capitolo 9

Metto la mia bambina a letto coprendola con il piumone fa molto freddo stanotte.
Tra un poco devo andare a lavorare mi sistemo vicino a lei abbracciandola e tenendo il  libro delle favole in mano.

Le bacio la testa mentre sussurro le parole, lente come se fosse una nina-nanna, i suoi occhi si chiudono, lottano per restare aperti mi diverte, so che lei vuole stare il più possibile con me, alla fine si arrende e il sonno prende il sopravvento.

Mi allontano da lei, accarezzando ancora un po' la sua testolina piena di riccioli neri sempre più lentamente fino a smettere.

Vado nella stanza attigua alla mia, mi avvicino all'armadio e prendo dei jeans neri elasticizzati e un maglione di ciniglia color porpora, mi cambio mettendo dei calzettoni scozzesi di lana spessa e degli anfibi neri.

Guardo l'ora e ho ancora un po' di tempo,scendo in cucina per bere Carter è lì seduto con i libri sparsi sul tavolo picchietta la matita sul libro.

<Si è addormentata non voleva chiudere gli occhi> Rido. Apro l'anta del frigo e bevo un po' d'acqua.

<Si lo fa sempre anche con me è una bambina testona.>
Lo guardo e non posso che ammirarlo per tutto quello che ha fatto per me.

<Io vado Carter, ancora pochi giorni e potrò iniziare una "vita normale" ci vediamo domani .>

Indosso il cappotto e la sciarpa, prendo le chiavi mettendole in tasca uscendo senza borsa, lo faccio sempre ho paura che qualche mal'intenzionato mi possa aggredire.

<Ciao a dopo.> saluto con la mano.

Mi incammino nascondendo più possibile il viso, cammino con passo veloce vado diritta, se sento un rumore non mi fermo, le strade di New York non sono sicure evito il pericolo,almeno ci provo!

Dopo due isolati svolto nel vicolo buio dove c'è la porta secondaria del "Pineapple", mi sento afferrare un braccio e una mano tappa la mia bocca.
Sento odore di canfora misto fumo, sono spaventata, sono rigida come un gacciolo.
<Shhh... non urlare> dice con voce roca <Non ti farò del male almeno per adesso.>

Il mio torace fa su e giù ,non riesco a controllare il respiro, i miei occhi si guardano attorno per scovare qualsiasi arma  per difendermi.

<Questo è un avvertimento... lascia perdere le tue ricerche.>

Mi spintona facendomi cadere  a terra  trovandomi a gattoni  le mani e le ginocchia,mi fanno male spero che non siano ferite.

Appoggio le mani sul cassonetto facendo forza sulle braccia per tirarmi su', mi giro non vedendo più nessuno.

Affretto il passo verso la porticina e faccio in fretta chiudendola alle mie spalle.
Tiro un sospiro di sollievo ma le mie gambe ancora tremano per l'agguato.

<Isa cosa hai? Sei bianca come un lenzuolo tutto bene?>mi guarda Helen con quei occhioni azzurri, lei è il capo qui dentro ed è ancora una bellissima donna, a parte le rughe che segnano la sua età e quei capelli biondi platino che sembra un nido di paglia.

<Si sono inciampata qui fuori grazie.> lei è sempre gentile con me.

<Sembra che hai visto il diavolo tesoro.> E premurosa.

La sua voce e così alta che tutte le volte mi trafora i timpani.
Sorrido dolorante <Sto bene grazie.>
<Ci vediamo dopo cara, ora vai a prepararti.> sventola la mano.
<Si a dopo, che ti devo parlare>

<ok > mi strizza l'occhio e se ne va verso al bar.

Io corro verso i camerini è cerco di prendere un costume e ne scelgo uno verde brillante metto le mutandine , guepiere e autoreggente... accorgendomi delle ferite le copro veloce con del fondotinta e poi indosso il costume le scarpe in tono con il body.
Mi siedo e inizio a mascherare il mio viso con il trucco pesante, lo faccio per rendermi irriconoscibile a volte funziona ma non sempre.
Per fortuna la maggior parte sono sposati e tengono nascosto ciò che fanno, cosi che le mogli non scoprono le loro "marachelle" e io sono "salva?".

Una volta pronta vado verso il dj chiedendo la musica che voglio.

Vado in centro al palco le luci sono spente, prendo un bel respiro fino a quando non parte la musica .

Luci intermittenti sparano su di me e le prime note di "circus di Brittney Spears" si espandono nella sala, muovo lentamente le anche guardo sempre in alto o in basso per non incrociare lo sguardo di nessuno, anche se faccio questo lavoro da tempo sono sempre in soggezione.

Mi sono sempre sentita sporca o in colpa per qualcosa, forse per me stessa visto che questo mondo non appartiene a me...ci sono finita. Anzi mi ci hanno mandato.

Come quel tizio fuori che mi ha terrorizzato minacciandomi, non vogliono che io scopra la verità.

Faccio una spaccata mettendomi  a quattro zampe simulando il passo di un felino andando verso dei uomini, alzo il sedere e con una mano sgancio i laccetti della guepiere facendoli sbattere e penzolare sulla mia pelle, mi in ginocchio  faccendo scivolare le spalline del body, che scivolano sulle braccia lo sfilo con movimenti sinuosi rimanendo nuda sopra e con delle mutandine velate il pubblico fischia e urla.

Riprendo i miei passi afferro la sedia e mi metto a cavalcioni simulando due mosse con il sedere, allargo le gambe passando le mani sul linguine, alzo una gamba e mi sfilo un autoreggente lanciando al pubblico.

Dei ragazzi giovani fanno a gara per prenderla mi chiedo "Perché" e solo una calza...
Faccio lo stesso con l'altra ma invece di lanciarla la tengo tra i denti e mi avvicino  piano piano a loro  sembrano in calore!
Passo la calza nelle mie parti intime prima di lanciarla stavolta è un altro a prenderla, non è scatenato come loro ha uno sguardo glaciale, impassibile è... è Matt!!!

Giro immediatamente lo sguardo, mi porto dall'altra parte del palco continuando la mia esibizione sperando che non mi abbia riconosciuta.

"Maledizione! devo fuggire di qui in fretta" poco dopo finisce la musica, tolgo i tacchi e corro in camerino, prendo i vestiti con mano tremante ho paura di affrontarlo dopo tanti anni.

Mi prende l'ansia che mi rallenta i movimenti, devo calmarmi.

Bussano la porta <Cara posso?> faccio un sospiro è Helen.

<Certo entra!> rispondo più tranquillamente possibile.

<Questo ragazzo voleva complimentarsi con te> sulla soglia appare lui. "Porca l'oca!" Mi agito.

<Ciao Isa> rimango pietrificata con quale coraggio si presenta qui davanti a me.
Non ha perso la faccia tosta.

<Vi conoscete? Ah! bene! vi lascio soli allora> Helen se ne va lasciandomi con Matt che non mi toglie gli occhi da dosso.

Tremo non solo di paura ma anche di rabbia.

Non parlo continuo a vestirmi tenendo gli occhi bassi.
< Quanto tempo come stai?>

Lo guardo con sufficienza continuando a vestirmi ma sembro un'impedita non riesco a mettere la maglia.

<Isa...>
<Che vuoi Matt non sono in vendita> dico acida.

<Isa io... io volevo solo salutarti e chiedere come stavi.> I suoi occhi cambiano forma se prima erano felici di vedermi, ora sono glaciali.

<Scusami non dovevo venire qui> respira fortemente.

Apro la porta guardando il suo viso ormai cambiato, cresciuto ma, resta il Matt di sempre.

Mi cinge il polso fermando la mia fuga, <Isa, e tempo che non ci vediamo mi ha fatto piacere vedere che stai bene.> sorride.

<A me no.> dico con un ringhio.

<Che ti è successo Isa?>
Rido amaramente storgendo la bocca.
<Matt lasciami andare.>Non ho voglia di parlare.

<No! Voglio sapere perché ti comporti così> si inpunta .
E io Esplodo come una bomba stufa di vederlo davanti a me, forse così se ne andrà.

<Vuoi sapere il perché! Mi avete abbandonato tu per prima, sei stato un cane... mi hai sedotto e abbandonato non avendo neanche avuto le palle di salutarmi prima di partire. E ora? Ti presenti qui a fare che? Dov'eri quando i miei sono morti? Dove? Non si è presentato nessuno di voi!nessuno ! E adesso hai la faccia tosta di presentarti!  E chiedere come stai?> scimiotto la sua voce con disprezzo.

Ha gli occhi spalancati, non si aspettava di certo una mia sfuriata... la dolce e indifesa Isa... indifesa un CORNO ! anzi glielo spacco in faccia.

<Scusa per tutto >dice con rammarico.

<Hai ragione, non dovrei essere qua dopo il male che ti ho fatto.>

<Ah! Se vedi i tuoi amici dillo pure a loro che non si devono più avvicinare a me. Nemmeno le vostre famiglie mi fate schifo.>lo guardo dalla testa ai piedi con disgusto.

<Isa adesso basta!>  si arrabbia.

<Basta tu!!!! E tutti voi.> ha uno sguardo smarrito ma arrabbiato allo stesso tempo.

<Isa non so di che cosa stai parlando!?> sembra sincero ma poco importa.
Strattono il braccio liberandomi dalla sua presa.

<Addio.>

Esco dalla porta del vicolo e incomincio a camminare velocemente non voglio che mi segua.
Cazzo! Non ho parlato con Helen, domani mattina passo dopo aver portato Milly a scuola.

Sono arrabbiata e ogni passo che infliggono sul terreno penso che ci siano le loro teste cercando di scaricare la mia rabbia. Ma... Non basta...




Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top