Capitolo 23




Il dolore fu talmente immediato che mi mozzò il fiato in gola.

Si fermò.

Mi irrigidii e cercai di spingerlo via, ma Bash non si mosse di un pollice.

Il respiro affannato e il lieve rossore sul suo viso lo rendevano ancora più sensuale di quanto già non fosse.

Il pescatore mi guardò preoccupato, preso dai sensi di colpa.

− Perdonami Lin. Dimmelo se peggiora, va bene?

Compresi che non aveva nessuna intenzione di ascoltare le mie ragioni.

− Toglilo! − ringhiai.

Char mi strinse a sé, mi resi conto di aver conficcato le mie unghie nella sua pelle.

Lo ritenni ingiusto, avrei dovuto conficcarle nella carne di Bash.

− Toglilo! − ringhiai di nuovo.

Finalmente quel diavolo obbedì.

Per poi reinserirlo a tradimento, con una certa delicatezza rispetto la prima volta.

Il risultato fu meno doloroso, ma l'azione mi tolse comunque il respiro.

Strinsi i denti e inspirai.

L'imp rimase immobile, in attesa che mi abituassi a quella cosa estranea entrata con velata prepotenza nel mio corpo.

Avrei voluto volentieri strangolarlo con le mie mani ma decisi che la vita da fuggiasca assassina non era di mio gusto.

Piano piano lo avvertii muoversi.

Molto lentamente lo percepii farsi spazio nel mio essere, spingendo sempre più in profondità e sprigionando un calore talmente potente da bruciarmi dentro. 

Stravolta da una tale intensità di sensazioni non riuscii a distogliere lo sguardo dal mio ex migliore amico, il quale emanava libido da ogni poro della pelle.

Il sudore da poco formatosi gli accarezzava le tempie, umettando leggermente la frangia scura, calata di fronte ad occhi ormai neri come pece e ardenti come pezzi di carbone.

Notai la pelle bagnata e traslucida brillare alle luci delle candele ad ogni respiro trafelato che usciva dal suo petto.

Seguii la linea che separava i suoi pettorali e il suo addome fino al punto in cui terminava il suo corpo ed iniziava il mio.

La sensazione di dolore si tramutò gradualmente in piacere.

Non fui in grado di afferrare con esattezza ciò che provai.

Era qualcosa di spaventoso ma al contempo stupefacente.

Indescrivibile.

Nell'istante precedente era un tale fastidio avvertirlo dentro di me da non poter pensare di resistere un minuto in più, in quello successivo non potevo non gemere dal godimento che scaturiva la sua presenza celata dal mio ventre.

Mi sentivo confusa ma completa.

Nel momento in cui capimmo di essere giunti fino in fondo, Bash sospirò.

Lo sguardo cadde sulla nostra intima connessione, il luogo in cui i nostri corpi erano uniti in un solo essere.

Non doleva più, al contrario, iniziai a desiderare con tutta me stessa che proseguisse con le sue malefatte.

Inclinai la testa lievemente e spostai lo sguardo su Char, il quale era rimasto immobile per tutto il tempo.

La luce dorata riflessa nelle sue iridi era cupa e torbida come mai prima di allora. Cercai di intuire cosa si celasse dietro quel bagliore ma il giovane nobile era bravo nel nascondere i propri intenti. 

La stretta del braccio sotto il mio seno aumentò di colpo mentre la mano destra accarezzò il mio addome, tracciandolo con le dita affusolate.

Il suo tocco provocò piccoli e involontari scatti carnali, che a loro volta si abbatterono sul diavolo di fronte a me.

Lo vidi rabbrividire dal godimento.

La mia attenzione fu di nuovo sul pescatore, i cui occhi non avevano smesso di fissarmi nemmeno per un secondo.

Questi erano avvolti da un turbine di emozioni che fallii nel decifrare, ma compresi che come me stava assaporando ogni attimo, ogni respiro, ogni azione di quel frangente.

Per la prima volta presi l'iniziativa e lo accarezzai.

Dapprima ferma sui fianchi, risalii la schiena verso le spalle e scesi lungo le braccia, fino ad arrivare alle sue mani, intente a sorreggere il suo corpo sopra il mio. 

Decisi infine di soffermarmi sul petto, ne apprifittai per tracciare con le punte delle dita cerchi sui pettorali e poi di nuovo giù verso l'addome.

La pelle, che alla vista sembrava di pietra, era in realtà morbida e calda, interrotta qua e là dalle bozze delle vistose cicatrici.

Tracciai con la punta della dita una di queste, premendo delicatamente i polpastrelli nella carne.

Fu allora che sentì qualcosa pulsare dentro di me.

La pulsazione produsse brividi di piacere, strinsi il bacino senza pensarci e Bash emise un debole tremito.

Decisi di riprovare e successe di nuovo.

La cosa era eccitante.

− Vedo che vi state divertendo− disse Char, le labbra a un soffio dal mio orecchio destro, imitando la voce di Bash.

Mi scappò uno sbuffo divertito e Bash si contrasse.

− Decisamente − rispose quest'ultimo a denti stretti con voce roca.

Il suo timbro mi eccitò ulteriormente e mi strinsi involontariamente attorno al suo membro.

Il ragazzo gemette forte, strinse le sue mani attorno ai miei fianchi e accecato dalla libido si ritrasse del tutto per poi spingersi con forza dentro di me.

L'ondata fu di un tale fervore che fui costretta a ravvivare la mia stretta sul giovane conte, incurvandomi inconsapevolmente per accogliere i successivi frenetici movimenti del pescatore.

Nel silenzio della cava solo il suono sommesso dei nostri gemiti era percepibile, mentre a ogni sferzata impeti di autentica estasi mi pervadevano fino a svuotare la mia mente da qualsiasi pensiero superfluo.

Quando il piacere esplose in tutto il mio corpo, le mie membra si rilassarono tanto da lasciarmi stremata tra le braccia del mio angelo.

Quando ripresi un poco di coscienza, mi accorsi dell'improvvisa assenza di Bash.

Lo vidi dirigersi verso il laghetto.

− Dove... va...?− chiesi ansante a Char.

Lui mi sorrise e mi baciò.

− Ora è il mio turno.

Non afferrai al volo l'affermazione.

Il turno di cosa?

Udii Bash dalla sponda del laghetto sogghignare e dire.

− È tutta tua Char.

Il mio intelletto, in un straordinario istante di lucidità, giunse alla realizzazione di ciò che la frase implicasse.

Il panico prese il sopravvento.

Aspettate un attimo!

Ovviamente non ebbi il tempo di dar voce alla mia opposizione.

Char mi spinse delicatamente in avanti e trovai in ginocchio, sorreggendomi con le mani. 

− Ma cos...?− non conclusi, rapita dalla visione angelica nel momento in cui mi voltai.

Vidi il ragazzo alzarsi sulle ginocchia e tirar via dagli occhi la lunga chioma dorata, passandosi velocemente le dita tra la ciocche ribelli.

Esaminai nella penombra ogni curva di quel corpo statuario, ben proporzionato in termini di potenza e agilità, la cui pelle bianca e umida ne risaltava i lineamenti perfetti.

Divorai avida tutto ciò ebbi modo di esplorare con le pupille, cercando di imprimere a fuoco nella memoria la nudità e l'impudicizia del mio bel conte.

La finestra di osservazione non durò a lungo, il ragazzo mi prese per le spalle, mi spinse sul materasso e si posizionò sopra di me. 

Improvvisamente realizzai quanto concreta quella situazione fosse e lo strinsi forte, timorosa che seppur io avessi già appurato la realtà dei fatti, quel momento simile ad un sogno potesse scivolare via dalle mie mani come acqua corrente.

Mi immersi nel suo profumo esotico mentre accarezzavo a palmi aperti la schiena, i fianchi e le spalle. Char mi permise di fare tutto ciò che volessi, scostando di tanto in tanto i miei capelli fradici dalla fronte e lasciando piccoli baci sul mio viso.

Non so per quanto a lungo rimanemmo avvinghiati l'uno all'altra, alla fine si alzò e mi prese per fianchi.

D'un tratto un nuovo corpo estraneo fu dentro di me.

Soppressi un gemito per evitare rimbombasse nelle camere vuote della cava.

Notai come le movenze del giovane conte differissero notevolemente da quelle del pescatore; non ne compresi bene il motivo ma mi parve di intravedere una certa difficoltà nel mantenere la fluidità dei movimenti. 

Non che me ne importasse, il solo averlo tra le mie braccia, e tra le mie gambe, era sufficiente a trascinarmi in una fase superiore di bramosia.

Flessi la schiena di modo da facilitare il suo ingresso nella parte più interna del mio centro e lo strinsi per le natiche, guidandolo durante l'amplesso.

Char mugugnò mentre accelerava il moto e si crogiolava nell'esperienza di avermi per sé.

Una nuova ondata non tardò ad arrivare e mi rilassai con la convinzione fosse finita.

Sbagliai ancora una volta.

Bash mi sollevò e con tutta calma mi sistemò sopra di lui, poi mi sorrise con anticipazione, prevedendo l'inizio di un nuovo turno.

Lo guardai sfinita e feci per obiettare ma l'attrito quasi inesistente al momento della rinnovata penetrazione sostituì l'obiezione con un fremito.

Tornai a provare di nuovo quella tempesta di brividi e contrazioni.

− Ragazzi...− dissi tra un affanno e l'altro. − Ho...Ah!...bisogno di una...

Char mi prese di nuovo il viso e mi baciò.

I due giovani non mi ascoltarono affatto, presi dai loro istinti primordiali e continuarono a importunarmi con il susseguirsi di atti lascivi e impuri senza alcuna sosta.

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