capitolo 37

Sbuffo l'aria dai polmoni e mi decido di andare a casa.
Sorpasso il portiere salendo in ascensore.
Decido come comportarmi contro un attacco da parte di Matt, Max mi ha messo la pulce nell'orecchio, pensandoci bene non potrebbe fare nulla davanti a Fiona quindi almeno per sta sera sono salva. Credo.
Arrivo all'appartamento e tutto buio non c'è nessuno menomale.
Quando un click e una luce mi abbaglia all'improvviso. Merda!

POV MATT...

Siamo al locale, Patrick  arriva con la sua aria da cattura femmine, saluta tutti e per ultima Isa, che s'illumina appena  gli si avvicina.

Il suo atteggiamento e l'attenzione che ha per lei mi infastidisce parecchio, cerco di trattenermi per non insospettire ancora di più Fiona e crearsi inutili castelli in aria.

Si diverte, ride, l'osservo, è cambiata sia fisicamente che caratterialmente, al ristorante mi ha sfidato cosa che da ragazzi non si sarebbe permessa.

<Matt andiamo via?> chiede Fiona annoiata.
<Finisco il drink è andiamo.> le dico calmo ma dentro di me sono un fuoco.

Isa si allontana dal tavolo e si dirige al bancone ordina qualcosa, Patrick  si avvicina a lei, iniziano a  parlare.
<Matt domani mattina mi accompagni tu in aereoporto?>
Si accarezzano...
<Matt!>
Si baciano..
<Matt!> Fiona mi scuote con forza.
<Adesso basta!> dico tra i denti.
<Io o loro?> chiede Fiona.
<Cosa?> rimango interdetto.
<Matt sono stufa, ho capito che sono di troppo qui.> lei si alza e i piccioncini tornano mano nella mano.
<Dove vai Fiona?>
<È finita Matt.>esce dal locale.
<Dai non fare così.> sono stufo delle sue scenate, in un giorno sono già due volte che mi ritrovo a discutere con lei.
<No Matt, sono due anni che stiamo insieme e tu non sei mai venuto da me. Ti ho aspettato credendo che un giorno mi onoravi della tua presenza ma tu, non ti sei mai fatto vedere.> Finisce la frase addolorata, arrabbiata in fin dei conti non ha tutti i torti se lei non tornava, io non l'avrei mai cercata.
<Matt portami in hotel e manda le mie valigie, anzi vado in taxi non ti voglio più vedere.>
<Ti accompagno io> allungo una mano per farla voltare verso di me.
<Non mi toccare.>
<Andiamo ti accompagno.> mi segue stizzita la porto in hotel, devo dirgli qualcosa.

<Mi dispiace, è vero hai ragione su tutto! Forse tra noi è finita ma, tra me e Isa non c'è nulla, te lo assicuro.>
<Per ora> risponde, non parla fino a quando non arriviamo in hotel lasciandomi con un:
<Auguri Matt è figli maschi.> sbatte lo sportello della macchina senza voltarsi.
Appoggio il gomito sulla portiera della macchina e strofino la mano sulla fronte per pensare quello che è successo in tutti questi giorni e ne sono successe di tutti i colori.
Accendo la macchina è torno a casa sono stanco, deluso, arrabbiato.

POV Isa...

Guardo Matt seduto sul divano da solo, Fiona dov'è, devo dire qualcosa questo silenzio mi uccide, perché mi fissa come un omicida.

<Ciao?> le domando! sembra che mio padre mi abbia beccato a uscire e entrare di nascosto, muovo un passo in avanti, lui si alza di scatto dal divano, sulsuto.
<Fiona dov'è?> chiedo assicurandomi che sia in casa, anzi prego che sia così.

<È andata via.> Si accarezza l'accenno di barba storce la bocca seccato.

Sono nei guai, sono nei guai non so come uscire da questa storia, cosa devo fare e come. Calma, devo stare calma.

<Ok> lo butto così, cercando di sfuggire da lui infatti mi incammino verso la camera da letto.

<Mi ha lasciato.> mi fermo sul posto stringendo gli occhi, cerco di prendere coraggio e voltarmi verso di lui , faccio un movimento lento ruoto il busto per essere faccia a faccia con lui, la sua calma non mi convince.

<Ah!>
<Solo ah! Isa.> è nervoso lo noto dalle vene gonfie sul collo.
<Cosa dovrei dirti?> Alzo le spalle, sinceramente non so nulla di loro, sono stata il più lontana possibile.

<È colpa tua se ci siamo lasciati per le tue gesta infantili.> sbotta.

<Io non ho fatto nulla! Sei ingiusto Matt.>

<Non hai fatto nulla! -Tuona la sua voce.- Ieri sei sparita, non sapevo dov'eri ho dovuto cercarti e chiamare Carlos per poi scoprire che eri a casa di Patrick a divertirti. Stasera lo stesso, non mi hai detto dove andavi l'ho capito dopo che Carlos mi ha chiesto se sapevo dov'erano Kelly e Max, bastava che mi dicevi cosa facevi invece di farmi perdere tempo a cercarti trascurando Fiona.> È fuori di sé, senza controllo.

<Non ho bisogno che segui tutti i miei movimenti Matt, sono un'adulta. Poi con me c'era Carlos che motivo avevi di preoccuparti?>

<Ti sei dimenticata di avere una figlia che ti aspetta? Giochi a fare la ragazzina spensierata? Isa ti ricordo che hanno tentato di uccidervi.>

<Non mi sono dimenticata di mia figlia stronzo! Non giocare questa carta con me, tu... tu non sai come mi sento stare lontano da lei, non lo sai. È l'unico modo per distrarmi da questo pensiero è tenermi occupata in qualche modo.> lancio la borsetta sul divano puntando il dito verso di lui.
<Sei sempre pronto a criticarmi, colpevolizzare e sminuirmi in ogni occasione. Aspetti un mio gesto per aggredire la mia persona.>
<Non è vero.>
<Ah no! Stasera ero al sicuro, che bisogno avevi di venire al ristorante? Perché non è una coincidenza vero!?
Vuoi controllare, manipolare, perché Matt? cosa ti ho fatto di male!>
Ho il respiro affannato mi fa uscire dai gangheri, mi sposto in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

< Delle persone vogliono farti del male e tu scorazzi libera per tutta la città.>
<È tuo padre che mi vuole morta.> gli ricordo.
<Appunto, se ci sono io con te, non ti faranno del male.> questo non fa una piega.

<Io non ti voglio vicino Matt.> un accenno di dolore si forma sul suo viso, quasi mi dispiace.
<Perché?>
<È se non ci fosse solo tuo padre dietro a tutto questo? Potrebbero uccidere anche te è Milly resterebbe sola.> mi si stringe il cuore pensando la mia bambina da sola e tanto di più di non poter più abbracciare la mia piccola, una lacrima mi sfugge quanto mi manca.











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