capitolo 28
<Isa è tutto vero, non c'era nessuno in casa nemmeno Carter.>
<Cos'è successo sapete il perché?> dico con voce straziante.
<Tutte le nostre cose, i nostri ricordi, tutti... tutti... oh mio Dio! È tutto perduto. Devo andarmene! Devo andare via di qui!>
Sbraito agitando le mani.
<Stai calma!>
<Calma! La casa è andata fuoco, è esplosa ci potevamo essere noi dentro. O mio Dio!> continuo a camminare mangiando le pellicine delle mani cercando una soluzione.
<Fermati. Sappiamo chi è stato e tu sapevi cosa andavi incontro indagando, ora se è successo quello che è successo, è perché sei vicino alla verità.> Matt mi parla con tutta la calma di questo mondo.
<Si, lo so ma non posso mettere in pericolo Milly. > mi massaggio le tempie.
<Cosa faccio, cosa faccio!> continuo come un loop.
<Ho perso tutto dove vado ora.>
<Isa, basta. Non sei sola ci siamo noi ora la tua lotta è diventata anche la nostra.>mi afferra per le spalle fermandomi, guardo Kelly e Max.
<No, non voglio.> dico piangendo.
<Matt non posso mettervi in pericolo>
<Ho un piano ma devi essere forte, molto forte.> cattura la mia attenzione.
<Ti ascolto.>
<Noi torniamo a New York, Milly e Anna resteranno qui, non ti preoccupare avranno dei bodyguard e saranno sempre seguite.> io scuoto la testa.
<È no, non le troveranno mai questa casa non è intestata a nessuno di noi.>
<Come fa a essere vostra?>
<Non ti preoccupare abbiamo i nostri assi nella manica.> Mi strizza un occhio.
<E io dove vado?>
<Starai da me.> -strabuzzo gli occhi- < sarai osservata 24 ore su 24 farai le cose di tutti i giorni come se niente fosse.>
<Non posso chiedervi di fare questo per me, di mettervi in pericolo. Non posso.>
Kelly si avvicina < Se io fossi in pericolo tu mi aiuteresti?> mi chiede.
<Certo>risposi senza pensarci. Merda!
Sorride e si allontana.
<Non è diventata solo una tua questione Isa, c'è di mezzo anche mia figlia.> mi ricorda.
<Ok, hai ragione scusami.> faccio dei respiri profondi.
<Ora andiamo a dormire.>dice Max.
Mi alzo e vado in camera alzo le coperte e mi infilo vestita. Mi giro e rigiro.
Mi vogliono morta, della mia casa non è rimasto più nulla l'hanno fatta saltare in aria come se fosse di carta e a quel pensiero mi vennero i brividi, potevamo morire io e la piccola.
Andai in bagno con il necessario per la notte non c'era l'asciugamani così lo cercai negli stipetti. Trovato!
Aprì l'acqua calda, ho bisogno di rilassarmi i miei nervi sono tesi.
L'acqua scorre mi ci butto sotto senza bagnarmi i capelli - è magnifico- mi godo altri cinque minuti cercando di cancellare tutto anche se non riesco.
Spalmo la mia crema e infilo pantaloncini e una maglietta. Guardo Milly il mio angelo dolce... quasi quasi l'invidio, vorrei essere come lei senza problemi. Almeno non sa di averli.
Scendo in cucina non riesco a dormire mi faccio una tisana e poi cerco di andare a letto. Questi pensieri mi uccidono.
Prendo il pentolino iniziando il mio rituale acqua, bustina, tazza e zucchero.
Continuo a pensare alla proposta di Matt potrebbe funzionare almeno Milly è fuori pericolo da tutto e potrei gestire al meglio la situazione.
<A cosa pensi?> faccio un salto girando lo sguardo su Matt.
<Mi hai spaventata.> dico portandomi la mano sul cuore mentre lui sorride.
<Non ridere, non sono scherzi da fare soprattutto in questo periodo.>
<Non volevo spaventarti, scusa.>
<Vuoi del thè?>
<Si, grazie.>
Ne verso una tazza anche a lui.
<Stavo pensando a i pro e i contro di quello che hai proposto.> dico con sincerità.
<Cos'è che non ti convince?>
<Non è quello...è che ho paura Matt.>
<Lo capisco ma oramai il danno è fatto non ti puoi più indietro, devi andare fino in fondo oppure dovrai scappare per tutta la vita. Ma... sono io che non voglio, perché voglio sapere la verità e perché c'è mia figlia di mezzo.>
Sospiro...
<Lo so> picchietto la mia mano sulla sua.
<Mi devo solo convincere.>continuo.
Si alza viene vicino a me che mi ero spostata a sciacquare le tazze, appoggia le mani sulle spalle.
<Sei forte Isa non dimenticarlo e non sei sola.> mi bacia i capelli.
<Lo vorrei tanto, essere forte intendo!>
<Isa.>
<Dimmi!>
<Dov'è Carter? > Mi chiede.
<Dov'è non lo so, so solo che è in viaggio per lavoro.>
Sta pensando, sta fissando un punto non definito.
<C'è qualcosa che non va?> scuote la testa come per togliere i suoi pensieri dalla testa.
Sorride forzato <No, tutto ok.>
<Sicuro?> domando per sicurezza la sua faccia non mi convince molto.
<Sicuro! Sei troppo paranoica!> dice arrabbiato.
<Fai troppe domande e non pensi> se ne va lasciandomi lì.
Alzo le spalle non capendo nulla di quello che è successo. Ma cosa ho detto? Mah! Vado in camera.
Non ne faccio una giusta, tutto quello che dico non fa che farlo arrabbiare e dovremmo vivere insieme! è come faccio? Non posso resistere ai suoi umori mi farà diventare pazza, forse è meglio che faccio qualche seduta psicologica o yoga.
Sono sul letto, mi spettino la faccia e scalcio per la frustrazione.
Sono stanca questi giorni sono stati pesanti.
Forse è meglio dormire.
Guardo il fuoco che scoppietta e si muove sinuoso come se fosse un dondolo una silenziosa ninna nanna che brucia.
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