lasciandoci rapidi dettagli in giro, ma i primi capitoli ne risentono ancor di più in pesantezza.
La tecnica di rievocare il colore degli occhi di Tizio o la pettinatura di Caio, ogni tanto nella narrazione, è perfetta, ma accanirsi ancor di più sulle prime presentazioni, subito dopo delle descrizioni così minuziose, rende il tutto più lento e pesante.

I dialoghi sono naturali e con termini adatti all'atmosfera di quel mondo, ma vorrei proseguire questa parentesi nella categoria Stile.

Le descrizioni degli ambienti sono palesemente sotto tono, soprattutto valutando quelle fisiche, ma comunque piuttosto presenti.

Qualcosa in più, sono schietta, non ci starebbe affatto male.
L'autrice si concentra molto sui personaggi, tralasciando un po' troppo paesaggi e stanze di un castello un po' sfocato.

Voto 7/10

6) Caratterizzazione personaggi

I personaggi risentono un po' di originalità, presentandocisi come personalità abbastanza familiari, ma comunque non ho intenzione di parlare di questo nella categoria, sono stata abbastanza fetente prima.

Codesta fattoria di soggetti è perfetta per inaugurare il prossimo manicomio in apertura in Antartide, lontani da noi, lontani dal mondo.

L'autrice ha un talento immane per creare personaggi da detestare fino alla morte, rendendoli, però, molto umani.

Non c'è spazio per la perfezione, ognuno di loro avrà probabilmente qualcosa che vi potrebbe infastidire. A meno che non vi chiamiate Isa_RafMic ed allora abbiate qualche serio problema psicologico da rendervi shippatrici accanite di un becero scimmione puzzolente quale Valdriguez: il peggior essere mai esistito nel mondo delle storie.

D'accordo, chiudo questa parentesi evidentemente molto personale e torno a parlare di cose ponderate.

I personaggi sono tutti perfettamente caratterizzati, con neppure la lentezza che contraddistingue la narrazione, anzi, mostrandoci anche una considerevole evoluzione.
La loro psicologia è ben studiata, rendendoli tutti protagonisti in una storia dove lo sfondo è offuscato, per mettere tutti loro in un bel primo piano luminoso. 
Sono tanti piccoli fuochi colorati che si muovono più o meno ordinatamente sullo stesso scenario, ricordandoci un'antica tragedia greca.

Voto 10/10

7) Stile

Mi è piaciuto molto lo stile dell'autrice. In particolare, mi sento di elogiare la sua capacità "di farsi i cavoli propri".
La narrazione è in terza persona con focalizzazione mobile sui vari personaggi, a seconda del punto di vista scelto per un capitolo. Questo ne deriva che l'autrice potrebbe intervenire, descrivendo meglio i suoi personaggi, approfondendo certe loro reazioni. Mi è piaciuto tantissimo, invece, come lei sembri starsene totalmente in disparte, facendo parlare solamente i suoi burattini. Sono loro a farsi conoscere, senza bisogno di approfondimenti esterni. Attraverso i pensieri diretti, i dialoghi, le coerenti reazioni, si delineano da soli, senza bisogno di aiuto da parte dell'autrice.

Lo stile è palesemente ben sviluppato, ma, a mio parere, non del tutto e non ancora. 
È davvero molto notevole, sebbene ci siano dei termini utilizzati non nei dialoghi, ma nella narrazione indiretta, che sembrano stonare con tutto il resto.
Forse troppo moderni, forse troppo colloquiali, rispetto al gergo utilizzato dai personaggi.
Un esempio: Jenna ricorda di aver visto Val e la sua ancella dal nome impossibile da ricordare sbombazzare.
Il termine utilizzato è: Sbattere.
Stride abbastanza, palesandosi nella sua eccessiva modernità, in un'atmosfera medievale che ci avvolge totalmente.

Critico la maturità dello stile, perché, valutando di cosa e come sta scrivendo l'autrice, penso che un linguaggio più adulto sarebbe più adatto ad una storia di questo genere. Ma quella crudezza necessaria per certe scene e la brutalità dei temi trattati, penso richieda solamente un po' di tempo.
L'autrice è giovane, come lo siamo tutti, sono certa il suo linguaggio e il suo stile evolveranno in meglio andando avanti negli anni.

Voto 8/10

Conclusioni

La storia mi è piaciuta moltissimo.
È ancora grezza e non perché abbia qualcosa di troppo stonato o sbagliato, semplicemente, trovo che il racconto abbia un potenziale davvero enorme, non sfruttato completamente a pieno.
Un po' più di maturità stilistica, più equilibrio nelle descrizioni e termini più puntuali sono certa faranno sbocciare ancor di più una storia di così alto livello.
La consiglio a molti, ma forse non a tutti. Ci tengo a ricordare che molti argomenti trattati non sono adatti ai bambini, quali la violenza domestica, una spinta sessualità, il sessimo e taaaanti altri dettagli scottanti.
Non sono cose scandalose, ovviamente, ma ci tenevo ad avvertire per non mandare allo sfacelo qualcuno tenero di cuore.

Essendo appunto una storia non proprio per ragazzi, spero che l'autrice balzerà di livello con il suo stile, piuttosto semplice e lineare, adatto più ad una storia semplice e giovanile, che alla sua opera, che richiede certamente una grande maturità non solo mentale (già bella che presente), ma anche tecnica.

Detto questo, aggiungo solo questo: VALRIGUEZ TORRES AL ROGO!

Voto complessivo: 57/70



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