24-Cambio direzionale

Il giorno seguente avevo lezione di psicologia, non avevo molta voglia di andare anche perché c'erano sempre quelle brevi interrogazioni, decisi di prendere i primi fogli che scrissi sul saggio e lo portai con me. Quando arrivai c'era Alessandra e Marta sedute nella panchina del giardino dell'Università, pensavo proprio di non andare a parlare con loro ma Alessandra mi chiamò da lontano, obbligato dovetti avvicinarmi.
<< Ciao ragazze>>.
La prima a rispondere fu Alessandra:<< Ciao Matteo, stavi già entrando?>>
<< Sì, andavo a prendere posto>>.
<< Il secchione doveva assicurarsi il posto migliore, Alessandra come hai potuto ostacolarlo!>> rispose in modo di scherno Marta, Alessandra la guardò, poi si girò verso di me e sorrise:<< Scusami e scusala>>.
<< Oh tranquilla, non mi hai disturbato è ormai sono abituato al suo carattere diciamo... acceso>> dissi rivolgendomi verso Marta, Alessandra mi sorrise un'altra volta mentre Marta si alzò e andò via.
<< Diciamo che non è un'amicona>>>.
<< Già>> mi sedetti accanto a lei e non avendo niente di cui parlare stetti zitto.
A rompere il ghiaccio fu lei:<< Sta sera hai da fare?>>.
<< Sì, ho già un impegno>> dovevo tenermi libero per organizzarsi il mio nuovo gioco.
<< Volevo fare un'uscita, sarà per un'altra volta>>.
<< Certo>> al suono della campanella entrammo insieme.
Io mi sedetti al mio solito posto mentre Alessandra andò a sedersi con Marta e li senti parlare. Marta le chiese:<< ti dispiace se oggi sto seduta con qualcun'altro? Va da Matteo, che è solo, lo sfigato>>.
<< Non mi dispiace e vado da Matteo, almeno non mi scarica come te>>.
Tra me pensai: Alessandra ha uscito un bel caratterino, sarà stato il mio gioco, probabile, visto che prima subiva solamente.
Venne da me:<< Ti dispiace se mi siedo accanto a te?>>.
<< No, prego>>.
<< Grazie, Marta preferisce il suo gruppetto di popolari onestamente mi sta seccando un po', preferisce la popolarità a me>>.
<< Capito, fai scorrere un po' di tempo o le cose si sistemano oppure no>>.
<< Hai ragione, aspetterò>>.
Quando cominciò la lezione io non parlai più, presi il saggio e continuai a scriverlo, fu Alessandra a parlare:<< Che fai? Ti vedo sempre scrivere>>.
<< Di solito prendo appunti, adesso sto scrivendo una parte del saggio>>.
<< Posso leggerlo?>> gli diedi i fogli già scritti, che lesse tutti. Quando finì la lezione si avvicinò di nuovo Marta:<< Hai passato una bella giornata accanto a questo?>>.
<< Sì, abbastanza bello>> rispose lei guardando i fogli ancora in mano.
<< Che leggi?>> gli strappò i fogli dalle mani, preoccupato mi alzai e li strappai dalle sue mani affermando:<< Sono miei>>.
<< È un pezzo del suo futuro saggio>>continuò Alessandra.
<< Tu, un saggio, sicuro? Stai scherzando? Chi vorrebbe il tuo saggio fammi capire?>> disse con tono di scherno.
<< Se mi credi bene, altrimenti non mi serve il tuo consenso, ciao>> presi i fogli e andai via. Stavo per arrivare in macchina quando mi fermò Alessandra:<< Scusala>>.
Corse anche Marta dietro di me e mi venne a dire:<< Non mi scusare. Ci sei sta sera alle 22:00 al solito posto? Sfigato, almeno mi preparo a vedere la tua bella faccia>>.
<< Puoi contarci che ci sarò>>.
<< Bene>> se ne andò via, più avanti l'aspettava Carla, io rimasi solo con Alessandra:<< Non avevi detto di avere
impegni?>> mi chiese lei mentre guardavo Marta andare via.
<< Per quell'ora no, ho lezione di musica prima ma poi mi libero, posso solo ritardare di qualche minuto>> tornai a guardare Alessandra che mi salutò prima di andare via:<< Ottimo, allora a sta sera>>.
<< A sta sera e un'altra cosa: non scusarti sempre da parte sua, tu non centri niente>>.
Mi guardò un attimo prima di rispondermi: 
<< Permettimi di dirti una cosa: ammiro il tuo carattere, sei una delle poche persone che va contro Marta, che è considerata una delle più popolari in tutto il plesso; e comunque hai ragione lo farò>>.
<< La sua popolarità non l'autorizza a insultare, tanto meno i suoi amici, perdonami se lo dico ma esattamente come ha fatto con te>>.
<< Hai ragione, vabbè si vedrà>>.
<< Certo, a sta sera>> mi salutò baciandomi sulla guancia, io le sorrisi e andai via.

Quello stesso pomeriggio dovevo parlare con Paolo, non sapendo come fare lo invitai fuori: "hey, ti va di uscire? Ti passo a prendere io" la sua risposta arrivò subito: "sì, ti aspetto". Arrivai a casa sua molto presto, ebbi il tempo solo di andare a casa mia e posare la cartella, neanche mangiai.
<< Ciao, come mai questa uscita?>> chiese subito dopo entrato in macchina.
<< Ti devo parlare di una cosa, niente di preoccupante, però c'è un problema non ho mangiato, tu?>>.
<< Neanch'io>>.
<< Bene, andiamo al Mc Donald?>>.
<< Sì, mi piace>> durante tutto il tragitto non parlammo, ascoltammo solo musica.
<< Eccoci arrivati>> scesi dalla macchina e aspettai che scendesse anche lui.
<< Cosa ordiniamo?>> domandò una volta dentro il ristorante.
<< Tutto quello che ci va?>>. Diciamo che ordinammo cibo che bastava per 4 persone e oltre.
<< Devi avere proprio fame!?!>> affermò Paolo.
<< Sto morendo, però neanche tu scherzi>> alzò un sopracciglio e disse:<< Non vengo sempre qui, visto che ci sono né approfitto>>.
<< Hai ragione, iniziamo a mangiare sennò si fredda>>.
Mangiammo entrambi il primo panino, parlammo poco e niente, fu lui a sciogliere il ghiaccio:<< Di cosa volevi parlarmi?>>.
<< Oh sì, scusami, volevo dirti che hai abbastanza tempo per pensare al gioco per tua madre, perché lo faremo più avanti, per adesso io non ho il tempo sufficiente tra scuola, doppio corso di università, musica e saggio da scrivere>>.
<< Oh tranquillo nessun problema, anzi potremmo pensarci meglio e organizzare cose più complesse>>.
<< Certo>> non capì se voleva organizzare un gioco impossibile per la madre; comunque meglio così non potevo certo dirgli che dovevo fare un altro gioco, sua madre poteva attendere, prima aveva la priorità un'altra persona più problematica.
<< Stai scrivendo un saggio?>>.
<< Sì, il professore del corso di psicologia mi ha detto che vuole che scriva un saggio e se viene bene poi lo pubblicherà>>.
<< Sono felice per te, a che punto sei?>>.
<< All'inizio, per ora lo scrivo quando ho tempo libero, non posso pressare troppo le cose per sbrigarmi>>.
<< Certo, ti capisco. Posso leggerlo quando lo finisci?>>.
<< Certo, ma devi aspettare un po'>>.
<< Sì, va bene>>.
Dopo aver finito restammo ancora a parlare e poi lo andai a lasciare a casa.
Quella sera non toccai cibo visto che di pomeriggio mangiai abbastanza, prima delle 21:00 mi preparai lo strumento, gli spartiti e mi incamminai verso la sala musica.
Quando arrivai erano già tutti seduti, mancava il professore e alcuni già suonavano per conto proprio. L'unica seduta lontano era Jasmine in compagnia della sua amica che vidi già le altre volte con lei. Per il caldo decidemmo di suonare fuori, allora per firmare la presenza entrai dentro e nello stesso momento entrò anche Jasmine. Una volta firmata la presenza, diedi la penna a lei e mentre stavo per andarmene vidi le braccia della sua amica che erano tutte tagliate, sicuramente era autolesionista.

Osservatore: Non accetto per niente le persone autolesioniste, sono le persone che hanno meno rispetto della vita. Sono persone egoiste che non pensano che i genitori o gli amici possano stare male per loro. La loro unica soddisfazione è quella di farsi del male e perché no...morire. Non so bene che emozioni scatenarono dentro di me quelle braccia tutte tagliare, sapevo solo che lei doveva affrontare uno dei miei giochi.

Avevo diversi giochi da mettere in atto, ma decisi di cominciare da un'altra persona; tanto a ruota tutti le mie prove devono affrontare. Quando uscì da quella stanza arrivò il professore, che mi salutò con una pacca sulla spalla, mentre a Jasmine la salutò chiamandola ma lei non rispose, questo non mi sorprese più di tanto.
Una volta finita le lezione andai subito via.

<< Ciao Matteo, ce l'hai fatta>> disse Alessandra con un sorriso.
<< A quanto pare>>.
Sedute a quel tavolo c'erano: Alessandra, Giada e Marta.
<< Carla, come mai non c'è?>> chiesi ingenuamente, ma purtroppo scatenai la brutta risposta di Marta:<< Cosa interessa a te?>>
<< Proprio niente, era per sapere>>.
<< Aveva un impegno>> mi rispose educatamente Alessandra.
Dentro di me esultai, era sola, questa sera era una piccola vittima indifesa, era la volta buona che diventasse mia.
Prendemmo un gelato e parlammo un po'.
<< A presto io vado>> la prima ad andare via fu Giada.
<< Ciao>> ci salutammo e restai solo con le altre due.
<< Avete il passaggio per tornare a
casa?>> chiesi ad entrambe.
<< Io sì>> rispose Alessandra mentre Marta rispose:<< Per me dovrebbe venire Carla, anzi la chiamo>> andò fuori, nel frattempo ad Alessandra squillo il telefono, era sua madre che già arrivata la aspettava fuori, salutò me e Marta e andò via. Da dentro il locale sentivo la discussione animata tra Marta e Carla, quando io uscì lei aveva già chiuso il telefono.
<< Tutto apposto?>>.
<< Sì>>.
<< Hai bisogno di un passaggio?>> chiesi per la seconda volta.
<< No, l'ho obbligata a venire>>.
<< Povera>>.
<< Povera un corno! Sono la sua fidanzata deve pensare me o vuole che vada a piedi o in autobus. Ciao, io mi incammino>>.
<< Ciao>> se ne andò via così, aspettai che ci fosse abbastanza distanza tra noi per seguirla. Camminava senza una meta, le sentì dire al telefono:<< Dove sei?... Ti aspetto nella stradina secondaria. Sbrigati, non mi far perdere tempo>>.
Trattava male anche la sua ragazza. Che persona orribile che era.
Imboccò la strada fatale, un vicolo buio, la stradina secondaria di cui parlava, senza un passante, solò perché essendoci meno traffico Carla avrebbe potuto accostare.
Presi un fazzoletto, la boccetta contente lo spirito...le tappai la bocca. La lasciai sul marciapiede al buio, andai a prendere la valigia che mi portai dietro, feci bene a prenderla, sapevo che sarebbe finita male questa volta, era troppo imprevedibile, la misi nella valigia e tornai alla strada principale come se nulla fosse successo, con una valigia insospettabile.
La misi nel bagaglio e andai dritto a casa mia.

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