capitolo 20
Bene, Carter non torna a casa stanotte e Matt è andato via da poco.
Mi preparo per la notte ripensando la mia giornata... al dire il vero, tutta la settimana è stata travagliata, merito un po' di riposo.
Metto la mia camicetta da notte, mi infilo sotto le coperte con l'ansia addosso di una nuova giornata che mi aspetta.
Una sveglia umana si fionda sul mio letto e mi sento sbalottare come un peluche di pezza. Avete presente quando tenete la matita in mano tra l'indice e il pollice? Che con un movimento veloce la matita sembra fatta di gomma? Ecco, così.
<Sveglia, mamma! Mamma!>
<Milly, ti prego basta.> piego il cuscino sulla testa, mi bacia sulla guancia, la stringo a me è così morbida che a volte non sembra reale anche se è lì, davanti a me ed è mia ma ti accorgi che è un altro individuo anche se è parte di te.
<Ok, dai andiamo a prepararci> le schiocco un altro bacio portandola in bagno.
<Mamma, oggi vieni tu a prendermi?>
< Si piccola>
<Ole'> Strilla.
Basta così poco per farla felice.
<Dai, andiamo a fare colazione.>
Carter non è ancora rientrato ma quando lo farà, gli farò il terzo grado solo perché sono curiosa. E già successo che rientrava il giorno dopo.
Accompagno Milly all'asilo e vado verso l'ufficio un po' in imbarazzo, visto quello che è successo ieri sera.
Il portiere mi saluta <Buongiorno!> dico andando verso l'ascensore.
Premo il pulsante. Ancora una volta mi sento agitata prolungo i miei respiri... uno... respiro. Due... respiro.
Le porte si aprono è Kelly si avvicina a me salutando e prendendo la mia giacca sistemando tutto nello stanzino, dove la strega ieri a riposto quello di Matt ma, con me non si è spostata neanche di un millimetro a continuato ha lavorare a testa bassa.
Faccio finta di nulla, Kelly mi chiede se voglio un caffè che accetto volentieri. Mi dirigo verso l'ufficio e busso ma non ottengo risposta.
<Non è ancora arrivato a momenti sarà qui. Entra.>
Apro la porta <Questa è la tua scrivania, lì c'è il bagno> indica la porta affianco a me. <Lì, l'archivio> indica la porta di sinistra <mentre in quella porta è off limits. Non so cosa c'è ma è sempre chiusa.> alza le spalle.
Mi porge il caffè <Grazie Kelly.>
<Di nulla.>
<Scusa per ieri.> le dico.
Mi sentivo di scusarmi per la scenata.
<Isa, non ho bisogno delle tue scuse davvero. Sono contenta che tu sei qui è mi piaci. Quindi che ne diciamo se ci lasciamo alle spalle quello che è successo ieri?>
Sorrido <Ok, grazie.> abbasso lo sguardo sulla tazza del caffè.
<Vado al lavoro se hai bisogno chiamami.> chiude la porta andando via.
Accendo il pc e sistemo la scrivania già in ordine come più mi piace è tutto nuovo origina di nuovo.
Matt entra con la sua tazza fumante.
<Vedo che ti sei sistemata la scrivania.>
<Buongiorno Matt.>
<Buongiorno Isa > alza la tazza come un brindisi.
<Oggi andiamo in tribunale, per i primi mesi mi segui poi inizierò a farti seguire piccoli casi.> dice velocemente.
<Quando andiamo?>
<Adesso.>
Mi alzo, prendo un block notes per gli appunti e lo seguo.
<Giuly andiamo in tribunale, mandami gli appuntamenti per email. Mentre da stasera le manderai anche a Isa. Hai capito?>
<Si, signore.> È proprio un arpia.
Ci avviamo verso l'ascensore, la tensione e' troppa.
<Sei agitata?>
<Un po', non so cosa aspettarmi.>
<Anch'io lo ero il primo giorno, rilassati devi solo ascoltare e guardare imparerai tranquilla.>
Il suo discorso mi distende un po' i nervi.
Saliamo in macchina, chiudo lo sportello con forza beccandomi un occhiataccia dal proprietario.
<È nuova, vorrei che durasse ancora qualche anno.> dice in modo ironico.
Credo che oggi sia di buon umore, non voglio dirlo troppo in fretta... in fondo si parla di lui!
Arriviamo in tribunale, si mette nel banco e sistema le cartelline prese dalla sua ventiquattrore.
Si siede aspettando il cliente guardo la sua eleganza nei movimenti e la concentrazione sui fogli per il caso.
Mi spiega che l'uomo è accusato per omicidio di sua moglie e che tutte le prove sono contro di lui ma si proclama innocente, questa è un udienza preliminare dove si esaminano prove, la lista dei testimoni e si scelgono i giurati.
Continua a parlare con il giudice, rimango imbambolata davanti al suo carisma, nascondo la mia curiosità dietro gli appunti sperando che non se ne accorga.
Finito andiamo a mangiare.
<Ho parlato con Anna ed è felicissima di tenere Milly puoi già portarla da domani.> mi dice fluido.
<È stupendo! Dimmi solo quant'è il suo compenso.> rispondo felice della notizia, in più non fa male a Milly conoscere di più suo padre.
<È già tutto sistemato.>
<Allora declino l'offerta Matt.> Matt sbuffa.
<Senti, fino ad ora hai pensato tu a Milly e Anna è già pagata quindi accetta senza fare storie.> dice scocciato.
Penso alla sua offerta non voglio dipendere da nessuno, per troppi anni me la sono cavata da sola e il mio orgoglio non me lo permette.
<Perché deve essere sempre tutto difficile per te Isa? Cos'è, ne va del tuo orgoglio? Hai paura che un giorno te lo rinfaccio? >la sua voce è calma visto che siamo in un luogo pubblico e questo è mio vantaggio per ora.
<Fino ad ora ho pensato io a Milly e mi sento a disagio a accettare.>rispondo.
<Milly è anche mia figlia ti ricordo, voglio provvedere un minimo a lei, perché non me lo permetti.>
Sembra quasi una supplica.
<Ok, va bene.> Sorride, buon segno.
<Allora da domani la porti da me, Anna ha fatto già sistemare tutto.>
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