Capitolo 40


Mi sta mettendo ansia, non capisco cosa vuole dire con, placherà la sua ira.
<Andiamo dei miei e gli diciamo che stiamo insieme.>
<Stiamo insieme!>ripeto confusa.
<Si, così il fatto che tu stai con me lo freni  un po', la sua voglia di ucciderti.> effettivamente potrebbe funzionare ma non del tutto.
<Credi che questo lo fermerà?>
<No, non credo! Ma per lui sarà più difficile sapendo che ci sono io di mezzo.> su questo ha ragione è il suo unico figlio non potrebbe mai fargli del male.
<Quindi andiamo dai miei e costruiamo una storia sul nostro incontro ok!>
<Ok?> anche se io non sono tanto sicura diciamo che ho un po' timore è rabbia verso quel uomo.
<Isa, non avere paura ci sono io.> sospiro.
<È se lo scoprisse? Cioè noi non siamo una coppia.>
<Ma viviamo insieme, dobbiamo solo recitare tutti i giorni in mezzo le persone e far credere che ci vogliamo bene.> la fa facile lui, continuo pensare se può funzionare lo guardo indecisa, mi mordo il labbro e batto il tallone del piede velocemente senza far rumore, non nascondo il mio nervosismo.

<Isa!>
<Sto pensando.>
<Non devi pensare devi agire.> mi guardo intorno giro gli occhi a destra e a sinistra.
<Ok, ok! Facciamo questa messa in scena, spero che funzioni.>
<Funzionerà, tranquilla.> dice con un sorriso rassicurante.
Io non sono tranquilla devo tornare nel posto dove sono nata, dove hanno, ed  ho vissuto con i miei genitori, i miei ricordi sono tutti lì. Fa male. E un posto che ho voluto dimenticare, cancellare dalla mia mente.
<Cosa c'è Isa? Ti vedo preoccupata..>
<Niente, niente.>cerco di non distogliere lo sguardo per rendere le mie parole credibili.
<Ok rimandiamo del lavoro e sabato andiamo da loro.>
<Sabato!>
<Si, sabato prima lo facciamo, prima ci togliamo il pensiero.>
<Giusto, giusto!>gratto la fronte per distogliere lo sguardo, mi alzo per andare alla mia scrivania ma, prima di incamminare verso al posto Matt mi blocca mettendo le mani sulle mie guancie.
<Isa è necessario, ora non ci pensare torniamo a lavorare.>
<Si, torniamo a lavorare.> dico come un automa.

Oggi in ufficio è un via e vai di persone, ha un sacco di appuntamenti ogni volta che ne arriva uno mi chiama  a sedermi vicino a lui, presto attenzione   prendendo appunti per ogni caso.
Fino a quando la mia mente inizia a traballare ho bisogno di una pausa. L'ultimo cliente va via, così prendo la palla al balzo.
<Matt ho bisogno di un caffè.>
<Te lo faccio portare.>
<No, vado io devo staccare un'attimo.>
<Ok me ne porti uno anche a me?>
<Certo.>
Vado nello stanzino dove Kelly mi segue <Giornata stressante?>
<Si, oggi sembra una tortura.>
<Va tutto bene Isa sembri preoccupata.> Se solo sapesse...
<È troppo lunga da raccontare ma sto bene.> preparo le due tazze di caffè.
<Ti va di andare a pranzo insieme?>
<Non è una brutta idea accetto volentieri.>
<Bene allora ti aspetto.> prendo le tazze e le porto in ufficio. Cattura l'attenzione di Matt.
<Matt oggi vado a pranzo con Kelly. Posso fidarmi di lei vero?>
<Si, Isa puoi fidarti di lei.>sospiro mi sento stanca e demoralizzata bevo il mio caffè.
<Dove andate?>
<Qui sotto.>
<Chiamo Carlos.>
<È necessario?>
<Si, Isa forse non ti è entrata in quella dannata testa che sei in pericolo!> la sua espressione è arrabbiata.
<È che..>
<Smettila! Torna al lavoro.> dice duro non ammette discussione.
<Qui c'è il tuo caffè.>
<Grazie> Abbasa la testa tornando al lavoro.
Non dico una parola fino all'ora di pranzo è stata l'ora più lunga della mia vita.
<Matt io vado.> scappo da tutta questa tensione.

<Carlos è fuori che vi aspetta.>
Annuisco e chiudo la porta.
Kelly è già pronta si sta sistemando il cappotto.
<Il tuo lo messo sul divano.>
<Grazie, hai fame?>
<Molta, sto morendo.>
<Si vede! è già tanto che non me l'hai infilato mentre camminavo> rido.
<Sbrigati prima che mangio anche a te.>
Appena usciamo vediamo Carlos.
<Carlos!> diciamo insieme io e Kelly ridendo come delle cretine, è proprio una bella persona, simpatica e solare qualità che mi piacciono molto.

Ci sediamo <Allora!>
<Allora è un casino Kelly, ieri abbiamo discusso un po' di tutto.>
<lo so già, stamattina è andato da Max a raccontargli la storia.> Ecco perché è andato da lui stamattina.
<Ok, poi stamattina abbiamo ricevuto delle informazioni sul mio conto è a Matt gli è venuta la brillante idea di mettere su una messa in scena.>
<Cosa?>
<Di far credere ai suoi di stare insieme.> sgancio la bomba, lei sorride.
<Capito, e questo perché?>
<Perché suo padre ce la con me e lui pensa che se stiamo insieme suo padre non potrà  colpirmi facilmente.>
<Buona idea!>
<Lo pensi davvero?>
<Si, chi colpirebbe il proprio figlio.>
<Io non voglio che si mette in pericolo per me. Se gli succede qualcosa mi sentirei in colpa.>

<Isa -mi prende la mano- capisco la tua preoccupazione ma sarebbe più pericoloso se suo padre non sa nulla. Cos'è che ti turba Isa?>la guardo.
<Non voglio tornare ad Arcadia ho troppi ricordi e non voglio rivedere quella faccia di merda che ha ucciso i miei genitori.>
Arriva la cameriera interrompendo il discorso, prende l'ordine segnando i toast e l'acqua tornando dietro il bancone.
<Devi farlo Isa, per te è soprattutto per Matt. Ti sta aiutando con ogni mezzo possibile glielo devi. Coraggio! Lo so che fa male ma devi reagire e fare tutto quello che ti è possibile per arrivare al tuo obbiettivo.>

Ha ragione su tutti i fronti anche se non mi toglie totalmente dal pericolo aiuta il mio problema, quella di essere uccisa.

N/A: ringrazio chi legge la mia storia.
Questi sono capitoli di passaggio spero che la storia vi piace.

Baci ALE.😘

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