Capitolo 11
{Percy}
- Tu... - sussurrò Hermione guardandomi ad occhi sgranati - Eri tu quella volta! Sei tu che mi hai salvato da quella creatura -
La guardai e annuii.
Tanto, non avevo più nulla da perdere ormai.
- Tu sembri quello più intelligente tra i tre, che intenzioni hai? - chiesi guardando il tipo con gli occhiali.
A prima vista sembrava uno che non aveva intenzione di rompersi l'osso del collo.
E sembrava anche piuttosto saggio.
Ripose la bacchetta nella tasca posteriore dei suoi pantaloni e alzò le mani.
- Non voglio farvi del male e poi, se Hermione si fida di voi lo farò anche io - disse - Sono Harry Potter, comunque -
Allungò una mano nella mia direzione e decisi di riporre la spada. Strinsi la sua mano.
- Percy Jackson - dissi presentandomi.
- Siamo partiti con il piede sbagliato, mi dispiace - disse Harry
- Spero che d'ora in avanti andrà meglio - risposi.
Lui annuì e guardò l'amica che mi stava fissando in modo strano.
La prese per mano ed Hermione ritornò in se.
- Stai bene? - gli chiese
- Si...sto bene - rispose lei con un sospiro - Che ci fate, realmente, qua? -
Harry sospirò e, dopo aver lanciato un'occhiata a me e a Talia, si decise a raccontare il motivo per cui erano a New York. E anche tutto il resto. Aveva deciso di raccontarci qualcosa in più per farci capire.
Sostanzialmente?
Loro erano maghi e veniva guidati o comandati, da un gruppo di idioti, a mio parere, conosciuti come il Ministero della Magia.
Quei tizi avevano mandato Hermione a trovare una spada antica (la mia), non si sa per quale motivo.
Purtroppo però, visto che c'era qualche problema, visto che Hermione aveva tagliato i ponti con la sua scuola in Inghilterra, avevano deciso di rivelare la verità: il Ministero della Magia non voleva solo la spada ma anche il suo proprietario.
E, quindi, era un bel problema.
- E che intenzioni avete? - chiese Talia che si era seduta sul divano e sembrava fare l'indifferente.
- Dipende tutto dalla ricerca che ha fatto Hermione - rispose il mago
- So solo che la spada apparteneva ad Ercole, un semidio delle mitologia greca...ma è solo una leggenda - disse Hermione - Potrebbe anche non esistere da nessuna parte -
- Ercole è un idiota che non meritava quella spada - disse Talia - Comunque, ad un certo punto, c'è un vuoto. Nessuno sa che fine ha fatto Anaklusmos dopo che quello scemo ha preso la mela d'oro degli immortali. La spada è riapparsa secoli dopo nelle mani di Poseidone, che l'ha lasciata in dono al suo figlio prediletto -
Lanciai uno sguardo a Talia, ora stava esagerando, anche se, conoscendola voleva solo studiare i suoi avversari.
- Poseidone? - chiese Hermione.
- Non fare la finta tonta, non sei stupida e sai di cosa parlo - la scherní Talia
- Un dio greco? - chiese la strega - Ma...e come facciamo a trovarla? E poi, il Ministero della Magia vorrebbe un dio greco? E da pazzi! Dove lo troviamo? -
- Percy vuoi fare tu un riassunto dettagliato? - mi chiese Talia
Riassunto dettagliato? Manco stessimo parlando di quello che avevamo fatto il giorno prima.
Guardai Harry di sottecchi, loro mi avevano raccontato tutto, chi erano e cosa volevano e non sarebbe stato giusto non dirgli nulla, anche perché, ne ero certo: Hermione aveva capito più di quanto doveva.
- Sull'Empire State Building, anche se più probabile nel bel mezzo dell'Oceano - dissi - Gli dei...loro si spostano con la civiltà occidentale e il culmine della loro forza e della loro cultura si trova qui in America, l'Olimpo è sopra New York -
Sia Hermione che Harry mi guardarono sgranando gli occhi. Per quanto quella storia era assurda, loro due vivevano in un mondo di magia e i maghi si vedevano ad ogni angolo. Non era così scandaloso!
- È assurdo - sussurrò Hermione - Una cosa del genere può stravolgere il mondo -
- Come l'esistenza dei maghi - ribatté Talia incrociando le braccia sotto al seno - Non è così assurdo -
- Ma voi state parlando di divinità! Di forze superiori! - esclamò, ancora, la mia ragazza.
- Fidati, Hermione, gli dei non sono diversi da noi - intervenni - Potrebbero addirittura essere più deboli, senza chi crede in loro non esisterebbero -
Mi avvicinai e mi inginocchiai davanti a lei, mettendomi tra le sue gambe.
Si era seduta sul divano e sembrava scioccata.
Quello degli dei dell'Olimpo non era il suo mondo, capivo che cosa stava provando e poi, era una ragazza intelligente che cercava di dare risposte a tutto, e non c'era una spiegazione plausibile a tutto quello che c'era nella mia vita.
- È per questo che ti avevo chiesto di non interrogarti su determinate cose e soprattutto sulla mia vita. Mi capisci adesso? - chiesi
- Che cosa c'entri tu con gli dei dell'Olimpo? - mi chiese
Sentii un tuffo al cuore. Sapevo che Talia ed Harry erano lì, ma in quel momento vedevo solo gli occhi grandi, caldi e confusi di Hermione.
E non sapevo come dirglielo.
- Percy è il figlio dello scuotitore della terra - disse Talia - Io sono un'ancella immortale della dea Artemide e figlia del padre degli dei -
- Cosa? - chiese Harry - Siete...figli di divinità? -
- Lo scuotitore della terra? - chiese Hermione prendendomi per mano.
Annuii.
- Dio del mare, dei fiumi e degli oceani, scuotitore della terra, signore dei cavalli...mio padre, è Poseidone - spiegai - Il secondo dio più potente dell'Olimpo -
- Poseidone? Sei figlio di Poseidone? - chiese
- Si -
- La spada, la spada che avevi in mano... -
- Già - dissi con un sorriso amaro - Chi cercavi era sotto il tuo naso da mesi. Sono io quello che stai cercando -
Ormai il danno era fatto. Ora toccava a lei scegliere: restare con me o scegliere i suoi amici e la sua scuola. Non sapevo che cosa volevano da me quei maghi ma non mi sarei fatto portare da nessuna parte, nemmeno con la forza.
- Non ci credo - disse il rosso.
A quanto pare si era risvegliato e mi puntava la bacchetta contro, di nuovo.
- Problema risolto no! - disse il tipo biondo e allampato - Possiamo tornare a casa e tu verrai con noi -
Guardai Hermione, mi interessava sapere solo ciò che pensava lei.
- Smettetela! - esclamò - Nessuno toccherà il mio ragazzo! Nessuno! -
Si fiondò tra le mie braccia e si lasciò accarezzare.
- Non mi importa cosa sei! Mi basta guardarti negli occhi per sapere che cosa voglio - disse
Mi afferrò per la felpa e mi baciò senza darmi il tempo di replicare. Ricambiai chiudendo gli occhi e chiedendo l'accesso alla sua bocca con la lingua, me la concesse ma l'attimo dopo i vetri esploserò.
- Che Ade... - iniziò Talia ma non finì la frase.
Non riuscii a rendermi conto di nulla che un velo nero ci inghiottì e mi sentii precipitare nel nulla...
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